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Autore: LouisLiamNiallHarryZayn    16/11/2014    0 recensioni
“Beh” dice attirando nuovamente la mia attenzione.
“Io sono Harry” dico cercando di riprendermi.
“Io intendevo beh cosa ci fai ancora qui” continua e cerca di spingermi verso il corridoio.
[LarryStylinson]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi ritornata con un'altra fanfiction Larry, che spero che vi piaccia.
Questo capitolo è estremamente noioso, come sempre.
Aggiornerò presto "My Sister's Boyfriend" e "A week in Vegas", don't you worry.
Spero vi piaccia, lo ripeto, e lasciate i vostri commenti e i vostri pensieri sulla storia, se volete/potete.
Non vedo l'ora che arrivi domani, voglio ascoltare Four, cazzo.
Buona lettura.
Un bacio; pace, amore e sesso Larry a tutti.

 

once in lifetime

 

Tecnicamente a quest'ora dovrei già essere nel mio letto, con le coperte ben piazzate fino alla punta del naso, e nel mondo dei sogni da circa tre ore e mezzo.
Ma si sa che le feste di casa Tomlinson non finiscono mai all'orario prestabilito.
E so che forse domattina dovrò subirmi le prediche di mia madre e i suoi “tu non metterai più piede fuori di casa fino ai diciott'anni” e che dovrò farmi perdonare pulendogli casa e promettendo di non farlo mai più, ma insomma, ne vale decisamente la pena.
Lottie è forse una delle ragazze più conosciute di Doncaster e non solo per la sua superba bellezza, ma anche per le sue mega feste che riescono a contare anche tremila persone, se non qualcosa in più.
E questa è forse una delle migliori a cui io abbia mai partecipato.
Quattromila persone in una sola casa, che poi solo casa tanto non è.
E' tipo una mega-villa imponente che riesce a far sfigurare tutta la schiera di ville presenti nel quartiere più “in” della città.
In confronto la mia potrebbe sembrare solo il garage di questa villa a tre piani.
Sono leggermente ubriaco, ma non quell'ubriaco da “non so cosa sto facendo” ma tipo da “riesco ancora ad avere un passo deciso ed eretto”, ma sto cercando urgentemente un bagno in cui poter diminuire la quantità di alcool presente nel mio stomaco, ovvero, per vomitare l'anima.
Il viaggio in ascensore è più lungo di quello che mi aspettavo.
Il terzo piano è quello off-limits della casa ovvero il mio obbiettivo per poter vomitare in santa pace lontano da occhi indiscreti, nonostante i continui dissensi da parte di Liam.
C'è un ascensore in cucina fortunatamente e così decido di prenderlo e sgattaiolare sotto gli occhi disinteressati della gente fino al terzo piano.
La musica proveniente dal piano terra è nettamente inferiore e c'è più tranquillità di quanto mi aspettassi.
Il corridoio è letteralmente uguale al resto della casa, con la stesso colore verde pistacchio, lo stesso tipo di quadri e gli stessi tappeti lunghi un metro.
Devo solo pregare la Madonna che almeno una delle stanze sia aperta per poterci liberare lo schifo che c'è in me.
La prima porta è chiusa a chiave, come la seconda, la terza e la quarta, sai che novità.
L'ultima stanza nell'angolo più remoto del corridoio cita su un cartello in metallo “stronzetto, non ci provare nemmeno a toccare questa miglia”.
Della serie “gli sfortunati avvenimenti di uno sfigato di nome Harry Styles”.
Okay dovrei pensare ad un nome migliore, ci lavorerò su.
Un urto di vomito di sale su per la gola e comincio a correre verso quella stanza aprendola con forza.
Prendo il cestino posto vicino all'entrata e ci vomito tutto quello che c'è da vomitare.
Mi alzo a perdifiato e noto un ragazzo sopra il grande letto a due piazze che mi guarda in cagnesco e assottiglia gli occhi in due minuscole fessure.
“S-scusa” dico imbarazzato mentre cerco di guardare dall'altra parte della stanza, abbastanza grande per una singola persona.
“Ucciderò Lottie” dice con una voce arrabbiata e alzandosi dal letto per venirmi in contro.
E' un ragazzo un po' più basso di me ma decisamente più grande.
Ha i capelli sparati in tutte le direzioni e gli occhi azzurri, quasi di ghiaccio.
E' magro, non molto ma non poco -non sono mai stato bravo nel stabilire con precisione le cose-, ed è particolarmente interessante.
“Beh” dice attirando nuovamente la mia attenzione.
“Io sono Harry” dico cercando di riprendermi dal vomito che mi ha stremato e dalla bella vista del sicuro fratello asociale di Lottie di cui ho tanto sentito parlare.
“Io intendevo beh cosa ci fai ancora qui” continua e cerca di spingermi piano verso il corridoio.
“I-io” dico arrossendo come una scolaretta “mi dispiace per il vomito” indico il suo cestino pieno del mio prezioso vomito puzzolente.
Si stringe nella sua maglietta dei Nirvana e mi catapulta con forza fuori dalla camera calciando leggermente il cestino fuori dalla porta.
“E' stato un piacere conoscerti” dico mentre mi sbatte la porta in faccia e un “per me no” arriva in lontananza lasciandomi senza fiato.
Scendo lentamente le scale lasciandomi alle spalle la camera e il cestino di vomito e mi dirigo al piano terra dove trovo, dopo una specie di caccia al tesoro, Liam che mi cerca meticolosamente e discutibilmente preoccupato.
“Ma dov'eri finito?” dice stringendomi la spalla “Tutto bene?” continua protettivo.
E' sempre protettivo nei miei confronti quel ragazzo, forse nemmeno mia madre è così tanto rompipalle.
“Si, sono andato a vomitare” dico mentre prendo un altro bicchierino dal tavolo pieno di roba scura e dopo un sospiro di sollievo da parte di Liam torniamo a ballare tra la folla sudata e puzzolente, cercando di non pensare più a un paio di occhi color ghiaccio.

 

Sono le quattro e mezza del mattino e sono leggermente ubriaco da “non riesco più a reggermi in piedi”, entro furtivamente in casa trovandomi mia madre con le occhiaie più viola che le abbia mai visto in viso e con le mani strette sui fianchi.
“Ti sembra l'ora di tornare a casa?” urla “Io ti cresimo e quanto è vero Gesù ti riempio di botte e sei.. sei ubriaco da far schifo” continua avvicinandosi a me e annusandomi come un cane.
“Vai subito in camera che domattina facciamo i conti e spera in un miracolo se la mia scopa non toccherà la tua faccia, disgraziato” urla e mi spinge verso le scale che salgo con estrema lentezza e fatica.
Cerco di non vomitare sulle scale e ripenso che “gli sfortunati avvenimenti di uno sfigato di nome Harry Styles” sono ritornati in azione più forti che mai.
Non ho avuto ancora il tempo di progettare un nome figo, quindi.
Mi getto sul letto e cedo letteralmente in un sonno profondo senza nemmeno avere la forza di andare in bagno per fare la mega-pipì contenuta nella mia povera vescica.

 

Mi alzo sentendo lo squillo fastidioso del mio cellulare che segna il nome “Niall”.

Sono le dieci di mattina di Domenica, ma cosa cazzo vuole da me alle dieci di Domenica mattina?
Metto il silenzioso e il mal di testa comincia a farsi sentire più acuto di prima.
Un forte odore di pipì è presente nella stanza, sapete com'è, non ho mica la vescica d'acciaio.
Non riesco nemmeno ad immaginare la predica mega-colossale mia madre quando vedrà le lenzuola pisciate e puzzolenti.
Mi alzo lentamente e cerco di non cadere per terra, un mal di testa ancora più atroce mi massacra il cervello e cerco a fatica di raggiungere il bagno, con in mano un solo paio di boxer per potermi fare una doccia rigenerante, o quasi.
Mi butto freneticamente sotto il getto gelato, dopo essermi tolto con fatica i miei vestiti, e cerco di non sbattere la faccia contro le mattonelle gelate cosa già capitata forse un centinaio di volte.
Non ho nemmeno un ottimo coordinamento, sinceramente.
Mi asciugo dopo essere inciampato nei miei stessi piedi senza provocare molti danni e indosso i miei boxer andando successivamente nella mia camera e prendendo il mio pigiama con l'orso dall'armadio.
“Allora Harry” dice mia madre entrando nella mia camera “ho deciso di non scopettarti a sangue come vorrei, ma piuttosto mi aiuterai tutti i pomeriggio con le faccende di casa” conclude con il tono che non accetta repliche.
Che il felice ritorno de “gli sfortunati avvenimenti di uno sfigato di nome Harry Styles” abbia inizio.
E davvero così sarà, ma non nel modo in cui lui pensa.

 

  
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