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Autore: Vanisher    16/11/2014    8 recensioni
"- Ma tu sei mai stato innamorato, Ryuzaki? - la domanda mi esce spontanea, mentre mi appoggio con entrambe le mani allo schienale della sedia su cui è seduto.
L rimane impassibile mentre si volta a guardarmi - Le probabilità che io mi innamorassi, fino a poco fa, erano davvero scarse ... diciamo attorno al 25% o anche più basse, attorno al 19%. E poi innamorarmi non è mai rientrato nelle mie priorità ... e nei miei bisogni -
- Fino a poco fa? - sono così vicina al suo viso che sento il suo respiro sulle guance, le mie labbra per poco non sfiorano le sue - Vuoi dire che ...? -
- In questo periodo le probabilità sono aumentate in modo quasi surreale. Non mi era mai successo prima d'ora e premetto che la cosa è alquanto ... sorprendente. Diciamo ... diciamo che le probabilità sfiorano il 65%Ma se mi stai così vicina ... - le sue labbra toccano le mie - Le probabilità non faticano a sfiorare l'85% -"
Lui, il più grande detective del mondo incaricato di risolvere il caso Kira.
Lei, investigatrice in incognito incaricata di scoprire l'identità di L.
Lui, non conosce cosa sia l'amore.
Lei, ha archiviato quel sentimento da tanto tempo.
Lui, un passato misterioso.
Lei, lo scoprirà.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Mello, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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CAPITOLO 43
" IL PIANO (PARTE 2) - KIRA "



Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche. ATTENZIONE! GLI ASTERISCHI RIGUARDANTI I TITOLI DELLE CANZONI ( CHE TROVERETE A INIZO CAPITOLO IN ROSSO ) AUMENTANO A SECONDA DEL NUMERO DELLA CANZONE.


* - 
Kira Theme
** - Most Epic Anime OSTs Ever: Makishima Shougo Theme
*** - Death Note Soundtrack - L's Theme




*Lo Yellow Box è stato proposto da Near come luogo isolato in cui catturare Kira. E' completamente circondato dal nulla, in un'aria arida e di pietra che è totalmente separata dalla città. Lo Yellow Box è un magazzino in disuso da ormai tantissimo tempo, di forma rettangolare e Near ci ha assicurato che è praticamente impossibile spiare al suo interno per la totale mancanza di finestre. Non sono claustrofobica, ma il pensiero di un buco completamente privo di finestre non mi conforta.
Percorro la distanza tra il punto in cui mi ha lasciato Mello e l'entrata dello Yellow Box correndo il più veloce possibile, guardandomi di tanto in tanto alle spalle per controllare di non essere seguita e tenendomi ben stretta il Death Note al petto. Come da programma, la vecchia porta di ferro arrugginito è socchiusa. Devo ricorrere a tutta la mia forza per aprirla in modo da entrare, e all'interno del magazzino trovo Hal Ridner ad aspettarmi.
Saranno mesi che non vedo Hal, che conoscevo come Halle. Il suo aspetto fisico non è affatto cambiato, il suo fisico snello è rimasto tale e i capelli biondi, che ancora mi fanno sorgere la domanda se siano tinti o naturali, sono rimasti identici a come me li ricordavo. Si è messa un rossetto rosso acceso e indossa il suo miglior completo.
Osservandomi, si passa una mano nella frangetta ben pettinata - Ce ne hai messo di tempo - mi rimprovera, guardandomi coi suoi occhi severi e piccoli - Pensavo di dover contattare Matt per sapere se eri ancora viva o no -
Mi mordo il labbro inferiore, dapprima lievemente, poi sempre più forte mentre pronuncio la frase - Matt è morto -
Hal Ridner non si scompone. I suoi occhi strabuzzano per una frazione di secondi, prima di tornare impassibili - Sapeva a che cosa andava incontro - dice semplicemente, voltandosi per darmi le spalle. Per lei è sempre stato così, questa è sempre stata la sua filosofia lavorativa e di vita : se sei vivo hai vinto, se sei morto hai perso. L'ho sempre odiata per questa sua filosofia che ha sempre cercato di seguire, e sempre lo farà.
Dietro a Hal riesco a scorgere la telecamera, montata su una strana apparecchiatura. E' una di quelle telecamere professionali e lavorative, di quelle che si usano per fare le riprese di un programma televisivo. Mi chiedo come abbiano fatto a trasportarla qui e a montarla.
Mi passo una mano nei capelli corti, appiattendoli. Mi avvicino alla telecamera, e una luce rossa e microscopica comincia a lampeggiare, avvisandomi che la telecamera si è accesa. Hal si sistema dietro alla telecamera, sistemandosi un auricolare all'orecchio e premendoci sopra per attivarlo - Siamo pronti - mormora. Dopo qualche secondo in cui la bionda ascolta l'auricolare, la luce rossa smette di lampeggiare e Hal mi fissa.
La telecamera sta cominciando a riprendere, sono in diretta. Faccio un respiro profondo prima di cominciare a parlare, alzando la voce e scandendo ogni parola, fissando la luce rosse.
- Chi vi parla è colei che è in possesso dell'arma utilizzata da Kira per commettere gli omicidi. Il mio nome è Lena Burners - quando pronuncio il mio nome, un brivido mi percuote la spina dorsale. Questi potrebbero essere i miei ultimi istanti di vita - Facevo parte della polizia giapponese, quando ancora era incaricata della cattura di Kira. Ma quando la polizia ha deciso di farsi da parte, io ho cominciato a lavorare insieme a un gruppo di persone che come me desideravano porre fine a una serie di omicidi a dir poco scandalosi, insieme al detective più abile conosciuto al mondo : L. Fino a un'ora fa, sono stata inseguita dalla polizia con l'accusa di furto aggravato e ... - interrompendomi, mi torna in mente l'immagine di Matt, sanguinante e morto. Dimentico improvvisamente il discorso che mi ero accuratamente preparata, il mio impegno nell'impararlo tutto e anche quello nell'interpretarlo nel migliore dei modi. Ma tutto questo scompare quando mi torna in mente il fumo che usciva dall'ultima sigaretta di Matt, le sue battute sfacciate rivolte alla polizia, la sua scommessa - E di questo non farò una colpa alla polizia. Perché è stata costretta ad interrompere le indagini su Kira, è stata costretta ad interrompere il lavoro che svolge, è stata costretta a rimanere ferma davanti ad omicidi che un normale corpo di polizia avrebbe tentato in tutti i modi di contrastare. Per colpa di Kira siamo diventati una società corrotta dalla paura e dal terrore, pensiamo che il modo di Kira di giustiziare i criminali sia corretto. Ma non si dovrebbe combattere l'odio con altro odio, se davvero vogliamo un mondo di pace, allora dobbiamo essere i primi a dire no alla violenza e tentare di ottenere le cose nella maniera giusta. Consideriamo Kira un dio dai poteri sovraumani, ebbene io ho qui la prova che Kira è un comune umano con un potere sovraumano, certo, ma un potere vergognoso - alzo il sacco di cuoio contenente il Death Note, mettendolo bene in mostra in modo che Hal possa riprenderlo con la telecamera - Insieme alla squadra con la quale ho continuato a svolgere le indagini e insieme a L stesso, si è deciso di rendere pubblico a tutto il mondo l'arma di Kira, gli indizi raccolti e ogni singola prova che vi condurrà a capire chi è il colpevole, l'umano che ha avuto la presunzione di decidere le sorti della gente. Il nome di questa arma è ... -
Uno sparo interrompe le mie parole, facendomi sobbalzare. Mi porto una mano al petto, sentendo il cuore battere a velocità anormale, e subito controllo di non essere stata colpita dal proiettile. Ma poi, quando i miei occhi tornano sulla telecamera che stava riprendendo il mio discorso, mi accorgo che Hal Ridner è stata ferita alla spalla. La vedo reggersi la zona colpita dal proiettile con una mano, ricoprendola presto di sangue. Le gocce rosse cadono per terra, punteggiandolo e formano una piccola pozza, mentre il sangue imbratta i vestiti di Hal e le insudicia la mano.
**Subito il mio sguardo si mette a cercare chi sia stato a ferirla. E quando i miei occhi incontrano quelli di Light Yagami, in piedi sull'entrata dello Yellow Box, capisco che la fine è vicina. Light, con la pistola in mano e il dito pronto sul grilletto, la camicia stropicciata e i pantaloni piene di pieghe, i capelli spettinati e sul volto un'espressione da farmi rabbrividire, la pazzia che esce dai suoi occhi. La sua pistola rimane puntata su Ridner - Interrompi la trasmissione! - le ordina - Spegni tutto, subito! -
Ma Hal Ridener, invece che obbedire per salvaguardare la sua vita, cerca in ogni modo di girare la telecamera col braccio sano nella direzione di Light, in modo che la telecamera possa riprenderlo e di conseguenza trasmettere la sua immagine in diretta. Ma il braccio colpito dal proiettile le fa male, lo capisco dalle smorfie che aleggiano sulla sua faccia, ed è troppo lenta. Prevedendo la sua mossa, Light le pianta un proiettile in pieno petto. E davanti ai miei occhi, Hal Ridner cade a terra, con un tonfo secco. Adesso anche il suo petto sanguina, e il suo corpo è tutto imbrattato del suo sangue. La bocca semiaperta, gli occhi sgranati, i capelli ancora composti sulla fronte. Morta.
Mi porto istintivamente una mano davanti alla bocca, reprimendo un'urlo di paura e terrore. Light si fionda sulla telecamera, con un calcio la fa cadere in avanti, riducendola in mille pezzi il vetro e metallo, cominciando a tirarle calci su calci, ammaccandola e rompendola, e quando vedo che la luce rossa si spegne, capisco che ha ottenuto il suo obbiettivo. Light ride mentre prende a calci la telecamera ormai rotta, ride come un pazzo, come un folle assetato di potere. Con un colpo di pistola, riduce in un cumulo di cocci la telecamera, ultimando il lavoro. L'espressione da pazzo si è impressa sul suo volto, mentre ride soddisfatto.
Poi punta la pistola verso di me - Metti giù il quaderno e alza le mani, se non vuoi fare la sua stessa fine! - con un cenno del capo indica Hal Ridner, ormai morta.
Obbedisco, lasciando cadere il sacco di cuoio con dentro il quaderno e alzando le mani sopra alla testa. Sento il cuore battermi nelle orecchie, ogni battito è un secondo che passa. Light mi si avvicina, tenendo la pistola puntata contro di me. Sento la canna della pistola posarsi sulla mia fronte, premerci contro come se volesse traforarmi il cranio, mentre la risata di Light si spegne piano piano.
- Dove sono gli altri bastardi, eh? - Light si guarda attorno - Dove si sono nascosti? -Un proiettile potrebbe uccidermi da un momento all'altro, ponendo definitivamente fine alla mia vita. Light continua a guardarsi attorno, cercando Near e gli altri. Non posso digli dove si trovino veramente.
- Light, che stai facendo? - cerco di mantenere la voce ferma.
- Stai zitta! - mi ordina, con rabbia - Ero certo che prendermi l'orologio fosse una scusa per cercare di incastrarmi! Solo perché hai trovato un pezzo di carta! Ma cosa ti assicura che si tratti di un pezzo di Death Note, eh? Cosa? -
- Non ho avuto bisogno di accertarmi che quel pezzo di carta fosse effettivamente un pezzo di Death Note per arrivare alla conclusione che tu sei Kira - rispondo - La regola dei tredici giorni è falsa, così come quella secondo la quale si muore nel tentativo di eliminare il Death Note. Quindi il tuo periodo di reclusione di cinquanta giorni non prova assolutamente la tua innocenza. Nei primi giorni di reclusione i criminali cessarono di morire, ma appena pronunciasti la parola rinuncio, ricominciarono gli omicidi. E basta pronunciare quella parola per perdere la proprietà del quaderno, oltre a perdere ogni singolo ricordo collegato a quest'oggetto. E dopo la morte di Higuchi, gli omicidi cessarono per un breve periodo prima di riprendere. E tu avevi toccato il quaderno, recuperandone il potere e i ricordi. E il tuo Shinigami, Ryuk, mi aveva confermato che eri tu Kira -
Light sgrana gli occhi, oltre alla pazzia riesco a leggere lo stupore e il terrore nei suoi occhi. Preme ancora di più la canna della pistola sulla mia fronte - Maledetto Shinigami! - urla, in preda alla rabbia.
- E poi, Light, uccidendo Ridner e mandando in frantumi la telecamera hai confermato i miei sospetti - aggiungo, stranamente calma - Se tu fossi stato innocente, non avresti commesso quest'atto di follia. Sei una persona talmente intelligente da non lasciare spazio alla fretta, ma essere metto alle strette con la minaccia di rivelare al mondo intero la tua arma e la tua identità, con tanto di prove e indizi che riuscirebbero a condurre qualsiasi persona a te, ti ha fatto dimenticare la logica e la furbizia che fino ad adesso ti ha fatto uccidere così tante persone -
- Bastarda! - urla Light.
- No, Light, qui il vero bastardo sei tu - sibilo.
Non faccio nemmeno in tempo a finire la frase che il comandante Lester e Stephen Gevanni, membri del SPK che eseguono gli ordini di Near, si fanno avanti puntando le pistole su Light, seguiti da Aizawa e Matsuda che li imitano. I quattro uomini accerchiano Light, le pistole puntate e pronti a sparare e far partire qualche proiettile nel caso le cose si mettano male, come previsto.
La canna della pistola impugnata da Light continua a premere sulla mia fronte, mentre il suo sguardo apparentemente tranquillo studia la situazione attorno a se, soffermandosi a guardare i volti dei quattro uomini che lo circondano uno ad uno. Dopo molti istanti di silenzio, in cui c'è talmente tanta tensione nell'aria che un semplice battito d'ali di farfalla riecheggerebbe nella stanza attirando l'attenzione di tutti, Light si lascia scappare un debole sorriso. Abbassa lentamente la pistola e china il capo, come sconfitto, e questo gesto mi sorpende e mi allarma allo stesso tempo.
- E così ... - la sua voce è bassa e tranquilla, mentre sorride debolmente - E così pensi davvero che io sia Kira, Lena? - pronuncia il mio nome lentamente, con apprensione, come se per una frazione di secondi stesse cercando di mettersi nei miei panni e riuscisse a capire il mio punto di vista - Ma cosa ti da tale certezza? Cosa ti rende così sicura? -
- Ti ho appena spiegato le ragioni, Light - rispondo, con una lieve sfumatura di fastidio. Non mi piace ripetere le cose due volte, sopratutto in un momento del genere. E' come se Light non mi avesse ascoltata, e la cosa mi fa infuriare parecchio.
- Certo, hai ragione - annuisce Light, alzando lentamente il capo per tornare a guardarmi. I suoi occhi sono ... terrificanti. Rossi. Non quel rosso che si ha dopo un lungo pianto, e nemmeno quel rosso che sta a segnare il possesso degli occhi dello Shinigami. Light non farebbe mai uno scambio così sciocco. E' un rosso di ... pazzia. Follia pura. Una follia che esploderà come una bomba, spazzando tutto se non fermata all'istante - MA IO NON HO INTENZIONE DI PERDERE!! -
Con una mossa fulminea, Light mi afferra per una spalla e mi punta la pistola alla tempia, premendoci contro forte. Con un braccio mi circonda la gola, la mia schiena aderisce con forza al suo petto ansimante, sento il suo cuore battere. La stretta attorno alla mia gola diventa sempre più forte e stretta. Tossisco più volte, cercando di prendere fiato, con entrambe le mani tento di allentare e spostare il braccio di Light, ma lui è più forte di me.
- Fate anche solo un passo, e giuro che sparo! -minaccia Light.
Il comandante Lester, Gevanni, Aizawa, Matsuda. Nessuno di loro può sparare, rischierebbero di colpirmi. Adesso devo contare solo sei secondi, come stabilito. I secondi riecheggiano nella mia mente, come se avessi un orologio interno, come se riuscissi a vederne le lancette muoversi sotto i miei occhi. Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei. 
Uno sparo, un tonfo secco.
Tutto accade in pochi secondi.
Light comincia ad accasciarsi su di me, e io approfitto del suo momento di debolezza per liberarmi dalla sua stretta. Nel tentativo di liberarmi, cado in avanti e mi accascio a terra. Comincio a tossire, mi sento improvvisamente debole e priva di forze, la gola brucia e sento i polmoni andare a fuoco nel tentativo di tornare a respirare regolarmente. Mi volto a guardare Light, che si tiene una mano sanguinante, mentre per terra gocce del suo sangue mi fanno venire la nausea. Light ansima, guardando la sua mano ferita con occhi sgranati, colmi di rabbia e di pazzia. La pistola, adesso, giace a qualche metro da lui. Light strascica i piedi nel tentativo di recuperarla, ma qualcuno da un calcio all'arma, allontanandola dal killer.
Stephen Gevanni. E' un giovane attraente, serio e diligente. Punta la pistola contro Light, imitato da Aizawa e Matsuda, mentre il comandante Lester prende tra le mani il Death Note che era stato abbandonato a terra. 
- Mi dia il quaderno, comandante Lester - la voce di Near riecheggia attorno a me, come se ci fosse un'eco. Appare alle spalle di Light, nel pigiama bianco, gli occhi seri ed accusatori mentre lo vedo sedersi per terra scompostamente. Il comandante Lester gli si avvicina, porgendogli il quaderno. Near lo afferra cautamente con due dita, lasciandoselo cadere in grembo.
La voce di Near rimbomba nello spazio circostante - Light Yagami. Kira. Questa è la tua sconfitta - scandisce ogni parola.
- Non è vero! - urla Light - Non hai prove contro di me! -
- Le registrazioni contenenti il tuo periodo di reclusione di cinquanta giorni sono una prova più che sufficiente per colpevolizzarti, Light Yagami. E poi - Near estrae un quaderno nero, identico a quello che ha in grembo. Stressa scritta incisa di bianco, stessa copertina nera. Un altro Death Note - Abbiamo trovato questo secondo Death Note attirando Misa Amane con un inganno, dicendogli che avrebbe dovuto girare una pubblicità di biancheria intima. Abbiamo perquisito i suoi vestiti e la sua borsa, e anche la sua stanza. Ed ecco, un Death Note identico al primo con sopra scritti altri nomi di criminali. I criminali che le facevi giustiziare tu quando eri in posizioni scomode per farlo di persona. E tutto questo per contribuire alla costruzione di quello che tu oseresti chiamare mondo perfetto - Near lascia cadere il secondo Death Note sopra al primo, sovrapponendoli - Poco fa hai detto che non avresti perso. E questo equivale a una confessione. Come ha detto Lena, se tu fossi stato innocente, non avresti avuto nulla da temere -
Un secondo Death Note. Una seconda arma. Questo vuol dire la presenza di un secondo Shinigami. Comincia a girarmi la testa, non pensavo che una tale arma potesse esistere più di una sola volta.
- Comandante Lester, mi porti il computer. Sono certo che L desideri vedere la scena da più vicino - dice Near. Il comandante Lester porta a Near un computer portatile aperto, acceso, e sullo schermo completamente illuminato di bianco è posizionata al centro una L nera in stile gotico. Il simbolo di L. Near posiziona il computer accanto a lui, con cura - Desideri dire qualcosa, L? -
***Dopo alcuni secondi di silenzio, L risponde, la sua voce storpiata e metallica, erano mesi che non la sentivo e sentirla così artificiale in un momento in cui vorrei semplicemente una sua carezza per consolarmi, mi fa salire le lacrime agli occhi - In effetti, all'inizio eri sul punto di vincere, Light, mentre io stavo perdendo. Non essendo a conoscenza dell'esistenza di un'arma come il Death Note, non avevo modo di colpevolizzarti se non basandomi proprio su quelle registrazioni ottenute durante la tua reclusione. Gli omicidi cessarono di colpo, e questo mi assicurò una momentanea vittoria. Ma quando ricominciarono, tutto ciò che potei fare era quello di liberarti, poiché non mi rimaneva nulla che potesse incastrarti. E infatti, in quel periodo mi ero parecchio demoralizzato. Ne sei testimone. Ma poi, quando catturammo Higuchi, feci la conoscenza di Ryuk lo Shinigami, lessi le regole, tutto tornò. Tentasti di imbrogliare tutti scrivendo la regola dei tredici giorni. E se solo non fosse stata per quella, avrei potuto incastrarti molto prima. Ma grazie all'intelligenza dei miei successori, e di Lena, e naturalmente anche grazie alla collaborazione di Ryuk, siamo arrivati a questo punto. Perché la giustizia, che tu lo voglia o no, trionfa sempre -
- Avanti, prova a discolparti, se ci riesci - aggiunge Near, con una lieve sfumatura di cattiveria che non gli avevo mai visto. Le sue sopracciglia si aggrottano verso il basso, i suoi occhi grigi come nuvole di pioggia fissano con ostinazione Kira.
Per tutto il tempo in cui Near e L hanno parlato, Light è sempre rimasto col volto in preda al panico, allo stupore alla rabbia. Digrigna i denti con forza, mentre i suoi occhi sgranati bruciano ed inceneriscono tutto ciò che c'è intorno a lui. Lo vedo ansimare, il suo petto di alza e si abbassa freneticamente, mentre stringe con forza la mano sanguinante. Comincia improvvisamente a singhiozzare chinando il capo in avanti, poi i singhiozzi si trasformano in una risata, dapprima composta, poi il suo capo scatta all'indietro, e la risata è talmente pazza e malvagia che mi fa arretrare dal punto in cui mi trovo. Una risata folle, pazza, la risata di un'assassino.
Light smette di ridere, i suoi occhi sono iniettati di sangue, che si mischiano col normale marrone delle sue iridi. Sorride, malignamente, follemente - Si, è vero. Io sono Kira - si lascia scappare una bassa risata - Proprio così, io sono Kira. E con questo? Volete uccidermi? - Light fa qualche passo in avanti, alzando il capo con aria di superiorità -Ascolta, L. Essere Kira fa di me il dio di un nuovo mondo. Devi capire che adesso è Kira a rappresentare la legge, ed è solo lui che può mantenere l'ordine. Ormai reincarno la giustizia, e le speranze di tutta l'umanità! Vuoi uccidermi? Sei sicuro che sia la cosa migliore - comincia a camminare avanti e indietro, con disinvoltura, come se stesse facendo una tranquillissima conversazione - Dall'avvento di Kira sono scomparse le guerre, e il numero di criminali è diminuito del 70%. Tuttavia nel mondo continua ad esserci ancora del marcio, c'è ancora troppa gente corrotta! E qualcuno doveva pur eliminarla! Appena ho preso in mano il quaderno, ho pensato che sarei stato l'unico ad averne la possibilità, o meglio che soltanto io ne sarei stato capace. Sono consapevole del fatto che uccidere sia un crimine, ma era l'unico modo per dividere il mondo! Dovevo adempire alla mia missione! Solo io potevo riuscirci! CHI ALTRI POTEVA FARLO? CHI POTEVA ARRIVARE A QUESTO PUNTO? CHI POTEVA CONTINUARE LA MIA OPERA? - fa una pausa, come per riprendere fiato - Solo io. Io sono l'unico che può costruire un nuovo mondo. Soltanto io -
- No - Faccio un grandissimo sforzo per alzarmi in piedi. Barcollante, mi alzo e cerco di ignorare le gambe tremanti. Stringo con forza i pugni, conficcandomi le unghie nei palmi delle mani, mentre Light si volta a guardarmi - Tu sei solo un'assassino, e questo quaderno è la peggiore arma mai apparsa sulla faccia della terra. Sei stato soggiogato dallo Shinigami e dal potere del quaderno. Sei solo un serial killer psicopatico, che si illude di poter diventare un dio. Ecco cosa sei, niente di più! -
Gli occhi di Light si riducono a due fessure mentre alta gli occhi al cielo - Inutile discutere, tanto non capireste mai. Ma, Near - si volta a guardare nuovamente l'albino, con tono di sfida - Tu sei veramente sicuro che entrambe i quaderni che hai ora siano veri? -
- Stai bleffando - sibilo a denti stretti.
- Solo io so dove si trovino i veri quaderni - mi ignora Light, muovendo qualche passo - Se vuoi sconfiggere Kira, dovresti verificare entrambi i quaderni ... scrivendovi sopra il mio nome. Secondo te quei quaderni sono veri? -
- Tuo padre per cos'è morto, Light? - dico improvvisamente, cambiando discorso, sia in modo volontario che involontario. Le mie parole riecheggiano nell'ambiente, mentre Light si volta a guardarmi, reggendosi la mano.
- Mio padre? - ghigna - Soichiro Yagami, eh? Hai ragione, Lena. Le persone oneste come lui alla fine ci rimettono sempre! E a te sta bene un mondo che lo permette? - zoppica qualche passo verso di me, improvvisamente preso dal panico e dalla rabbia - Ma non capisci? E' loro che devi ammazzare, non me! -
Improvvisamente si getta addosso a me, pericolosamente, e io tento di scansarmi. Mentre barcollo all'indietro, partono altri colpi di proiettile. Mi rannicchio a terra, mentre Light giace a terra, i proiettili che gli inzuppano i vestiti di sangue e la bocca aperta, gli occhi sgranati. Lo sento ansimare, respirare affannosamente e a fatica. Non è ancora morto, ma ci è vicino.
- Ma perché ... - geme, lamentoso - Perché tutto questo? Shinigami, uccidili! Uccidili! -
Quasi muoio di paura alla vista di Ryuk. Sta tranquillo in piedi, composto, accanto al corpo di Light. Il ragazzo tenta di afferrarlo, inutilmente, ma Ryuk si sposta. Sembra indifferente di fronte all'intera faccenda - E' finita, Light - dice semplicemente.  Poi alza i suoi occhi rossi e tondi come palle da calcio su di me e sul computer da dove L sta guardando l'intera vicenda - Come d'accordo, porterò Light con me. E per quanto riguarda la condizione ... - aspetta alcuni secondi prima di proseguire - Tornerò -
Improvvisamente, Ryuk, Light e uno dei quaderni in grembo a Near spariscono nel nulla, come cenere nel vento, senza lasciare traccia. Rimango a bocca aperta, guardandomi attorno come se potessi vederli riapparire da un momento all'altro. Il cuore mi batte veloce nel petto, come inferocito. Cosa vuol dire che tornerà? Quando, e come? 
Mi siedo per terra, le gambe incrociate, tenendomi i gomiti con le mani, premendomi le braccia contro lo stomaco presa da un'improvviso attacco di panico. Comincio a dondolare col busto avanti e indietro, ansimando rumorosamente, mentre lacrime calde inzuppano il mio viso. Le forme attorno a me diventano indistinte e i contorni sfocati, tutto gira come una trottola e chiudo gli occhi nella speranza che il mondo si fermi per almeno qualche secondo. Qualcuno mi si avvicina, e io emetto qualche verso strozzato nel tentativo di allontanarmi, scalciando coi piedi e agitandomi. Qualcuno mi posa una giacca sulle spalle, qualcuno mi si avvicina.
- Lasciatela respirare, vi prego - quasi sussulto nel sentire la voce di L. Non quella storpiata e metallica, non quella mostruosa. No, questa è la sua vera voce, quella voce pacata e tranquilla, quella dolce e premurosa, quella voce che non mi stancherei mai di sentire. Apro gli occhi di scatto, immaginandomi la sua figura davanti a me pronta ad abbracciarmi. Ma c'è solo il computer posato di fronte a me, la L gotica e nera che mi fissa. E' così strano sentirlo parlare con un computer, ma utilizzando la sua voce - Lena, ti prego, cerca di calmarti - mi dice, premuroso - Adesso è tutto finito -
Scuoto il capo - Ryuk tornerà! Tornerà e non sappiamo quando! - ribatto.
- Adesso non pensarci - risponde L - Adesso torna qui da me, che ti aspetto. Sei stata bravissima, coraggiosa e sono molto orgoglioso di te. Torna da me, amore mio. Adesso è tutto finito, adesso è veramente tutto terminato -
Annuisco, e cerco di respirare regolarmente, continuando a dondolarmi in avanti e indietro nel tentativo di calmarmi. Adesso è tutto finito, mi ripeto all'infinito nella mia mente, e a volte anche a voce, adesso è veramente tutto finito.



Angolo dell'autrice : Non azzannatemi, non finisce tutto qui! tenetevi stretti le verdure da lanciare! Allora so di aver modificato moltissimo la trama originale. Ci ho messo moltissimo a cercare di escogitare un piano degno di L e spero di esserci riuscita almeno in parte. Chiedo perdono per il ritardo, ma sono stata piena di verifiche e interrogazioni e non vado molto daccordo con tutti i miei compagni di classe, purtroppo. Gente che si trucca come delle matriosche solo per venire a scuole, certe che si credono Emma Watson e invece sono il doppio di quella, ragazzi che si credono fighi solo loro ... ma okay.
Spero che le colonne sonore vadano bene, ci ho messo una faticaccia per relazionarle con il testo!
Vi ringrazio moltissimo per il sostegno e per l'appoggio, sopratutto Lils per essermi venuta a cercare armata di pomodori pelati da lanciarmi dietro e minacciandomi con quelli per continuare il capitolo dopo sedici giorni di assenza ... grazie Lils ;-)
Allora, dato che abbiamo superato largamente le 200 recensioni ( vi amo *.* ) eccovi la sorpresa che vi avevo promesso :
QUESTA STORIA AVRA' UN SEQUEL!!!!!!!!!
Okay, basta sclerare. Vado a studiare latino, che è meglio! XD
Bacioni,
Hope








   
 
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