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Autore: Ari_92    17/11/2014    9 recensioni
Blaine e Kurt; un aspirante scrittore che ha perso l’ispirazione e un futuro studente della NYADA con un sorriso abbastanza convincente da mascherare i brutti ricordi. Le loro strade si incrociano per caso e finiscono per intrecciarsi a mezz’aria in un equilibrio precario. È una caduta a farli incontrare; sono le pagine di un quaderno a raccontarli.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Santana Lopez, Wesley Montgomery | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buon lunedì, guys :)
Mi rendo conto di avervi lasciato con un pizzico di amaro in bocca la scorsa settimana *coff* trollatedifinecapitolo *coffcoff* quindi sì, nemmeno oggi ho intenzione di stressarvi con un’introduzione troppo lunga e mi riservo ogni commento alle note finali u.u
Senza ulteriore indugio mi dissolvo nella nebbia. Enjoy ♥
 
 
 
 

 
 
 
 
Capitolo XIV
 
 
Blaine impiega la bellezza di cinque secondi a compiere il tragitto che separa il salotto dalla porta d’ingresso, rischiando per altro di inciampare ben due volte per il semplice fatto che Kurt è lì, di nuovo.
Non riesce a credere che nel giro di un paio d’ore un tizio ci ha provato con lui, ha affrontato un litigio, ha pianto una buona percentuale della totalità dei suoi liquidi e ha progettato la peggiore sbronza di sempre; eppure è successo e ora Kurt è lì e gli sembra che improvvisamente tutto il resto abbia un’importanza molto, molto relativa. Spalanca la porta con fin troppa energia e wow Kurt è davvero lì, non che si aspettasse che gli avesse fatto uno scherzo o qualcosa del genere.
«Ehi, Blaine Anderson.» Dice semplicemente, come se avesse dimenticato alla velocità della luce tutto ciò che era appena successo o – con più probabilità – volesse comportarsi come se non fosse cambiato niente. In realtà Blaine non è ancora sicuro che sia cambiato o meno qualcosa e anche in quel caso non sa se preferirebbe o meno fingere di non accorgersene. Kurt alza gli occhi al cielo; è rimasto zitto per troppo tempo, come suo solito.
 
«Okay, questo lo dai a me.» Annuncia con un sorrisetto, mentre gli prende il bicchiere di vino dalle mani e spinge delicatamente Blaine da una parte in modo da poter entrare. «È molto che Wes e il tuo pretendente se ne sono andati?»
«Praticamente da dieci minuti dopo che te ne sei andato tu. Vuoi qualcosa da bere?» Kurt lancia un’occhiata significativa alla bottiglia appoggiata sul tavolino del salotto, poi si siede sul divano.
«Credo che se volessi da bere potrei tranquillamente servirmi da solo.» Blaine sta per sedersi affianco a lui quando viene assalito da una serie di brutti ricordi che vedono protagonisti Kyle XY e il proprio ginocchio, così finisce per mettersi sulla poltrona, evitando accuratamente di schiacciare il suo quaderno che è ancora lì da quando Kurt ce l’ha lasciato cadere sopra e uh, già.
«Grazie per non aver letto il quaderno.» Kurt si stringe nelle spalle.
«Non avrei potuto farti una cosa del genere.»
«E scusa per quella cosa dei due quasi-baci.» Lui alza gli occhi al cielo.
«Ancora? Te l’ho detto, va tutto bene. Scusami tu per averci provato... Anche se non capisco in che modo leggere il tuo quaderno avrebbe potuto farmi scoprire la storia dei due quasi-baci.»
Se Wes fosse lì, in tutta probabilità descriverebbe quella attuale come una situazione di cacca: Blaine è abbastanza sicuro di non sentirsi più le gambe a causa del repentino afflusso di sangue in direzione della sua faccia e non ha idea se riuscirà o meno ad inventarsi una bugia convincente. Lancia una piccola occhiata a Kurt che dal canto suo lo sta fissando senza tradire emozione, con ancora il suo cavolo di calice in mano.
 
«Io, ehm...» Kurt lo lascia balbettare per qualche altro secondo, poi solleva leggermente il bicchiere verso di lui.
«A Blaine Anderson, lo scrittore che non sa parlare.» Beve il dito di vino rimasto e appoggia il calice sul tavolino, guardandolo di sottecchi. «E il motivo per cui hai deciso di ubriacarti proprio tu, che piuttosto di bere una birra intera preferisci gelare in una tenda in mezzo al nulla? Almeno questo me lo dici?»
Beh, perché dicembre è sempre più vicino e il passare dei giorni è un po’ come una morsa che si stringe di ora in ora un po’ più forte attorno al suo collo e non ha idea di come potrà respirare, dopo. Perché gli manca già adesso che è ancora lì. Perché gli aveva detto che non gli importava se baciava o non baciava Kyle. Perché è innamorato di lui e per quanto ci provi non riesce a non esserlo. Poi si ricorda ciò che aveva risposto Kurt quando era stato lui a chiedergli perché aveva bevuto così tanto.
«Per non pensare.» Sorprendentemente non è nemmeno una bugia – bugia che tra parentesi non sarebbe riuscito a dire. Kurt piega la testa da un lato, fissandolo.
«Non pensare a cosa?» Oh, beh. Questo non era nel copione.
«Uhm...»
«Come immaginavo.» Rimangono in silenzio praticamente un minuto intero: Kurt sembra estremamente divertito dal suo imbarazzo così lui tenta di mettersi sulla difensiva.
«Che cosa ho detto di sbagliato?»
«Mm?»
«Prima. Mi hai scritto che mentre facevo la mia scenata ho detto una cosa non vera.» Kurt non sembra più particolarmente divertito. Smette di sostenere il suo sguardo e inizia a sfiorarsi distrattamente il petto, più o meno all’altezza di dove Blaine sa trovarsi la sua cicatrice.
 
«È... Hai presente quando vai in un posto con la ferma intenzione di fare una cosa e poi quando ci arrivi ti rendi conto che quella cosa era una immensa, gigantesca cavolata ma ormai sei lì e non hai la più pallida idea di cosa fare?»
«...No, ma credo di poterlo immaginare.»
«Ecco. È questo.» Blaine è molto consapevole che quella conversazione non sta portando da nessuna parte per il semplice fatto che non è una conversazione. È Kurt che gli chiede cose a cui lui non può barra non vuole rispondere e viceversa. È quasi dell’idea di andare in cucina con una scusa e scolarsi un’intera bottiglia di vino sperando di ingoiare insieme all’alcol anche la capacità di dire qualcosa, quando di punto in bianco Kurt si alza dal divano. Blaine lo guarda dal basso, del tutto conscio dell’alto grado di pateticità del puro terrore che deve avere dipinto in faccia.
«Dove vai?» A quanto pare Kurt trova la sua pateticità divertente, perché sorride.
«Fuggo dalla immensa, gigantesca cavolata che mi era venuta in mente, Blaine Anderson.» Gli dice, avviandosi verso la porta di ingresso.
Ed è nell’esatto momento in cui Kurt esce dal suo campo visivo, nel momento in cui sparisce dietro la poltrona che Blaine lo realizza: non può lasciarlo andare via. Per una volta non sta pensando a New York, sta pensando a questo esatto momento. Non può lasciarlo andare via adesso, dal salotto di casa sua. Non può, perché si è appena reso conto che fino ad ora le sue sono state soltanto parole: tutte quelle storie su quanto Kurt aveva influito sulla sua vita, su quanto lo aveva cambiato, tutte favole. Che cosa aveva fatto di concreto per dimostrare questo tanto decantato cambiamento, in quelle settimane? Assolutamente niente. Si era dimostrato lo stesso ragazzino imbecille di sempre che si tiene tutto dentro, che fa finta di stare bene quando in realtà sta uno schifo e che guarda la sua vita passargli davanti anziché tuffarsi in mezzo. Kurt si è messo in gioco, Kurt ha distrutto tutto il suo mondo pur di non deludere se stesso e lui è così stanco di cercare a tutti i costi di proteggersi in un modo tanto maniacale e disperato. Che sia la prima e l’ultima volta in tutta la sua vita, ma vuole rischiare; vuole saltare nel vuoto, vuole cadere a pezzi e crede anche che se lo deve, sono diciannove anni che se lo deve.
 
«Aspetta.» Se ne pente nell’attimo stesso in cui lo dice, ma ormai è fatta perché non sente più i passi di Kurt che si allontanano e anzi sono sempre più vicini e quel punto ha completamente disimparato a respirare. È proprio durante il suo secondo, vano tentativo di incamerare un po’ d’aria che Kurt torna a passare di fianco alla sua poltrona e no, no, no-
«Fermo.»
«Cosa?»
«Hai presente quello che mi hai detto sul tuo rituale di parlare al buio perché così riesci a dire tutto ciò che ti passa per la testa? Ecco. Per gli stessi motivi credo che questa conversazione proseguirebbe molto più agevolmente se tu stessi, uhm, dietro alla poltrona.» Blaine non può guardare Kurt per il semplice motivo che se lo facesse sa che il suo attacco di spavalderia andrebbe a farsi benedire, ma è quasi sicuro che lui gli abbia sorriso.
«Sei strano, Blaine Anderson.» Dice, ma per grande sollievo di Blaine fa quello che gli ha chiesto e si mette dietro alla poltrona, in modo che non possa più vederlo. A questo punto deve solo parlare. Non ha idea di dove trova il coraggio per farlo ma in qualche modo incomincia, con gli occhi ben piantati sul tavolino.
 
«Ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrati?»
«Sul fondale di una piscina. Come dimenticarlo?»
«Ecco. Non era la prima volta che ti vedevo. Voglio dire, non sono caduto e poi ho visto te, prima ho visto te e di conseguenza sono caduto, perché ero ubriaco e volevo vederti più da vicino senza mettere in conto che tra di noi c’era una piscina vuota. E l’ho fatto perché- uhm, non prendermi per pazzo, ti prego. Tu avevi questo drink in mano e stavi guardando le stelle e mi sono detto: questo ragazzo è speciale. Non so perché l’ho pensato e mi rendo conto che è una cosa molto stupida da pensare, ma c’era qualcosa nel modo in cui guardavi il cielo che è diverso da come lo fa tutto il resto del mondo, capisci di che parlo?»
Kurt non risponde per un po’ e Blaine ha la netta sensazione che il suo “capisci di che parlo?” sia un po’ come quelli di Kurt con lui: non lo capisce pienamente, non sempre, ma dopotutto crede di poterlo immaginare.
«Sì.» È una risposta troppo breve perché Blaine possa cogliere una qualsivoglia inflessione nella sua voce che sia in grado di suggerirgli se il suo è più un “Sì, continua a parlare” o “Sì, ma ora potresti cortesemente lasciarmi scappare lontano da te e dal tuo cervello malato?”. Non sentendo i passi rapidi di qualcuno che fugge disperatamente decide che è il caso di proseguire.
 
«All’inizio non sapevo se fidarmi di te perché sembravi questa meravigliosa persona senza difetti e sicura di sé e io sembravo- beh, solo io. Hai detto quella cosa, hai detto: “la verità è che voglio sconvolgerti la vita, Blaine Anderson” e lo so che scherzavi ma io sapevo che lo avresti fatto per davvero, lo sapevo dalla prima volta che ti ho visto, quella che ti ho raccontato poco fa. Ma tu non lo sapevi, Kurt, e io avevo paura che a un certo punto te ne saresti accorto e avresti pensato che era troppo e ti saresti allontanato e a volte lo penso ancora. Però a differenza dell’inizio adesso non mi importa più per due ragioni: la prima è che tanto ormai me l’hai sconvolta davvero la vita, non che non me lo aspettassi. La seconda è che se sei tu a sconvolgerla allora va bene che si sconvolga.»
Prende faticosamente fiato ma Kurt deve interpretare il suo silenzio come il momento giusto per dire qualcosa perché un attimo dopo sente la sua voce.
«Blaine?»
«No, no. Un’altra regola è che non devi dire niente perché ho finalmente iniziato a dire qualcosa e se poi parli anche tu mi blocco e se mi blocco stavolta è possibile che sia quella definitiva. Quindi non parlare, okay?»
Aspetta qualche istante: fa in tempo a ripetersi in testa “ippopotamo” quattro volte e a quel punto immagina che la risposta alla sua domanda sul fatto se farà silenzio o meno sia fare silenzio, e gli è grato per questo.
 
«Credevo che mi avessi sconvolto la vita già da subito, già dal giorno in cui mi hai proposto tutta la faccenda della lista ed eri così... Non lo so. Ho creduto di aver visto tutto ciò che c’era da vedere e quella convinzione mi accecava al punto che non riuscivo ad andare oltre, mai. E un po’ mi imbarazza dirti che cosa ha cambiato le cose, perché detto così sembra squallido, ma- la sera in cui ti sei ubriacato. Mi avevi appena sfidato a cercare le chiavi della tua macchina e te ne sei uscito con quella frase: “io non sono tutto intero come te” e solo quando me lo hai detto ho capito che era vero, che non eri tutto intero. Hai presente quando ti sforzi e ti sforzi per capire una cosa finché qualcuno ti dà la soluzione e di punto in bianco ti rendi conto che era così ovvia, così banale che devi proprio essere un coglione per non esserci arrivato da solo? Mi sono sentito proprio così, perché era palese che tu fossi molto di più di un ragazzo che fa battute sarcastiche, che straparla e che sorride sempre. Ma io l’ho capito solo quando me lo hai detto, ed è lì che mi hai sconvolto la vita per la seconda volta, quella vera.»
Blaine sente la bocca secca, la sente quasi pulsare anche se sa che questo non è possibile, o almeno non crede. Tiene lo sguardo fisso sul suo dannatissimo tavolino e cerca di organizzare i pensieri, perché quello sarebbe il momento in cui gli dice che lo ama ma non è sicuro di riuscirci.
È sempre così: sa mentire, ma solo se a fin di bene; sa gestire le situazioni di panico, ma solo se ce n’è un numero limitato ogni giorno; a quanto pare sa anche fare lunghi discorsi a persone che non rientrano nel suo campo visivo, ma senza andare fino in fondo. C’è sempre quel punto di arresto, ogni volta. Inspira tutta l’aria che può e non sa se interpretare come un buono o un cattivo segno il fatto che Kurt non stia dicendo nulla ma poi si ricorda: è stato lui a chiederglielo.
 
«Io- uhm. Da quel momento in poi per me è stato diverso. Lo so che probabilmente non hai mai notato niente di tutto quello che ti sto dicendo perché lo sai: di solito mi sforzo di non espormi più di tanto e se per caso lo faccio mi blocco, sto zitto per un sacco di tempo e tu tutte le volte alzi gli occhi al cielo e dici “Sei strano, Blaine Anderson” o cose del genere. Però davvero, credimi: è stato diverso. Questo finché non ho visto quella tua cicatrice ed è cambiato di nuovo tutto, perché con me non eri mai stato spaventato, o insicuro: credevo di esserci già io per tutti e due e naturalmente sei un essere umano quindi avrei dovuto sapere che anche tu puoi essere così ma era la prima volta e... Non lo so. Quando ieri mi hai spiegato cosa era successo mi sono messo a pensare a quante probabilità ci fossero per noi di trovarci stesi al buio nella tua stanza in quel momento ed erano così poche, Kurt. Eppure c’eravamo.»
Lo sente muoversi. Si sta muovendo e lui è terrorizzato perché sembra che Kurt si stia avvicinando e ha paura che infranga i patti e gli si materializzi davanti proprio ora, prima che lui possa finire il suo discorso. Non glielo può permettere, non può bloccarsi proprio adesso, così si mette a parlare il più in fretta possibile.
«E una delle ragioni per cui volevo non pensare oggi è che tu stai per andartene e lo so che mi telefonerai e tutto il resto ma non sarà la stessa cosa. Andrai nella scuola dei tuoi sogni e incontrerai tutte queste persone interessanti e io intanto continuerò ad essere poco interessante qui, a casa mia, con Wes, Mona, il mio computer che non funziona e una foto di te che ridi sul cellulare- »
 
«Blaine.»
«Lo sai che ho pianto per quasi due ore? Non avevo mai pianto così tanto e non ho nemmeno idea del perché mi venga da ricominciare proprio adesso che sei qui e non stiamo più litigando.»
«Blaine, ehi.» Ora è davvero nel panico, perché Kurt è appena apparso alla sua sinistra – sta ancora fissando il tavolino ma può vederlo con la coda dell’occhio – e lui deve ancora finire di parlare, deve ancora dirgli di essere innamorato di lui ma non può se Kurt-
«Aspetta ti prego, ti prometto che non ci vorrà ancora molto- »
«Blaine? Guardami.» E Blaine lo guarda perché cos’altro può fare? Kurt è in piedi proprio di fronte a lui e dal poco che Blaine riesce ad indovinare considerata la sua quasi-cecità e il sottile strato di lacrime che gli appanna gli occhi gli sta sorridendo. Deve farlo adesso, deve.
 
«Kurt, io- »
«Blaine, non credevo che ci sarebbe mai stato il bisogno di dirtelo ma sul serio: smettila di parlare.» E dal suo tono di voce Blaine capisce che il suo è un sorriso diverso da tutti quelli che gli ha rivolto fino a quel momento e sta proprio per concedersi di riflettere su quest’ultimo punto quando improvvisamente tutto questo crolla miseramente in fondo alla lista delle priorità del suo cervello. Perché Kurt non solo gli ha passato una mano tra i capelli come quella volta in cui era quasi svenuto ma l’ha appena spostata sulla sua guancia e oh ora c’è anche l’altra, di mano.
Gli fa sollevare delicatamente la testa e si piega su di lui, e tutto ciò che Blaine può fare è fissargli le labbra e ricordarsi di quella sera in macchina  quando le aveva avute tanto, tanto vicino – così lisce, sottili e perfette – e non le aveva potute baciare per tutta una sfilza di buone ragioni. Ora però sono di nuovo lì anche se Blaine in questo momento può solo immaginarlo dato che il viso di Kurt è troppo vicino al suo perché possa continuare a guardargli le labbra. Sente il suo respiro caldo e sente le sue mani che gli stringono in una presa delicata ma salda i lati del viso e per quanto si sforzi non riesce a capacitarsene: sta per baciarlo? Sta davvero succedendo? Però Kurt non si muove. È lì a un centimetro da lui e non si muove ed è solo allora che una vocina nella sua testa gli fa presente che forse gli sta chiedendo implicitamente il permesso siccome quello è il suo primo bacio mentre lui ha già baciato un altro, e pensandoci probabilmente farà schifo e Kurt ne se pentirà e- okay. Blaine inspira dal naso e si avvicina appena, enormemente sorpreso che Kurt glielo lasci fare: sta per succedere, sta per baciarlo. Peccato che poi non riesca ad andare più avanti di così e che perfino il modo in cui ha appena buttato fuori l’aria sia indice di quanto stia stupidamente tremando. A quel punto sente Kurt fare una piccola, impercettibile risata a pochi millimetri dalla sua bocca e alla fine è lui, alla fine è Kurt a baciarlo.
 
Nel momento stesso in cui succede Blaine si sente cadere in pezzi e si sente ricucito insieme allo stesso tempo, perché non ha idea di come devono andare i primi baci, esattamente. Da quel che ricorda in alcuni libri sono umidicci e fanno un po’ schifo ma Kurt non è umidiccio e sicuramente non fa schifo. Kurt sta premendo piano le labbra sulle sue, lo sta facendo con attenzione ed è proprio quello strano riguardo a farlo sentire come se il suo stesso corpo non fosse abbastanza grande per contenere tutto ciò che si è scatenato dentro di lui e in qualche modo stesse per traboccare. Le labbra di Kurt sono morbide, sono leggere ma allo stesso tempo così piacevolmente pesanti mentre coprono le sue.
Blaine tiene gli occhi fissi su quelli di Kurt che invece sono chiusi, e per un momento si chiede che cosa penserebbe di lui se dovesse aprirli e coglierlo sul fatto mentre è lì a fissarlo. Poi Kurt non è più in piedi ma è scivolato a sedere sul bracciolo della poltrona, continua a tenergli il viso sollevato verso l’alto e ha appena mosso un pollice accarezzandogli una guancia e lui si è sentito morire nel migliore dei modi possibili.
Per un momento pensa che dovrebbe fare qualcosa con le sue, di mani; tipo mettergliele sulle spalle o dietro la nuca o da qualche altra parte, e invece gli rimangono in grembo perché Kurt lo sta baciando, lo sta davvero baciando e lui è così felice, così felice che lo stia tenendo stretto e stia premendo le labbra sulle sue con tutta quella tenerezza, con quella cura. Alla fine sente la sua bocca arricciarsi appena e spingere un po’ di più sulla propria ed è a quel punto che si separa da lui con un piccolo schiocco. Si allontana piano piano, la bocca insieme alle mani e Blaine si concede di sbattere le palpebre solo in quel momento perché non poteva perdersi un singolo istante, prima.
 
Il tempo era ancora sottosopra, quando accadde. Il tempo era incerto, scombussolato: per un po’ aveva corso veloce, al galoppo, e di punto in bianco si era ritrovato sospeso in un leggero, attento e lunghissimo primo bacio. Ma non potevo più pensare al tempo e al suo faticoso riassestamento, non quando lui aprì gli occhi. Due specchi trasparenti, due squarci di luce che – lo realizzai solo in quel momento – avevano tutto il diritto di sfidare il cielo perché avrebbero vinto, sempre.
 
Stavolta non sono le parole di Kurt a riportarlo alla realtà, Blaine ci torna faticosamente da solo. Quando succede cerca immediatamente il suo sguardo e capisce che lui sa che è di nuovo lì, infatti sorride.
«Sei tutto intero?» Gli chiede. La sua risposta è già pronta ancora prima di poterla pensare.
«Sì.» Poi guarda Kurt, che sta guardando lui dall’alto del bracciolo della poltrona con quelle labbra bellissime che hanno appena baciato le sue e chiede: «E tu?»
Riceve quel genere di sorrisi che vorresti fissare in una fotografia per poterti sempre ricordare che anche quando hai l’impressione che tutto il tuo mondo stia andando in pezzi, almeno una volta nella vita una persona così ha fatto un sorriso del genere guardando proprio te, e quindi tu non andrai mai in pezzi, non davvero.
«Anch’io, Blaine.»
 

 
 
 

 
 
 
 
...Ciao :)))
Comincio subito col dire che il prossimo capitolo riprenderà esattamente da qui, giusto perché lo sappiate u.u Sono super indietro con le risposte alle recensioni, ma giuro che appena possibile mi rimetto in pari: prima o poi, quando meno ve lo aspettate, io arrivo *wink*
Sì, sto ignorando l’enorme elefante nella stanza di proposito, anche perché in realtà non ci sono particolari note da annotare notosamente. A parte il fatto che Blaine è un cucciolo di foca. E boh. Come al solito lascio a voi i commenti e vi do appuntamento a metà settimana in pagina per l’ormai consueto spoilerino ;)
As always, invio tutto il mio amore virtuale alle pucciosissime persone che leggono/preferiscono/seguono/ricordano e soprattutto recensiscono questa storia. Vi adoro, davvero ;-; Un po’ come Kurt adora Blaine ;-; e Blaine adora Kurt ;-; adesso però la smetto di lacrimare e vado via ;-; dandovi appuntamento alla prossima settimana ;-;
Come sempre, l’ultima ma non meno importante menzione d’onore va alla mia beta, nonché moglie, senza la quale niente di tutto questo sarebbe stato possibile ♥
 
La pagina Facebook, dove troverete lo spoilerino infrasettimanale: https://www.facebook.com/pages/Ari_92-EFP/409314062440527?ref=hl
& ask, perché so che vi siete sempre chiesti quante narici ho: http://ask.fm/Nonzy9
 
  
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