Salve! *w*
Allora... questa storia ha
partecipato al
Contest
sulla Menzogna , indetto da Mala_Mela & Hipatya sul
Forum di EFP, classificandosi VI°; personalmente credo di non
avere nulla di cui lamentarmi, visto l'obrobrio che vi apprestate a
leggere. XD
Vabbè dai, a parte gli scherzi, ci tengo a ringraziare le
giudici, rapide, precise e soprattutto imparziali, davvero non potevo
chiedere di meglio. *__* E la cosa più importante,
è che mi hanno fatto notare dove ho sbagliato, e devo dire
che hanno perfettamente ragione; ecco cosa succede, quando si scrive
qualcosa in fretta all'ultimo momento. XD
A parte questo, spero comunque che la storia non vi schifi troppo. ^^
gradirei qualche commentino, ovviamente anche se la fanfiction non vi
è piaciuta. Come dico sempre, le critiche sono sempre
stimoli a migliorare.
Buona lettura!
Dedicata a Claudia, che l'ha
tanto attesa; spero non ti deluda. Ti lovvo infinitamente <3
Autore:
DarkRose86
Titolo:
Don't Say a Word
Personaggi/Pairing:
Zabuza Momochi,
Haku [ Zabuza/Haku
]
Rating:
arancione (
per riferimenti
ad un atto sessuale )
Avvertimenti:
What if?, yaoi, one-shot
Genere:
sentimentale, introspettivo
Don't Say a Word
Perché,
talvolta, l'essere umano tende a fare di una grande menzogna la sua
ragione di vita?
E'
una cosa che mi sono sempre chiesto, fin da quand'ero piccolo; la
gente mi diceva che al mondo non esiste nessuno in grado d'amare
davvero.
Allora,
se è così, cos'è la strana sensazione
che sento
dentro? Perché, ogni volta che lo guardo, il mio cuore
sussulta?
Anche
oggi, il giorno del mio diciottesimo compleanno, lui non vuol
decidersi a guardarmi negli occhi; si dice che essi siano lo specchio
dell'anima, forse è per questo che Zabuza-san scosta sempre
lo
sguardo dal mio.
“
Oggi compio
diciotto anni. ”
mormoro, cercando di attirare la sua attenzione; ma lui è
freddo, distaccato, come sempre, “ Ne sono passati tanti, da
quando
abbiamo deciso di lasciarci alle spalle il passato... ”
continuo,
ripercorrendo con la mente quei giorni, in cui il mio unico scopo era
proteggere la persona che amavo. E che continuo ad amare tutt'ora.
Viaggiamo,
come nomadi, dopotutto c'è ancora una taglia sulla testa di
colui che cammina al mio fianco; lui che era considerato un demonio,
lui che talvolta stringe la mia mano e sorride timidamente, senza
pero' rivolgermi alcuna parola di conforto.
Sì,
conforto, perché in questo momento non ho bisogno di
nient'altro.
Non
sono che la sua ombra da tanto, troppo tempo.
Ma
anche io ho un nome.
Anche
io vivo.
Anche
io amo.
“
Rimpiangi
quel periodo, Haku? ” mi
domanda lui, senza guardarmi, con il viso rivolto verso il cielo
azzurro.
“
Certo che
no. E' solo che pensavo a
quanto passa veloce il tempo... ”
“
E noi
invecchiamo con lui. Non
dovresti cercarti una compagnia che più si addice ad un
ragazzo come te? ” mi chiede, e le sue parole mi trafiggono
come la
più affilata delle lame.
Non
mi vuole più?
Io
non ho un posto dove andare; io ho solamente quel cuore, custodito in
una gelida prigione di ghiaccio.
“
Forse
dovrei. Ma ogni volta che ci
penso, mi rendo conto che sarebbe totalmente sbagliato. ”
rispondo,
cercando di trattenere le lacrime, che minacciano di sgorgare copiose
e di bagnarmi le guance già arrossate a causa della calura
estiva.
“
Perché?
”
“
Perché
tutti mentono. ”
Lui
mi guarda in silenzio, cercando chissà dove le parole
adatte;
l'ho spiazzato, per la prima volta in tutti questi anni. L'ho
osservato, amato, invidiato. Ed ho capito
perfettamente, cosa
nasconde dietro quegli occhi severi, quella sua maschera
d'indifferenza.
A
tutti noi capita di raccontare bugie; e c'è addirittura chi
vive mentendo ogni giorno che passa, a sé stesso e a chi gli
sta intorno.
“
A che cosa
ti riferisci? “
Abbasso
lo sguardo, facendomi triste; per quale motivo non vuole mostrarsi
per ciò che è davvero? Per quella persona
speciale che
dimora dentro l'involucro che tanto spaventa chi lo incrocia per
strada?
Non
rispondo alla domanda, chiudendomi in me stesso come ho sempre fatto
tante, fin troppe volte; e provo a rassegnarmi all'idea che,
probabilmente, Zabuza-san non si renderà mai conto di quel
che
sento nei suoi confronti. E soprattutto, che non serve a nulla
fingere d'odiare, quando si prova esattamente il contrario.
Questa
sera ho voglia di osservare le stelle; mi diverto a contarle,
sforzandomi di sorridere, appoggiato sulla sua spalla. Mi
farò
bastare quest'innocente contatto, ancora una volta.
“
Senti,
Haku... “ esordisce poi,
rompendo il silenzio.
“
Sì?
“
“
Buon
compleanno. “ dice,
stringendomi in un abbraccio che non lascia ulteriore spazio alle
parole; a cosa servirebbe, comunque, parlare?
Ricambio
il gesto e mi accorgo di tremare un poco, fra le sue braccia forti;
chiudo gli occhi maledicendo le menzogne che mi hanno accompagnato
fino ad ora, ciò che mi dicevano, o ciò che mi
tacevano. Le scaccio sprezzante e stringo forte la mia ragione
d'essere al mondo, affondando le dita gentili fra i suoi corti
capelli scuri; non voglio pensare a niente, desidero solo perdermi in
questo delizioso oblio.
Forse,
anche dopo una notte di passione lui continuerà a mentirmi.
Le sue mani esperte sul mio corpo, fremo, scosso da brividi.
Probabilmente, non mi rivolgerà mai quelle due, piccole parole.
Le sue labbra calde e umide sulle mie, in un bacio senza tempo, al sapore di vita.
In fondo, tutti noi nascondiamo qualcosa che non riusciamo ad esprimere a parole.
Le
sue carezze sul mio viso, arrossato, sorridente.
Io. Lui. Voi. Chiunque.
Il
suo corpo steso sul mio, pelle contro pelle; lussuriosi movimenti,
sensuali sospiri.
Un
amore sconfinato.
Un
bacio.
Ma talvolta, un semplice gesto, vale più di mille parole.
E di mille bugie.
The
End