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Autore: Lunafans    18/11/2014    6 recensioni
In pochissimi capitoli (3/5) tenterò di colmare l'attesa per il prossimo atteso episodio di Arrow della terza stagione. I fatti si svolgono dopo la 3x05 quindi SPOILER PER LA PROGRAMMAZIONE ITALIANA.
UNa storia breve, emozionante, partorita di notte per esprimere un pò di pensieri.
I protagonisti sono Oliver, Felicity e un nuovo personaggio del telefilm.
UN sentimento dolce e amaro allo stesso tempo. Un caffè, una ciambella, un ballo aziendale, un gesto troppo dolce...gelosia.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Dinah 'Laurel' Lance, Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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La mano di Ray stringeva la sua, le gambe si muovevano rapide verso una via di fuga, i piedi nudi di Felicity, liberatasi dalle scomode scarpe con il tacco, percepivano appena il freddo del pavimento.
Il corpo della donna era impegnato nella fuga, mentre la sua mente e il suo cuore stavano pensando ad Oliver, a dove fosse, se fosse ferito, svenuto, o se invece si trovasse già da tempo fuori dall'edificio che si stava trasformando in una trappola mortale.
Ray la tirò rapidamente a sè circondandole la vita con un braccio e coprendole la testa con la mano libera.
Felicity si guardò dietro, dove fino ad un attimo prima si trovava il suo corpo prontamente messo in salvo da Ray, un enorme porzione di soffitto copriva il pavimento.
Deglutì appena portando una mano al collo, poi sentì una voce, una voce che anche se le appariva tremendamente lontana le era più vicina di quanto credesse.
"Felicity! Felicity!" tentava di richiamarla Ray che continuava a stringere la donna a sè.
Felicity parve risvegliarsi da quella sorta di coma mentale in cui sembrava essersi persa per tutta la serata, si voltò verso l'uomo e spalancò gli occhi, per poi sbattere più volte le ciglia.
Ray penetrò lo sguardo della donna con i suoi occhi avvicinando il volto a quello di Felicity e poggiandole una mano sul collo.
"Felicity capisco il tuo shock ma ora ho bisogno che tu collabori, ok?"
Felicity scosse appena la testa ancora persa nei suoi pensieri
"O...ok" balbettò la donna che istintivamente portò una mano al collo dove si trovava la mano di Ray.
Con un gesto deciso ma gentile allontantò la mano dell'uomo dalla sua pelle distogliendo lo sguardo verso il pavimento.
Ray non disse nulla, si limitò ad annuire, come se si trovasse d'accordo con un'affermazione fatta nella sua mente e riprese a correre, trascinando la donna con sè.

***


La spossatezza e la distruzione fisica e mentale di Oliver sembravano essere passate completamente, correva tra i corridoi del suo ex- ufficio guardando solo davanti a sè.
Saltò un mobile caduto a terra, evitò l'ennesima vetrina in frantumi, si lanciò in avanti ricadendo a terra con una capriola per attutire il colpo,si rialzò rapidamente e continuò a correre.
Il suo istinto era la sua unica guida in quel momento, sentiva grida e rumori di distruzione intorno a lui, la vista non poteva aiutarlo molto in quel labirinto di legno, vetro e metallo, l'unica cosa a cui poteva affidarsi era al suo sesto senso che sapeva lo avrebbe condotto da Felicity.
Si schiacciò contro la parete per evitare il crollo di alcune tubature artisticamente lasciate scoperte.
Girò l'angolo continuando a tenersi rasente al muro.

***

Felicity non riusciva a concentrarsi sui passi che stava percorrendo, si lasciava guidare da Ray troppo intenta a cercare un'altra figura in quelle rovine; le grida di persone la raggiungevano da lontano, i vetri incrinati e pronti ad esplodere le provocavano una strana sensazione alle orecchie che appena poteva tentava di coprire con la mano libera per creare una barriera tra lei e quei rumori.
I suoi sensi sembravano essere in completa balia della situazione.
La sua mente totalmente annebbiata.
Il suo cuore affaticato per la corsa e per la preoccupazione, se solo avesse saputo dove si trovava Oliver.

***


Si liberò rapidamente dalla giacca che si era impigliata tra le macerie.
Riprese a correre.
Si guardava intorno frenetico.
Dove si trovava Felicity?

***


Ray stava studiando il corridoio che gli si parava davanti, tentando di trovare il passaggio più sicuro per continuare la loro fuga.
Pensò di averne individuato uno, strinse con più determinazione la mano di Felicity e guardandola le disse con un tono della voce fermo ma dolce
"Segui tutti i miei movimenti e andrà tutto bene"
Felicity annuì, inumidendosi le labbra.
Iniziò a seguire l'uomo, diventando la sua ombra.
Il corridoio in cui si stavano addentrando non sembrava evidentemente colpito dall'esplosione che tuttavia doveva averne incrinato almeno l'intonaco.
Quel corridoio poteva diventare mortale con un attimo di distrazione.

***

Oliver girò l'ennesimo angolo, e si fermò lanciando il suo sguardo alla ricerca di Felicity.
Ebbe un tuffo al cuore.

***



Si sentì appena.
Un rumore di passi impegnati in una fuga per la salvezza arrivò dal piano soprastante.
Uno scricchiolio si fece strada tra i rumori circostanti.
Una crepa iniziò a delinearsi chiaramente sopra le loro teste.
Una vetrina alla loro destra iniziò a tremare vistosamente.
Frantumi.
Corpi a terra.


***

Oliver non aveva pensato.
Aveva semplicemente agito.


***



"Felicity? Felicity? Felicity?" 
La voce la raggiungeva da lontano, le appariva ovattata, risuonava con un eco.
La testa le batteva e faceva fatica a pensare.
Il respiro che le risultata come ustruito da un peso sul suo corpo.
Sentiva un liquido caldo scorrerle lungo la guancia.
Portò una mano al volto, lì dove sentita qualcosa.
Un liquido denso incontrò il suo tatto.
"Felicity! Forza! Felicity!"
Una voce familiare tentava di farla svegliare da quel sonno che le appariva ora così comfortevole.
Una mano forte e grande si posò sulla sua sfiorandole il voltò e alzandole la testa delicatamente.
Si sentì circondare da forti braccia che la strinsero al petto.
Il peso sul suo corpo svanì.
"Felicity..." l'ennesimo richiamo, ora più dolce e disperato dei precedenti, la voce che le arrivava da lontano le sembrava rotta.
Una sensazione le partì dallo stomaco investendole tutto il corpo e poi una voce interiore, all'unisono cuore e mente...Apri gli occhi...

***

Un senso di terrore lo aveva investito completamente, faceva fatica a respirare nonostante non fosse ferito.
Aveva il volto di Felicity davanti al suo, a pochi centimetri. Il respiro della donna lo raggiungeva appena. Un rivolo di sangue delineava lo zigomo della donna per scenderle fino al mento.
La vide muoversi appena raggiungendo con una mano quel liquido rosso che le sporcava il volto di porcellana.
Istintivamente portò una mano su quella della donna.
Le lacrime gli premevano agli angoli degli occhi.
Si alzò delicatamente dal corpo della donna, mettendosi seduto e trascinando Felicity con sè.
La circondò con le braccia, tentando di metterla al sicuro, di proteggerla con il suo stesso corpo.
LA chiamò più volte.
Ogni volta la risposta muta della donna gli provocava un senso di panico e smarrimento.
Provò ancora una volta sentendo la sua voce notevolmente fragile, pronunciare quel nome tra le lacrime
"Felicity..." sussurrò.


***

Tentò di incanalare più aria possibile nei polmoni, un dolore al fianco sinistro la rese incredidibilmente lucida, strinse gli occhi, e rilassò la bocca impegnata fino a poco tempo prima a degrignare i denti per il dolore.
Espirò e aprì gli occhi.
OLiver la stava guardando, il volto trasfigurato dal terrore, sentì una sensazione di calore pervaderle tutto il corpo.
"O...Oliver..." sussurò a fatica, stringendo appena con una mano la camicia logora dell'uomo che la circondava con le sue braccia.
Oliver sorrise emozionato e sollevato, strinse ancora un pò la donna a sè baciandole la fronte.
"Sei al sicuro ora..." le sussurrò tra i capelli.
Felicity annuì rimanendo stretta al suo petto.
Oliver si alzò facendo attenzione a non provocare ulteriori crolli.
Aiutò Felicity a mettersi in piedi continuando a sorreggerla con un bracco intorno alla vita, sentiva chiaramente la testa della donna poggiata sulla sua spalla.
Si volse verso Ray, ferito ad un braccio, che era riuscito a liberarsi dalle macerie e si era alzato accanto a loro.
Nessuno parlò.
Il volto di Ray appariva mortificato e dispiaciuto, lo sguardo che passava da Felicity a Oliver.
Oliver serrò la mascella e scosse appena la testa, non voleva fare polemiche in quella situazione, sospirò tentando di calmare la rabbia omicida nei confronti di Ray che non era riuscito a tenere al sicuro Felicity...la sua Felicity...
SI sentì anche tremendamente colpevole, era anche colpa sua, era lui che aveva aggredito Felicity e l'aveva fatta cadere nelle braccia di Palmer.
Con un cenno della testa indicò alla sua destra.
"Di qua" decise Oliver in maniera ferma e instransigente.
Palmer lo seguì.
Felicity continuando ad aggrapparsi ad Oliver continuò la sua fuga, ma ora percepiva tutto: il dolore per le ferite, il pavimento freddo tra le macerie; tuttavia il terrore di poco prima era svanito, ora era vigile e ben consapevole dei passi che stava compiendo.
Strinse con più forza la camicia di Oliver che ancora non aveva lasciato, un gesto inconsapevole.
Oliver la guardò e le sorrise appena, una tacita promessa: era al sicuro, erano al sicuro, ora c'era lui, ora erano entambi lì, ora potevano fuggire realmente.
***


Le lenzuola le apparivano fresche al contatto con la pelle delle sue mani.
Aprì gli occhi a fatica, la stanchezza le rendeva pesante ogni gesto.
Sentì un tocco più ruvido sulla sua mano sinistra, una sensazione piacevole la percorse per tutto il corpo scosso da brividi intensi.
Si volse alla sua sinistra sorridendo ancor prima di raggiungere con lo sguardo la sua destinazione.
"Ben svegliata..." l'accolse un altrettanto sorridente Oliver, accarezzando distrattamente la mano della donna che continuava a stringere.
Felicity chiuse appena gli occhi in una sorta di tacita risposta, sorrise.
Oliver allargò ancora di più le sue labbra impegnate in quel raggiante sorriso.
"Ho dormito molto?" chiese Felicity con la voce ancora impastata dall'anestesia.
"15 ore" le rispose ridendo Oliver, mentre la donna spalancava gli occhi sorpresa dalla risposta.
"15 ore..." gli fece eco Felicity continuando con lo sguardo rivolto al soffitto "Credo di non aver dormito mai per così tanto tempo...no...decisamente...neanche quando ero in fasce dormivo così tanto, svegliavo sempre mia mamma e mio papà...al college non dormivo...ora non dormo...15 ore...woow incredibi..." 
Qualcuno busso alla porta aperta della camera d'ospedale dove si trovava Felicity, interrompendola.
Oliver e Felicity si voltarono all'unisono verso "l'intruso".

Un imbarazzato Ray rimase come fulminato dallo sguardo della coppia, stringeva un mazzo di fiori in mano.
"Scusate...non volevo disturbarvi...cioè..." si schiarì la voce portando la mano libera chiusa a pugno davanti la bocca e poi riprese "Sono qui...per sapere come sta Felicity...volevo sapere come sta Felicty..." concluse con fermezza ricambiando lo sguardo di sfida di Oliver.
Oliver sembrò fulminarlo con gli occhi ma non parlò.
Felicity spostò velocemente lo sguardo da Oliver a Ray, facendo un enorme fatica poichè i muscoli erano ancora intorpiditi dal lungo sonno.
Portò la mano libera dalla stretta di Oliver al volto, sbuffando rumorosamente.
"Stop!" esordì richiamando l'attenzione dei due uomini su di lei, interrompendo quella lotta visiva che i due avevano intrapreso.
Felicity guardò Oliver, supplicandolo con lo sguardo e tranquillizzandolo allo stesso tempo.
Oliver inclinò in risposta la testa, aggrottando la fronte.
Felicity continuò a guardarlo, questa volta con più fermezza.
Oliver portò gli occhi al cielo e scosse la testa, schioccò la lingua e sbuffò; strinse con più determinazione la mano di Felicity e si alzò dalla sedia su cui l'aveva vegliata tutto il tempo, serrò le labbra e guardò fisso Ray nel suo tragitto per raggiungere il corriodio.
Felicity sorrise appena, con fatica si tirò su, poggiando la schiena sul cuscino del letto e interrogando Ray con lo sguardo.
"Ti ho portato dei fiori" esordì Ray leggermente imbarazzato
Felicity annuì lentamente
"Vedo" 
"Già..." Ray sorrise stringendo le labbra e avvicinandosi al letto
"Li lascio qui?" le chiese indicando il comodino
Felicity annuì battendo le mani tra loro un pò a disagio
"Si...si grazie...grazie Ray...per...per il pensiero..." sorrise continuando a sentirsi imbarazzata e facendo una strana smorfia con le labbra che provocò in Ray una risata, ricambiata da Felicity.
L'uomo si fece improvvisamente serio portando le mani nelle tasche della sua giacca nera.
"Mi dispiace..." cominciò guardando il pavimento "Mi dispiace per..." spostò lo sguardo su Felicity "Per come sia andato il nostro incontro..."
Felicity annuì lentamente, inclinando la testa, battè una mano sul suo pugno chiuso cercando le parole
"Yeah...lo so..." strinse le labbra e guardò Ray
"Sicuramente è stato un appuntamento da record..."
"Decisamente" constatò Felicity scoppiando poi in una risata
"Amici d'infanzia, litigi, lacrime, bombe, crolli, fughe...decisamente non è stato un appuntamento noioso..."
Ray gonfiò le guancia
"Decisamente..."
Felicity annuì di rimando.
Ray prese fiato e trovò il coraggio per continuare
"Ed ora?" chiese l'uomo.
Felicity alzò un sopracciglio non capendo
"Tu e...Oliver?" continuò Ray
Felicity aprì la bocca in un tacito Ah...non aveva idea di cosa rispondere all'uomo...perchè non sapeva minimamente cosa sarebbe successo.
" Io e Oliver..." tentò di iniziare Felicity serrando le labbra, Ray aspettava che continuasse.
"IO e Oliver..." riprovò Felicity, ma anche questa volta lasciò cadere la frase senza una conclusione.
Ray che la incalzava con lo sguardo.
Sbuffò scuotendo la testa esasperata.
"Non lo so!" sbottò Felicity "Non so cosa succederà...non l'ho mai saputo e sto iniziando a pensare che mai lo saprò..." si fermò di nuovo fissando un punto vuoto davanti a lei e proseguì "sono in completa balia degli eventi..." dichiarò più per sè che per Ray.
Alzò le mani al cielo scuotendo la testa e aprendo la bocca per continuare, lo sguardo che si era fatto triste.
"Penso che..." si morse il labbro inferiore continuando a guardare davanti a sè "Penso che ora..." sospirò chiudendo gli occhi "Io debba aspettare..." schioccò le labbra.
Ray si toccò il volto con una mano, disegnando con le dita il contorno del suo viso
"Oliver?" 
Felicity annuì continuando a non rivolgere lo sguardo verso l'uomo.
"Aspetterai tanto?"
"Non lo so..." rispose Felicity.
"Felicity...sentì...non voglio mentirti...tu mi piaci e...non voglio arrendermi..." sorrise alla donna che si era voltata verso di lui "Non mi sono mai arreso in tutta la mia vita...e non lo farò neanche ora..."
Felicity tentò di fermarlo "Ray io..." ma fu lui a fermare lei con un gesto della mano.
"NO Felicty...so quanto vali...continuerò a provarci...non mi importa di nulla..." non aggiunse altro e non aspettò altro, annuì convinto e la salutò con un gesto del capo.
Felicity era rimasta senza parole, le capitava troppo spesso ultimamente, e continuò a fissare la porta da cui si affacciò Oliver.
Felicity sorrise.

L'uomo si diresse verso il comodino dove aveva scorto i fiori che prima della sua uscita non c'erano.
In prossimità del regalo di Ray, Oliver alzò un dito indicando l'oggetto incriminato guardando Felicity.
Felicity sorrise a denti stretti e annuì facendo una smorfia buffa.
"Erano carini..." schioccò la lingua.
Oliver sorrise ironico e afferrò i fiori buttandoli nel secchio del bagno.
"Molto carini...ma preferisco le felci" decretò il biondo uscendo dal bagno e strofinandosi le mani.
Felicity sorrise complice.
Oliver gonfiò le labbra e si diresse verso la sua sedia accanto al letto della donna. Poggiò i gomiti sulle gambe sporgendosi in avanti.
"Come ti senti?" le sussurrò dolcemente.
Felicity si ravvivò una ciocca di capelli. 
"Meglio".
Oliver sorrise e con aria infastidita le chiese
"Cosa voleva Palmer?"
Felicity strinse le labbra e si mise a giochicchiare con il lenzuolo ritardando la risposta.
"Fe-Li-Ci-Ty..." la richiamò Oliver tenendo fisso lo sguardo su di lei.
Felicity sorrise imbarazzata e si schiarì la gola.
"Chiedere come stavo..." 
"E...?" la incitò Oliver.
Felicity sbuffò guardando il soffito, e senza rivolgersi con lo sguardo ad OLiver aggiunse
"E dirmi che non si arrenderà con me...".
"Incredibile" rimbrottò Oliver.
"Cosa?" lo  incalzò Felicity.
"Niente..." disse Oliver palesemente infastidito, un pugno serrato poggiato sulla gamba.
Felicity osservò la mano dell'uomo e spalancò gli occhi, gli indicò il suo pugno chiuso. 
"Non fare il bambino..."
"Non sto facendo il bambino..." rispose Oliver fissando Felicity che lo stava guardando con la testa inclinata.
"OK..."
"Bene" decretò Felicity spianando con le mani il lenzuolo sulle sue gambe.
"Mi da fastidio..." esordì d'un tratto Oliver.
"Cosa?"
"Ray Palmer..." scandì nome e cognome in tono cansonatorio dondolando la testa e proseguì
"Ray Palmer e te...te e Ray Palmer..."
Felicity scoppiò a ridere ma si fermò subito, coprendo la bocca con una mano, quando Oliver la fulminò con lo sguardo
"Scusami..scusami...ma...avresti dovuto vedere la tua faccia..." scoppiò nuovamente a ridere, questa volta Oliver non potè fare a meno di seguirla.
Risero ancora un pò, poi Oliver si fece serio e si alzò dalla sedia spostandosi sul letto.
"Posso?" le chiese mettendosi già più comodo sul letto
Felicity fece un gesto della mano indicando il lenzuolo
"Certamente..."
Oliver la guardava negli occhi, le risate di poco prima avevano lasciato il posto ad un sorriso serio e profondo, Felicity si sentì letteralmente penetrare da quello sguardo.
Questa volta fu Oliver a giochicchiare con il lenzuolo prima di iniziare
"Felicity..." la donna non parlò, non disse nulla...attese
"Quando..." si schiarì la voce da cui traspariva un nota di commozione non indifferente "Quando ho visto crollare quel soffitto...e..." strinse le labbra, aveva gli occhi lucidi "E tu eri lì...con Palmer..." sorrise amaro "Io...il mio corpo...si è mosso...non ho pensato, ho semplicemente agito..." Felicity si passò la lingua sulle labbra, aveva la gola tremendamente secca e si sentiva nervosa, continuò ad ascoltare Oliver "Ho temuto il peggio...tenerti tra le mie braccia, respiravi a pena, non mi rispondevi, avevi una ferita alla testa...è stato orribile...ho creduto di averti perso...".
Felicity asciugò una lacrima che le aveva solcato il volto e istintivamente afferrò una mano dell'uomo che ricambiò subito il contatto, stringendo la mano della donna con entrambe le mani.
"In quel momento è stato come se tutti i miei incubi si fossero avverati, erano lì davanti a me e io non potevo fare nulla"
"Lo so Oliv..." provò a cominciare Felicity ma Oliver scosse la testa e la interuppe
"Non voglio più provare una cosa del genere...non in quel modo..."
Felicity socchiuse le labbra
"Mi sentivo così in colpa..."
"Non è stata colpa tu..."
"Si che lo è stata...non avrei mai dovuto lasciarti andare..."
Felicity strabuzzò gli occhi
"Sarei dovuto rimanere al tuo fianco" la voce ora appariva ferma, il volto di Oliver concentrato.
"Avrei dovuto proteggerti"
"Lo hai fatto..." tentò di rincuorarlo Felicity accarezzando la mano dell'uomo
"Mi hai salvata, sei corso da me per la trecentesima volta..." Oliver ruppe la maschera di serietà che aveva indossato con un sorriso sincero
"Mi mancava...l'ultima volta ti sei salvata da sola..." constatò sorridendo dolcementeal ricordo.
Felicity alzò un pugno in aria annuendo "Sto imparando dal migliore...".
Oliver sorrise un'ultima volta prima di reimpegnare il volto in un'espressione seria e ferma.
"Quello che ti vorrei dire Felicity..."
"Che..." schioccò le labbrà cercando le parole "Che nonostante tutto...io..."
Felicity attendeva che continuasse a parlare, il cuore sembrava scoppiarle nel petto da un momento all'altro, il respiro era corto.
"Io ti amo Felicity..." sussurrò Oliver guardandola negli occhi, pronunciando quelle parole tutti i muscoli del corpo prima contratti e tesi si erano rilassati.
"E non voglio rinunciare a te...non di nuovo...no se tu non lo vorrai...e anche lì combatterei e..."
"Ti amo anche io..." lo aveva fermato Felicity.
"Ti amo anche io e...la cena con Palmer...non...non ha significato nulla..."sorrise tristemente "Non ero io...non ho parlato o sparlato neanche una volta...ero come in una sorta di trance...da cui mi sono risvegliata solo in tua presenza..."
"Scusami per quello che ho detto nel corrid..." iniziò Oliver subito fermato da Felicity.
"Lo pensavi..."
"No...sono stato troppo duro..."
Felicity socchiuse gli occhi che si era fatti lucidi...

"E ora...?" chiese Felicity rompendo quel momentaneo silenzio.
"E ora cosa?" le rispose OLiver.
Felicity guardava il lenzuolo "Tu ami me...io amo te...ci amiamo...lo abbiamo detto...e ora?".
Oliver sentì un nodo alla gola incapace di rispondere, liberò delicatamente la mano della donna dalle sue, circondando delicatamente il volto di Felicity con le sue mani facendo in modo che lo guardasse negli occhi.
Felicity lo lasciò fare, sentiva le mani ruvide dell'uomo intorno al suo volto, un dolore lancinante ma allo stesso tempo piacevole aveva iniziato a batterle nel petto.
Oliver si avvicinò al volto della donna continuando a guardarla negli occhi, gli sguardi intrecciati, il naso della donna ormai sfiorava il suo, sentiva il respiro caldo di lei sulle sue labbra.
Sfiorò il labbro superiore della donna con la sua bocca, delicatamente lo baciò chiudendo gli occhi.
Felicity portò una mano sul voltò di Oliver accarezzandogli la guancia ricoperta da una leggera barba che le punzecchiò la pelle.
Il bacio si fece più profondo e i due si lasciarono andare, consapevoli della loro presenza, del loro esserci, del loro ruolo l'uno nella vita dell'altro.
I due si staccarono appena, aprirono gli occhi riallacciando subito il contatto visivo e presero aria dopo la lunga apnea a cui si era abbandonati.
"E ora...non lo so...Felicity...ma so... che non rinuncio a te" le aveva sussurrato Oliver "Non rinuncio a te...non so cosa questo significhi...ma non ti lascio andare di nuovo..."
Felicity annuì impercettibilmente, il suo volto ancora nelle mani di Oliver.
"Ok..." sussurrò semplicemente in risposta.
Con il pollice gli accarezzò la guancia, sorridendo, si riavvicinò alle sue labbra e lo ribaciò.



*Fine*






***Note dell'autrice***

Eccoci qui...la fine è arrivata.
Ci ho pensato tantissimo a questo finale....ho riletto tutti i capitoli...i passi più importanti...ed ho tentato di capire come poter concludere degnamente questa ff...e mi sono risposta con questo finale...
Finale che so incocludente...che so che non dice nulla e che lascia tutto in sospeso...e forse proprio per questo l'ho scelto come mio finale...
Io mi sono innamorata degli Olicity per il loro essere così fuori dalle righe e per non aver mai avuto qualcosa di concluso...io amo lo slow burn per quanto questo faccia soffrire...e concludere questa ff in maniera differente mi sarebbe sembrato come voler tradire i personaggi e il loro rapporto...sarebbe stato un AU e OOC bello e buono poichè...a mio parere questi personaggi devono essere così...si amano e glielo ho fatto dire...lo sanno di amarsi...ma...non sanno cosa vogliono fare concretamente e realmente o per lo meno ancora non sono pronti ad ammetterlo... e io,  poichè ho costruito questa ff su episodi della serie non potevo tradirla...dovevo e volevo rimanere fedele al filo rosso del "detto e non detto" della consapevolezza del loro amore e della difficoltà che questo comporta.
Inoltre credo che questa coppia sia così bella perchè non fonda il proprio amore su qualcosa di concreto...cioè...su appuntamenti, fiori, o su grandi eventi, bensì il loro rapporto è bello per il percorso che ha intrapreso, che ha attraversato e che tutt'ora sta attraversando, noi li amiamo per gli sguardi quotidiani che si mandano, per le attenzioni reciproche...per il loro piccolo, grande percorso...quindi questa ff non poteva avere un finale con il botto...doveva essere coerente al loro percorso...percorso che ho tentato di riproporre nella ff...percorso che rende bellissimi gli Olicity e che non volevo tradire...dicendo questo spero di non avervi deluso e/o tradito.
Vi ringrazio per il fedele sostegno e mi scuso ancora per eventuali errori.
UN bacione a tutte!!!
E come sempre aspetto i vostri commenti...davvero davvero trepidante....baci baci

Luna


P.S. inoltre il fatto che io abbia lasciato il finale aperto non esclude a priori che io possa riprendere la storia un domani...oppure abbandonarla per scriverne un'altra....


 


  
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