Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: telesette    16/11/2014    4 recensioni
Fin dai tempi dell’antica Grecia, i cavalieri al servizio della Dea Atena difendono la pace e la giustizia, attraverso i poteri delle stelle dell’universo. Nessuno però ha mai saputo fino in fondo che genere di forze governa l'intera galassia; forze antiche e misteriose sconosciute persino agli dei. Qualcosa di sconosciuto e terribilmente potente si sta risvegliando, qualcuno è adirato con gli dei e coi loro insulsi giochi di potere. Un misterioso cavaliere, dotato di una forza incommensurabile, è comparso improvvisamente al Grande Tempio e sta cercando Pegasus...
Genere: Guerra, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo Personaggio, Ophiuchus Shaina, Pegasus Seiya
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Pegasus x Tisifone'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Pegasus e Tisifone deposero le proprie armature ai piedi del vecchio, osservandolo attentamente.
Agoràs prese pian piano a levigare la superficie incrinata e danneggiata delle corazze, strofinandovi sopra più e più volte i pollici delle mani, e queste tornarono lucide e pressoché nuove nel giro di qualche minuto. Senza infondervi dentro alcuna energia vitale, o almeno così sembrava dal momento che Pegasus non percepiva alcun flusso di potere dalle mani del vecchio, l'armatura del bianco Cavallo Alato e quella dell'Ofiuco erano ritornate magicamente a posto senza neppure una incrinatura.

- Dovreste avere più cura delle vostre cose, ragazzi miei - rimproverò bonariamente Agoràs, soffiando sopra il metallo lucente dell'armatura appena sistemata. - Distruggere è facile, senza dubbio, ma non tutto si può mettere a posto senza la solidità delle cose importanti...

Pegasus ammutolì, non sapendo appunto cosa replicare.
Agoràs sembrava essersi già dimenticato del pugno col quale il giovane lo aveva spedito gambe all'aria, lasciandogli oltretutto un gran bel livido gonfio, e pure si comportava come un perfetto ospite cercando di mettere i due giovani a proprio agio.
Ma il "perché" di tale comportamento, per quanto Pegasus continuasse a domandarselo, rimaneva comunque un mistero.
Non aveva senso!
Assolutamente nessun senso logico: era come prendere a sberle il tizio che apre la porta di casa... per poi farsi offrire una tazza di té dallo stesso, con sorrisi e battutine amichevoli.
Chi era Agoràs, veramente?
Un uomo?
Un dio?
Oppure un'entità così totalmente fuori degli schemi da non poter essere inquadrata mediante i parametri umani della solennità assoluta o della condizione sociale più umile...
Difficile a dirsi.
A vederlo, sembrava solo un povero vecchio malandato, pure se aveva appena riparato due armature delle stelle in modo impeccabile. La cosa che più stupiva di lui era il sorriso e l'espressione imperturbabile. Aveva un modo di parlare totalmente pieno di spensieratezza, come se si trovasse ai giardini pubblici, e non mostrava assolutamente di fare alcuna distinzione tra sé e il proprio interlocutore.
Tutto il contrario di Poseidon e Apollo, giusto per fare un esempio.
Non aveva battuto ciglio, quando Pegasus gli si era avventato contro, e la sua gentilezza era troppo limpida e naturale per nascondere anche solo lontanamente qualcosa di losco. Anche Tisifone percepiva la sincerità del vecchio, sorprendendosene tanto quanto Pegasus, e pure quando Agoràs ebbe finito di riparare le armature entrambi rimasero incerti sulle domande da porgli.
Il vecchio si appoggiò con la schiena al trono, sospirando di stanchezza, tuttavia sorrise rassicurante li esortò a parlare senza timore.

- Eh, sto diventando vecchio - mormorò. - Certo, se i giovani fossero un po' più responsabili... Ma sto dicendo banalità, come al solito, non ci fate caso!
- Che cosa significa tutto questo? - domandò Pegasus senza tanti giri di parole.
- Questo cosa?
- Voglio dire... Che cosa vuole da noi, come abbiamo fatto a ritrovarci qui e soprattutto... perché?
- Vedo che sei pratico, giovanotto, e sai come arrivare subito al punto - osservò Agoràs, aggrottando le sopracciglia in modo serio. - Potrei stare qui a rispondere tranquillamente ad ogni tua domanda, sui misteri e i segreti dell'universo, e sicuramente non verremmo a capo di nulla per... Bof, duecento anni, almeno! Ma, dal momento che sei partito con la domanda più spontanea ed immediata, credo che ce la sbrigheremo assai prima!

Ciò detto, Agoràs si alzò dal trono e si avviò piano verso il centro della sala.

- Allora, venite? - esclamò, facendo chiaro cenno agli altri due di seguirlo.

Mentre camminava, Pegasus lo vide incespicare. Tisifone fu subito pronta ad afferrarlo per il braccio, onde evitargli di cadere, allorché il vecchio la ringraziò affabilmente.

- Sei molto gentile, figliola - disse riconoscente. - Hai un animo sensibile, anche se la paura del giudizio altrui, in un certo senso, ti indebolisce... Ma la tua forza risiede sia nel tuo essere guerriera che nella tua gentilezza!

Tisifone arrossì imbarazzata.

- Non devi vergognarti, davvero - la tranquillizzò l'altro, scostandosi garbatamente da lei e tracciando un ampio cerchio nell'aria. - Avrò anche i miei annetti sul groppone ma una bella ragazza la riconosco anch'io... E che diamine!

Pegasus stava quasi per ribattere, chiaramente alterato, tuttavia si acquietò subito quando vide le pareti bianche della stanza scomparire attorno a lui e ritrovarsi magicamente in un luogo del tutto diverso.

- Cosa diavolo...

Il giovane si guardò attorno stupefatto, con Tisifone stretta al suo fianco, cercando invano di raccapezzarsi su come una bianca sala piena di luce si fosse ad un tratto trasformata in un vasto pianoro verdeggiante. L'aria era pregna del profumo di erba e di fiori, ovunque affiancato dal melodioso gorgogliare di acque fresche e scintillanti, mentre animali e creature di vario genere si aggiravano pacifiche per quell'immenso territorio senza fine.

- Che luogo è questo?
- Oh, potete chiamarlo tranquillamente come preferite - rispose Agoràs con noncuranza. - Paradiso, Eterna Ricompensa, Aldilà, Nirvana... Molti hanno inteso chiamarlo nei più svariati modi, specie quando ho inteso condurre qui dei visitatori, ma tutti vi hanno sempre visto solo e soltanto ciò che volevano vedere anziché ciò che rappresenta realmente!
- E che cosa rappresenta? - chiese Pegasus, sempre più confuso.
- Quello che non si può creare - ribatté l'altro sottovoce. - All'origine di tutto, "questo" è ciò che era e che è sempre rimasto: la Vita, in ogni sua forma e in ogni sua specie, miracolo che va oltre qualsiasi volontà e qualsiasi desiderio... Anche oltre me stesso, immagino!

Pegasus sbarrò gli occhi.
Le affermazioni di Agoràs suonavano come se tutto quello spettacolo meraviglioso fosse indipendente da lui, come se non gli riguardasse, eppure era impossibile che tutto ciò non avesse grazia divina a sostegno dell'intero sistema. Una coppia di giovani coniglietti bianchi, sbucando fuori dal nulla e zampettando allegramente sul prato, si fermarono ad annusare i piedi di Pegasus e Tisifone coi tondi e teneri musetti color cotone. Pegasus esitò incerto, temendo di farli scappare inavvertitamente, ma le due dolci creaturine si lasciarono accarezzare sia da lui che dalla sua bella compagna.

- Rilassati, giovane Pegasus - gli disse dunque Agoràs. - Il concetto di "morte" qui non esiste, come non esiste la possibilità di interrompere la vita in modo violento; nessuno riuscirebbe ad uccidere nessuno, anche volendo, perciò nessuno ha da temere nessuno, a prescindere dalla differenza di forza pressoché evidente!

Ora Pegasus cominciava a capire.
Per questo Alfadiplòs non lo aveva ucciso, malgrado la potenza incommensurabile dei suoi colpi, né il Fulmine di Pegasus era riuscito a nuocere in modo serio al corpo gracile e malandato del vecchio.
Ma a quale scopo?
Non sarebbe stato più semplice proteggere il proprio corpo con scudi e aura divina?

- Non si tratta di semplicità, Pegasus, bensì di egualità... Immagino tu conosca il significato di questa parola!

Sapeva dunque leggergli nel pensiero.

- Se io avessi fermato il tuo colpo - spiegò Agoràs con grande calma e pacatezza nella voce. - Tu avresti ancora il cuore carico di odio ingiustificato, Alfadiplòs il braccio stanco per la volontà di punirti, e io ora non avrei modo di farmi ascoltare da te e dalla tua graziosa compagna!
- Ma voi siete...
- No, non sono un dio, Pegasus - sottolineò. - Anche se li ho creati io, sbagliando è vero, ma con una concezione assai diversa da quello che credi tu!
- Io... Io non riesco a capire, insomma... Che cosa vuole da me?

Agoràs sospirò.

- Niente - rispose. - Solo che tu mi ascolti, nient'altro, dopo sarai tu a decidere se credere alle mie parole o meno!

 

continua )

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: telesette