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Autore: AlyxF1    16/11/2014    4 recensioni
Questo è il seguito di "Un nuovo amico", il sequel che a gran voce (SEEEEEEEEEEEH! xD) mi avete chiesto. Spero di non deludervi ;)
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Corey Riffin, Kin Kujira, Kon Kujira, Laney Penn
Note: Otherverse | Avvertimenti: Triangolo
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Secondo capitolo – Ricordi indelebili

-Buongiorno, sono Mike Ghebler.- disse svogliato il ragazzo. Non aveva la minima voglia di parlare con quella sottospecie di dottore. Se così si poteva definire…
-Ciao ragazzo, sono il dottor Stan Pines, e sono qui per aiutarti. Tuo padre mi aveva avvisato del tuo arrivo.- disse sorridente l’uomo col maglioncino grigio. Mike sapeva che in realtà quel tizio non aveva la benché minima voglia di parlare con lui, avrebbe solo fatto finta di ascoltare e scrivere sul suo taccuino. O forse avrebbe disegnato per tutta quell’ora mentre Mike avrebbe cianciato a vanvera.
Comunque sia, quella sottospecie di psicologo non gli sarebbe stato di certo di suo aiuto. PER NIENTE!
Il padre di Mike, Nicholas, la pensava diversamente, ma probabilmente anche lui sapeva quale sarebbe stato il risultato finale di quell’ora tolta alla vita di Mike (anche se, da quella sera, chiamarla vita era molto difficile…).

Lo psicologo Pines fece accomodare il castano sulla sua poltrona per le sedute terapeutiche. Mike, pur di far smettere quella lagna di quello sconosciuto, l’avrebbe assecondato. Non erano passati nemmeno due minuti e voleva già andarsene prendendo a calci la porta!
Pines si sedette sulla sua sedia di fronte alla scrivania: -Va bene Mike, tuo padre mi ha spiegato brevemente il problema, dicendomi che da un mese hai incubi terrificanti e che, da quando siete tornati a Peaceville, tu sei diventato scorbutico e nervoso. Cosa ha suscitato questo cambiamento in te?-
Mike alzò gli occhi in segno di disperazione, ma comunque rispose a quell’impiccione (come lo definiva lui) –Uff… è per colpa di una ragazza…- ruotò gli occhi.
-E come si chiama questa ragazza?- chiese lo psicologo, però la risposta di Mike non si fece attendere: -Non te lo dico il suo nome! Chiaro?!- Mike non voleva più nemmeno pronunciarlo!
-Mmm…va bene Mike, adesso chiudi gli occhi e pensa ad un ricordo positivo che hai di quella ragazza.-
Mike, nonostante il nervoso e lo scetticismo, chiuse le palpebre. La sua mente ripescò un momento sopito sotto montagne di furore e rabbia. Era un ricordo luminoso, ma quella luminosità si stava spegnendo a poco a poco….
Ripescò infatti il ricordo di lui che imparava a suonare il basso per la prima volta. Era stato tutto merito di….di quella ragazza dai capelli rossi. Quel ricordo gli fece venire spontaneamente un sorrisetto sul volto, anche se era molto tirato.

Lo psicologo ricominciò: -Va bene ragazzo, ora però devi pensare ad un momento negativo riguardo questa persona. Riesci a trovarlo?-
Mike divenne più scuro in viso, e richiuse gli occhi, ed andò a ripescare un ricordo molto più recente del precedente…
Era di appena una settimana prima.

***30 NOVEMBRE, DOPO IL FESTIVAL***

Mike scappò. Non sapeva perché, ma scappava. Uscì dal parco, con ancora le lacrime sul volto, e si diresse verso la foresta del vecchio campus. Quando si infilò nella foresta buia, si inginocchiò sulle gambe stanche per la corsa, anche se non era di certo la parte più dolorante del suo corpo e del suo spirito.
Cominciò ad urlare, senza che nessuno potesse sentirlo; era un urlo senza voce, una voce senza respiro, un respiro senza aria. Non gliene fregava più niente di niente: né della musica, né della scuola, e neppure di amicizie o di parenti!
L’unica cosa che avrebbe voluto in quel momento era aver Corey tra le mani. Per poter sfogare ogni sentimento represso, ogni offesa, ogni insulto, ogni sbaglio, sul suo volto, a suon di cazzotti!
Ancora sporco di fango, visto che si era seduto in mezzo alla foresta, si alzò di scatto e guardò per terra.
Poi alzo il volto verso il cielo che, come una coincidenza, si stava riannuvolando; era lì lì per scaricare fulmini e saette su Peaceville.
 Cominciò a piovere molto forte, e in quel momento Mike sperava che un fulmine lo bruciasse vivo all’istante.
Si avvicinò ad una vecchia quercia che era di fronte a lui, e cominciò a tirare dei pugni sul legno, un legno che era marcio ma durissimo ancora. Prendeva a pugni quel tronco con una violenza inaudita, tanto che la corteccia si stava crepando e sgretolando.
Ormai Mike era senza energie, stremato dalla fatica e dalla disperazione, una disperazione che non finiva più, però continuava a prendere a pugni la quercia. Finito questo sfogo, si guardò le mani, più precisamente le nocche: erano sporche di sangue, il suo.
 In quel momento, bagnato, sporco, col viso rigato dalle lacrime e ricoperto da fango, fece una promessa a se stesso: giurò vendetta contro la Grojband, e avrebbe provato qualsiasi cosa per farla pagare carissima a quel bastardo di Corey. Lui si era fidato, e il blu gli aveva gettato fango durante la sua assenza. Non sarebbe finita qui… Costi quel che costi!

Mike venne risvegliato da Stan, che, con la sua voce, riattirò la sua attenzione: -Ok, Mike, devi considerare che questa ragazza non è nulla di importante per te, niente che tu non possa s…- Era sul punto di concludere la frase, quando Mike si alzò e, dalla furia, ribaltò la poltrona su cui era seduto. Era rosso di rabbia in viso, tanto che il dottor Pines si spaventò da morire.
-COME FAI A DIRE UNA COSA DEL GENERE?! LANEY ERA LA MIGLIORE, E QUEL BASTARDO INCAPACE MI HA RUBATO LA COSA PIU’ PREZIOSA AL MONDO!! Non ti azzardare mai più a dire una cosa simile su di lei, chiaro?!-
Quella parte di Mike, sconosciuta a molti, venne mostrata al dottore che, spaventato dal ragazzo, gli disse balbettando: -E-Ehm… l-l’ora di incontro è f-finita. C-Ci vediamo…-
Mike, ancora scuro in volto, si diresse verso la porta, ed uscì sbattendola forte.
Forse quello psicologo non era così contento di avere Mike come paziente…

Mike, tornato a casa, salutò il padre, ma lui lo richiamò a voce alta: -Mike, perché il dottor Pines mi ha chiamato dicendomi “Suo figlio non è più il benvenuto da me” ?! Cosa hai fatto?-
Mike provò ad ignorarlo, ma Nicholas alzò la voce: -MIKE! Sono tuo padre, forza, cosa è successo?!-
Mike, vedendolo così, decise di confessare tutto. Poi il padre gli disse –Ok Mike, ascolta. So cos’è successo quella sera, ma forse questo psicologo era adatto a risolvere questo problema…-
-No papà, l’unica cosa di cui ho bisogno E’ STARE DA SOLO, IN PACE, SENZA VEDERE QUEI QUATTRO INCAPACI!- disse riferendosi ovviamente alla Grojband.
A quel punto il genitore si arrese e lo lasciò andare verso la sua camera. Prima però si ricordò di una cosa importante:
-Ehm…Mike, devo dirti una cosa importante… prima è venuta Laney e…- subito il giovane si scaldò –NON PRONUNCIARE QUEL NOME!-
-Ok ok, è venuta per riportarti la tua chitarra, però non l’ho lasciata nemmeno entrare. Se vuoi domani vado a casa dei Penn e la riprendo…-
Mike non si era accorto in questi giorni della mancanza della sua chitarra bianco-rossa, così annuì al padre.

Mike entrò nella sua camera al piano di sopra. Era come entrato nei suoi pensieri, cioè era una stanza incasinata e confusa.
L’armadio era graffiato ed aveva delle crepe, il letto spostato completamente e i disegni fatti da lui erano stati tutti strappati e buttati per la camera. Stesso dicasi dei suoi testi scritti. L’unico disegno ancora intatto era quello che aveva nella sua tasca, ovvero la parte del disegno che raffigurava lui da solo di fronte ad un tramonto. L’altra parte ce l’aveva Laney, ma lui non lo sapeva.

Lui spostò il letto per metterla di fronte alla tettoia per guardare il cielo sdraiato sulle coperte. Quel giorno era più calmo rispetto alla settimana passata, ma era solo la calma prima della tempesta…

-Alyx

Buon pomeriggio Capelloni e Capellone :D Che ve ne pare di questo secondo capitolo?
Vi sta piacendo il sequel? Sempre liberi di darmi suggerimenti eh! xD

Un abbraluto, Alyx
 
   
 
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