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Autore: Mordreed    19/11/2014    5 recensioni
COLIN O'DONOGHE- JENNIFER MORRISON
Due perfetti sconosciuti che si incontrano per caso, anni prima che il destino li unisse in una nuova esperienza lavorativa. Un incontro dimenticato, un nuovo inizio. Una storia d'amore tormentata, intesa e proibita che sconvolgerà la vita di entrambi. La passione incontrollabile e sventurata, di due amanti clandestini e maledetti.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: colin o'donoghue, Jennifer Morrison, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Los Angeles, Luglio 2012

 

ore 6.00

 

Il sole stava sorgendo, e la sua luce avvolgeva la città di un intenso colore dorato.

Beh, avrebbe dovuto dire set e non città, ma dal momento che stava camminando sulla Main Street di Storybrooke, costruita un anno prima per le riprese dello show, la definizione non era poi così errata.

Quella era la sua città adesso, la sua casa.

Camminava beata godendosi la calma e la tranquillità del primo mattino.

Silenzio assoluto.

Nessun autore esigente che impartiva ordini, nessun macchinista rumoroso, nessun stagista esaurito.

Niente chiacchiere, niente voci, rumori.

Solo il delicato fruscio del vento che accarezzava quella città fantasma.

Si stiracchiò pigramente lasciando che i primi raggi di sole le solleticassero il viso.

"Ti godi il panorama piccola J?"

Aprì gli occhi come se si trattasse di un incubo.

Si voltò e lui era li, apoggiato all'angolo del negozio di Mr. Gold che fumava una sigaretta.

Addio pace dei sensi.

"Non puoi fumare"

Fu la prima cosa che le venne in mente da dire.

"E buongiorno anche a te.."

Rispose lui sorridendole.

"Non si fuma qui, c'è un cartello all'entrata che lo vieta espressamente"

Ribadì lei testarda.

"Si, mi sei mancata anche tu.."

Lui continuò con la sua farsa e questo risvegliò in lei tutto il risentimento che provava verso di lui.

Erano passate quasi due settimane dal loro ultimo incontro al bar. Due settimane di pace, a casa a studiare la parte per le riprese che sarebbero cominciate quel giorno stesso.

Lei gli dette le spalle e riprese a camminare come se lui non ci fosse.

Colin le corse dietro, la raggiunse e si posizionò al suo fianco.

"Scusami. Non sapevo fossi anche una maniaca delle regole"

Lei lo ignorò.

"Allora, come stai?"

Lei sorrise e scosse il capo incredula per la sua sfrontatezza.

"Puzzi di fumo"

Gli disse.

"Tranquilla.. per oggi non abbiamo in programma nessuna scena di baci"

Replicò l'irlandese portandosi nuovamente la sigaretta alle labbra.

"E mai l'avremo.."

Canticchiò lei lieta della cosa.

"Baciarmi sarebbe qualcosa di cui andresti fiera. La tua carriera e il tuo curriculm ne risentirebbero in positivo"

Una nube di fumo fuggì dalle sua labbra ironiche.

"Che cosa ci fai qui?"

Continuò a camminare, con lui che le era di fianco.

Entrambi fissavano il sole sorgere in lontananza.

"Io ci lavoro qui"

Le ricordò lui.

"Qui, qui intendo"

Cercò di spiegarsi lei.

"Non sei l'unica a cui piace passeggiare di soppiatto sul set prima delle riprese. Lo faccio anch'io. Lo trovo di buon auspicio."

"Io passeggio per starmene da sola"

Replicò lei con superficialità.

Lui la guardò.

Jen sentiva il profilo destro del suo viso bruciare, e non seppe se era per il sole o per la fastidiosa sensazione di essere fissata da lui.

"Tu non ami la solitudine. Anzi, cerchi qualcuno che ti salvi da tutto questo"

Lo disse con quel tono serio e profondo che le faceva sempre montare un irrazionale rabbia dentro.

"Non ricominciare con la storia del 'so tutto di te' perchè come ti ho già detto tu non mi conosci"

Sbuffò spazientita.

"Va bene.."

Cominciò lui cauto.

"Niente discorsi sul personale, non ancora almeno.."

Lei roteò gli occhi all'insù.

".. parliamo di lavoro: che ne pensi delle nostre scene?"

"Ma tu non ti arrendi mai?"

Chiese lei guardandolo.

Lui ricambiò l'occhiata regalandole uno dei suoi sorrisi più radiosi.

"No. Se l'avessi fatto non sarei arrivato fin qui"

Contro ogni logica, quella risposta la incuriosì un sacco. Per un attimo avvertì l'insensato impulso di domandargli a cosa alludeva, su quali cose non si era arreso e se considerava la sua parte in quello show un traguardo o un'opportunità indifferente.

Ma ricacciò le parole in gola e riprese a camminare fissando la strada, con lui al suo fianco.

"Dunque.. hai studiato la parte?"

Ci riprovò lui.

Quando si trattava di lavoro, lei la prendeva sempre sul personale.

"Certo che si. Non sono una dilettante o una che prende le cose sottogamba..."

Rimarcò le ultime parole per lanciargli una chiara frecciatina.

Lui ridacchiò divertito, fissò lei, poi di nuovo la strada.

"Pensi che io sia così?"

Le chiese.

Lei non rispose.

"Lo prendo come un si.."

Ancora niente.

"Sai, non mi importa se lo pensi, però c'è una cosa che hai detto che mi ha ferito profondamente"

Questa volta non poté ignorarlo. La curiosità prese il sopravvento.

Si fermò e lo fissò.

Sul suo viso non c'era alcuna traccia di ilarità. Dunque era serio, non stava scherzando.

"A cosa ti riferisci?"

"Ricordi quella sera al bar, quando eravamo con tutti gli altri?"

Lei annuì.

"Hai detto quella cosa sugli irlandesi..."

Ricordò di aver detto apertamente che gli irlandesi non le piacevano perchè troppo sfrontati e caotici.

"Beh... puoi prendertela con me quanto vuoi, ma non puoi offenderli senza conoscerli. E' la mia gente, il luogo in cui vivo.."

Jen ricordava anche l'adorazione con cui lui aveva parlato della sua nazione.

"Hai mai pensato che io mi stessi riferendo solo ad un irlandese in particolare?"

Domandò lei, interropendolo.

Lui sorrise, finalmente.

"Si.. ma il punto è che questo tuo pregiudizio potrebbe precludere la tua possibilità di incontrare altri irlandesi, motivo per cui ti sto invitando a venire in Irlanda da me appena puoi"

Concluse Colin con sfrontatezza.

Lei aprì la bocca scossa da quella proposta e intuendo dove tutto quel discorso stava andando a parare.

"Grazie, ma no"

Rispose secca riprendendo a camminare.

"Perchè no?"

Chiese lui curioso.

"Sono fidanzata"

Disse lei come se la cosa fosse ovvia.

Lui corrugò la fronte.

"E questo ti impedisce di vivere? Di fare nuove esperienze culturali?"

"Certo che no. Io faccio quello che mi pare.."

"Allora è un si? Verrai?"

Lo guardò e gli sorrise.

"No"

 

 

Un'ora dopo era in camerino.

Indossava gli abiti di Emma Swan e la truccatrice stava apportando gli ultimi ritocchi.

Ringraziò mentalmente Adam per averla chiamata sul cellulare, avvisandola di presentarsi per il trucco, salvandola così da quella discussione tortuosa.

Pochi minuti e l'avrebbe rivisto, perchè sfortunatamente, la stagione sarebbe stata inaugurata con una delle loro scene.

Quando uscì dal camerino e raggiunse lo studio 23, quello dove si sarebbe svolta la scena, trovò un gran via vai di gente.

Macchinisti, cameramen, operatori del suono, delle luci.. tutti si muovevano freneticamente come formiche d'estate.

Anche lui era già li, chiacchierava e rideva con Adam, Dean, Eddy e Jean.

Era il primo giorno di riprese, perciò c'erano tutti e quattro gli autori a presenziare all'evento.

Jen notò distrattamente i suoi abiti: pantaloni di pelle lucida attillati, una camicia nera che sembrava risalire al 1800 e un lungo cappotto che quasi toccava il pavimento.

E ovviamente l'uncino.

Jen sorrise pensando a questa nuova versione del capitano più famoso delle fiabe, che ancora non la convinceva.

Uno stagista si avvicinò al gruppo facendo posizionare Colin accanto a un albero palesemente finto.

Lo studio era fatto completamente da pannelli verdi, quelli che poi servivano durante l'editing a creare le ambientazioni e gli effetti speciali.

Adam la notò e le ordinò di avvicinarsi.

"Jen vai dallo stagista. Lui ti insegnerà come creare e sciogliere i nodi, senza ferire nessuno"

 

Dieci minuti dopo, Jen era già all'opera.

Stava legando Colin seguendo le istruzioni dello stagista esperto in nodi cinematografici.

"Devi solo convincere il pubblico che lo stai stringendo, ma in realtà stai solo allacciando una grossa scarpa"

Spiegò il ragazzo mentre Jen armeggiava nervosamente con tutta quella corda.

Colin la fissava sorridendo.

"Credi che adesso siamo abbastanza intimi da essere amici? Insomma..."

Disse lui muovendo la testa, unica parte del corpo libera dalla corda.

".. mi stai legando contro un albero, questo implica un certo grado di intimità.."

Jen alzò la testa e sbuffò, fissandolo scontrosa.

I loro visi erano abbastanza vicini.

Qualcosa nella faccia di lui catturò la sua attenzione.

"Che cosa hai fatto agli occhi?"

Chiese lei resistendo all'impulso di mollare il nodo per toccargli il viso.

"Eyeliner.."

Ridacchiò lui.

"... rende il mio sguardo più seducente"

Lei tornò ad occuparsi dei nodi.

"Ma se per te è un problema recitare perchè troppo rapida dal mio sguardo sexy, posso chiedere alla truccatrice di inventarsi qualcos'altro.."

Lei strinse il nodo con forza, mozzandogli brevemente il respiro.

"I tuoi occhi non saranno un problema... tu sarai un problema per il mio lavoro se continui a comportarti da coglione"

E detto questo, allentò il nodo e le corde che comprimevano il torace del ragazzo che tornò a respirare sorridendo.

"E' la seconda parolaccia che mi dici in poco tempo, direi che adesso possiamo proprio considerarci amici"

 

 

"Ci siamo! Tutti ai posti cominciamo.. 10..9..."

'Ti prego, ti prego, ti prego. Fa che tutto vada come deve andare. Fa che tutto vada come sempre..'

"...7..6.."

'...Fa che si comporti per bene. Fa che sia professionale, fa che non sia il solito coglione...'

"...4...3.."

Nella sala regnava il silenzio.

L'eccitazione era palpabile, tutti fremevano e attendevano l'inizio delle riprese della seconda stagione.

La prima scena.

Il momento inaugurale.

Un autore contava, Jennifer pregava che tutto andasse secondo i piani.

Non era mai stata così nervosa e la colpa era da attribuire solo e soltanto a lui.

'...fa che non cede alla provocazione, fa che non perda il controllo..'

"...2... 1..."

'.. ci siamo..'

".. eeeee Azione!"

 

 

"Eccezionale.. perfetto"

Sussurrò Eddy nel buio della sala.

Le riprese erano in corso.

"Si, funzionano a meraviglia"

Sentenziò Adam fissando Hook ed Emma in azione.

L'altro autore, Dean annuì convinto.

"Che ne pensi Jean?"

Chiese Adam.

La donna restò in silenzio.

Fissava la scena assorta, come se non fosse affatto presente nella stanza.

"Jean?"

La richiamò Adam.

"Shhh"

Fece lei brusca.

"...silenzio, sto pensando"

Adam, Dean ed Eddy attesero qualche secondo prima di domandarle.

"Pensando a cosa?"

Jean sospirò e in silenzio rispose:

"Guarda quei due.. guarda il modo in cui interagiscono, il modo eccezionale in cui parlano anche solo guardandosi. Lui attacca, lei si ritrae. Lei attacca, lui incassa e ci riporva. C'è una sorta di.. magia.. è come se lui tirasse fuori una parte di lei che nessuno conosce, come se la spronasse ad affrontare i suoi limiti. Lei si ritrae, ha paura di questo pirata ma lo combatte a testa alta come ha sempre fatto... non è una paura fisica.."

Continuò Jean come rapita agitando le mani per indicare i due attori in scena.

".. è una paura emotiva. E' come se Emma fosse per la prima volta spaventata davvero da qualcuno... non perchè lui possa farle del male fisicamente.. ma farle provare un tipo di dolore ancor più spiacevole: il confronto con se stessa"

I tre autori rimasero senza parole.

"Ed hai visto tutto questa già dalla prima scena?"

Chiese Adam colpito ma confuso.

"Questa prima scena è stata solo un input. Uno stimolo per ciò che sto andando a scrivere, a creare.. Bloccate tutti i copioni, ci sono cambiamenti da apportare"

I tre uomini la fissarono senza capire.

Lei si voltò verso di loro e spiegò le sue intenzioni.

"Hook non morirà nella Foresta Incantata.. Hook tornerà nel nostro mondo a Storybrooke. Il suo percorso è legato a quello di Emma. E anche lo show ha bisogno di una figura come lui.. direi che abbiamo appena ricevuto un bel regalo di natale"

Jean raccolse il suo palmare e i suoi appunti.

"Quando la registrazione finisce, dite al ragazzo che si è appena conquistato un ruolo da regolare nella serie. Sarà un altro protagonista... avrà una storyline tutta sua"

Eccitata e ispirata come non mai, la donna si congedò dai tre autori fuggendo subito nel suo ufficio, dove avrebbe riscittro il destino e la storia di Capitan Uncino.

 

 

Se era sorpresa?

Si, lo era eccome.

Non si era aspettata un risultato simile. Tutte le sue preghiere erano state esaudite.

Avevano girato tranquillamente, senza intoppi ne problemi.

Era stata tutto il tempo Emma Swan che sulle scene sembrava funzionare con questo nuovo Hook.

In effetti, lui era piuttosto bravo, dovette ammetterlo.

Un attore che sapeva tenerle testa: professionale, ligio al dovere, perfettamente calato nel personaggio.

Questi concetti stonavano se pensava a lui come ragazzo e non come attore. Tutti questi pregi sembravano non appartenergli. Eppure sulle scene non era stato il buffone e arrogante O'Donoghue.

L'aveva guardato e ci aveva visto Hook, quello che si era immaginata studiando il copione.

Mentre tirava un sospiro di sollievo, felice come dopo ogni giornata passata sul set, ecco che il vero problema tornava all'attacco.

Indossava ancora gli abiti di Hook, ma l'atteggiamento era dell'innopportuno ragazzo irlandese.

"Allora..."

disse lui con un sorriso mentre la crew sgomberava la sala.

"credi che ci siamo meritati un giro gratis da Bill?"

"29"

Rispose lei fissandolo.

Lui aggrottò le sopracciglia confuso.

"29.. è il numero delle scene che ci restano da girare prima che tu finalmente vada via e credimi, le sto contando con impazienza..."

Commentò lei con leggerenza e con un sorriso sulle labbra.

Ma lui..

Lui non sembrò apprezzare la battuta.

Era come se qualcuno l'avesse schiaffeggiato.

Poté chiaramente vedere l'ilarità sparire dal suo volto, prosciugata via come se qualcuno l'avesse di colpo succhiata dal suo corpo.

E quel qualcuno era lei.. e proprio non ne capiva il motivo.

Jen si affrettò a far sparire anche il suo di sorriso, sconvolta dalla piega che quella situazione stava prendendo.

Che cosa aveva detto di male?

"Wao.."

Sospirò lui colpito annuendo meditabondo.

".. grazie per essere stata così stronza con me"

Lei aprì bocca per scusarsi, per chiedergli cos'è che non andava.

Ma lui afferrò l'uncino che aveva poggiato sul tavolo e dandole le spalle, si incamminò verso l'uscita.

Jen restò a fissare la sua schiena mentre si allontanava, con le stesse sensazioni di chi ha appena contratto un virus intestinale.

 

 

"Ehy"

Sebastian l'aspettava nel parcheggio, poggiato contro lo sportello della sua auto.

Quando si avvicinò la baciò salutandola, lei rispose al bacio distrattamente.

"Tutto bene?"

Chiese lui notando la sua rigidità.

Jen tentò di sorridere..

"Oh, si.. sai com'è, il primo giorno di riprese è sempre duro"

Sebastian annuì comprensivo e le aprì la portiera per farla accomodare.

Nell'abitacolo dell'autovettura, che procedeva lenta nel traffico della sera verso casa, Jen passò tutto il tempo chidendosi se lui fosse o meno andato da Bill e con chi stesse condividendo i suoi pensieri che in quel momento voleva così disperatamente decifrare.  

   
 
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