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Autore: ClaireTheSnitch    19/11/2014    3 recensioni
Sirius rimase a bocca aperta e sbatté le palpebre più volte.
-Potrebbe venirmi il diabete. – fu tutto quello che riuscì a commentare. Collassò con la testa sulle gambe di Remus e chiuse gli occhi, sapendo che lui avrebbe capito.
Nessun altro leggeva bene tra le righe come Remus.

Buon compleanno, Sirius Black!
{So che non abbiamo date certe sulla sua nascita, ma presumibilmente Sirius nacque nell'autunno del 1959.
Perché proprio a novembre? Questo dovrete scoprirlo. }
670 parole.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Parole di stelle


Faceva davvero troppo freddo, quella notte, quando Remus sfilò la Mappa del Malandrino dal comodino di James e si diresse verso un altro letto in punta di piedi, scalzo.
-Sirius…
Il suo corpo era un bozzolo di calore e di sonno.
-Sirius! – ripeté, scuotendo un po’ le coperte.
Si udì un fruscio di lenzuola e un gemito infernale.
-Vattene, cucciolotto, se non vuoi finire sbranato. Sto cercando di dormire.
-Ma… Sirius, è mezzanotte.
-Appunto! Quanta robaccia ti sei scolato, prima di venire qui? Sento odore di…
-…il tuo vino preferito, cucciolotto. E non l’ho ancora bevuto.
Sirius si alzò di scatto e picchiò la nuca contro la testiera del letto. –Merda!
Remus sogghignò. –Vedo che te ne sei ricordato. Buon compleanno, Sirius. Ora scendi dal letto, o ti perderai il mio regalo speciale.
-Mi piace quando fai allusioni.
-Infilati le scarpe e la giacca. Stiamo andando molto in alto.
Sirius scivolò giù dal letto.
Era sempre così: bastava una sola parola di Remus, un solo sguardo di quegli occhi magnetici, un solo respiro del suo profumo, e Sirius avrebbe fatto qualunque cosa.
E, quella sera in particolare, Remus lasciava una scia che sapeva di coperte calde e di vino.
 
Secondo la Mappa, Gazza era quattro piani più sotto, intento a pattugliare un corridoio deserto. Sirius e Remus, invece, stavano lentamente raggiungendo la Torre di Astronomia.
-Perché vuoi portarmi lassù? Per congelarmi da capo a piedi?
Remus tacque, enigmatico, e continuò a seguire con gli occhi i cartigli sulla Mappa.
-Avanti, Moony. È il mio diciassettesimo compleanno.
-Ed è una sorpresa.
-Potrei costringerti a svelarmela.
-Tu provaci soltanto e…
Il resto delle parole di Remus fu soffocato da un bacio e da una mano prepotente alla gola, proprio sotto il mento.
Non andartene, gridavano le dita di Sirius, Non sei di nessun altro.
Di malavoglia, Remus si separò da lui e gli passò una mano sul petto. –Un attimo solo. Continuiamo a salire.
Sirius sbuffò, determinato a fare ciò che voleva della sua prima notte da diciassettenne: la scalata verso la Torre, infatti, fu punteggiata da tante piccole soste cui Remus non poté proprio resistere.
 
L’aria della notte era vetro rotto nei polmoni.
Sirius si riempì la bocca del vino che Remus aveva scelto e lo passò a lui.
-Scaldati, Moony. Morirai.
-Taci, per una volta.- Remus evocò un piccolo Fuoco Freddo e si sedette sulla propria giacca ripiegata. Estrasse un’altra pergamena. –Ho finito i compiti di Astronomia, cosa che avresti dovuto fare anche tu.
-Remus. Tutto ciò che voglio ora è prenderti e…
-Siediti.
E ancora, sorridendo e scuotendo la testa incredulo, Sirius si accucciò al fianco di Remus, affondando il naso nei suoi capelli e inspirando quell’odore prepotente di corteccia d’alberi e cento altre cose.
Remus dispiegò la pergamena. –Questo periodo dell’anno è particolarmente buono per osservare la costellazione del Canis Maior. E, guarda caso, Sirio è la stella principale.
Sirius rimase a bocca aperta e sbatté le palpebre più volte.
-Potrebbe venirmi il diabete. – fu tutto quello che, tuttavia, riuscì a commentare. Collassò con la testa sulle gambe di Remus e chiuse gli occhi, sapendo che lui avrebbe capito.
Nessun altro leggeva bene tra le righe come Remus.
Lì, dal basso, le sue labbra che si muovevano sembravano ancora più belle. Un accenno di barba non curata gli adombrava il mento – Merlino, la sua voce – poi altre parole di stelle e moti terrestri e orbite e costellazioni – le dita strette attorno alla mappa celeste – gli occhi che gli sorridevano, e brillavano, e brillavano.
Spostò più volte lo sguardo dal cielo a Remus, e non aveva dubbi su cosa gli piacesse di più.

-Ehi. – sussurrò Sirius, con la voce tremante. Si sollevò sui gomiti e lo fissò.
Remus non l’aveva mai visto così allucinato. Aveva gli occhi folli, la bocca semiaperta, ed era bello da fare schifo.
-Che c’è?
Sirius non disse nulla e si strofinò il viso energicamente, espirando. –Cazzo.
-Eloquente, non c’è che dire.
-No, Remus, tu non capisci.
Sirius si avvicinò così tanto al suo viso che Remus poteva sentirne il respiro condensarsi sulla pelle, i suoi capelli solleticargli le guance.
-Io mi sono innamorato di te.
 
Di come Remus J. Lupin rimase senza parole.


















 


 Note d'autore
Non sono convintissima di questa one shot (che non è flashfic per l'irrisoria differenza di 170 parole), ma mi piaceva troppo l'idea di pubblicare una wolfstar nei presunti giorni in cui Sirius sarebbe nato, e dare alla storia tutta una serie intricata di significati  e collegamenti.

Cosa che, d'altronde, è già riuscita benissimo alla Rowling:
1. Sirius, come la maggior parte dei Black, prende il nome da una stella.
2. Sirius si trasforma in un cane, e la stella Sirio si trova nella costellazione del Canis maior.
3. Il secondo nome di Sirius è Orion, e non soltanto per eredità paterna, ma perché un ottimo modo di visualizzare rapidamente la costellazione del Canis maior è appunto cercare la brillantissima Cintura di Orione.

Che dite di questo Sirius innamorato? Ho lavorato un pochino per restare nell'IC.

Lasciare un parere è gratis, rapido e indolore. E mi farebbe molto piacere. (<---- rima!!)

Buona serata,
Claire.

P.S.: Ho intrapreso una nuova long fiction a tema wolfstar, e per ora siamo solo al primo capitolo, ma aggiornerò tra pochissimi giorni. Se vi va di spulciare, è qui

 
   
 
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