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Autore: Luna Malfoy    29/01/2005    11 recensioni
Di quei violini suonati dal vento
l'ultimo bacio mia dolce bambina
brucia sul viso come gocce di limone
l'eroico coraggio di un feroce addio…
…ma sono lacrime mentre piove… [Carmen Consoli]
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ultimo bacio

L’ultimo bacio

“Di quei violini suonati dal vento
l'ultimo bacio mia dolce bambina
brucia sul viso come gocce di limone
l'eroico coraggio di un feroce addio…
…ma sono lacrime mentre piove…”

--- Carmen Consoli ---

 

 

 

14 Febbraio 1998 - Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

Nonostante più volte, al buio della mia stanza, avessi pensato e ripensato a ciò che era successo la Vigilia di Natale, a ciò che mi aveva detto così duramente, senza tanti giri di parole, continuai a stare con lui. Ci vedevamo sempre di nascosto. A fine allenamenti, o al termine di una partita, ma capitavano anche occasioni ‘speciali’, come durante il Capodanno o i fine settimana organizzati ad Hogsmeade. Di incontrarci entro le mura di Hogwarts, dopo il ritorno di mio fratello e del resto della scolaresca, neanche a parlarne. Ero seguita in maniera troppo zelante da tutti e mai come in quel periodo, mi sentii una sorvegliata speciale.

Arrivai a credere che i miei familiari e i miei amici, avessero in -non si sa bene quale modo- scoperto la mia relazione con Draco e che tentassero di racimolare prove tenendomi sott’occhio. Durante una chiacchierata con Blaise, però, mi resi conto che tutto ciò era semplicemente ridicolo e che ero solo io ad essere più stressata del solito, e ad avvertire più pressante la loro presenza, in realtà identica a prima.

San Valentino arrivò e con lui, nuovi problemi. Sapevo cosa sarebbe accaduto durante il quattordici febbraio, ero preparata psicologicamente. Ma si sa, la vita è una continua sorpresa e neanche nei miei sogni più reconditi, avrei potuto immaginare ciò che accadde.

Quel mattino mi svegliai di buon’ora, intenzionata a scendere prima di tutti in Sala Grande, fare colazione in fretta e furia e nascondermi in biblioteca. Perlomeno fino all’inizio dell’orario delle lezioni, non avevo alcuna intenzione di trovarmi di fronte Ron.

Fu quando aprii gli occhi, stropicciandomeli con le mani e riprendendo l’uso completo della vista, che mi accorsi di un qualcosa sul mio cuscino.

Una rosa gialla.

Non aveva bigliettino, ma sapevo con certezza chi era il mittente. Solo una persona, conosceva la mia passione per quel particolare fiore. Solo lui.

Come penso fosse naturale, il mio cuore incominciò a battere a ritmo incessante nel petto, mentre stringevo il fiore che avevo ricevuto e sorridevo ignara di apparire probabilmente ridicola, con quell’espressione beata e serena. Non so esattamente quanto rimasi ferma lì, seduta sul materasso, con quella rosa in mano, ma sicuramente trascorse una buona mezz’ora.

Quando scesi in Sala Comune, mi accorsi che dormivano ancora tutti e con mia immensa gioia, scivolai via dal buco dietro il ritratto della Signora Grassa e corsi giù per le scale della Torre, diretta alla mensa. In fondo alla scalinata, da solo, e con già la divisa scolastica addosso, trovai Draco.

“Buongiorno.” Ero tutta un sorriso. Lui, invece, aveva la sua solita aria fiera e imperturbabile.

Mi accennò un ghigno, sollevando gli angoli della bocca. “Buongiorno a te.

“Grazie…” Dissi solamente, sporgendomi in avanti, più alta di uno scalino rispetto a lui, per dargli un bacio di ringraziamento.

Una sua mano, però, si strinse attorno al mio polso e mi sentii strattonare con forza, giù, fino alla rampa di scale che conduceva nei sotterranei. Faceva un freddo cane, ma lì… schiacciata contro un angolo della parete liscia, nascosti alla vista da un’armatura di ferro vecchia di chissà quanti anni, lo percepii di meno. Il suo mantello nero, pesante e scomodo, quasi copriva entrambi.

Alzai lo sguardo su di lui, incrociando quegli occhi grigi e freddi e sussultando. Aveva un’espressione più che seria. “Che succede?!”

Scosse impercettibilmente la chioma bionda, rilassando i tratti del volto. “Nulla. Volevo solo farti gli auguri… mi è forse negato?!”

“No, certo che no. Sciocco.” Risposi, riprendendo finalmente a respirare in modo normale. Non mi ero neppure accorta di aver trattenuto il respiro per tutta la durata del suo silenzio.

Gli avvolsi le braccia intorno al collo e mi lasciai baciare. Un bacio a labbra aperte, come me ne aveva dati tanti. Intenso e travolgente. Eppure diverso. Le sue labbra, semi aperte e umide, perfettamente modellate alle mie, quella volta ebbero il potere di farmi rabbrividire. Scariche elettriche lungo tutta la spina dorsale, che mi mozzarono il fiato. Le mie gambe tremavano appena e dovetti aggrapparmi con forza alle sue spalle ampie, per non scivolare a terra in ginocchio. Sentii una sua mano scivolare via dai miei fianchi, infiltrarsi nel tessuto del mantello di lana e raggiungere le pieghe della mia gonna grigia. Le sue dita, affusolate e quasi femminili, mi solleticarono la gamba, costringendomi poi a sollevarla per cingergli la vita.

Un sospiro mi sfuggì dalle labbra e dovette soddisfarlo molto, perché mi sorrise contro la bocca.

Smisi del tutto di sentir freddo. “Il fatto che non mi sia concesso amare… non esclude che mi possa affezionare a qualcuno.

Avvertii una sensazione calda e piacevole sulle guance e all’altezza del petto. Dovevo essere arrossita, ma non mi interessava. Stavo bene.

Sentimmo delle voci provenire dal piano di sotto e qualche istante dopo, dal piano di sopra. Il resto degli studenti si era svegliato e presto, forse troppo presto, i corridoi sarebbero diventati affollati.

Lo scrutai. Mi persi, nel vero senso della parola, nei suoi occhi argentati. E ne sentii la mancanza, anche se era ancora lì con me. “Ci vediamo più tardi…”

“Sì.” Mi rispose telegrafico, chinandosi sulle mie labbra a rubarmi un altro bacio.

Rimasi a fissarlo, mentre scendeva i gradini che portavano alla zona dei Serpeverde, facendo frusciare il mantello contro la ringhiera e girandosi solo una volta a guardarmi.

Non vidi i tratti tesi del suo volto e l’espressione tormentata. O forse, più onestamente, non volli vedere.

 

 

14 Febbraio 1998 - Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

Era stata una giornata stancante. In tutti i sensi. 

Era iniziato tutto con un'ora doppia di Pozioni, dove -non so come- ero riuscita a battere i miei record di goffaggine, facendo esplodere il calderone. Questo, forse, sarebbe passato come un episodio quasi banale, considerata l'ormai nota attitudine di Neville, a farne scoppiare uno a lezione. Peccato che nel mio caso, sfortuna volesse che il professor Piton, nel momento dello scoppio, si trovasse di fronte al mio banco per controllare come procedevo nella preparazione. Quando lo vidi insozzato di verde marcio da capo a piedi, ma incolume, pensai che fosse stato fin troppo fortunato. 

...lui non era dello stesso avviso. 

Solo all'ora di pranzo, dopo aver subito in ordine: una ramanzina, con la beffa di 30 punti tolti a Grifondoro per la mia bravata, un'ora di Trasfigurazione e due di Storia della Magia, ebbi la forza di trascinarmi in Sala Grande, a sbocconcellare qualcosa. Maledissi il mio buonumore e ottimismo, di qualche ora prima. 

Come era prevedibile, trovai Ron ed Hermione più accigliati del solito. Con tutta probabilità avevano litigato poco tempo prima e pensai, fosse davvero stupido farlo proprio nel giorno in cui si celebra l'amore. Li invidiai e detestai allo stesso tempo. Non avevano alcun problema a mostrare la loro relazione, nessuno li avrebbe giudicati, eppure... eppure perdevano il loro tempo a becchettarsi per motivi tanto inutili. Harry, mi rivolse un'occhiata comprensiva, notando il mio disappunto. 

"Lo sai come sono fatti..."

Sbuffai scocciata, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e abbassando lo sguardo. "Lo so, ma inizio a non sopportarli più."

Ridacchiò e mi venne spontaneo sorridere. La risata di Harry era davvero contagiosa... genuina. Per quel poco che sorrideva, specie in quel periodo. Mi fu naturale gettare uno sguardo verso il suo piatto e non potei fare a meno di notare la quantità notevole di bigliettini colorati. 

"Ah però, complimenti signor Potter!" Scherzai, indicando con un cenno del capo il mucchietto di missive. "...ha fatto conquiste!"

Lo vidi arrossire. "Eh già... Luna non sarà molto contenta." Si grattò la nuca, imbarazzato. "...ma anche tuo fratello non è stato da meno."

Lanciai una rapida occhiata di fronte ad Harry, dove Ron aveva appoggiato un bel numero di foglietti di carta colorati e... a quanto potevo sentire... anche profumati. Non mi ci volle molto per intuire il perché dell'ennesimo litigio, ma sospettavo che anche Hermione avesse ricevuto lo stesso trattamento da qualche ragazzo e che a mio fratello non fosse andata giù la cosa. 

Fu istintivo alzare lo sguardo e cercare, attraverso i posti lasciati liberi dagli studenti che avevano finito di mangiare, Draco. Era ancora seduto al tavolo dei Serpeverde, con accanto Tiger e Goyle -come al solito- e non molto distante una Pansy Parkinson decisamente troppo contenta. Blaise, non so come, intercettò l'occhiata che stavo lanciando al suo compagno e mi guardò in modo strano. 

Ero stanca e mai come in quell'istante me ne resi conto. 

Non ne potevo più di dover scambiare sguardi con Draco, di poter contare esclusivamente sull'aiuto di Blaise, di dovermi nascondere da tutto e da tutti. Avevo appena sedici anni e mi ero andata a impelagare in qualcosa più grande di me. Amavo Draco. Lo amavo come probabilmente non avrei amato nessun altro. Lo amavo perché era lui. Perché era irascibile, scontroso, prepotente... eppure così profondamente diverso con me, rispetto a com'era con gli altri. Ma quella storia clandestina, vissuta nell'ombra e nella paura, mi angosciava e mi toglieva energie. 

Sospirai alzandomi dal tavolo e uscendo in fretta dalla mensa. Odiavo fare quei pensieri 'brutti', eppure non riuscivo a farne a meno. Nell'ultimo periodo ci stavamo allontanando, parecchio. E quella sensazione di distanza mi preoccupava... non avrebbe portato nulla di buono. 

"Nessun bigliettino...?!" 

Mi bloccai di fronte alla terza vetrata del corridoio ovest. Il sole in quelle ore aveva raggiunto il culmine, ciononostante considerato il periodo invernale neppure si notava. La luce era debole e tiepida. 

"...no, se non consideriamo qualche Tassorosso di cui non ricordo il nome, due amici di Corner che ho mandato al diavolo e un Grifondoro particolarmente coraggioso." Risposi, facendo spallucce e continuando a dare le spalle al mio interlocutore.

"Coraggioso?!"

Annuii, appoggiandomi al muro e scrutando fuori dalla finestra. "Sì, beh... se mio fratello lo viene a sapere sono guai e in Sala Comune le notizie circolano piuttosto in fretta."

Sentii un fruscio alle mie spalle e un attimo dopo mi fu accanto. "Capisco... e nessun Serpeverde?!"

"Non sono il loro tipo." Scherzai, mentre sul mio volto spuntava un sorriso divertito. "Sono troppo Grifondoro." 

"...vero." Mi diede ragione, con tono serio. "...e anche piuttosto sorvegliata..."

"Vero." Gli feci il verso, voltandomi ad incrociare i suoi occhi color dell'acciaio più puro. "Draco cosa c'è?!"

Mi scrutò in silenzio per qualche istante, con la sua aria imperscrutabile e altera. Resistetti all'impulso di abbracciarlo lì, in mezzo al corridoio e di far sparire quel sentore amaro. Avevo un groppo in gola e una gran voglia di piangere, ma non lo feci. Continuai a reggere il suo sguardo. 

"..."

"Vuoi che ti renda le cose più facili?" Presi un forte respiro e chiusi gli occhi appena un istante. "...vuoi che ti dica che così non possiamo andare avanti? Che nonostante io ti ami, non è possibile avere un futuro?!"

Mi osservò, chiudendosi in quel mutismo che mi stava esasperando. 

"...e quali sarebbero le motivazioni? Diventerai ciò che diventerai, seguirai le orme di tuo padre e... aspetta... non dirmelo -ah già! ma non stavi mica parlando!- non puoi avermi al tuo fianco perché tutto questo... tutto quello che farai... mi farà soffrire vero?!" Avevo l'affanno e il cuore mi batteva ad un ritmo esagerato... forse fu proprio in quel momento che incominciai a piangere. In una frazione di secondo, sentii alcune lacrime scendere sul mio volto. 

Stupida... 

Da dove mi erano venute fuori quelle parole, da quanto sapevo che sarebbe finita così, non avrei saputo dirlo. Mi esplose tutto dentro, quando vidi il suo sguardo e quell'espressione colpevole. Non saprò mai chi realmente di noi due, era la vera vittima. E chi il carnefice. Ma forse... forse entrambi eravamo vittime di quell'ingiustizia che chiamiamo vita. Di ciò che tutti chiamano destino e che tutti pensano sia possibile da cambiare con le nostre sole forze. 

Niente di più sbagliato. 

"...vai via." Non era che un sibilo, ciò che uscì dalle mie labbra, ma ero certa che l'avesse udito. 

Mi voltai nuovamente verso la finestra e chiusi gli occhi, lasciando scivolare via l'amarezza di quell'istante. Sciogliendomi in quel pianto liberatorio, ma non straziante che mi avrebbe spossata, ma fatta sentire... "bene". 

Fu appena un minuto dopo, che mi girai. Era ancora a metà corridoio, come se l'avesse fatto apposta a percorrerlo con calma, quasi aspettasse che lo fermassi. 
"Draco!" Gridai con tutta la voce che avevo in corpo. Si voltò, stupito. 

E corsi. Corsi come non credevo di essere capace. E lo raggiunsi. Mi aggrappai alle sue spalle e lo baciai. Fu un bacio disperato. Era come se entrambi ci cibassimo dell'altro. Come se da quel bacio dipendesse la nostra intera esistenza. 

Non so come, qualche minuto dopo eravamo al terzo piano, nella Stanza delle Necessità, che avevo conosciuto quando ero un membro dell'ES. Avevo cercato di non staccarmi mai dalle sue labbra, dal suo corpo e quando fummo dentro la stanza, quasi vuota, fatta eccezione per un camino ed un divano, facemmo l'amore con urgenza. 

Era la nostra prima volta. Prima e ultima, dovrei specificare, anche se fa male. 

Indescrivibile è il primo termine che mi viene in mente, ripensando a quell'esperienza. Per Draco non ero la prima, lo sapevo e non m'importava. Per me fu indimenticabile. La sensazione della sua pelle contro la mia, del suo sapore lievemente salato, delle sue mani tra le pieghe degli abiti e a stretto contatto col mio corpo, delle sue dita leggere e fresche, delle sue labbra morbide e bollenti, ricordo tutto. Con rimpianto ed amarezza, aggiungerei. Era stato delicato e appassionato allo stesso tempo. Tenero ed impetuoso. Era entrato in me con calma, quasi avesse paura di rompermi, quasi stesse giocando con una bambola di cristallo e mi aveva asciugato una lacrima, sfuggita al controllo per il tenue dolore provato. 

Mi aveva amata... amata e stregata allo stesso tempo. Trasportata in un vortice di emozioni che non avrei mai più provato. 

Ero stata rapita da Draco Malfoy e da ciò che ci stava legando.

Dovetti essermi addormentata tra le sue braccia, perché lo ricordo. Oppure quella parte è stata solo un sogno, ma non m'importa, mi è sempre piaciuto pensare che fosse andata così. 

 

 

Quando mi svegliai, sul divano, Draco non c'era più. Al suo posto... sul tavolino di legno, posto sul tappeto, un biglietto. 

 

 

La vita va avanti. 

Non vivere nel rimpianto, ma fai di questo un mezzo per guardare al futuro.

Non so se ti ho amata... ma mi piace pensare che sia cosi.

Draco Malfoy.

 

 

Non lo rividi mai più.

 

 

 “...mentre piove, piove...

Magica quiete velata indulgenza
dopo l'ingrata tempesta
riprendi fiato e con intenso trasporto
celebri un mite e insolito risveglio
Mille violini suonati dal vento
l'ultimo abbraccio mia amata bambina
nel tenue ricordo di una pioggia d'argento
il senso spietato di un non ritorno.”

--- Carmen Consoli ---

 

 

TBC

 

 

Note dell'autrice:

ok, frenate! Perché se mi uccidete... io non posso mandare il famoso epilogo e voi non saprete mai come andrà a finire. (Perché? Non è finita ancora?! ndMarcycas  no, no... altrimenti mica ci sarebbe l'epilogo! ndLuna  ma non ti basta ciò che ci stai facendo? ndMarcycasInnervosita  lascia perdere ndLady) Bene... *preparing valigie e contatting Lady* con questo vi dico che... ci vediamo o domani o domenica, ma è più probabile domenica, perché domani ho un sacco di cose da fare. Certo... ammesso e non concesso che vi interessi... perché... in caso contrario io l'epilogo non lo mando!

Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguita fin qui e che mi faranno sapere cosa ne pensano e se vogliono l'epilogo, in particolare:

Eugenie, ^Erin^, Marcycas - The Lady of Darkness, Cass93, Patty, Stellina, Oryenh.

Un grazie anche alla mia beta reader: Ryta Holmes

 

Luna Malfoy.

   
 
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