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Autore: 365feelings    19/11/2014    4 recensioni
11. That's the trick (o di come tutto va per meglio)
Quando sente la mano di Will sfiorare la propria, non si sottrae al contatto anzi lo cerca ed è bello sentire le dita dell'altro intrecciarsi alle sue. Pelle contro pelle. C'è un tempo per ogni cosa e quello di fuggire e nascondersi è finito già da un pezzo.
«Che ne dici, li raggiungiamo? Credo che sia arrivata anche tua sorella».
Quello, è il tempo di vivere.

Will/Nico | post-Blood of Olympus | headcanons
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Will Solace
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Autrice: kuma_cla
Titolo: Out of the darkness, brighter than a thousand suns
Coppia: Will/Nico
Rating: verde
Genere: sentimentale
Avvertimenti: oneshot, headcanons
Note: gente siamo a -1!
  • C’è un’imprecisione, in quanto caccia alla bandiera la fanno dopo cena mentre in questo capitolo accade il contrario. Non fateci caso.
  • Lo schiniere è una parte dell’armatura (nonché l’unica che io ricordi) e ho sempre desiderato citarla in una mia storia. Achei schinieri robusti.
  • La rimessa delle canoe finisce sempre per essere citata, alla fine. Nel mio headcanons i semidei vanno a farci cose (o semplicemente a riposare sul tetto, quindi immaginatevi tutto ciò che Cecil può aver visto da quella posizione).
 
 
 
 
He took Nico’s hand, which sent an electric current down Nico’s spine.
The Blood of Olympus, Rick Riordan
 
 
Will si rende conto di averlo spaventato e l'ultima cosa che vuole è che Nico si richiuda nuovamente in se stesso. Quindi fa un passo indietro, non accenna più a loro due e a quello che gli altri pensano possano essere.
Evita di guardarlo troppo a lungo e troppo insistentemente, si impone di non mollare più niente a metà per correre da lui, frena il desiderio di prenderlo per mano e baciarlo. Ed è dura, ma ce la fa.
Per i primi giorni riesce a tenere a bada i propri sentimenti e al termine della seconda settimana si stente un martire. Perché Nico ora lo cerca e ogni tanto addirittura gli sorride, ma sa che basta un solo passo falso, una sola mossa azzardata per far crollare quel fragile equilibrio che si è creato nell'arco di un anno e Will ha scoperto che tiene al loro rapporto più di quanto avrebbe mai immaginato. E quello che hanno è qualcosa di prezioso, da custodire con cura.
 
«Lo stai consumando» osserva con noncuranza Cecil, passandogli uno schiniere.
«Io cosa?» chiede portando l'attenzione sull'amico e quando questi gli indica Nico si affretta a negare.
«E ti stai consumando» aggiunge il figlio di Ermes «Non capisco cosa tu stia aspettando».
«L'ultima volta che ho provato ad accennargli a noi, cioè due settimane fa, si è spaventato» ricorda con una smorfia «Non voglio che si spaventi di nuovo e si allontani».
Cecil rotea gli occhi mentre lo aiuta ad allacciare l'armatura: «Questa volta allora non si spaventerà. Sa che c'è questa cosa in sospeso tra voi. Mal che vada ti dice di no. Inoltre sei sempre più distratto. È vero che quando assiste alle tue esercitazioni di tiro con l’arco non riesci a centrare il bersaglio?»
 
«Come hai fatto a non vedere la lancia?» gli chiede Nico, studiando il punto in cui l'arma ha colpito l'elmo.
«Ce lo chiediamo tutti» commenta Ali, mentre esamina la situazione di Will. Niente di grave, solo una botta e un taglio poco profondo all'altezza del sopracciglio destro, ma il capo-cabina dei figli di Apollo è il peggior paziente che si possa avere e Ali non è entusiasta del dover prendersene cura. «Stai fermo» aggiunge spazientito all'ennesimo movimento del ragazzo, prendendogli il mento tra le mani.
«Mi sono distratto un attimo» risponde «E non è successo nulla».
«Chissà a cosa stavi pensando» interviene Cecil, con sorriso sornione poco rassicurante «O a chi».
Will lo fulmina con lo sguardo, mentre Ali aumenta la presa per farlo stare fermo e Nico guarda i due amici cercando di capirci qualcosa.
 
«Non dire una parola» lo avverte, mentre esce dall’infermeria. Cecil lo sta aspettando appoggiato al muro e quando lo vede sorride divertito.
«Gli stavi guardando il sedere, non è vero?» lo ignora il semidio, affiancandolo. Will lo fulmina nuovamente con lo sguardo e si accerta che non ci sia nessuno ad ascoltarli. È già abbastanza imbarazzante essere stato colpito da quella lancia che tutti, tranne lui, avevano visto arrivare; preferirebbe che il motivo della sua distrazione non venisse sbandierato ai quattro venti.
«Spero solo ne sia valsa la pena» continua Cecil, indicandosi la tempia e ridendo. Ha assistito alla scena ed è stata bellissima, uno di quegli incidenti che verranno raccontata davanti al fuoco alla sera e ricordati nei momenti di noia: «Hey, hai presente quella volta in cui Will Solace si è preso una lancia in testa perché non si è spostato?»
«Stavo solo…» inizia, ma l’amico lo ferma e scuote il capo.
«Ti prego» gli dice con un tono mortalmente serio salvo poi mettersi nuovamente a ridere «Per la tua incolumità e per quella del Campo: diglielo che ti piace».
 
Osserva Nico compiere il sacrificio a suo padre e tornare al proprio tavolo e ripensa alle parole dell'amico.
Da quando la guerra li ha avvicinati, il figlio di Ade è diventato un pensiero fisso e nell'ultimo periodo ogni sua attenzione è stata rivolta a lui piuttosto che alle attività che avrebbe dovuto svolgere, tanto da collezionare piccoli incidenti e momenti imbarazzanti.
Non è ancora arrivato a porre in secondo piano l'infermeria, ma a questo punto teme possa accadere e il solo pensiero gli fa passare l'appetito. Perché l'infermeria è tutto ciò che ha di più importante, è la sua eredità e la sua missione e anche in tempi di pace non deve essere trascurata. Sono passati quasi tre anni da quando Lee gliel'ha affidata e ha giurato di occuparsene.
In quel momento vorrebbe potersi rivolgere al fratello: parlare con Lee è sempre stato facile, Lee avrebbe saputo dirgli cosa fare.
Continua ad osservare Nico: vorrebbe alzarsi e baciarlo. Consapevole dell'intensità del suo desiderio e degli effetti collaterali che ha sulla propria attenzione decide di seguire il consiglio di Cecil.
 
Adesso o mai più, pensa durante i festeggiamenti, mentre lui e Nico si ritrovano davanti ad uno dei falò. Tutto attorno ci sono semidei in festa, satiri che suonano e ninfe che ballano, ma nessuno sembra badare a loro. Non ci sarà mai il momento giusto, quindi adesso o mai più.
«Mi piaci».
Dirlo è una liberazione.
Nico approfitta delle ombre proiettate dalle fiamme per nascondersi, Will però è piuttosto sicuro di averlo visto arrossire.
«Ma?»
La voce del semidio è appena un sussurro.
«Ma?» ripete il figlio di Apollo cercando il suo sguardo «Non c'è alcun ma. Tu mi piaci, Nico Di Angelo. O forse dovrei dire: sono innamorato di te. È più chiaro così?»
Il ragazzo non risponde e Will immagina di dovergli lasciare altro tempo. In fondo il figlio di Ade ha quasi un secolo di vita ed è nato negli anni '30: altri tempi, altri modi di pensare. Lui invece è un ragazzo del XXI secolo, sua madre non si è scomposta quando ha scoperto che suo figlio era gay e i suoi fratelli lo hanno sempre supportato. E suo padre, beh, suo padre ha avuto centinaia di amanti, di entrambi i sessi.
«Sono innamorato di te» ripete lentamente «Tu pensaci. Non voglio metterti fretta».
A quel punto Nico fa una cosa inaspettata: allunga la mano e gli afferra il braccio, uscendo dal cono d'ombra. Il contatto dura poco, ma il figlio di Apollo avverte una scossa partire dal punto in cui lo ha toccato – esattamente come la prima volta che gli ha preso le mani.
Nico tiene lo sguardo basso mentre gli parla, ma Will sente il proprio cuore fare le capriole. Non potrebbe essere più felice.
«Anche.... Anche tu mi piaci».
 
La mattina dopo Nico non è sicuro di quello che è accaduto ed esce dalla propria Cabina con la sensazione di camminare almeno cinque centimetri da terra; il che non è possibile perché la avverte chiaramente l’erba e il terriccio sotto i propri piedi, ma si sente così leggero che davvero potrebbe volare.
Non appena individua Will seduto al proprio tavolo, con i suoi fratelli il cuore inizia a battere freneticamente e la sensazione avvertita prima scompare. All’improvviso la terra gli sembra fin troppo concreta sotto le suole degli anfibi e i dubbi hanno la meglio: e se avesse sognato tutto?
Ma ha la certezza che non è stato il frutto della sua immaginazione dal modo in cui Will alza il capo dalla propria colazione e gli sorride (è un sorriso radioso, è un sorriso solo per lui, è un sorriso eccoti finalmente, ti aspettavo) e glielo ricorda il modo in cui Will gli sta accanto, rispettando i suoi spazi e i suoi tempi, ma senza mai lasciare il suo fianco.
 
Il sole si sta abbassando sulla linea dell’orizzonte quando si ritrova sdraiato sul tetto della rimessa delle canoe insieme a Will, Cecil e Lou Ellen. È questa la sua vita ora; vorrebbe che anche Bianca ne facesse parte, vorrebbe poterle dire «Ce l’ho fatta», ma non lascia più che questo ostacoli la sua felicità. E comunque adesso c’è Hazel, può dirlo a lei. Non è la stessa cosa, certo, ma forse è anche meglio, perché Bianca è il passato mentre Hazel è il presente e il futuro.
Una decina di minuti dopo il sole incendia il cielo e i loro amici decidono di tornare alle proprie Cabine. Se sanno, non hanno fatto allusioni, il che è una sfida conoscendo Cecil e la sua incapacità di tenere la lingua a freno (probabilmente ha a che fare con l’essere il figlio di Ermes); quindi probabilmente non sanno davvero nulla.
«Non hai detto loro niente».
Sono rimasti soli sul tetto e Will si gode gli ultimi raggi di sole con gli occhi chiusi e un’espressione rilassata sul volto.
«No».
«Perché?» chi chiede, voltando il capo verso di lui, scoprendosi a pensare quanto sia bello il profilo di Will.
«Aspetto che tu sia pronto» gli risponde, voltando anche lui il capo e guardandolo dritto negli occhi.
Nico annuisce ed entrambi tornano ad osservare il cielo, il tramonto che sfiorisce all’orizzonte mentre le prime stelle brillano sempre più coraggiose e intense.
La sera al Campo porta con sé la stanchezza della giornata e i profumi della notte, l’odore speziato dei primi sacrifici, le voci degli amici e dei fratelli che si siedono insieme, le risate e i clangori degli ultimi combattimenti nell’arena. Profumi e rumori che con il tempo ha imparato ad apprezzare – ad amare.
A distanza di un anno e cinque mesi dalla fine della guerra, Nico realizza di essere felice lì dov’è, di essere a casa.
Allunga la mano e cerca quella di Will, la trova calda e pronta a stringersi alla sua. Gli ultimi minuti prima della cena li passano così e Nico è certo di sentirlo sorridere.
   
 
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