Heart and soul.
POV ROSE
Mi svegliai con un misto di tristezza e torpore. Era
un sogno? Il frutto della mia fervida immaginazione, o erano ricordi? Non miei,
questo era certo… Draco Malfoy e mia madre… amanti,
innamorati. Impossibile! Volevo una spiegazione.
Mi alzai dal letto, presi e vestiti e mi preparai
per uscire. Dovevo mettermi in contatto con la mamma. Avevo bisogno di
parlarle, avere una conferma o solo la certezza dell’impossibilità di tale
evento.
Uscii dal dormitorio; c’era silenzio, i ragazzi
ancora dormivano nei propri letti. Sgattaiolai fuori dalla Sala Comune e scesi
la scalinata, sapevo che cosa fare e presi coraggio. I passaggi che usava James
non erano un segreto per me, quello dietro l’arazzo al sesto piano faceva a
caso mio. M’intrufolai; dopo un lungo passaggio uscii fuori dalla scuola, nel
grande parco, dopo il ponte sospeso. La guferia si
ergeva davanti ai miei occhi. Il freddo pungente del mattino mi pizzicava il
viso e il vento soffiava più prepotentemente ad ogni passo che facevo, verso la
cima, fino alla porta. Vedendomi sull’uscio, il mio gufo lasciò il nido e si
posò nel trespolo accanto alle pergamene. Ne presi una e scrissi a mia madre.
Volevo vederla, sapere. Ne avevo diritto dopotutto. Porsi il messaggio al gufo
e lo prese nel becco. Gli sussurrai: –Hermione Granger, Ministero della Magia, Londra.- Appena lo dissi il
rapace sbatté le ali e prese il volo. La stessa sera, al massimo avrei avuto
sue notizie.
Ritornai sui miei passi e rientrai dall’arazzo. Era
già ora di colazione e scesi nella Sala Grande, che poco a poco si stava
riempiendo di studenti. Presi posto al mio tavolo e cominciai a mangiare. Non
riuscivo togliermi dalla testa le immagini del sogno, le sensazioni che provai:
ero spettatrice ma in certi momenti ne
ero protagonista in prima persona…un tutt’uno con la
mamma. Erano così giovani, quasi della mia stessa età, tutta la vita davanti,
sarebbero potuti scappare ma le regole e i rimpianti per le persone care hanno
infranto il loro destino. Lasciai cadere una lacrima, solcandomi la guancia.
Avevo il cuore colmo di tristezza.
Sentii i suoi occhi che cercavano i miei, sapevo
anche senza vederlo che Scorpius era entrato in Sala.
Sollevai la testa ed era li, davanti alla grande porta di quercia che mi
fissava con gli occhi sgranati. Perché aveva quell’espressione? Poco dopo si
sedette al tavolo dei Serpeverde e non accennò una
parola con gli altri commensali.
Andai alla prima lezione della giornata con molta
ansia. Nel corridoio che portava alla aula di Trasfigurazione venni presa da un
braccio e trascinata leggermente. Fissai i suoi capelli biondi tanto simili a
suo padre, la stessa corporatura, le sue mani nervose che mi obbligavano a
seguirlo. Lo lasciai fare. Andammo nel cortile interno, vicino alla statua del
cinghiale alato. Solo in quel momento Scorpius si
girò per guardarmi: era decisamente agitato e non riusciva a proferire parola.
Provò a dire qualcosa ma iniziò a imperlarsi il viso di sudore. Non capivo il
motivo e lo fissai in attesa di spiegazioni.
-Devo…dirti
una cosa. Ma non so da dove iniziare, è talmente assurdo che stento a crederci…è impossibile!
-Che è successo Scorp?
Mi spaventi così… Poco fa a colazione mi guardavi in
una maniera strana… ti senti male?- presi il mio fazzoletto dalla
tasca e glielo passai sulla fronte umida. Era molto caldo. – Merlino ma tu hai
la febbre!-
-No, sto bene. Sono solo agitato a
causa di uno strano sogno che ho fatto stanotte…
volevo parlarne con te.
-Un sogno? Che tipo di sogno?- non
poteva essere… non lo stesso che avevo fatto io.
-Vediamoci prima di pranzo nel bagno
di Mirtilla. Ora devo andare a lezione ma ti prometto
che ne riparleremo. Ti basti sapere che per me non cambia nulla…-
Mi abbracciò, dandomi un bacio sulla fronte. Scappò
via lasciandomi sola e senza parole.
Sapevo che i sogni di Scorpius a volte, erano
profezie e per tutte le ore di lezione avevo l’animo in pena.
Le lezioni erano finite e tutti si dirigevano a
pranzare in sala Grande. Come d’accordo, andai verso i bagni del terzo piano.
Entrai con riluttanza; feci molte ipotesi tutta la mattina e ognuna di esse era
negativa. Era li, appoggiato ad una colonna che guardava oltre la finestra.
Sentendo chiudersi la porta si girò verso di me, sembrava meno agitato della
mattina; sospirò facendomi cenno di avvicinarmi. Tesi la mano e la prese, accarezzandole
il dorso. L’altra, l’appoggiai sul suo viso, costringendolo a guardarmi negli
occhi che fino ad allora erano abbassati.
-
Cosa volevi dirmi? Ti ascolto…
-
Sediamoci.- indicò la panca li accanto.
Sopra c’era un piatto con dei sandwich.- Ho pensato che potevi aver fame, gli
elfi sono stati così gentili da prepararli.-
-
Scorp…ti
ringrazio ma, ora la mia priorità sei tu. Dimmi che succede.-
-
Okay.- ci sedemmo e mi abbracciò. Accoccolandomi
a lui attesi che parlasse. – Questa notte ho fatto un sogno…
ma, non so se considerarlo tale. Sembrava così reale che stento ancora a
crederci.
Ebbi un fremito ma non dissi nulla, attendevo la sua
versione senza interromperlo.
-Ho
sognato mio padre e… tua madre. Era come se mi
trovassi dentro un Pensatoio e vedessi scorrere i loro ricordi. Uno spettatore
colpevole di spiare i più intimi segreti altrui…
Erano amanti, Rose. Si amavano con passione; in tutta la vita non avevo mai
intravisto in mio padre un tale fuoco negli occhi: pura forza, ardore e non
curanza delle regole. Pazzo d’amore per la sua donna, sarebbe andato contro la
famiglia pur di stare con lei per sempre. Avevano deciso di scappare e lasciare
tutto alle spalle, gli bastava averla tra le braccia…-
Mi strinse più forte a sé e continuò:- Purtroppo i
suoi piani non andarono a buon fine. Per proteggere il suo amore dalla ferocia
del nonno e dal disonore che ne sarebbe scaturito, incolpando tua madre, decise
di morire dentro. Rinchiudere il suo amore in un angolo del cuore, rimpiangendo,
in silenzio quello che ha perso, nascondendo il dolore dietro una maschera d’indifferenza… ma prima, si scambiarono una promessa. Si
sarebbero rivisti almeno una volta negli anni avvenire, per amarsi nuovamente.
Salutò tua madre dicendole: “ Ti lascio
il mio cuore, apparterrà sempre a te”.
-“Si… e tu avrai il mio”.- accennai sussurrando
la risposta di mia madre.
Scorpius
si staccò leggermente guardandomi sbalordito. - Come fai a saperlo?!-
-Ho fatto lo stesso sogno…
mia madre amava profondamente il signor Malfoy. La
sua anima si spezzò quando decise di lasciarlo per mio padre…
non voleva che nessuno soffrisse per il suo egoismo, ed ora so che sacrificò la
sua felicità.-
Abbracciai nuovamente Scorp.-
Penso che non sia stato un semplice sogno, erano ricordi, i loro ricordi che in
qualche modo sono arrivati a noi nel momento in cui la mente abbassa le sue
difese, quando ci si addormenta…
-Lo
penso anch’io. Queste mura, Hoghwarts, racchiude le
storie di tutti i studenti entrati qui. E come se ci volesse avvisare… ma di cosa? Poi quella strana donna al locale
ieri, la Norna. Sapeva di più di quanto desse a
vedere.
-Già…- sospirai.- Stamattina ho mandato una missiva a mia
madre. Voglio parlarle di persona. Chissà quanto deve aver sofferto in questi
anni.
-Si, pure
io vedrò mio padre. Gli innumerevoli segreti che cela dietro la sua
indifferenza, voglio delle spiegazioni.-
Sentii accarezzarmi la schiena delicatamente.- Quando
vedrai tua madre?-
-Spero
questo fine settimana. Non voglio attendere oltre. Ho molte cose da chiederle e
da dire: tu sei tra questi.- Lo baciai, assaporando il suo respiro. Era tutto
il giorno che volevo farlo.
Scorpius
mi cinse la vita senza staccare le sue labbra dalle mie e mi costrinse a
sedermi tra le sue ginocchia, in modo da stare più comoda e assaporare di più
il nostro contatto. Mi allentò la cravatta, sbottonò il primo bottone della
camicia, mi accarezzò delicatamente, scendendo verso sud e baciava il collo.
Ansimavo spudoratamente, lui era l’artefice del mio abbandono, seguivo i suoi
movimenti. Volevo sentire le emozioni della notte scorsa dentro di me, bruciare
con lui… ma un attimo! Le sensazioni del sogno? Stavo
confondendo le mie emozioni con quelle di mia madre e Draco
Malfoy?
-Aspetta…- intraposi la mano tra
di noi.
-Che
succede Principessa?-
-Dopo
quello che è successo ai nostri genitori…magari Hogwarts assorbirà anche i nostri ricordi. Se vedessero anche
noi?
-Bhe… diranno che hanno sognato il vero amore, puro e senza
limiti.- riprese a baciarmi con più audacia.
Sapeva dove e come toccarmi per perdere ogni
inibizione. Sussurrava parole infuocate che non mi sarei immaginata da un tipo
come lui. Sarei stata pronta a concedermi in quel momento. Desideravo sentirlo,
consumarci insieme.
-Questo
è il colmo! Ora usate anche il mio bagno?!-
Tirai un urlo vedendo apparire la testa evanescente
della povera Mirtilla Malcontenta dal muro. Scorpius imprecò Salazar sentendo la sua voce stridula.
-Sono stufa di stare zitta e vedere voi
mortali divertirvi alle mie spalle! La stupida Mirtilla
tanto non sa cosa si perde vero? Lei è morta senza avere avuto un ragazzo da
amare. Vero? Ora basta! Tutti voi, vi intrufolate qui di nascosto e pretendete
che non dica nulla? No e no! Ne ho abbastanza!- svolazzò per il bagno e fece
esplodere i water e i rubinetti dell’acqua.
Uscimmo correndo dai bagni interamente fradici, ci
guardammo a vicenda sconcertati per qualche secondo, poi ci mettemmo a ridere.
- Abbiamo sconvolto Mirtilla.-
-Almeno non ha fatto da
spettatrice. Immagina le chiacchiere tra i fantasmi della scuola…
-Oh Scorp,
non farmici pensare, se arriverebbe la notizia
all’orecchio della Preside ci espellerebbero.
-La solita esagerata,
ma è anche per questo che ti adoro.-
Arrossii. Sapeva sempre cosa pensassi. Poi ricordai:
-I sandwich! Li abbiamo lasciati la dentro… saranno
zuppi ormai.-
-Tranquilla.
Vado nelle cucine e ti faccio preparare qualcosa di meglio. Ma prima, sarebbe
il caso di cambiarci. Non abbiamo la bacchetta appresso e dovremo andare nei
dormitori.
-Si è necessario…- Scostai la gonna appiccicata alle gambe e
strizzai l’acqua in eccesso.
-A
dopo Piccola- Mi diede un altro bacio, decisamente non casto, lasciandomi senza
fiato e andò verso i sotterranei.
Salii la gradinata principale lasciando pozze
d’acqua al mio passaggio. Se mi avesse scoperto Gaza si sarebbe arrabbiato e
cinque punti in meno ai Grifondoro li avrebbero tolti
di sicuro…
Quella sera, come previsto, il gufo tornò con la
risposta di mia madre: “Piccola mia, come
mai hai urgenza di vedermi? Anche io non vedo l’ora di riabbracciarti. Questo
week-end chiederò un permesso e verrò ad Hogsmeade
con nonno Arthur. Ti voglio bene.”
Il dardo era tratto. Gli eventi futuri dipendevano
dalla mamma e le sue parole.