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Autore: NadiHazza    20/11/2014    1 recensioni
A volte anche un cuore di pietra può imparare ad amare...
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Quindi quello che ti ho detto non è contato niente per te?- Stava per rispondere ma non gli diedi il tempo -Lascia stare, conosco già la risposta. Come ho potuto fidarmi di uno come te? Sei un egoista e il tuo cuore resterà di pietra per sempre, tu non hai sentimenti!-
Si avvicinò e mi prese il braccio, poi tornammo al pian terreno e, con tutti i bimbi sperduti che esultavano, mi cacciò -Devi arrivare alla spiaggia, l'ombra ti aspetta là- disse -E cerca di non perderti-. Quest'ultimo anche se doveva suonare come un commento sarcastico, che provocò le risa dei ragazzi, mi parve come una raccomandazione. Ma non ci pensai troppo, iniziai a correre verso la foresta e nel frattempo anche le lacrime cominciarono a scendere copiose sul mio viso, annebbiandomi la vista.


Dopo due ore di camminata ero sfinita, il pianto mi aveva tolto tutte le energie, in più c'erano alte probabilità che mi fossi persa.
-Perfetto- pensai -Sono da sola su un'isola che non conosco, in mezzo alla foresta e al buio perché in questo posto del cavolo la luce del sole sembra non esistere-
Cominciavo ad avere paura, inoltre tutti quei fruscii e rumori strani stavano contribuendo a farmi salire l'ansia.
Mi trovavo sull'Isola che non c'è da quanto? Giorni? Una settimana? Altre domande a cui non sapevo rispondere. E l'ombra? Mi avrebbe trovato comunque anche se non avessi raggiunto la spiaggia?
Ero disperata e una nuova onda di lacrime, senza farsi pregare, scese.
Come avevo potuto riporre la mia fiducia in uno come Peter Pan? Era un ragazzo crudele, mi aveva presa in giro...eppure mi era sembrato che ci fosse del vero nella nostra conversazione della sera precedente. Ah, sciocchezze! Solo perché aveva degli occhi stupendi e quel suo modo di fare che aveva iniziato a piacermi non significava che fosse buono.
Non sapevo più cosa pensare, mi stava esplodendo il cervello; una parte di me odiava quel ragazzo e l'altra...l'altra invece provava qualcosa di completamente diverso, un sentimento strano. Forse avevo capito di cosa si trattava ma non poteva essere! Non per Peter, non per il ragazzo che mi aveva cacciato dall'Isola!
Questi pensieri furono solo l'inizio di una serie, mille dubbi e insicurezze mi pervasero la mente.
Venni riscossa da questo mio stato di isolamento dal mondo quando avvertii un brivido di freddo, doveva essere ormai sera perché notai che quando espiravo emettevo una piccola nuvola di condensa.
Non era prudente restare lì a terra, chissà quali minacce e pericoli si nascondevano in quei cespugli, non osavo neanche pensarci. Decisi di arrampicarmi sull'albero che avevo alle mie spalle, là sopra sarebbe stato in ogni caso più sicuro che lì giù.
Iniziai la scalata, infilando i piedi negli incavi del tronco e passo dopo passo raggiunsi un ramo ad una discreta altezza e decisi che poteva andare bene. Mi fermai lì e mi stiracchiai un po', poi appoggiai la testa alla corteccia ricoperta di muschio e sprofondai nel sonno.



Ero di nuovo nella mia camera, Daniel dormiva accanto a me. Vedere il suo visino così sereno mi faceva sentire bene. Mi affacciai alla finestra; era una notte tranquilla, la luna splendeva luminosa nel cielo e tante piccole stelle la circondavano, due di esse brillavano più delle altre. Notai che Daniel si era alzato ed era venuto accanto a me, anche lui iniziò a fissare quelle stelle e poi successe tutto così rapidamente. Quelle due parole gli erano uscite in un sussurro, ma l'ombra aveva sentito chiaramente l' “io credo” di quel bambino. Arrivò dopo qualche istante e protese le sue braccia verso Daniel ma io mi opposi e l'ombra prese me.



Mi svegliai all'improvviso urlando. Era stato solo un incubo, no aspettate, era successo davvero. E mi tornò alla mente tutto.
Mi accorsi però che non ero stata l'unica ad urlare sentii, infatti altre voci, come se stesse avvenendo una sorta di inseguimento. Inizialmente pensai che si trattasse di qualche bimbo sperduto che inseguiva una preda, ma poi riconobbi una voce. -Lasciatemi in pace, vi ho già detto che non è vero-
-Si invece!-
-Ti sei rammollito!-
-Non dovevi portare la ragazza nel nostro albero-
-State zitti! Io sono il vostro capo dovete..-
-Tu non sei più il nostro capo, prima che la cacciassi abbiamo votato e ora Rufio è il capo-
-Rufio! Rufio! Rufio!- udii grida di acclamazione
-Voi non avete nessun diritto di eleggere un altro leader- disse Peter Pan
-E tu non avevi nessun diritto di fare quello che hai fatto! Le ragazze non sono ammesse sull'Isola, l'avevi detto tu.- disse una voce -E invece l'hai fatta duellare con uno di noi e l'hai portata nel nostro quartier generale. Tu hai violato le nostre leggi e perciò non meriti più di essere un capo-
Il discorso venne seguito dagli applausi dei bimbi sperduti, che ora facevano rifermento a Rufio.
-Prendetelo!-
Poi si sentii un gruppo di persone che iniziò a correre; adesso vedevo chiaramente la scena: i bimbi sperduti stavano rincorrendo Peter che nel frattempo aveva preso il volo. Alcuni ragazzi  iniziarono a scoccare frecce nella sua direzione. Per due volte rischiò di essere colpito.
Peter cambiò improvvisamente direzione e i bimbi sperduti lo seguirono a ruota.
Le urla si fecero sempre più lontane e ben presto calò il silenzio.
Mi alzai e andai su un ramo più alto per vedere se riuscivo a scorgerli, ma fu tutto inutile, con il buio pesto che c'era e la nebbia che aveva iniziato a formarsi a causa dell'altezza alla quale mi trovavo, non riuscii a vedere più in là di due metri.
Ritornai al ramo sul quale mi trovavo prima, stavo per tornare a terra quando sentii una voce.
-Così sei salita sull'albero...scelta saggia-
Cercai di capire da dove proveniva la voce, poi lo vidi: Peter era seduto sul ramo di fronte al mio e aveva un labbro che sanguinava. Ancora faticavo a capire come facesse a spostarsi da un posto all'altro così velocemente...
-E tu ti sei fatto spodestare- gli dissi
Iniziò a ridere. E anche io sorrisi.
Si alzò in piedi, aiutandosi con il tronco dell'albero. -Sei stata tu-
-Io?-
-Mi hai cambiato- disse -Devi sapere che io non ero così prima di venire sull'Isola che non c'è. Prima ero una ragazzo normale, felice. Poi i miei genitori hanno avuto un altro bambino e si sono dimenticati di me, così sono scappato ai Kensington Gardens e lì..-
-E lì c'era Trilli vero?- conclusi la sua storia
-Si...come fai a saperlo?-
-Bè diciamo che questa parte è raccontata in un libro-
-Un libro che parla di me?-
-Proprio così-
Sembrava sorpreso. Si toccò il labbro e fece una smorfia; notò che lo stavo guardando e anticipando la mia domanda disse -Rufio mi ha colpito-
-Ma non era quello di cui ti fidavi di più?- gli domandai
-Le cose cambiano- rispose
Peter continuava a toccarsi il mento e vidi che anche lì aveva una piccola ferita.
Poi feci una pazzia: saltai dal mio ramo a quello dove si trovava Peter, (era più o meno un metro ma se fossi caduta avrei anche potuto rompermi un osso).
-Ti hanno mai detto che sei matta?- mi chiese
-Si in parecchi-
Seguì una pausa. Mi avvicinai e gli pulii il sangue dal labbro con la manica della mia felpa. I nostri sguardi si incrociarono e nuovamente mi persi nell'oceano che aveva al posto degli occhi.
-Perché fai questo per me? Io ti ho trattata malissimo, ti ho cacciata e..-
-Non l'hai ancora capito?- gli dissi sorridendo -Io mi sono innamorata di te Peter Pan-
Poi mi avvicinai a lui e mi gettai al suo collo, come se quell'abbraccio l'avessi aspettato per tutta la vita. Lui mi cinse i fianchi e mi strinse forte a sé, sembrava non mi volesse lasciare andare più.
Capii che lui provava gli stessi sentimenti per me quando ad un tratto mi prese il viso tra le mani e mi baciò. Tutto si fermò. Ora sentivo solo il rumore della notte e i nostri respiri. Sentivo il battito dei nostri cuori e sentivo il sapore della felicità, quella che avevo ricercato fino a quel momento.
Quando le sue labbra si staccarono dalle mie entrambi sorridemmo, ma qualcosa di incredibile successe: una luce quasi dorata ci circondò. -Polvere magica- disse -Qui sull'isola la usano le fate quando una coppia si scambia il bacio del vero amore, è come un sigillo.-
-Quindi questo è stato il bacio del vero amore?- gli chiesi
-Io credo proprio di si- mi rispose e mi abbracciò nuovamente. Io affondai la testa nell'incavo del suo collo e assaporai quella nuova, bellissima sensazione che ora aveva un nome: amore.
Restammo abbracciati a lungo, Peter iniziò a giocare con i miei capelli, provocandomi brividi lungo tutto il corpo, poi mi prese la mano e spiccò il volo.
-Voglio farti vedere l'Isola da quassù- mi disse
L'aria ci scompigliava i capelli, c'era freddo, ma l'amore ci riscaldava dentro. Lo spettacolo era bellissimo, in lontananza si vedeva l'alba che con i suoi colori rischiarava tutto il cielo. Gli uccellini avevano iniziato a cantare e persino la foresta, che sembrava un luogo oscuro, aveva iniziato a trasformarsi. Era come se in quella notte l'Isola che non c'è fosse cambiata.
-Come è possibile?- chiesi a Peter ancora meravigliata
-Io- disse -Sono io, il mio cuore ha ripreso a battere grazie a te, e con esso tutta l'Isola ha ripreso vita-
Tornammo a terra. Le nostre mani erano ancora intrecciate l'una all'altra. Mi sentivo protetta e stare lì con lui era la sensazione più bella del mondo. Quel ragazzo che avevo conosciuto al mio arrivo sull'Isola che non c'è, scorbutico e malvagio, aveva lasciato spazio ad un ragazzo dolce e simpatico. Certo non posso dire che avesse perso tutti i suoi modi di fare di prima, ma adesso era diventato buono.
Mentre camminavamo, uno a fianco all'altra, Peter mi spiegò che anche i bimbi sperduti erano cambiati: ora non avevano più motivo per litigare. L'Isola che non c'è era diventata davvero quel posto magico che descrivevano i libri.
-Se non fosse stato per te tutto questo non sarebbe mai successo- mi disse -Sei la cosa più bella che mi è capitata da quando sono qui-
Questa volta fui io a prendere iniziativa e lo baciai, avevo bisogno di lui. Assieme ci completavamo, eravamo felici e niente ci avrebbe diviso. Quel bacio mi fece capire che non avrei lasciato andare Peter, con lui potevo essere me stessa e sapevo che i nostri sentimenti erano profondi. Io avevo salvato il suo cuore e lui aveva salvato il mio. Ci eravamo salvati a vicenda.
In quel momento realizzai che non me ne sarei andata. Io sarei stata la sua ragazza sperduta, per sempre.

 

 











Ed eccoci qui a ff terminata :) vi è piaciuta? Personalmente mi sono divertita tantissimo a scriverla e spero di avervi regalato delle belle emozioni ;) Alla fine Amy ha scelto di ascoltare il suo cuore e di restare con Peter, non preoccupatevi di Daniel...lui se la caverà ;)
Ah prima che mi dimentichi, non ho accennato al fatto che Peter sia il padre di Tremotino perché ho deciso di fondere il Peter Pan di Once Upon A Time con quello della storia classica :) un mix completamente inventato insomma XD
Spero di cuore che vi sia piaciuta.
Un abbraccio forte forte
NadiHazza

p.s. Non ringrazierò mai abbastanza J. M. Barrie per aver creato questo personaggio fantastico, Peter Pan, e quel luogo così magico dove può andare solo chi sogna, L'Isola Che Non C'è.

  
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