WORK

7 Gennaio

Ed eccomi qui.
nnesimo anno, ennesimo lavoro.
Qui, nella mia città, non c'è molta scelta.
O te ne vai, o fai la commessa.
E senza diploma e senza patente, dove si pretende di andare?
Naturalmente da nessuna parte.
E io, povera stupida che non ha altro nella vita, eccomi a fare la commessa in un negozio d'abbigliamento, gestito da un ex-pregiudicato.
A quest'ora sarei all'università, se mi fossi impegnata nello studio. Avrei reso orgogliosi i miei genitori. Loro dicono che lo sono, ma io sono stata sempre brava a capire l'evidenza.
Ho 21 anni, un carattere difficile, un atteggiamento che ad altri risulterebbe contorto e arrogante.
E se sono strana, allora cosa sono nata a fare? A volte penso proprio di non saperci vivere, in questo mondo storto.

La gente che mi sta intorno crede di potermi influenzare:
"Sorridi più spesso!"
"Parla di più!"
"Non disperare! Non ti confondere!"
"Non essere timida!"
"Ma perchè stai sempre da sola?"
"Ma che razza di libri leggi? Vai a vederti un film d'amore al cinema, che è meglio!!"

Ma cosa dovrei fare?
Nascondermi dietro una maschera di falsità? L'ho già fatto. E non mi è andata bene.
L'ho presa in culo troppe volte affinchè potessi cavarmela in qualsiasi cosa facessi. Sono semplicemente me stessa.
Che vi piaccia o no, sono un tipo che se sbatte il cazzo di quello che accade nel mondo. Se devo preoccuparmi di qualcuno, quel qualcuno sono io.
Forse sono troppo dura.
Un falso orgoglio con un falso ego che mi induce a pensare in questo modo.
Ma probabilmente è meglio averlo che finire con la testa sotto i piedi di qualcuno.
E finora, con il lavoro che faccio, non è mai successo.
La moglie del mio capo mi dice spesso che mi adora per il mio atteggiamento. E' forse compassione? Non lo so. Ma lo devo ammettere: con Sachiko ed Eiji mi trovo benissimo. Mi insegnano tanto e sono disponibili e gentili.
Riesco a fare tutto per loro, con naturalezza, senza pretendere nulla in cambio.

Sono una stupida, vero?
Un cagnolino nelle loro mani.

Ma è affetto quello che mi spinge a farlo. Quello che non ho mai avuto per nessuno lo sto riversando nel negozio, nei clienti, nella merce.
Un illuminazione, un miraggio.
Ecco cosa rappresenta per me quel negozio e quei due coniugi con cinque figli a carico.
Cinque figli, avete capito bene.
-Amano-chan;
-Mitsurugi;
-Dabatsu;
-Ren e Mai.

Amano-chan è il più grande. Ha una graziosa fidanzata e riesce a scroccare al padre soldi e sigarette. Come faccia non lo so.
Mitsurugi è la copia sputata di suo padre. Bestemmia in continuazione, adora sua nonna e qunado viene al negozio è solo per cercare mille yen a sua madre.
Dabatsu, il teppista scolastico è solo bravo a fare battute d'ogni genere. Mi ammira in modo particolare per i film e i giochi che gli riesco a fornire.
Ren e Mai sono gli ultimi due gemellini di casa Lejisan.
Adorano mangiare dolci, giocare e farmi impazzire.
Ma ho una pazienza troppo immensa per odiarli.

Ridere e scherzare con loro è qualcosa di unico.
Vedere il sorriso di Eiji è un evento che hai l'occasione di ammirare una sola volta nella vita.
Sachiko è una donna forte e intraprendente. Lei mi spinge a lavorare meglio, non saprei cosa fare senza di lei.
E quando torno a casa sono stanca ma contenta.
Il lavoro è andato bene, mi dico, per darmi forza per il giorno dopo e il giorno dopo ancora.
E dandomi forza, una strana sensazione mi prende lo stomaco, la testa, le mani.
E' spaventosa ma fantastica.
Accidenti è tardi, devo andare al lavoro.