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Autore: Ryuketsu no Kurea    16/11/2014    0 recensioni
"L'ombra che mi segue è diventata solida e adornata di quegli occhi rossi. Mi ritrovo davanti a un vicolo cieco, è la fine, sono in gabbia. Il cuore batte all'impazzata e la paura mi ghiaccia il sangue nelle vene. Sento di nuovo quella voce nella mia testa, che, chissà come, riesce a superare l'assordante battito del mio cuore, pur senza gridare. È come se facesse parte di me, è come se parlasse direttamente alla mia anima. "Sei mia, non vedo l'ora di conoscerti, Clarissa"
Clarissa potrebbe essere una ragazza come le altre (pessimismo a parte), ma ovviamente la sua vita verrà messa sottosopra e si ritroverà catapultata negli anfratti più oscuri del nostro mondo, in una società guidata dall'odio e dall'avarizia con l'unica speranza di non essere risucchiata in quel vortice oscuro.
Genere: Dark, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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My future
 
"How can you see into my
eyes like open doors"
[Evanescence, Bring me to life]
 
No so quanto tempo è passato, potrebbe essere una vita, come cinque minuti. In tutto questo tempo la mia mente si tranquillizza e comincio ad analizzare ciò che è successo, perché i miei occhi sono gialli? Come ho fatto a fermare quelle schegge di vetro? Sono stata davvero io? Come fa un sogno ad essere reale? Man mano, che decine di domande si formano nella mia testa, torna l'inquietudine. Comincio a sperare che tutto questo sia solo un sogno, che non sia vero. Porto le mani al volto, la sensazione delle labbra di Gregor è ancora sulla mia pelle, è così reale, che tutte le speranze di star sognando svaniscono come fumo. Ormai al posto del taglio c'è solo una stretta cicatrice.
 
A un certo punto percepisco la presenza di qualcun'altro al mio fianco, mi stringo ancora più su me stessa, pensando che sia Gregor, accidenti non so nemmeno perché ho cominciato a chiamarlo per nome, non fa altro che renderlo ancora più reale. Ma non è Ivashokov la presenza accanto a me.
-State bene mia Signora?- alzo lentamente la testa, la voce appartiene al giovane biondo che mi ha salvato la vita, del quale non conosco nemmeno il nome. Annuisco e lui mi porte una mano, per aiutarmi ad alzarmi. Una volta in piedi, do un'occhiata allo spettacolo disotto, dei lupi non c'è traccia, non rimangono altro che cadaveri, tutte le persone sono state portate via da quest'inferno. Sono contenta, ma non posso fare a meno di essere preoccupata.
-I vostri compagni sono tutti al sicuro, un po' spaventati, ma illesi- rimango un po' scioccata, lo ha detto come se stesse rispondendo ai miei pensieri.
-È così, se vi da fastidio smetto subito, perdonatemi- sono ancora più scioccata, come fa a leggermi nella mente? Tutte le domande riaffiorano nella mia mente.
-Mi dispiace interrompervi, ma questo non è il momento delle domande, ora dobbiamo andare- mi lascio guidare verso il centro di quel che rimane della cupola, il suo tocco è così gentile da rassicurarmi, non so ancora il suo nome, ma mi fido già. Una volta scesa al primo piano del Reichstag vedo i professori e tutti i miei compagni, incrocio i miei occhi nei loro, vedo solo espressioni di orrore. Non so perché mi guardano così, poi ricordo, i miei occhi, quello che ho fatto, non sono cosette da tutti i giorni.
 
Una sensazione strana alla nuca mi fa voltare e mi trovo faccia a faccia, con un paio di occhi rossi. Cerco di saltare indietro, ma una mano sul braccio mi trattiene, l'altra mano si avvicina al mio volto e mi inclina la testa verso destra.
-Vedo con piacere che la ferita è guarita, non mi ringrazi?- la sua voce mi gela il corpo. Cerco inutilmente di dimenarmi, è impossibile e lo so già, ma se sto un' altro secondo tra le sue braccia rischio d'impazzire.
-Lasciala andare Ivashokov- le metamorfosi improvvisa del tono di voce del giovane biondo è come una secchiata d'acqua fredda, che mi riporta subito alla realtà, la sua voce è diventata dura e secca. Un'espressione di fastidio si dipinge sul volto di Gregor, che seccato si allontana da me, pur continuando a tenermi per un braccio. Non pensavo che certe emozioni esistessero anche sul suo volto. La scena mi diverte, ma evito di ridere per non avere un braccio rotto.
-Non penso che tu abbia il diritto d'intrometterti, guardia- il suo tono è così seccato, mi mordo l'interno della guancia per non ridere. -Lei mi appartiene, ringraziami di non ucciderti seduta stante per il tuo tono insolente- dice, mentre mi riattira a se, sento il suo odore nelle narici. Normalmente, essendo così vicina al suo petto, mi sentirei le farfalle nello stomaco, ma sono talmente infuriata, che cerco di allontanarmi tirandogli una gomitata nello stomaco, con l'unico risultato di farmi male io.
-Non avete, ancora, alcun diretto su di lei Lord Ivashokov, non è ancora vostra moglie e la sua sicurezza è affidata a me- Lord? Ecco perché il tono del giovane è cambiato, probabilmente il suo grado è molto inferiore rispetto a quello di Gregor. Ma la cosa che mi sciocca di più, tanto che smetto dimenarmi, è la parola moglie. Che significa? Non ho mai visto questa gente, non la conosco nemmeno, perché mai dovrei sposare Gregor? Lo odio, non è nemmeno umano, come posso sposarlo. Il mio volto si riempie di sgomento.
 
Il biondo mi prende per l'altro braccio e, dolcemente, mi tira verso di se. Tuttavia Ivashokov non sembra prendere bene la cosa è mi strattona verso di se.
Maledetto, mi tratta come una cosa, nemmeno una persona. È così possessivo e disgustoso da darmi ai nervi, non lo sposerò mai, mi rifiuto!
-BASTA!- urlo, fuori di me dalla rabbia. Sorpresi, entrambi mi lasciano andare.
Mi giro verso Gregor, è una pazzia, lo so, ma non posso trattenermi. Con tutta la forza che ho gli tiro uno schiaffo sulla guancia destra.
 
Lo schiocco fa calare il silenzio, se prima c'era anche solo una persona che parlava, ora la quiete è assoluta. Gli occhi furenti degli uomini di Ivashokov si possano su di me, ma non gli do peso, io guardo solo lui. Ora mi farà a pezzi, lo so, ma sono pronta a passare di tutto, per lo spettacolo che ho davanti.
 
La testa di Gregor è girata da un lato, l'impronta delle mie dita, gli decora la faccia. Ma la cosa più bella è la sua espressione, lo shock più totale, chissà se è la prima volta che viene schiaffeggiato. Questa volta è il mio turno di sogghignare.
Il suo sguardo si posa lentamente su di me e sento ogni singola goccia del mio sangue ghiacciare. I suoi occhi incontrano i miei e tutto diventa buio.
   
 
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