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Autore: Claudiac91    19/11/2014    4 recensioni
La storia narrata in prima persona da Jodelle.All'inizio è una ragazza ricca,ma solitaria.A causa della morte dei suoi genitori,la sua vita cambierà totalmente.Sta a voi scoprire come.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Nuovo personaggio, Ryo Ishizaki/Bruce Arper, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Pronto,prontissimo il nuovo capitolo.Come mi sono felice quando ho l'ispirazione giusta e riesco a scrivere.Ma lo sono ancora di più quando leggo le vostre recensioni,le vostre opinioni in privato!Grazie di vero cuore.Un bacione a tutti*
 
Vivere la mia quotidianità lontana da lui era uno strazio vero e proprio.Mi aspettavo di riuscire a sopportare la lontananza,dato che per anni ero vissuta senza sapere nemmeno una minima parte della sua vita in Germania.Ma quelle tre settimane,o quasi,passate assieme mi avevano invaso d’amore.Quello che avevo nascostamente desiderato,improvvisamente,era arrivato.O nel suo caso,tornato.Ripensavo spesso a quella sera in camera mia,quando preso dall’ormone allungò un po’ troppo la mano per i miei gusti.Se avevo intenzione di continuare a frequentarlo,mi sarei dovuta aspettare una cosa del genere.Sarei bugiarda se dicessi che non lo desideravo.Quell’eccitazione al di sotto della mia pancia che era cominciata molti anni prima,si stata rivelando di nuovo.Tuttavia,frequentazione era un parolone per il nostro rapporto.Sentirlo semplicemente a telefono per orari assurdi,in cui solitamente dormivo o facevo ben altro portava a stressarmi.Ma dovevo resistere.Non sapevo quando l’avrei rivisto,temevo di dover aspettare fino all’inizio del nuovo campionato mondiale,ma lui mi promise che sarebbe riuscito a tornare prima.In qualche modo voleva prendersi le ferie,magari usando la scusa dei polsi.Anche se da un lato la cosa mi faceva estremamente piacere,dato che sentivo la sua voglia di stare con me,dall’altro mi sentivo in colpa.Non avrei voluto che per colpa mia doveva venire meno ai suoi impegni calcistici.Chi poteva ben comprendermi era Patty,che dopo il piccolo incidente di percorso,sembrò tornare l’amica di sempre,rendendosi conto di essere stata troppo dura nei miei riguardi.E non solo.Aveva giudicato Benji,basandosi su delle ipotesi che non erano nettamente certe.Oltretutto lo conosceva da molto più tempo di me,anche se per tanti anni non lo avevamo visto e pensavo che per quel poco che sapeva di lui,riuscisse a provarne stima.Quando le acque si calmarono,potei comunque contare sulla sua spalla per i miei pianti isterici.E lei sulla mia.Ben sapevo che soffrisse della lontananza di Holly almeno il doppio,rispetto alla mia quantità di sopportazione.Spesso mi diceva che dopo le loro telefonate,non faceva che annegare di continuo nella tristezza.Per di più mi confessò che,a volte,credeva che soffrisse solo lei per la cosa e che Holly fosse molto più sereno,grazie al fatto che faceva solamente quello per cui era nato.Giocare a calcio.Non ero d’accordo con lei.Conoscevo il mio amico.Il fatto che aveva,e che abbia tutt’oggi,sempre il sorriso pronto per tutti,non faceva di lui un indifferente,un menefreghista.Holly cerca di non smascherare le sue frustrazioni o di far preoccupare inutilmente qualcuno che gli è caro.In quel caso era Patty,la sua pupilla da proteggere.Credevo,anzi ero certa,che lui soffrisse almeno quanto lei.Forse anche di più,chi può dirlo.Insomma,ci consolavamo a vicenda.Lei con la mente che volava in Spagna,io in Germania.Nei miei giorni lontana da lui andai anche a sfogliare i manuali di tedesco utilizzati durante il laboratorio alle superiori.Fortunatamente non lo avevo rimosso,fatta eccezione per qualche regola.Non sapevo realmente il perché di quella voglia improvvisa di ripetizione,ma mi sentivo come se prima o poi mi sarebbe servito spolverare la lingua straniera che mi ero forzata di amare per lui.Quando lo scelti come attività extra,all’epoca,nessuno ci aveva fatto particolarmente caso,a parte forse Patty,che però non aveva mai espresso il suo parere a riguardo.Quella minuscola scelta rilevante della mia vita,mi faceva sentire come legata in qualche modo a lui.Come se potessi rincorrerlo ancora,senza smettere mai di dimenticarlo.Non mi ero mai pentita di aver cercato di dargli,nel corso degli anni,delle dimostrazioni riguardo i miei sentimenti.Ancora oggi penso,che se potessi,tornerei indietro e rifarei tutto.A volte aspettare,può valerne la pena.Bruce dovette spifferare della mia presunta relazione ai miei zii.Inutile dire che la cosa mi fece andare su tutte le furie.Aveva ragione la sua ragazza che non sapeva tenere a freno la lingua,ed io che lo avevo anche difeso.Questo perché mi sentivano spesso di notte,parlare al telefono e mio zio una sera a tavola,prima che sapesse di Benji,mi chiese se fossi fidanzata con un carcerato.
 
-”Si sa fanno cose ambigue”- commentò.
 
Per poco non mi andava di traverso la cena.A proposito di mio cugino,non mi appoggiava particolarmente.Come aveva sempre fatto d’altronde,quando si trattava del portiere.Non riuscivo a comprendere se la sua diffidenza su noi fosse ancora legata al fatto che molti anni prima erano acerrimi nemici.O se era realmente preoccupato per il mio status sentimentale.Probabilmente la verità stava nel mezzo.Ma non ero comunque soddisfatta del suo atteggiamento.Io ero gelosa di Evelyn,ma avevo fatto degli sforzi pur di accontentarlo,avvicinandomi a lei e diventandoci amica.Sicuramente avevo scoperto una bella persona in lei,ma non mi sarei mai permessa di cucire un rapporto se non fosse stata per la sua richiesta.Avrei voluto che anche lui facesse degli sforzi per me.Che si sforzasse di essere felice per me.Non gli chiedevo altro.Un giorno,però,litigammo.Era un pomeriggio come tanti in cui,io non avevo voglia di aprire libro,lui aveva le ore libere dato che non era di turno per il suo lavoro del momento.Eravamo in camera mia,lui intento sul mio letto a giocare col pallone sgonfio regalatomi da mio padre,rischiando più volte di rompermi qualcosa.Io al computer,che rispondevo alle varie mail arrivatemi.Quando non potevo parlare con Benji,eravamo costretti a scambiarci delle mail.Per fortuna cose del genere non avvenivano per più di due giorni di fila,ma solo in casi estremi,tipo quando aveva un ritiro o quando io ero impegnata con il master.Entusiasta,dopo aver scritto una lunga lettera elettronica al mio amico Julian,incoraggiandolo riguardo i suoi problemi di cuore,che stava quasi per togliere del tutto,aprii la mail del mio…fidanzato?Quando finii di leggere,dovetti rifarlo almeno un altro paio di volte,per comprendere a pieno il significato delle sue parole.Feci un profondo sospiro,buttandomi con la schiena pesantemente sulla sedia e facendo voltare Bruce.Si mise a sedere,senza lasciare mai tra le mani il pallone deformato.
 
–“C’è qualcosa che non va?”- mi chiese,scrutando il mio volto divenuto privo di colore.
 
Mi girai guardandolo allibita. –“Benji”- dissi solamente.
 
Inarcò un sopracciglio e si alzò,gettando il pallone in un angolo e chinandosi per leggere.Dovette concentrarsi sulla mail una seconda volta,per capire se era reale ciò che il neo tedesco aveva scritto.Si rivoltò a guardarmi a bocca spalancata
 
–“Che hai intenzione di fare?”- mi chiese.
 
Scossi il capo alzando le spalle –“Non lo so”- risposi –“Cioè,tutto mi sarei aspettata tranne che questo”-
 
Indicai con l’indice la mail ancora aperta.Si mise le mani nelle tasche della tuta,poggiandosi di poco contro la mia scrivania
 
–“Secondo me state correndo troppo.E’ assurdo”- commentò.
 
Mi ricomposi con la schiena,mettendomi dritta
 
–“Cosa te lo fa pensare?Non mi sembra assurdo.Anche Patty raggiungerà Holly in Spagna.Il fatto che mi abbia chiesto di andare ad Amburgo per qualche giorno,non è correre troppo”-
 
Fece una breve risata che non fece che aumentare la mia ira nei suoi riguardi
 
–“Jody!”- esclamò –“Quanto vi siete frequentati?Due settimane?Tre?Mi fa piacere che vi stiate sentendo e quant’altro,ma addirittura raggiungerlo lì per una semivacanza!Patty e Holly stanno insieme da tanto,è più che lecito che le chieda di andare in Spagna”-
 
Scossi il capo e mi alzai di scatto,cominciando a camminare su e giù per la stanza e passandomi le mani tra i capelli.
 
–“Dovresti appoggiarmi.E invece cosa fai?Non sei altro che ostile a questa relazione!”- esclamai.
Fece spallucce
 
–“Chiamiamola tale poi”- disse –“E se permetti,con quali soldi ti paghi il biglietto aereo?E tutto il resto?”- Strabuzzai gli occhi per quella domanda fuori luogo.
 
–“Ma che domande fai?”- gli chiesi stupefatta –“Fai sul serio?I soldi?Ma chi sei tu mio padre?”-
 
Ridusse gli occhi a due fessure,incrociando le braccia al petto
 
–“No,certo.Ma se il tuo fosse qui la penserebbe allo stesso modo”- rispose.
 
Non ci vidi più.Mi avvicinai e gli mollai un sonoro schiaffo in piena faccia.Istintivamente si portò una mano sul punto in cui l’avevo colpito,guardandomi sospreso.A dire il vero anch’io ero sorpresa di me stessa.Non era mai successa una cosa del genere tra noi prima di allora.Sentii gli angoli degli occhi bruciare,sforzandomi di non scoppiare a piangere.
 
–“Non dovevi farlo Bruce”- dissi,con la voce tremante –“Sei un fratello per me,dovresti venirmi incontro”-
 
Sbuffai e scossi il capo,delusa dalla sua “non risposta”.Presi giacca e borsa e mi avviai alla porta
 
–“Dove vai?”- mi chiese,avvicinandosi.
 
Lo fissai dall’alto in basso –“A prendere una boccata d’aria”- risposi –“E la mia decisione di andare o meno ad Amburgo non dovrà interessare né a te né ai tuoi genitori”-
 
Detto ciò,aprii la porta e la richiusi sbattendola.Scesi velocemente le scale e per poco non andai a scontrarmi contro mia zia.Le mormorai un “scusa” per poi proseguire ed uscire.La sentii chiedermi ad alta voce cosa fosse successo,ma non le diedi retta.Quel breve contatto e una rapida occhiata le erano bastate per farle comprendere che qualcosa non andava.Mi fermai un momento,voltandomi come per assicurarmi che nessuno mi stesse seguendo.Quando constatai che era così,tirai un sospiro di sollievo.La mano punzecchiava e si era leggermente arrossata.La fissai,sentendo una stretta morsa allo stomaco.Mi ero quasi pentita di aver commesso un gesto simile,ma poi,ripensando alle fredde parole di mio cugino,misi da parte la pietà.Riflettei un attimo su dove andare per schiarirmi le idee.Feci mente locale.Patty era impegnata per quel giorno e aveva già i suoi problemi per la testa.Evelyn,nemmeno se mi avessero pagato.Avrebbe difeso a spada tratta il suo fidanzato.Con gli altri non mi confidavo particolarmente.Poi una lampadina s’illuminò nella mia mente,facendomi istintivamente sorridere.A passo svelto,imboccai la strada per raggiungere casa di Holly.
 
Era da un po’ che ci mancavo.Dato che lui era perennemente fuori paese,in poche occasioni riuscivo ad andarci.Oltretutto con la nascita del fratellino,non ero nella posizione di poter andare quanto mi pareva.Anche se a Maggie non avrebbe dato nessun fastidio.E me lo dimostrò anche quel giorno.Quando aprii la porta e mi vide sulla soglia per poco non mi stritolava col suo abbraccio caloroso.
 
–“Bambina mia!”- esclamò.
 
Ricambiai con fatica la stretta,dato che mi aveva quasi immobilizzato gli arti superiori
 
–“Entra!Stavo giusto facendo la torta al cioccolato che ti piace tanto!”-
Gettai giacca e borsa sul divano del salotto e mi chinai per schioccare un bacio in piena fronte a Daichi,intento a giocare con le costruzioni.Sorrisi quando notai che stava costruendo un campo da calcio.Mi guardò con i suoi occhini,identici a quelli di suo fratello maggiore,sorridendo brevemente per poi tornare al suo gioco.Mi alzai e raggiunsi la madre in cucina,concentrata a controllare in continuazione il suo dolce.Un buon profumo si aggirava nell’aria.Mi accomodai sulla sedia di legno e la osservavo.Da qualche anno a quella parte,non mi erano mancate le premure materne da parte di mia zia.Tuttavia,come precedentemente pensai,la donna che mi aveva messo al mondo,in un modo o nell’altro,non poteva essere sostituita.Negli ultimi tempi mi capitava di immaginare come fosse stata mia madre nei vesti di una donna come Maggie.Magari che mi preparava un dolce.D’un tratto si sfilò i guanti e si avvicinò,sedendosi sulla sedia opposta alla mia e regalandomi una piccola carezza sulla guancia.Chiusi gli occhi e sorrisi beata per quel dolce contatto.
 
–“Allora qual buon vento ti porta?”-
 
Sospirai abbassando di poco lo sguardo
 
–“Ho litigato con Bruce”- dissi.
 
Annuì –“Qualcosa mi dice che non si tratta solo di questo”- aggiunse.
 
Così svuotai il sacco,raccontandole ogni dettaglio del mio ambiguo e saltuario rapporto con Benji.Inizialmente rimase stupita nel sentir nominare la persona che più occupava i miei pensieri.Poi restò attenta su ogni parola da me detta.La conversazione fu,però,interrotta dal suono del forno,che la fece scattare,pronta a prendere la torta finalmente pronta.Nemmeno cinque minuti dopo,evamo tutti e tre seduti a tavola a gustarci quella delizia.Ovviamente io feci il bis.Solo quando Daichi tornò nel salotto a giocare,mi espose la sua opinione.
 
–“Tesoro”- disse –“sai che ti appoggio in tutto.E penso che questa cosa che lui ti abbia chiesto di raggiungerlo lì sia magnifica”-
 
Sorrisi,arrossendo.Erano le parole che volevo sentirmi dire.
 
–“Capisco che Bruce provi un pizzico di gelosia,come l’hai provata tu,ma penso che devi prenderla alla leggera.Ti ha chiesto solo di andare ad Amburgo per qualche giorno,non di sposarlo.Siete giovani,godetevi il tempo nel miglior modo possibile!”-
 
 Detto ciò,iniziò a sparecchiare e io mi accinsi per darle una mano,ma il suo sguardo di rimprovero mi fece riaccomodare.
 
–“Credo che ci andrò”- dissi d’un tratto –“Anche Patty andrà in Spagna.Lo sapevi?”-
 
Annuì sorridente
 
–“Ma certo!Mio figlio mi aveva chiesto un parere.Sono stata io ad incoraggiarlo.Ed è per questo che incoraggio anche te”-
 
Quando finì di sistemare ci accomodammo in salotto,lei sul divano ad osservare gioiosa me e Daichi che giocavamo,anche se in modo ridotto,a calcio.Quel piccoletto era Holly in miniatura.Bello,solare e con la passione per lo sport.La sua fotocopia.Nel frattempo,Maggie mi raccontava del suo matrimonio,della vita da mamma e del fatto che soffrisse della lontananza del suo primogenito.Chi madre voleva vedere il figlio partire?Pensai tra me e me che probabilmente la mia non avrebbe avuto problemi.Verso sera,nonostante la sua insistenza nel farmi restare anche a cena,andai via.Dopo avermi dato un altro abbraccio mozzafiato mi raccomandò di fare la scelta giusta e,soprattutto,di tornare presto.Tornai a casa,con la pesantezza che era volata via del tutto.Col sorriso avrei parlato ai miei zii e comunicato loro la mia decisione.Sarei partita per Amburgo.Si trattava solo di qualche giorno e ormai potevo scegliere da sola.Sulla strada verso casa riflettei sulle parole di Bruce,riguardo l’aspetto economico della cosa.Ma avevo un bel po’ di risparmi messi da parte,grazie alle somme ricavate dopo la vendita delle proprietà dei miei genitori.Non avrei sperperato tutto,ma almeno non avrei dovuto chiedere denaro ai miei tutori.Quando rientrai li ritrovai tutti in cucina,pronti per una cena appena servita
 
–“Eccoti!”- esclamò mia zia,mettendosi le mai sui fianchi –“Ti ho chiamato almeno due volte!”-
 
Feci spallucce –“Avrò la vibrazione”-
 
Il mio sguardo s’incrociò con quello di Bruce.Non c’era ira nei suoi occhi,ma avvertivo la stessa freddezza di prima.Spostai lo sguardo da lui ai miei zii.Questi ultimi mi osservarono interrogativi,sul fatto che ero rimasta stranamente all’erta.
 
–“Devo parlarvi”- dissi.
 
E per la seconda volta in quel giorno dissi tutto quello che c’era da dire.Spiegazione conclusa,non risposero subito.Mio zio si grattava il mento,riflettendo,mentre la moglie mi osservava pensierosa.Bruce continuava a cenare,restando col capo chino e non proferendo parola.Poi suo padre sospirò
 
–“Direi che è precoce come cosa.Ma farti da muro non servirebbe.Se hai deciso così va bene.Ma voglio pagarti io il viaggio”-
 
Scossi il capo –“Non se ne parla.Faccio da sola.Comunque grazie,avevo bisogno del tuo appoggio”-
 
Diedi un’ultima occhiata a mio cugino che non si azzardava a guardarmi
 
–“Vado di sopra,non ho fame-“ dissi.
 
Mia zia annuì –“Va bene cara.Te ne metto un po’ da parte nel caso ti viene fame”- disse.
 
La ringraziai,poi lasciai la cucina per dirigermi in camera mia.Quando mi misi dinanzi al computer,eccitata,scrissi la mia risposta a Benji.Una volta premuto invio,sospirai felice e mi buttai sul letto,fissando il soffitto.Sarei andata ad Amburgo.Per stare con lui.Perchè me l’avevo chiesto.Avrei urlato per la gioia se avessi potuto.
   
 
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