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Autore: Lachiaretta    20/11/2014    19 recensioni
Amelia River, dopo quattro lunghi anni torna a New York per frequentare la Columbia University. Era scappata da un passato che non riusciva ad affrontare, ma soprattutto dimenticare. Nonostante tutti i suoi sforzi però questo passato tornerà a bussare alla sua porta, inghiottendola completamente.
Cattivi ragazzi, corse illegali, auto illegali, scommesse, sesso, droga e alcol.. ma soprattutto lui, Jake Haiden.
QUESTA STORIA PRENDE SPUNTO DALLA TRAMA DI GOSSIP GIRL, IN PARTICOLARE I PRIMI EPISODI, E DA FAST AND FURIOS. LEGGETE L'AVVISO IN APPENDICE AL PRIMO CAPITOLO PER TUTTE LE INFORMAZIONI AL RIGUARDO.
PRIMI CAPITOLI IN REVISIONE.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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THE RACER


Ciao a tutti..  sono Lachiaretta.. questa è la mia storia originale e spero che vi piaccia..
I primi capitoli sono in fase di revisione a causa di errori.. 

The Racer ha anche una pagina su FB sulla quale troverete ogni martedì un piccolo spoiler, immagini e su cui potrete farmi domande. Se volete accedervi clicca qui. Vi aspetto.

Buona lettura.


INIZIO COL DIRE CHE NON SO BENE PER QUALE MOTIVO, MA AL POSTO DEL DECIMO CAPITOLO C'ERA LA VERSIONE CORRETTA DEL PROLOGO - CAPITOLO 1... MMM CHISSA' COSA HO COMBINATO.
COMUNQUE NON SAPENDO BENE QUANDO PUO' ESSERE SUCCESSO E VEDENDO CHE COMUNQUE QUALCUNO DI VOI HA CONTINUATO A LEGGERE L'HO RIPUBBLICATO E CHE NON LO HA LETTO LO TROVERA' APPUNTO SOTTO CAPITOLO 10. SCUSATE PER L'IMPREVISTO!!!!



Dove eravamo arrivati?
Scott, fratello gemello di Mia, prende il suo posto ad insaputa della sorella in una gara tanto importante quanto pericolosa, rubandole le chiavi dell'auto. Scott però, a differenza di Mia, non era un ottimo guidatore e a causa della sua inesperienza ha un incidente che gli costa la vita. Mia quella stessa notte, venuta a conoscenza della morte del fratello, viene spedita dai suoi genitori a casa dei nonni, non sopportando il dolore per la perdita del figlio e incolpando Mia e la sua passione per le corse illegali.
Tutti gli amici hanno ovviamente inteso la sua fuga e il successivo silenzio come un'ammissione di colpa, immaginando che Mia avesse chiesto a suo fratello di sostituirla nonostante la sua inesperienza.
Solo Megan, al tempo fidanzata di Scott e migliore amica di Mia,  non vuole accusare l'amica per non perdere anche lei. 
 
Ora la verità è venuta a galla e scoprire che in realtà Amelia era contraria a far correre il fratello e che lui le ha rubato le chiavi dell'auto pur di non perdere i soldi scommessi, ha fatto cambiare idea a Robert e Josh che accolgono l'amica a braccia aperte perdonandole tutto.
 
 
 



 
CAPITOLO 11
 
«Spencer, sono un disastro.» Mi lancio sul letto nascondendo il volto sul cuscino. Dopo quel bacio e la fuga di Jake, la serata si è chiusa presto. Bevuto l’aperitivo sono scappata adducendo di essere troppo stanca e di dover recuperare le forze per il giorno seguente e, nonostante Ryan abbia insistito più volte per accompagnarmi al campus, ho preferito prendere l’autobus senza controllare che l’ultima corsa era passata esattamente venti minuti prima, costringendomi a camminare per oltre due ore. Ora sono letteralmente sfinita.
 
La mia coinquilina fa capolino dalla nostra cabina armadio, il suo corpo perfetto coperto solo da un costosissimo intimo di pizzo rosa pallido.
 
«Ma… Che intenzioni hai questa sera?» Le domando notando che non è sua abitudine indossare biancheria così ricercata, quantomeno quella non immediatamente visibile, prima di andare a dormire, oltretutto da sola.
 
Spencer sbuffa irritata. «Sarebbe meglio dire che intenzioni AVEVO per questa sera! E preciso il tempo al passato perché sono miseramente andate in fumo.»
 
«Cosa è successo?» Le domando non capendo cosa può aver trattenuto Micheal di fronte a tali indumenti e tanta bellezza.
 
«Prima tu! Perché saresti disastro?» Mi domanda prendendo il pigiama da sotto il cuscino e infilando i corti pantaloncini giallo canarino.
 
«Ho baciato Ryan Bass.» Le confido senza tanti giri di parole.
 
«Cosa? Ryan Bass il bellissimo procuratore?»
 
«Conosci altri Ryan Bass?» Scrollo le spalle, alzandomi a sedere sul letto e sfilandomi gli stivaletti dai piedi che lascio cadere con estrema noncuranza al suolo.
 
Lei scuote la testa divertita invitandomi a continuare il racconto.
 
«Ah!» Mi copro il volto con entrambe le mani. «Ho provato a declinare tutti i suoi inviti ma lui non demordeva e alla fine ho accettato mettendo però in chiaro che per adesso non ci sarebbe stato nulla tra di noi, almeno finché sarebbe durato il mio stage.»
 
«Erano dei buoni propositi.» Concorda trattenendo a stento una risata. «Cos’è andato storto?» Sento il materasso sotto di me abbassarsi leggermente, segno che deve essersi seduta al mio fianco.
 
«Jake Haiden! Il caso ha voluto che Jake fosse nello stesso loale in compagnia di una ragazza e si davano da fare, capisci cosa intendo?» Scandisco bene le ultima parole per non creare malintesi. «Lui però continuava a guardarmi… esplorava la sua bocca e arpionava il suo fondoschiena e guardava me, ho perso la testa. Ryan si è materializzato al mio fianco in tutta la sua bellezza ed è stato più forte di me, l’ho baciato.»
 
«E poi?» insiste Megan incapace di nascondere la sua curiosità.
 
«E basta. Ho fatto finta di niente e lui da uomo maturo ed educato ha fatto altrettanto.»
 
«No, intendevo Jake. Come ha reagito?» La mia vita sentimentale diverte Spencer più di un mese intero di Beautiful.
 
«Jake? Che ne so! Se ne è andato via. Anzi è proprio scappato.»
 
«Adesso si spiega tutto!» Spencer si alza in piedi saltellando e battendo le mani. «Jake aveva garantito a Micheal che sarebbe stato fuori tutta la sera lasciandoci la loro camera alla NYU. Io ero arrivato da lui poco dopo le otto prospettantomi una serata molto… intima…, mi ero appena sfilata il vestito mostrandogli il mio nuovissimo completino di La Perla, e avevo attenuto l’effetto desiderato perché Micheal non riusciva a tenere le mani apposto ed era veramente eccitatissimo. Erano ovunque e mi baciava…»
 
«Spencer!» La interrompo coprendomi le orecchie con entrambe le mani per non sentire i particolari piccanti della sua vita sentimentale. «Stai divagando troppo. Vieni al sodo.»
 
«Si! Si. Ci sarei arrivata presto.» Sbuffa infastidita. «Insomma ci eravamo appena stesi sul letto quando Jake ha fatto irruzione nella stanza. Ha letteralmente spalancato la porta ed è entrato senza curarsi del fatto che c’ero anch’io.»
 
Poco dopo le otto? Allora è tornato al dormitorio dopo essere andato via.. E da solo…
 
«Sembrava fuori di sé per la rabbia che non credo si sia nemmeno accorto che ero praticamente seminuda e quando Micheal gli si è parato davanti per ordinargli di andarsene si sono quasi messi le mani addosso.»
 
«Hanno litigato?»
 
«No. Per fortuna no. Cioè Jake era talmente nervoso che ha quasi distrutto una sedia a suon di calci ma dopo essersi sfogato ha chiesto scusa e si è offerto di pagarci una camera d’albergo perché proprio non se la sentiva di uscire. Noi però abbiamo rifiutato e io sono tornata a casa, lasciandoli alle loro cose da uomini.» Spencer mi fissa negli occhi aspettando una mia reazione che non arriva. «Ma non lo capisci Mia? Era così per te!»
 
«Si che capisco. Mi odia così tanto che il solo vedermi lo manda fuori di testa.» Ammetto sconsolata.
 
«Eppure dovresti essere più intelligente della media.» Scuote la testa sbalordita. «Proprio non ci arrivi? Lui era arrabbiato perché ti ha vista baciare Ryan.» Mi fissa sgranando gli occhi come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
 
«Non credo» biascico dopo averci riflettuto per qualche istante. «Non so nemmeno se lo ha visto. È durato solo pochi secondi e lui è uscito subito. E perché dovrebbe farlo arrabbiare? Lui stava baciando quella rossa.»
 
«Ma guardava te! Secondo me voleva farti ingelosire e quando ha visto che tu invece hai baciato Ryan è andato fuori di testa. Non dimenticare che lui è ancora convinto che tu l’abbia lasciato per lui.» Spencer mi espone convinta la sua teoria. Ha così tanta fantasia che potrebbe tranquillamente scrivere una fan fiction di successo, spero di non diventarne la protagonista.
 
«Ma.. non so! Comunque lui mi odia adesso e questo non cambia nulla. E c’è una cosa più urgente da risolvere. Cosa faccio con Ryan adesso?»
 
Spencer si passa il pollice sul mento pensierosa. «Posso chiederti perché l’hai baciato?»
 
«Perché l’ho baciato?» Ripeto a me stessa interrogandomi. «Non lo so..»
 
«Mia…» Mi sprona la mia amica.
 
Abbasso lo sguardo vergognandomi di me stessa «Per Jake credo. Lui stava baciando quella ragazza e io mi sono ritrovata con le labbra premute a quelle di Ryan.» Passo entrambe le mani in mezzo alla fluente chioma castana spettinandola. «Non so cosa fare.»
 
«Ma Ryan ti piace?»
 
La domanda mi spiazza, non me l’ero mai veramente posta. «Si..» Balbetto. «Certo che si! È bellissimo, intelligente, estremamente interessante e abbiamo molte cose in comune ma….»  Ma non è Jake.
 
«Ma non è Jake…» Ammetto alla mia amica con un filo di voce.
 
«Però Jake si ostina a non parlarti.» La voce di Spencer improvvisamente seria. «E Ryan comunque ti piace. Perché non continuare ad uscire con lui?»
 
«Non vorrei prenderlo in giro..» Constato amaramente. Ryan mi piace ma nel mio cuore c’è ancora Jake. Come posso uscire con lui?
 
«Mia! Ryan non è un ragazzino, è un uomo… Non devi promettergli amore eterno ma solo dargli una possibilità per farsi conoscere e magari potrebbe piacerti anche più di Jake. Non so bene cosa vi legasse in passato ma hai già perso troppi anni dietro a quel cretino, che a mio avviso è solo troppo orgoglioso per ammettere di essere perdutamente innamorato di te. Vuole fare l’arrabbiato, che lo faccia, tu però andrai avanti con Ryan o con chiunque altro attiri il tuo interesse, e se e quando lui finalmente si renderà conto dei suoi sentimenti non è detto che ti troverà ancora qui ad aspettarlo.» Recita fiera il suo discorso, che in effetti non fa una piega. «Dimentica Jake e dai una possibilità a Ryan.»
 
I suoi occhi si illuminano di determinazione. «Sai che ti dico? Hai proprio ragione. Non posso buttare via la mia vita dietro ad un ragazzo che nemmeno mi vuole! Uscirò con Ryan e proverò a conoscerlo. Voglio dargli una possibilità.» Annuncio abbracciandola.
 
Basta perdere tempo dietro a Jake Haiden.
 
 
***
 
 
La mattina seguente arrivo in ufficio molto prima delle nove decisa a parlare da sola con Ryan. Fortunatamente Megan mi ha concesso di usare la sua auto che ho potuto parcheggiare nello spazio sotterraneo riservato ai dipendenti. La mia attenzione viene attratta dal sinuoso rombo di un motore dagli innumerevoli cavalli e rimango incantata dall’immagine di una fiammante Ferrari rossa che si ferma poco distante da me. Abbagliata da tanta bellezza, non riconosco immediatamente l’autista, il viceprocuratore Bass.
 
«Ryan!» Lo chiamo smontando dalla mia vettura.
 
«Amelia buongiorno. Speravo di vederti prima dell’arrivo dei tuoi amici, vorrei parlarti subito.»
 
Annuisco, colpita dalla sua serietà. «Dimmi.»
 
Ryan esamina il parcheggio alla ricerca di orecchie indiscrete. «Amelia, vorrei definire la nostra posizione. Eri stata molto chiara ieri mattina e poi.. Se ti sei pentita per il bacio di ieri non devi farti alcun problema, capirò e non penalizzerà il tuo stage.»
 
Pentita? In effetti forse deve essergli sembrato un controsenso, prima gli dico che non ritengo appropriata una relazione tra noi e poi lo bacio inaspettatamente. Devo essergli sembrata leggermente confusa. «Non me ne sono pentita.» Mi limito a rispondere fissando i suoi splendidi occhi.
 
«Sicura? Non che voglia che tu lo sia ma..» Scruta il mio volto per cogliere anche un solo segno di cedimento.
 
«Certo Ryan, ne sono sicura. E se anche tu sei d’accordo, mi piacerebbe iniziare a frequentarti.»
 
«Se ne sono d’accordo?» Si allunga verso di me e, afferrandomi per i fianchi, mi solleva di peso facendomi ruotare in aria . «Sono ovviamente d’accordo.»
Appena i miei piedi tornano a contatto con il suolo, le sue labbra incontrano le mie e questa volta, quando le sue labbra si schiudono e la sua lingua stuzzica le mie per aprirsi un varco, non mi oppongo, approfondendo il bacio e lasciandomi travolgere dalla sua passione.
 
 
***
 
 
Alle diciannove Megan e Robert raggiungono me e Josh direttamente in procura e ci invitano fuori a cena. Sapendo già che Ryan deve lavorare fino a tardi accetto di buon grado, imponendo però di mangiare da Planet Pizza. Ho proprio bisogno di un paio di fette del suo impasto alto e focaccioso, ricoperto da un lieve strato di salsa di pomodoro e abbondante morbidissimo formaggio filante e fette di salame piccante.  In passato ne mangiavo una intera quasi tutti i giorni accompagnata da patatine fritte e gelato e nessuno sembra essersene dimenticato, infatti quando a stento termino la mia seconda fetta, lasciando tutta la crosta nel piatto, ridono sonoramente.
 
«Adesso che ti osservo bene in fondo non sei cambiata così tanto.»
 
«Ecco perché l’hai riconosciuta subito.» Ride Megan prendendo in giro Robert.
 
«Non sto scherzando Megan, guardala. I suoi occhi! Cioè non ci sono più tutti quei kg in eccesso, e lasciatelo dire Mia, erano veramente troppi!»
 
«Lo so Robert, lo so. Non era un segreto e non perdevi occasione di dirmelo.» Ammetto facendogli una linguaccia. Robert era sempre stato il più maligno con me.
 
«Tesoro, lo facevo per te. Guarda che bella che sei adesso!»
 
«Cretino.» Lo rimprovera Josh, bevendo l’ultimo sorso della sua birra bianca.
 
«Comunque ragazzi alla Columbia si sente la vostra mancanza. Ora mi tocca mangiare tutti i giorni con lui.» Cambia discorso Megan indicando il moro seduto al suo fianco.
 
Lui le afferra la mano e la tira verso di sé stringendola al suo petto. «Ti lamenti?»
 
«No, no. Ci mancherebbe!» Urla la bionda, dimenandosi per sfuggire alla sua presa.
 
Non riesco a trattenere un sorriso vedendo i due ragazzi. Forse Megan non è ancora pronta ad avere un altro ragazzo, ma quando lo sarà troverà al suo fianco un ragazzo fantastico e perdutamente innamorato di lei. Devo ammettere però che dal modo in cui anche lei guarda lui, forse quel giorno non è molto distante.
 
Il telefono di Josh suona riportandomi alla realtà. «è Jake. Scusate.» Si alza e si allontana di qualche passo rispondendo. «Pronto. Ciao amico, come stai?»
 
«Lo sa che siete fuori con me?» Domando agli altri rimasti seduti al tavolo.
 
«Beh, no! Non gli abbiamo chiesto il permesso per uscire a cena insieme e non credo di doverlo fare.» Risponde Robert scrollando le spalle.
 
«Ma gli avete detto… insomma.. che mi avete perdonata?» gli chiedo afferrando la crosta avanzata e giocandoci riducendola in centinaia di piccoli pezzettini.
 
«No. Cioè Mia, non è un problema e glielo dirò, è che negli ultimi giorni era piuttosto intrattabile. Per lui è stata piuttosto dura e l’ha presa sul personale a causa di quello che c’è stato tra voi. Dagli il tempo di metabolizzare la cosa e gli spiegherò come sono andate le cose. Ti perdonerà anche lui.» La sua voce tentenna sulle ultime parole, segno che non ci crede molto nemmeno lui.
 
Annuisco poco convinta. Non credo che mi perdonerà.
 
«Robert.» Josh torna a sedersi al nostro tavolo attirando l’attenzione dell’amico. «Jake è al Victrola e dice che ci sono dei problemi con quelli dell’Extra. Ha bisogno di noi.» Annuncia serio.
 
«Extra?» Gli domando non riconoscendo il nome del locale.
 
«Si. È  un locale poco distante da quello di Charlie. C’è molta rivalità e cercano spesso di boicottarlo. Chissà cos’hanno combinato stavolta?»
 
«Andate!» Li incoraggio. Non voglio creare altri problemi a Jake.
 
«Si, andate voi. Io rimango con Mia.» Aggiunge Megan sorridendomi amorevolmente e guadagnandosi un’occhiata delusa da parte di Robert che chiaramente non vuole separarsi da lei.
 
«Megan, vai al Victrola con loro.» La incoraggio, non è giusto che rinunci alla sua serata per me.
 
«No, non ti lascio sola! Rimango con te, andiamo da qualche parte e poi ti riporto a casa.» Replica testarda la mia amica.
 
«Scusate, ma perché non andiamo tutti al Victrola?» Domanda Josh, le sopracciglia inarcate e lo sguardo corrucciato.
 
«Jake ha detto che posso venire?» Gli domando stranita, probabilmente al telefono deve avergli detto che eravamo insieme e lui deve aver esteso l’invito anche a me.
 
«Assolutamente no!» Risponde con una scrollata di spalle. «Ma questo è un paese libero e noi siamo liberi di uscire con te senza dovergli chiedere il permesso. Quindi adesso ci alziamo da qui e andiamo tutti al Victrola.» Sentenzia alzandosi dal tavolo e lasciando una banconota da cinquanta dollari sul tavolo, prima di uscire e dirigersi a passo spedito verso il parcheggio. Noi non possiamo fare a meno di raccogliere le nostre cose e seguirlo, trattenendo una risata mentre Robert lo prende in giro fingendo di estrarre dei soldi dalla tasca con aria altezzosa e inscenando un’uscita teatrale quasi quanto la sua.
 
Monto in auto con Josh e per l’intero tragitto cerco di immaginarmi l’incontro che mi aspetta, meno di quindici minuti mi separano da Jake Haiden e l’emozione sta per prendere il sopravvento su di me. Come reagirà? Si arrabbierà? E se avesse ragione Spencer e in realtà lui è solo geloso di Ryan, geloso di me. Che assurdità.
Guardo fuori dal finestrino ripetendomi mentalmente le ultime parole di Josh all’interno della pizzeria.
 
È un paese libero e noi siamo liberi di uscire con te.
 
È un paese libero e noi siamo liberi di uscire con te.
 
È un paese libero e noi siamo liberi di uscire con te.
 
Spero che Jake sia dello stesso orientamento.
 
Josh ferma l’auto subito dopo quella di Megan e consegna le chiavi ad uno dei ragazzi addetti al parcheggio, poi vedendo che esito a scendere dalla vettura, mi apre lo sportello porgendomi la mano destra per  aiutarmi a smontare. «Su! Andiamo!»
 
Guardo come tutti gli altri verso Adam affinché ci lasci passare, avvicinandoci alla corda rossa. Non riusciamo tuttavia a superarla che veniamo bloccati dalla voce rabbiosa di Jake.
 
«Cosa ci fai tu qui?»
 
Mi volto verso di lui in tempo per sentirgli ripetere la stessa domanda ma rivolta a Josh e Robert. «Cosa ci fa lei qui?» I dito indice puntato su di me.
 
I jeans aderenti mettono in risalto le sue gambe toniche e la camicia bianca aperta lascia intravedere il torace come sempre perfettamente depilato. La giacca color panna si abbina perfettamente alla sua carnagione olivastra e ai suoi capelli biondi. La barba leggermente incolta aggiunge al complesso già dannatamente bellissimo, un tocco di sensualità da togliere il fiato. L’unico elemento stonante in cotanta perfezione è la collera che leggo nei suoi occhi. Collera verso di me.
 
Abbasso lo sguardo fingendo di lisciare un’inesistente piega sul mio cappotto giallo e lascio agli altri l’arduo compito di prendere posizione. CODARDA.
 
«Senti Jake, calmati intanto. Tu ci hai chiamato interrompendo la nostra cena e noi siamo qui.» Gli risponde Josh spostandosi di fronte a me quasi volesse farmi da scudo con il suo corpo.
 
«Che cosa? Eravate anche a cena con lei?» Sputa, alzando le mani per indicarmi. «Cosa è cambiato dall’altro giorno. Eravamo tutti d’accordo, nessuno avrebbe più avuto a che fare con lei.»
 
Le sue parole mi colpiscono quasi quanto l’immagine di loro tre seduti ad un tavolo a decidere di tagliarmi fuori dalle loro vite.
 
«Abbiamo parlato.» Ammette Josh cercando di prendere le distanze da lui consapevole della sua imprevedibilità. «Abbiamo parlato e chiarito, e se la lasciassi parlare anche tu forse…»
 
«PARLARE? PARLARE DI COSA? DEL PERCHE’ E’SCAPPATA DOPO CHE SCOTT E’ MORTO SPARENDO PER OLTRE QUATTRO ANNI? O DEL PERCHE’ E’ TORNATA FINGENDO DI ESSERE UN’ALTRA PERSONA?» Grida avanzando pericolosamente verso di me. Il volto deformato dalla rabbia.
 
«Calmati Jake.» Josh non accenna a spostarmi, continuando a farmi scudo con il suo corpo. «Posso capirti e forse non sei ancora pronto, ma non possiamo continuare ad accusarla della morte di Scott.»
 
«Perché? Può dire quello che vuole ma doveva esserci lei all’interno di quell’auto, non lui.»
 
Quello che succede dopo è talmente veloce che nessuno riesce ad impedirlo.. Una massa di capelli biondi si intromette tra i due ragazzi e il rumore sordo di uno schiaffo riempie l’aria tra noi. Mi sporgo appena oltre Josh per vedere meglio e rimango stupefatta. La testa di Jake reclinata sul lato sinistro, cinque dita rosse stampate sulla guancia destra.
 
«Come puoi anche solo pensare una cosa del genere?» Urla Megan. La mano destra ancora a mezz’aria si chiude a pugno e insieme all’altra inizia a colpirgli il petto: una, due, dieci volte. «Come puoi? Come puoi?» Ripete senza smettere di colpirlo con le sue esili mani.
 
Jake non si ribella. Guarda il suolo alla sua sinistra mordendosi il labbro inferiore con talmente tanta forza che deve averlo spaccato.
 
«BASTA» Grido con tutto il fiato che ho in corpo, attirando l’attenzione anche delle poche persone che ancora non si erano accerchiate intorno a noi. «ADESSO BASTA. Tutto questo non è necessario. Non mi serve il Victrola e non mi serve il tuo perdono! Sono io che non voglio più avere a che fare con te.» Giro i tacchi e mi incammino a passi spediti verso l’ingresso sforzandomi di trattenere le lacrime che ormai bussano pericolosamente sotto le mie palpebre.
 
«Mia aspetta.» la mano di Josh stringe il mio gomito e mi costringe a voltarmi. «Vengo con te.»
 
Scuoto la testa in segno di dissenso. «No, grazie. Resta.»
 
«Non se ne parla, permettimi almeno di accompagnarti a casa.» Insiste.
 
Faccio l’errore di alzare lo sguardo verso Jake e mi stupisco del fatto che anche lui mi sta guardando. Con la mano si massaggia la guancia dolorante per lo schiaffo di Megan, i suoi occhi fissi su di me, inaspettatamente tristi.
«No, Josh. Preferisco camminare e ho bisogno di stare da sola. Ci vediamo domani mattina però.»
 
Josh annuisce e lascia la sua presa permettendomi di andarmene. Tornata in strada volto a destra e mi incammino verso il centro della città. Riconosco subito il motore dell’auto di Jake che accelera alle mie spalle correndo nella mia direzione e quando mi sorpassa evito di guardare nella sua direzione per non incrociare di nuovo il suo sguardo. Lui comunque non accenna a rallentare.
 
Doveva esserci lei all’interno di quell’auto, non lui!
 
Avrebbe preferito la mia morte a quella di Josh? Come biasimarlo, non sa quante volte io ho pregato di poter tornare indietro e fare cambio con lui.
 
Doveva esserci lei all’interno di quell’auto, non lui!
 
Dovevo morire io? Non ha propriamente detto questo.
 
Inspiro profondamente e con l’indice della mano destra asciugo una lacrima sfuggita al mio controllo. Prima di rendermene conto estraggo il telefono dalla borsa e seleziono il suo numero. Porto l’apparecchio al telefono e aspetto di ricevere una risposta.
 
“Pronto?” La voce rauca e assonnata.
 
“Scusami Ryan, stavi dormendo?” Gli domando pentendomi di averlo chiamato così tardi.
 
“Tranquilla Amelia, in realtà sto per uscire dall’ufficio. Tutto bene?”
 
“Si, si. Avevo solo voglia di … Sentirti…” Balbetto imbarazzata. Cosa penserà di me?
 
“Fa piacere anche a me! Dove sei?”
 
Mi guardo intorno per orientarmi. “Sono vicino al Palace Hotel. Stavo facendo quattro passi. Adesso torno alla Eaton!”
 
“Fermati lì. Passo a prenderti entro cinque minuti. Ok?”
 
“Ne sei sicuro Ryan, è molto tardi!” Biascico imbarazzata. Abbiamo deciso solo oggi di iniziare a frequentarci e già lo costringo a venirmi a recuperare in piena notte in centro Manhattan.
 
“Amelia, appunto perché è molto tardi non ti lascio da sola. Sto arrivando.”
 
La sua voce calda e pacata mi mette tranquillità. Capisco di aver bisogno di lui non appena vedo la sua auto rallentare sul ciglio della strada e la sua affascinante figura scendere elegantemente dalla bassa vettura e camminare fluida verso di me. Senza preavviso avvicino il mio volto al suo e faccio incontrare le nostre labbra forzandolo immediatamente per approfondire il bacio. Lui mi ricambia senza alcuna esitazione allacciando le braccia intorno al mio corpo e facendo aderire i nostri corpi.
 
«Se lo avessi saputo sarei arrivato prima.» Passo sentire chiaramente un sorriso formarsi sul suo volto tra un bacio e l’altro. «Vieni, ti accompagno a casa.»
 
Senza smettere di baciarlo o di stringerlo mi oppongo. «No Ryan. Non voglio tornare in dormitorio.»
 
Le sue forti mani mi stringono il volto costringendomi ad allontanarlo dal suo. «E dove vuoi andare?»
 
Inspiro profondamente perdendomi nell’azzurro dei suoi occhi. Lo stesso splendido azzurro degli occhi di Jake, ma che a differenza sei suoi non mi trasmette disprezzo, rancore e odio, ma attrazione, passione e desiderio.
 
Al diavolo Jake.
«Andiamo da te?» sussurro sporgendomi ancora verso di lui per baciarlo ancora. Ryan si lascia baciare e senza dire una parola mi accompagna alla sua auto aiutandomi a salire.
 
AL DIAVOLO JAKE.
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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