Serie TV > Arrow
Segui la storia  |       
Autore: MiaBlack    19/11/2014    13 recensioni
Seguito di "Carpe diem tutto accade per una ragione"
La storia si colloca nella seconda stagione, Felicity conosce già Oliver. ma Oliver non se lo ricorda, non ha riconosciuta la bella informatica e lei non si prodiga a farsi riconoscere anzi cercherà di evitare che lui lo scopra, ma Felicity nasconde un segrete un grosso segreto. Cosa accadrà quando il suo segreto sarà sul punto di essere rivelato, quanto sarà disposta a fare perchè Oliver non venga a sapere quello che nasconde.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 16

 

Felicity era riuscita a contattare una ragazza che occasionalmente le faceva da baby sitter e le aveva chiesto di raggiungerla ai giardini, appena era arrivate le aveva lasciato i due terremoti ed era scappata a prendere la macchina che aveva lasciato a casa.

 

Parcheggiò la macchina nella solita via, poco più avanti vide la moto di Sara e quella di Oliver più giù, mentre la macchina di Dig era parcheggiata nella strada parallela.

Il club sopra al loro covo era ancora chiuso, così per non destare sospetti decise di passare dall’entrata laterale.

Le voci dei suoi compagni di avventura arrivavano ovattate nel silenzio che regnava nel corridoio che divideva l’entrata del covo all’uscita sulla strada, Sara era già arrivata e i tre stavano discutendo di qualcosa.

-Eccomi. Che succede? – Felicity era entrata e puntava dritta ai suoi computer dopo aver salutato i presenti.

-Ecco, il computer ha fatto un suono… - iniziò Oliver osservandola posare le sue cose e sedersi sulla sedia, mentre lui prendeva accuratamente le distanza.

-Sarà il segnale che ho impostato per avvertirci in caso succeda qualcosa nella prigione di The Glades. – spiegò lei tranquillamente.

-Hai hackerato il sistema di comunicazioni della prigione? – chiese sorpreso Oliver.

-E’ un rimprovero quello che sento nella tua voce? – domandò lei voltandosi per poterlo guardare in faccia.

-Orgoglio. – sorrise felice di quel complimento.

Quando il computer partì Felicity rimase sorpresa, il programma non partiva, il computer rimandava un segnale di errore.

-Chi ha toccato il mio computer? – si volto con gli occhi fiammeggianti, pronta ad uccidere chiunque avesse toccato i suoi piccoli tesori, guardò rapidamente Diggle che scosse leggermente la testa negando la sua responsabilità sull’accaduto.

-Oliver Queen! – esclamò lei nella sua direzione.

-Felicity io…. –

-Ma io vengo a toccare le tue frecce? – non aspettò la risposta si voltò e iniziò a digitare codici al computer, le scritta di errore scomparve in poche mosse e lo schermo nero assunse la solita sfumatura blu, con pochi semplici comandi Felicity aveva riportato il computer operativo.

-Okay, allora. No, non era l’allarme della prigione, ma quello della polizia. – spiegò rapidamente Felicity mentre abilmente penetrava il sistema di difesa del dipartimento, era quasi riuscita ad entrare quando il cellulare squillò e lei sorrise, passandolo direttamente a Oliver.

-E’ l’agente Lance. – spiegò notando la faccia curiosa. Mentre Oliver rispondeva e parlava con l’agente, Felicity finì il suo lavoro di hackeraggio, Sara e Dig le si avvicinarono curiosi.

-Qualcuno ha fatto fuori un ladro… con… Wow, mai visto usare in modo più fantasioso questo oggetto… - commentò Felicity mentre leggeva il rapporto della polizia.

-Che roba è? Non ho mai visto un coltello del genere! – commentò Sara quando la foto dell’arma si aprì su un lato dello schermo.

-Infatti non lo è. Questa è una lancetta dei minuti. – spiegò Felicity continuando a leggere.

-Questo è un problema…. – Oliver si era avvicinato al gruppo e ora tutti lo stavano guardando, l’omicidio era già di per se un problema, ma quella frase indicava chiaramente che il fatto che un uomo, anche se con la fedina penale sporca, fosse morto non era la parte peggiore.

-Conosco il congegno, serve a decifrare codici durante le operazione di spionaggio… ma con qualche modifica può aprire i caveau delle banche. – ci fu un momento di silenzio mentre Oliver ascoltava quello che diceva l’agente.

-Lavora sicuramente per qualcuno, lo scopriremo. – ci fu un altro momento di silenzio, Oliver si accigliò e passò il telefono a Felicity.

-Vuole parlare con te. – prese il telefono sorpresa.

-Ouh. Pronto? - uQ

“Felicity, so che probabilmente ora è impegnata, come lo sono io in fondo, ma volevo dirle che ho fatto le ricerche che mi aveva chiesto di fare.” il volto di Felicity si illuminò sentendo quelle parole, finalmente dopo settimane di nulla assoluto avrebbe avuto qualche informazione utile da dare a Oliver.

-E quindi? – chiese esitante.

“Non ho trovato niente, mi dispiace vorrei essere stato di aiuto, ma purtroppo non c’è niente nemmeno tra il cartaceo, almeno niente di più di quello che aveva già trovato. Le farò comunque avere quello che ho trovato.”

-Ho capito… - rispose lei delusa da quella rivelazione, aveva sperato che almeno lui avrebbe avuto più fortuna di lei, ma a quanto pareva la sua era una speranza vana, non c’era niente da fare.

-La ringrazio molto…- riagganciarono contemporaneamente.

-Che cosa voleva? – Oliver la studiò sospettoso, ma nemmeno con la più fervida immaginazione avrebbe potuto dedurre quello che stava succedendo.

-Niente di particolare… Allora vediamo, mi metterò in collegamento con ogni banca di Starling city, così da avere un accesso diretto a tutti i sistemi d’allarme, se accade qualcosa lo scopriremo subito. –

-Okay... Felicity, ho bisogno che mi trovi una cosa... - iniziò Oliver sedendosi sul tavolo accanto a lei, dopo la conversazione con Thea aveva deciso che l'unica persona che poteva aiutarlo a trovare la borsa di studio era Felicity.

-Cosa? - chiese lei mentre iniziava a far partire le ricerche su il loro nuovo cattivo.

-La Queen Consolidated ha rilasciato una borsa di studio sei anni fa... voglio sapere il nome della persona che l'ha ottenuta. -

-Certo... - rispose lei annuendo leggermente. Diggle guardò Oliver allontanarsi e tornare ai suoi esercizi, senza farsi notare si avvicinò alla ragazza che stava continuando le sue ricerche.

-Come pensi di fare ora? - le chiese lui fingendosi interessato a quello che aveva trovato, quando i suoi occhi non si muovevano da Oliver.

-Non c'è nulla che possa ricondurre a me tra i documenti della società. - rispose lei con una scollata di spalle, sicura di essere al sicuro da qualunque problema.

-Che vuoi dire?-

-La borsa di studio non risulta da nessuna parte, nemmeno negli archivi. - rispose pratica lei.

-Felicity spiegati.-

-Ho chiesto al signor Steel di eliminare tutte le copie di quella borsa di studio. La società non riconosce che è stata assegnata la borsa di studio. - quando aveva iniziato a lavorare per la QC aveva visto in quella borsa di studio un collegamento con il suo passato, così aveva chiesto la distruzione dei documenti, non c'erano motivi per tenere le copie, lei ormai aveva un contratto di lavoro, l'università era stata pagata, Steel si era mostrato comprensivo e aveva assecondato il suo desiderio.

-Oliver, non risulta che la Queen Consolidated abbia mai rilasciato una borsa di studio. -

-Ne sei sicura? - chiese il ragazzo.

-Si. Qui non c'è. - rispose lei.

-Torna a lavorare sul caso. - Oliver non sembrava convinto di quella risposta, ma lasciò perdere, in quel momento avevano altri problemi più urgenti, mentre Dig si limitava a scrollare la testa, quei due erano un caso disperato.

Felicity tornò a dedicarsi alle ricerche del loro assassino, le sue mani lavoravano autonome digitando i codici che gli erano ormai familiari, da quando aveva iniziato a lavorare per Arrow non aveva fatto altro che hackerare sistemi di sicurezza su sistemi di sicurezza, se solo fosse stata scoperta da qualcuno che non era onesto e intenzionato a far del bene come Lance, lei sarebbe già finita in galera per tutti i vari crimini che aveva accumulato. Mentre le sue mani trafficavano, la sua mente lavorava a tutto un altro problema: Walter, come richiamato dai suoi pensieri il cellulare emanò un debole lamento, le era appena arrivato un messaggio da Walter .

-Sembra il lamento di un animale morente.- commentò Sara fissando il cellulare abbandonato sul tavolo, Felicity non aveva nessuna voglia di prenderlo in mano e leggere cosa ci fosse scritto, in quei giorni le erano arrivati innumerevoli messaggi tutti con ordini ben precisi su cosa fare per sabotare la QC, il fatto che lei esitasse e non facesse mai esattamente quello che lui le diceva lo mandava su tutte le furie. Il cellulare suonò ancora e lei strinse i pugni cercando di allontanare dalla mente il lamento.

-Già, Sara ha ragione, sembra proprio il verso di un animale morente. – commentò Dig avvicinandosi, ma nonostante tutto Felicity evitò di rispondere continuando a lavorare come se niente fosse. Al terzo messaggio anche Oliver si voltò verso di lei sospendendo il suo lavoro con le frecce.

-Non si può sentire questa suoneria. – Felicity trattenne il fiato, sapeva bene anche lei che quella suoneria era il verso di un animale morente, un suono fastidioso e irritante, ed era proprio per quei motivi che aveva personalizzato la suoneria, ogni volta che le arrivava un messaggio o una chiamata da parte di Walter, il cellulare emetteva quel lamento così che lei potesse sapere che era lui e ignorarlo in casi come quello.

Il cellulare suonò ancora diverse volte consecutivamente, facendo voltare i tre e irritando profondamente la bionda che imperterrita ignorava l’oggetto, quando poi i messaggi si trasformarono in una telefonata Felicity dovette accettare la sconfitta, prese il cellulare e rispose senza trattenere il suo disappunto.

-Che c’è! – chiese in un sibilo irritato, smettendo di lavorare. Walter era a sua volta irritato dal fatto che non gli avesse risposto ai messaggi, il suo tono era scocciato e tagliente come le lame di un rasoio.

“Non ti rivolgere a me così.” sibilò con tono tagliente, Felicity però non era in vena di cedere ai suoi capricci.

-Ho da fare, cosa c’è?- le mani iniziarono a tamburellare sul tavolo impazienti di scoprire cosa volesse solo per liberarsi dalla sua scomoda presenza.

“Sei impegnata, veramente? E a fare cosa?”

-Niente che ti possa interessare. Ora vuoi dirmi cosa c’è? – rispose lei cercando di non scoppiare al telefono, Walter l'avrebbe fatta pentire di quel suo scatto di rabbia, ma soprattutto Oliver si sarebbe insospettito.

“Incontriamoci.”

-Ho da fare. –

“Bene allora vorrà dire che chiamerò Oliver e gli rivelerò il tuo piccolo e sporco segreto.” un sibilo di frustrazione uscì dalla gola della bionda odiava quel ricatto, lo odiava con tutto il cuore, fino a che lui disponeva di quel segreto lei non poteva ribellarsi.

-Cosa vuoi? –

“Porta rispetto, o dovrò ricordarti chi è che ha il coltello dalla parte del manico…”

-Va bene... Dove? – non c’era modo di vincere, non ancora almeno, ma presto avrebbe trovato il modo di vanificare il ricatto. Walter le diede una via poco distante dal Verdant.

-Scusate torno appena posso. – rispose sconfitta prima di uscire dal covo senza guardare in faccia nessuno.

-Felicity, sei sicura che sia tutto okay? – Oliver l’aveva seguita e l’aveva fermata a metà scale.

-Certo, torno presto. – rispose senza voltarsi, non poteva mentirgli guardandolo negli occhi, non ne sarebbe stata capace, così decise di fissarsi la gonna del vestito e lisciarsi una piega immaginaria con le mani, tutto pur di non guardare il giovane negli occhi.

-Va bene… - riprese a salire i gradini velocemente doveva uscire prima che cambiasse idea e la costringesse a rimanere li.

-Felicity… - aveva fatto appena tre passi quando Oliver l’aveva fermata nuovamente, questa volta si costrinse a voltarsi doveva rassicurarlo.

-Che c’è Oliver, torno tra poco… - quella non era proprio una bugia, lei sperava di riuscire a tornare a breve.

-Sai che puoi dirmi tutto vero? – lei sorrise e annuì, sapeva che di lui si poteva fidare e lo dimostrava ogni volta che scendeva in quel covo, a modo suo lei gli consegnava la sua incolumità, lei senza di lui sarebbe stata una facile preda per chiunque volesse far del male ad Arrow.

-Certo che lo so. Ora è meglio che vada, torno appena ho finito. – questa volta salì le scale di corsa e si chiuse la porta alle spalle così da impedire a Oliver di fermarla ancora una volta.

Uscita controllò l’orologio, aveva ancora dieci minuti prima di incontrarsi con Walter sapeva bene che il ragazzo non apprezzava i ritardatari.

 

Oliver rimase immobile qualche secondo a fissare la porta dove era scomparsa Felicity cercando di capire cosa fosse realmente successo.

-Sembra a me o Felicity è strana? – i due fissarono Oliver sorpresi per quello slancio di attenzione che aveva avuto nei suoi confronti, non che Oliver non prestasse attenzione a Felicity, solo che solitamente non era così bravo a capire se le persone attorno a lui avevano qualche problema.

-Non so, ma sono sicuro che quando vorrà parlarne ne parlerà.- disse Dig cercando di sminuire il problema.

Oliver uscì dalla fonderia distratto da una telefonata di Thea, quando non fu più a portata d’orecchio Sara si voltò verso Diggle.

-Tu lo sai vero.- l’uomo la guardò sorpreso.

-Il segreto di Felicity, tu lo sai. – non era una domanda era semplicemente una costatazione, qualcosa di scontato.

-Non so di quale segreto tu stia parlando. –

-L’ho vista ai giardini… - non c’era bisogno che aggiungesse altro, Felicity era solita passare il suo tempo libero ai giardini con i figli, l’aveva vista e molte volte lui era li con lei.

-Quando? –

-Prima, quando ci avete chiamato eravamo insieme.-

-Hai visto anche… - un altra frase mai finita, quella conversazione era la conversazione delle parole sottintese.

-Bellissimi, entrambi. – i due si guardarono in silenzio consci entrambi di essere gli unici a dover custodire quel segreto.

-Tu sai perché non voglia che Oliver… - chiese Sara.

-Lei sostiene per la sicurezza dei due, sembra che se Oliver sapesse loro sarebbero in pericolo, cosa assurda… Secondo me nasconde qualcos’altro, ma non è ancora pronta a dirlo, forse non è pronta nemmeno ad ammetterlo a se stessa. –

-Come non è pronta a dire a se stessa che ama Oliver? – chiese Sara con un sorriso triste.

-Lasciamo perdere questo discorso, credo che lo sappia, ma pensa che fino a che non lo dice ad alta voce nessun altro se ne renderà conto. –

-Penso che l’unico a non essersene reso conto sia Oliver stesso. – i due scoppiarono a ridere, Oliver era troppo concentrato sulla sua missione di salvare la città per rendersi conto dei sentimenti della ragazza.

-Che avete da ridere? – chiese Oliver rientrando nella stanza.

-Niente, ci alleniamo un po’? – chiese Sara togliendosi la giacca di pelle e spostandosi verso gli attrezzi per riscaldarsi prima di un bel corpo a corpo con i due uomini.

 

***

 

Felicity stava correndo verso l’incrocio che Walter le aveva dato, maledicendo se stessa per essersi infilata in quella situazione. Quando arrivò trovò l’auto nera ferma accanto al marciapiede, rallentò il passo, non voleva fargli vedere che aveva corso per arrivare da lui, non gli avrebbe fatto capire quanto potere avesse su di lei.

Aprì la portiera e salì in auto cercando di mascherare il terrore che provava.

-Sei in ritardo. –

-Cosa vuoi? – rispose ignorando la sua frase.

-Secondo te? Hai quello che ti ho chiesto? – le mani di Felicity si strinsero attorno alla borsa, la nuova richiesta di Walter era chiusa li dentro.

-Dalla tua faccia deduco di si, non dirmi hai ancora rimorsi di coscienza perché stai pugnalando il tuo adorato Oliver alle spalle? Povera piccola Felicity, il tempo passa ma tu rimani sempre la stessa.- allungò la mano aspettando che la ragazza si decidesse a dargli i documenti.

-Non così velocemente, non puoi continuare a ricattarmi all’infinito! –

-Non posso? Già… Ma sai per liberarti di me c’è un solo modo… Far fallire la QueenConsolidated oppure dire a Oliver tutto… -

-Sei un vile! Non vedo cosa ne guadagnerebbe Oliver a sapere che ci conosciamo dai tempi della scuola e che ho un figlio… -

-Forse niente, ma il fatto che tu non voglia assolutamente che lui lo sappia rende tutto interessante e mi porta a pensare che ci sia sotto qualcosa di più grande di quello che vuoi ammettere. –

Con stizza prese il fascicolo dalla borsa e glielo sbatté letteralmente in faccia, disgustata dal modo di agire di Walter.

-Mi fai schifo, questo è quello che mi hai chiesto! Spero di non avere tue notizie molto presto! – con decisione aprì la portiera e uscì, percorse il marciapiede con passo tranquillo, cercando di respirare profondamente per calmarsi, girato l'angolo iniziò a correre cercando di allontanarsi il prima possibile da Walter. Rallentò l'andatura quando si trovò nei vicoli attorno al Verdant, il cuore riprese a battere normalmente, si sentiva le gambe molli e deboli, ma non era quello il momento per fermarsi, riprese la strada per la fonderia.

Felicity sfilò il cellulare dalla tasca del giubbotto per controllare le chiamate, aspettava la telefonata di sua madre che era andata a trovare un amica e a trovare un posto tranquillo dove stare con i bambini: voleva allontanare i due dalla città, aveva un brutto presentimento. Con i documenti consegnati oggi aveva guadagnato un paio di giorni per metterli al sicuro, ora però doveva riuscire a trovare quell’assassino e poi si sarebbe concentrata su Walter. Il cellulare prese a suonare, per un attimo pensò che fosse Walter che aveva capito che i dati da lei forniti erano falsi, ma poi si rese conto che quella era la suoneria che aveva assegnato a Lance, prese il telefono e rispose.

-Pronto, agente Lance. –

“C’è una rapina in una banca.” Annunciò l’uomo, in sottofondo si sentiva il rumore della sirena, chiaro segno che l’uomo stesse andando verso la banca, si fece dire il nome della banca e chiuse la chiamata.

-Oliver! Mi ha chiamato Lance, c’è una rapina! – come aveva chiuso la chiamata con l’agente aveva subito fatto partire la chiamata a Oliver, fortunatamente il ragazzo aveva risposto subito così gli diede l’indirizzo.

“Dove sei?” chiese lui, sentendola affaticata.

-Sto arrivando al covo, cinque minuti e ci sono, non è facile correre con i tacchi! – spiegò lei fermandosi dopo aver preso l’ennesima storta, fortunatamente non si era fatta niente di grave e così potè riprendere a corre.

“Okay, ma sbrigati.”

-Ancora non mi sono spuntate le ali Oliver! Sto facendo il prima possibile! – rispose stizzita prima di chiudere la comunicazione. Rifarsela con Oliver non era una buona idea, in nessun caso, il ragazzo quando si arrabbiava sapeva quali parole usare per ferire le persone e molte volte nemmeno se ne rendeva conto.

Quando arrivò al covo, Oliver e Sara erano già andati via, alla sua postazione c’era Diggle che stava parlando con i due, come la vide arrivare le sorrise e le rese il posto. I due erano appena arrivati al caveau trovandolo vuoto.

“Se ne sono andati!” commentò con disappunto Oliver. Felicity digitò alcuni comandi e sorrise.

-Forse so dove sono diretti! Il congegno usa una connessione wi-fi ne ho captato un segnale nel vicolo dietro la banca! – sorrise fra se, era arrivata appena in tempo perché Oliver non si potesse arrabbiare con lei.

^Non ci andrete!^ una voce che non aveva mai sentito interruppe la loro conversazione.

“Che succede?”

-Ha hackerato la nostra trasmissione! - spiegò. L’uomo informò il gruppo di uno scontro tra un autobus e un treno, Felicity cercò si modificare i comandi dal suo computer, trovando però bloccate tutte le vie di accesso al server. Oliver e Sara nel frattempo si erano divisi, Oliver in sella alla sua moto percorreva rapido la città cercando di arrivare nel luogo dell’imminente impatto sperando di salvare le persone. Sara invece puntava verso il vicolo pronta ad affrontare e fermare il “Re degli Orologi”. L’uomo era dove Felicity le aveva detto: nel vicolo dietro la banca su un furgoncino, riuscì a lanciare il suo bastone e a colpirlo prima che il mezzo si mettesse in moto e scomparisse lungo la strada.

Continua....

Ecco il capitolo 16, come avevo accennato a qualcuno questo capitolo si riallaccia alla storia, so che cronologicamente parlando gli eventi non sono andati esattamente così visto che io ho già messo Roy nella squadra e questo accadeva prima.... insomma è un adattamente che mi serviva, ma tanto a noi non cambia nulla, Roy lo amiamo quindi se è già nel team a noi sta bene!

ammettetelo avete pensato che Oliver si sarebbe messo a seguire Felicity quando esce dal covo e invece no! Walter è ancora vivo e vegeto e non ha la minima intenzione di andarsene.
Sara e Dig che discutono dei due bambini sono tenerosi!
Prossimo capitolo non ve lo perdete si scopre cosa contiene la misteriosa scato che è stata consegnata a Hope! v.v
Un bacione
a domenica
Mia
   
 
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Arrow / Vai alla pagina dell'autore: MiaBlack