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Autore: Alechan Black Helsing    28/10/2008    3 recensioni
Capire. C’era sempre qualcosa da capire per me. Dovevo capire cos’ero, dovevo capire cosa facevo, dovevo capire perché ero diversa, dovevo capire perché mi era capitato Jacob Black, dovevo capire perché non potevo scegliere, dovevo capire come sarebbe stato vedere, o meglio rivedere, Bella Swan dopo sei mesi. Fanfiction a proposito di Jacob Black e qualcun'altro...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Don't you dare.
1. o

«Piove» dissi atona nella cornetta del telefono che reggevo tra le dita intorpidite dl freddo. La testa mi pulsava in maniera disumana, sentivo ogni rumore amplificato, ogni goccia di pioggia che scivolava contro i vetri sembrava nella mia testa rumore di bicchieri infranti sul pavimento.
Cercai di concentrarmi sulla conversazione che stavo tenendo al telefono; chiusi gli occhi e tamburellai con le dita sul tavolo di mogano importato dall’Italia
«Certo che ho sentito, non sono mica sorda» la mia voce venne fuori troppo acida e dall’altra parte del telefono sgorgarono lamentele per il mio tono così ostile; stufa del lamentarsi continuo per ogni mio gesto tagliai corto «Mi dispiace » dissi con freddezza e poi, rimanendo ancora in ascolto, aiutandomi coi piedi mi tolsi le scarpe da trekking e le lanciai con la mano libera nell’angolo della stanza illuminata dal lampadario a soffitto.
La voce dall’altra parte sembrava inarrestabile quasi come la pioggia fuori dall’abitazione che stavo occupando; un tuono scoppiò in lontananza e capii che era il momento di andare.
Salutai in fretta e riappesi, controllai l’orologio appeso sopra la porta e corsi su per le scale a cambiarmi; feci scivolare camicia e pantaloni pesanti e bagnati sul pavimento e presi dall’armadio un paio di jeans piuttosto bucati ed una felpa pesante con cappuccio, infilai anche un paio di calzini pesanti, più per abitudine che per altro. Quando finalmente fui pronta mi avvicinai allo specchio e cercai di sistemarmi i capelli alla bell’e meglio, sapendo da principio che non ci sarebbe stato nulla che li avrebbe tenuti a posto. Presi dal pomello dello specchio un elastico e feci una treccia veloce lasciando alcune ciocche ricadenti sul volto.
Una volta pronta ripercorsi le scale e presi direttamente la porta senza nemmeno fermarmi per prendere il telefono che volò sul pavimento schiantandosi contro l’entrata, sbattei i piedi mentre annullavo la distanza tra me ed il piccolo apparecchio apparentemente funzionante, mi rimisi in piedi appena in tempo per sentire bussare; senza pensare aprii la porta e tutta la stanza fu invasa da una luce scintillante e calda come il sole: «Ciao Jacob» dissi seccata mentre uscivo sotto il portico accendendo le luci esterne; allungai una mano all’appendiabiti vicino alla porta, ne cavai il giaccone e mi chiusi la porta alle spalle mentre Jacob Black mi fissava sorridendo apertamente
«Buongiorno raggio di sole!»
«Buongiorno? No dico, ma per te le sei di sera sono giorno?» dissi alzando un sopracciglio. Intanto la lampo del giaccone s’era impigliata di nuovo, armeggiai un po’ cercando di evitare di forzare la cerniera quando Jacob allungò le mani sul piccolo pezzo metallico e lo fece scorrere fin sotto il mio mento
«Beh, si, mi sono svegliato da poco…» disse sbadigliandomi sulla faccia.
“Andiamo bene” pensai tra me e me avvicinandomi alla macchina parcheggiata nel vialetto; la pioggia mi batteva sulla testa fasciata dal cappuccio e scivolava sulle spalle, mi voltai per vedere Jacob camminare a testa alta con la bocca aperta verso la portiera del passeggero.
«M’infradicerai la macchina» dissi aprendo la portiera, lui imitò il mio gesto, ma invece di entrare appoggiò il braccio sul tettuccio e mi fissò serio
«E se facessimo una corsa?»
«Sei impazzito?» urlai fissandolo sbalordita
«Cosa! Non dirmi che sei ancora terrorizzata dalla velocità!» mi squadrò incredulo enfatizzando sulla parola ancora. Non risposi e mi sedetti al posto di guida slacciandomi il pesante giaccone nero, poi mi sporsi sul sedile accanto e dissi accigliata «O Sali o corri», tornai al mio posto e lui s’infilò in macchina.
«Sei una vera rompiscatole» disse giocherellando con la radio accesa su una stazione di musica jazz
«E tu stai sgocciolando sulla mia auto, siamo pari»
Avviai il motore silenzioso dell’auto e feci retromarcia immettendomi sulla strada, percorremmo il tragitto fino alla 101 in silenzio, che ruppe spegnendo la radio che fino a quel momento era stato l’unico rumore
«Come… Insomma, come credi che sarà quando… Insomma, hai capito no?» non mi guardava ed io continuai a tenere lo sguardo fisso sulla strada. Capire. C’era sempre qualcosa da capire per me.
Dovevo capire cos’ero, dovevo capire cosa facevo, dovevo capire perché ero diversa, dovevo capire perché mi era capitato Jacob Black, dovevo capire perché non potevo scegliere, dovevo capire come sarebbe stato vedere, o meglio rivedere, Bella Swan dopo sei mesi.
Non conoscevo Bella Swan, l’avevo vista nei pensieri di Jacob, ma non ne aveva mai apertamente parlato da quando ci eravamo conosciuti, niente che potessi usare per capire meglio, dovevo accontentarmi di scorci dolorosi quando correva nella foresta come lupo. Quello che avevo scoperto ovviamente l’avevo conservato per me e non gliene avevo mai fatto parola, non ne valeva la pena, o forse avevo paura di far sanguinare ancora quelle ferite che si ostinava a tenermi nascoste.
Scrollai le spalle e sospirai guardando finalmente nella sua direzione
«Non ne ho idea, magari sarai felice di rivederla»
«Rivederla morta vuoi dire»
«Non dire così»
«E cosa dovrei dire? E’ a tutti gli effetti morta! E’ un pezzo di pietra senza battito cardiaco!»
«Ora stai esagerando!»
Un ringhio si levò dal suo petto, con mani tremanti si massaggiò la testa; io svoltai sulla strada che conduceva alla villa dei Cullen, appena sorpassato il passaggio spensi la macchina e scesi senza aggiungere altre parole. Non ebbi nemmeno il tempo di muovere due passi oltre la macchina che due dei quattro maschi Cullen mi fissavano con espressione illeggibile. Il più alto dei due, con dei riccioli neri e gli occhi color topazio osservò Jacob, lo riconobbe e la sua espressione si sciolse in un sorrisetto
«Il cane è tornato» disse con una voce da cantante lirico, io lo fissai per un lungo momento e poi battei un pugno sul finestrino del guidatore «Esci» dissi rivolta a Jacob senza però smettere di fissare i due vampiri che mi guardavano, il biondo si avvicinò con espressione cortese tendendomi la mano «Sapevamo del tuo arrivo Laney» non fui troppo stupita del fatto che conoscesse il mio nome, mi chiedevo piuttosto cosa sapesse d’altro; gli strinsi la mano e sorpassai la macchina in quattro passi, Jacob finalmente uscii dall’abitacolo ed emise un ringhio verso il vampiro coi capelli scuri, lo guardai di nuovo e mi tese anche lui la mano
«Emmett Cullen»
«Piacere, Laney» dissi stringendogli la grossa manona nella quale la mia spariva.
Jacob si mise accanto a me silenzioso ed ostile, riuscivo a sentire il suo nervosismo, s’incamminò con noi. Raggiungemmo la casa nel più completo silenzio, non appena fummo sotto il portico, una ragazza bassa, con dei capelli castani lunghi fino sulle spalle ci venne incontro, i suoi occhi erano di un intenso color marrone, teneva le mani strette sulla bocca; Bella Swan. Accanto a lei ovviamente era comparso quello che doveva essere Edward.
«Jake… Jake!» la ragazza mosse qualche passo in direzione di Jacob e notai che non si stava tenendo le mani sulla bocca, stava levandosi le lacrime dalle gote; Jake avanzò timidamente di un passo e si fermò per voltare il capo e guardarmi, gli sorrisi incoraggiante e lui rispose al mio sorriso osentandone uno che nacque e morì nello stesso momento
«Ciao Bells»
«Dio, Jake sei salvo! Credevo fossi morto! Perché sei sparito per sei mesi?» la voce della ragazza sembrava tremante, senza ulteriore indugio seguii gli altri che si ritirarono lasciando fuori solo i due novelli sposi e Jacob. La grande ed ariosa sala non l’avevo mai vista così, l’unico ricordo che Jacob mi aveva fornito era di una sala scura, adorna di festoni e con lui psichedeliche. Ora era tutto diverso; quando entrai in sala al seguito di Emmett, tutti i presenti si alzarono, vidi un paio di espressioni tese ed altri due sorrisi, la donna che doveva essere la padrona di casa e quindi la moglie del vampiro biondo che mi aveva accolta si avvicinò a me a passo lento
«Benvenuta in casa nostra Laney, io sono Esme e questi sono i miei figli: Rosalie ed Alice, mentre lui – indicò un ragazzo appoggiato ad un mobile sul fondo della sala che mi scrutava – è Jasper, mio marito invece è Carlisle Cullen» sorrisi a tutti un po’ imbarazzata e salutai evitando di presentarmi dato che, ovviamente, tutti conoscevano il mio nome. Carlisle fece segno a tutti di accomodarsi e, non appena mi sedetti su di una poltroncina leggermente più distante dal resto dei posti a sedere sentimmo la porta d’entrata chiudersi e sulla porta comparvero Edward, Bella e Jacob che si tenevano per mano. Spostai lo sguardo incuriosito su Rosalie che mi stava ancora osservando di sottecchi e le sorrisi, non potei fare altro perché Carlisle prese la parola
«Vorrei aggiornare Jacob e Laney sulla situazione con la famiglia di Tanya a Denali. Come sicuramente saprete, l’estate scorsa la famiglia di Tanya si è rifiutata di aiutarci perché Irina, che aveva una relazione con Laurent, aveva chiesto a noi di poter rompere la tregua coi licantropi. Ovviamente dopo il nostro rifiuto i rapporti con la famiglia di Denali si sono interrotti. Ora, abbiamo saputo tramite Alice – ed indicò la ragazzina coi capelli neri – che hanno intenzione di venire a dichiarare guerra ai lupi ed a noi» la sua voce era come un magnete, tutte le teste erano rivolte verso il vampiro biondo che parlava accomodato ad un bracciolo del divano accanto alla sua dolce metà.
«Quello che loro non sanno è che i lupi dalla loro parte hanno una creatura che abbiamo sempre e solo creduto leggenda. Una creatura che è per metà lupo e per metà vampiro. Un ibrido. Non ha un cuore che batte, ma non può mordere per uccidere. E’ letale come un lupo per i vampiri, ma altrettanto come un vampiro per un lupo. Caratterizzato da due occhi di colore diverso che rispecchiano la natura dell’ibrido, quella vampira e quella di licantropo»
Non ci fu bisogno che smettesse di parlare perché tutti si voltassero a fissarmi increduli, notai lo sguardo di Edward volare da me a Jacob e poi di nuovo a me, feci finta di nulla e lasciai che loro facessero le domande di rito, ma l’unica domanda che si levò nell’aria non era quella che aspettavo
«E’ per lei che io sono ancora umana?» Bella Swan stava ancora stringendo la mano di Jacob, fissava sbalordita Edward, Carlisle e me, i due dopo essersi scambiati uno sguardo eloquente lasciarono che rispondesse Alice
«Si, noi siamo in sette, ed il branco non può farcela con quelli di Denali senza di noi, ma, se Edward ti avesse trasformata saremmo stati in cinque. Numero non abbastanza da poter aiutare i cani. Scusa Jacob – disse sorridendogli, notai solo allora che non stava respirando – per questo devi restare umana e stare con lei. Lontano dalla bolgia, può proteggerti»
«Un momento… Volete che faccia la guardia a questa ragazza?» chiesi sconcertata.
Un conto era non essere apprezzati in quanto diversi, un conto era essere apprezzati per delle qualità da baby-sitter. Mi alzai e incamminai verso la porta d’entrata a larghi passi
«D’accordo, non avete bisogno di me per delineare un piano, fate quello che ritenete opportuno, Jacob si premurerà di farmi conoscere la decisione»
A sbarrarmi la strada c’era Edward Cullen, di una bellezza straordinaria ed, ovviamente, inumana. I suoi occhi erano teneri ma inesorabili
«Resta qui, devi conoscere tutti i dettagli» la sua voce era quasi inudibile ed ero certa che, a parte i non umani, Bella non avesse sentito; sussurrai a mia volta spostando il peso da un piede all’altro
«Li conoscerò, ora lasciami andare»
«No»
«Senti, o ti sposti tu, oppure ti sposto io. Fatto sta che voglio uscire e non sarai tu ad impedirmelo»
Finalmente si spostò ed io potei uscire nell’aria fredda ed intrisa di pioggia che cadeva ancora fitta ma meno rumorosamente. Scelsi di non prendere la macchina e corsi in direzione di First Beach, con una corsa molto più umana che non vampira. Correvo come immaginavo avrebbe corso Bella.

Note dell'autrice: La mia prima fanfic dopo tanto tempo! Dunque, ho scelto Jared Padalecki come Jacob e Danielle Panabacker come Laney, spero che vi piacciano che e che riusciate a vederli mentre leggete. Questa fanfic prende piede sei mesi dopo Eclipse e non ha NULLA a che fare con Breaking Dawn, sarei felice se commentaste e criticaste anche u_ù a presto col prossimo capitolo!.

  
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