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Autore: teresartist    18/11/2014    1 recensioni
Blaine vive in un mondo in cui l'amore è vietato, lui se ne vuole andare perchè sa troppo, troppo di quello che c'è al di là del filo spinato.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Camminavano già da qualche giorno, si fermavano solo la sera tardi dopo che Kurt aveva scrutato attentamente il cielo scuro e illuminato da milioni di stelle. A Blaine piacevano le stelle, gli trasmettevano calma e pace, gli sembrava che qualcuno stesse vegliando sul mondo e questo lo rassicurava parecchio. Anche a Kurt piacevano le stelle ma nelle sere di quasi-inverno lo preoccupavano, cielo senza stelle voleva dire freddo e freddo voleva dire sbrigarsi. Era frustrante.
 
“Kurt sono stanco” diceva spesso Blaine, così Kurt lo raggiungeva e gli regalava qualcosa da mangiare, gli baciava la fronte e le labbra, gli prendeva la mano e procedevano mano nella mano.
 
Una sera la luna era alta nel cielo e le stelle non si vedevano, era più tardi del solito e anche Kurt aveva bisogno di riposo; stavano per sedersi sotto un albero per dormire quando Kurt vide del fumo alzarsi dalla foresta
 
“Blaine!” esclamò, la sua voce era un misto di eccitazione e preoccupazione “Blaine vedo del fumo”
 
“Cosa? Che vuol dire?” chiese Blaine confuso
 
“C’è qualcuno! Avanti andiamo!”
 
“Non possiamo aspettare domani Kurt? Ho molto sonno” disse Blaine con lo sguardo stanco.
 
Kurt si voltò a raggiungerlo, gli prese il viso tra le mani e lo baciò lentamente, sotto la luna, Blaine sentì il calore delle labbra del ragazzo dei boschi sulle sue e si sentì a casa, sapeva che avrebbe seguito quelle labbra, quelle mani, quel corpo per sempre.
 
“Sarebbe meglio che andassimo ora, non dirmi che non hai voglia del calore del fuoco e della morbidezza di un letto comodo” Kurt sorrise e i suoi denti bianchi rispecchiarono la luce delle luna
 
“D’accordo” disse Blaine alla fine, prese la mano di Kurt e si avviarono lentamente.
 
Ad un tratto Kurt si voltò a guardare il volto stanco del ragazzo con nocciole per occhi
 
“Blaine ascoltami, in questo accampamento abitano dei ragazzi e forse anche delle ragazze, ci proveranno con te e anche con me perché questo è quello che fanno” Kurt fece un ampio respiro “Tu però non staccarti un attimo da me, capiranno”
 
Blaine era confuso, non capiva di cosa Kurt stesse parlando “Non capisco cosa intendi” e poi era dannatamente stanco
 
“Ti ricordi che ti ho raccontato dei ragazzi che a sedici anni vanno a cercare la loro anima gemella?”
 
“Si”
 
“Questi ragazzi a volte formano degli accampamenti per l’inverno e suppongo che questo sia uno di quelli” spiegò Kurt
 
“Ma non vogliono farmi del male” disse Blaine che non si era chiarito abbastanza le idee
 
“No, ma tu sei un bel ragazzo e non sai come funzionano le cose qui, potrebbero abusare del tuo carattere e…portarti via da me”
 
“Mai” disse fermamente Blaine “Non lo faranno” strinse forte la mano di Kurt nel buio
 
“Fai attenzione per favore” Kurt disse preoccupato “Cercheremo di andarcene il prima possibile”
 
Kurt era troppo nervoso, Blaine si fermò e si mise di fronte a lui con gli occhi assonnati ma pieni di amore “Ei, stai tranquillo d’accordo?”
 
Kurt annuì e Blaine lo baciò piano “Ti amo”
 
“Anche io ti amo”.
 
Camminarono mano nella mano per un po’, erano stanchi, le gambe gli facevano male, gli occhi si stavano per chiudere ma il calore del fuoco era sempre più vicino e li attirava.
Dopo circa mezz’ora di cammino gli occhi di Kurt, allenati al buio, cominciarono a scorgere delle figure nella notte, alti giovani stavano in piedi intorno al fuoco “Si staranno raccontanto belle storie” pensò Kurt.
 
Finalmente arrivarono, stremati dalla giornata di cammino, Kurt guardò il cielo, doveva essere mezzanotte.
 
“Lascia fare a me d’accordo?” disse Kurt voltandosi verso Blaine, quest’ultimo, troppo stanco per parlare si limitò ad annuire, si fidava cecamente di Kurt e continuò a farlo anche quando Kurt estrasse dalla tasca dei suoi pantaloni una pietra scalfita che fino ad ora aveva usato come coltello.
 
Si avvicinarono lentamente, Blaine stava sempre un passo dietro a Kurt.
 
Quando furono abbastanza vicini Kurt si mise in posizione di difesa e urlò “HEY!”
 
Tutti i ragazzi che stavano intorno al fuoco si voltarono all’unisono e Kurt fece qualche passo avanti. Un ragazzo, forse il più grande, alto, forte e muscoloso gli si avvicinò mentre Blaine si fermò più lontano da Kurt. Ad un tratto il ragazzo sconosciuto disse qualcosa in una lingua che Blaine non comprese, ma Kurt si e gli rispose. Blaine era scioccato, non sapeva Kurt parlasse un’altra lingua.
 
“Non vi faremo nulla, vogliamo solo un riparo per un paio di giorni” disse poi Kurt in modo che Blaine capisse
 
Il ragazzo robusto gli rispose sempre in quella strana lingua, aveva una voce profonda e cresciuta, molto diversa da quella di Kurt.
 
Blaine vide Kurt togliersi dalla spalla l’arco che portava con se da settimane. Volevano qualcosa in cambio.
 
“Restate” disse il giovane.
 
A quel punto Blaine si avvicinò a Kurt, il ragazzo si voltò verso i compagni e gli intimò qualcosa che Kurt non tradusse a Blaine, cinque ragazzi si voltarono e si allontanarono.
Il ragazzo che aveva parlato con Kurt testò l’arco facendo passare una freccia a due centimetri dai due ragazzi. Poi fece loro segno di raggiungerlo. I tre si sedettero davanti al fuoco e videro che i cinque ragazzi che si erano allontanati poco prima stavano montando una tenda.
Blaine trovò sollievo in quel tepore, stava per appoggiare la testa sulla spalla di Kurt ma questo si spostò e lo guardò con uno sguardo rassicurante.
Il ragazzo dell’accampamento parlò, questa volta Blaine lo capì.
 
“Cosa fate qui?” chiese
 
“Stiamo tornando a casa” disse Kurt senza mostrare il minimo segno di gentilezza nella voce
 
“Dove abitate?”
 
“Io abito nelle Terre dei laghi” rispose Kurt prontamente senza distogliere gli occhi dal fuoco che scoppiettava davanti a loro
 
“E lui?” chiese il ragazzo guardando Blaine da dietro le spalle di Kurt
 
“Lui ora viene con me” rispose Kurt serio. Aveva messo subito le cose in chiaro, Blaine era suo e nessuno lo poteva toccare.
 
Per un po’ nessuno fiatò, poi i cinque ragazzi tornarono accanto al fuoco e dissero qualcosa.
 
Kurt si alzò e fece cenno a Blaine di seguirlo, i due si avviarono verso la tenda che era stata montata per loro, entrarono e trovarono dentro quattro coperte, ne misero due per terra, si tolsero le felpe e si sdraiarono vicini, Blaine stava morendo di sonno ma voleva parlare con Kurt. Si coprirono con le due coperte restanti, erano morbide e calde, ma non ne distinguevano il colore nel buio della notte.
 
“Non sapevo parlassi un’altra lingua” disse Blaine facendosi più vicino a Kurt
 
“Benvenuto nel mio mondo” Kurt sorrise “C’è anche un dialetto delle Terre dei Laghi”
 
“Me lo insegnerai?” chiese Blaine sognante
 
“Lo imparerai” Kurt cercò la mano di Blaine da sotto le coperte e gliela strinse, poi disse qualcosa che Blaine non capì, era una parola dolce, gentile, gli piaceva.
 
“Cosa?”
 
“Vuol dire buona notte nel dialetto della Terra dei Laghi”
 
“Allora buona notte anche a te” disse Blaine cercando il viso di Kurt con l’altra mano, lo trovò e lo baciò piano.
 
 
Si svegliarono la mattina dopo quando il sole era già alto nel cielo. Kurt si era già alzato quando Blaine uscì dalla comoda tenda dove avevano passato la notte. Kurt era in piedi di fianco alla tenda, aveva qualcosa in mano.
 
“Buon giorno” disse Blaine vendendolo serio
 
“Ciao” Kurt gli sorrise, Blaine si guardò intorno, c’era un grande accampamento, una decina di tende verdi e due falò ancora accesi, un gruppo di ragazze dai lunghi capelli biondi camminava verso la foresta e i ragazzi dell’accampamento stavano cucinando qualcosa su un fuoco da campo.
 
“C’è la colazione” disse Kurt offrendo a Blaine una pagnotta calda con dei frutti rossi, Blaine guardò quel cibo come fosse manna venuta dal cielo.
 
“Grazie” disse con la bocca già piena “Che ore sono?” chiese
 
“Circa le undici” disse Kurt scrutando il sole alto nel cielo, Kurt aveva la mente assente.
 
“Tutto bene?” gli chiese Blaine vedendolo strano
 
“Non mi fido a stare qui” Kurt diede un calcio a una pietra che stava sul terreno erboso
 
“Dai sono stati così gentili con noi” gli disse Blaine ancora intento a mangiare la sua pagnotta
 
“Appunto”.
 
Passò qualche ora e Kurt non fece allontanare Blaine nenache di un passo, lo accompagnava ovunque. Verso le quattro del pomeriggio Kurt si allontanò dell’accampamento e Blaine lo seguì
 
“Beh, che vuoi fare?” chiese Blaine scherzando mentre Kurt si sedeva su un ramo basso di un albero.
 
Kurt non rispose. Blaine si avvicinò e gli diede una piccola spinta.
 
“Smettila Blaine” disse Kurt, era strano, preoccupato.
 
“Mi dici che sta succedendo?”
 
“Voglio andare via da qui” disse Kurt alzando lo sguardo alle fronde folte dell’albero dove gli uccelli facevano il nido
 
“Ho capito ma non puoi calmarti un attimo?” Blaine si sedette per terra
 
“NO BLAINE!” Kurt gli urlò addosso.
 
Blaine non rispose nulla.
 
“Scusami”
 
“Fai come ti pare”
 
“Aspetta”
 
“So prendermi cura di me stesso”
 
“No Blaine…”
 
“A dopo”
  
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