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Autore: aleramone    21/11/2014    0 recensioni
Harry. Un appuntamento. Una pista di pattinaggio sul ghiaccio.
(Ovviamente ispirato dal video di Night Changes)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dopo il primo appuntamento erano passate ben cinquantasette ore prima che Harry mandasse un sms a Madison per chiederle se le andasse di uscire nuovamente.

Ricevere quel messaggio significava la fine di una tortura, non solo per Madison che si era letteralmente mangiata tutte le dieci unghie delle mani, ma anche per le sue amiche che avevano esaurito le idee su come farla distrarre. Ogni vibrazione del cellulare equivaleva ad uno sguardo di terrore misto a speranza verso le amiche, un nodo alla gola, un movimento dello stomaco e poi ad una smorfia di delusione, “non è Harry.”

 

Il ragazzo era stato vago, le aveva solo detto di vestirsi nel modo giusto per combattere il freddo e di essere comoda. Dopo ore davanti l'armadio si era decisa per un paio di jeans, un maglione verde scuro con disegni natalizi bianchi, dei semplici biker boots, cappotto, sciarpa, guanti e berretto.

Le aveva anche detto di presentarsi alle cinque del pomeriggio davanti la grande entrata di Hyde Park. Tutto sembrava perfetto fino a quando alle ore cinque e zerouno Harry non era entrato nel suo campo visivo perfettamente vestito con due pattini legati dietro al collo che ballonzolavano ad ogni suo movimento.

“Oh, cazzo,” si era dipinta in faccia un sorriso falso che poi tanto falso non era, visto che le cosce di Harry sembravano essere supersoniche in quel paio di skinny jeans stretti.

“Scusa il ritardo,” si era sporto per darle un bacio sulla guancia, “c'è stato non so quale incidente e la metro era ferma, comunque eccomi qui!” aveva alzato le braccia in aria in segno di vittoria, i pattini si erano mossi, la punta di quello destro gli si era conficcata dritta nello sterno, “ahia.”

Madison aveva soffocato una risata in malo modo.

“Heiii,” Harry si era lamentato mantenendo sempre il sorriso sulle labbra.

“Andiamo?” le aveva offerto il braccio prima d'incamminarsi verso l'entrata. Per una ventina di minuti aveva camminato praticamente senza parlare, ammirando le migliaia di luci che addobbavano il parco. Harry aveva sorriso verso tutti i bambini che avevano incrociato la loro strada e si era anche fermato a raccogliere il ciuccio, caduto a terra, di un neonato urlante.

“Chiassoso ma affascinante, non trovi?” era la prima vera domanda che poneva a Madison da quando era arrivato.

“Concordo, mi affascina soprattutto lo stand che vende il vin brulè,” delicatamente aveva strattonato Harry verso la coppia di anziani che versavano in continuazione il liquido rosso e caldo dentro dei bicchieri di carta, anche essi a tema natalizio.

“Due, grazie.”

Entrambi avevano osservato la signora versare la bevanda dal recipiente ai loro bicchieri, “ecco qui, sarebbero sei sterline ma visto che siete una coppia bella ed innamorata vi faccio pagare cinque.”

Harry aveva riso, allungando la mano ricoperta dal guanto nero per porgerle la banconota.

Madison aveva cercato di sorridere per stare al gioco ma si era sentita il viso andare in fiamme. Perché dovevano succederle sempre questo genere di cose?

Il silenzio era ricalato, un paio di volte Madison aveva controllato il cellulare nella borsa ma nessuno le aveva scritto.

Finalmente aveva sentito Harry schiarirsi la voce con un colpo di tosse prima di prenderle il bicchiere ormai vuoto e gettarlo insieme al suo nell'immondizia.

Aveva fatto qualche passo all'indietro prima di allungare il dito indice verso di lei, “la parte maschile di questa coppia bella ed innamorata ti propone di andare a...” non serviva dirlo, la ragazza se lo sentiva che prima o poi si sarebbe dovuta scontrare con la dura realtà, “andare a pattinare. Wooo! Wooo!” l'entusiasmo di Harry aveva coinvolto anche un paio di ragazzini che passando alla loro destra si erano messi ad esultare insieme a lui.

“Wooo,” aveva risposto con ben poco entusiasmo lei, “non so pattinare, wooo wooo.”

“Come non sai pattinare?” gli occhi del ragazzo erano lucidi, pieni di gioia e aspettativa, “t'insegno io.”

“Ma anche no, grazie,” non voleva fare la guastafeste ma non voleva nemmeno fare la figura dell'imbecille davanti alla sua preda, si sarebbe giocata ogni carta ancora rimasta in tavola. E molto probabilmente si sarebbe anche rotta un osso, o due.

“Sarà divertente.”

 

“Ok, allora ti allaccio io i pattini d'accordo?” Harry si era inginocchiato e le aveva scrupolosamente legato i pattini. Ogni tanto lo sguardo si era rivolto verso di lei. Era difficile non farsi contagiare dall'entusiasmo del ragazzo. Era difficile non farsi contagiare da lui in generale. Gli occhi verdi che riuscivano a comunicare quanto fosse spontaneo e gentile. I suoi lunghi capelli che gli arrivavano quasi alle spalle ormai, portati tutti da una parte per non dargli fastidio sul viso. Tutto di lui era amabile.

Madison si era ritrovata a sorridere e camminare come un robot verso la pista, tenendo stratta la mano di Harry.

“Ok, allora ti faccio vedere come si fa.” Harry aveva lasciato la presa, assicurandosi prima che la presa della ragazza fosse salda sulla staccionata di legno.

Aveva fatto qualche passo lentamente, fermandosi a pochi metri, “è facile.”

Madison aveva roteato gli occhi, “è facile se sai farlo.”

Harry era tornato indietro sempre pattinando, aveva allungato una mano “dai, lo facciamo insieme, ti prometto che non cadi.”

Forse alla fine l'appuntamento non sarebbe stato un completo disastro. Pattinare le avrebbe permesso di stringergli la mano, di stargli accanto, magari di aggrapparsi a lui per evitare di cadere.

“Brava, brava. Vedi che lo sa... oooh,” all'ultimo momento un passo troppo lungo di Madison aveva quasi fatto cadere entrambi.

“Scusa. Sono più brava con il vin brulè, torniamo lì...” si era voltata di scatto e per la seconda volta nel giro di dieci secondi era stata vicina a finire con il culo sul ghiaccio.

“No no no, stiamo qui, poi possiamo tornare al vin brulè, o a quello che vuoi.”

Madison non si era sognata un cambio di tono nel pronunciare l'ultimo pezzo della frase. Quello che voleva. Eeeeh.

“Va bene, Styles, io pattino e tu mi... tu, cioè tu poi vieni con me ad ubriacarti.”

“Vuoi approfittarti di me?” detto ciò aveva velocemente pattinato a qualche metro da lei, fermandosi di colpo e facendo anche una piroetta.

Madison si era ritrovata a ridere ed applaudire, “notevole,” aveva pronunciato a voce alta per farsi sentire.

“E non hai ancora visto niente,” aveva ribattuto lui.

Con una sicurezza ritrovata Madison si era resa conto di essere in piedi, sul ghiaccio, sui pattini. Ce la stava facendo senza l'aiuto di nessuno. Aveva allungato un piede e poi l'altro, le era venuto naturale pattinare fino a raggiungere Harry.

“Brava la mia ragazza.”

Perché tutto quello che usciva da quella bocca le procurava dei brividi? Harry era una bomba pronta a scoppiare nel momento del bisogno, lei lo sapeva, l'aveva capito fin da subito.

 

Una coppia alle loro spalle aveva sfrecciato sui pattini, procurando un ohhh di stupore da parte di tutti i presenti.

“Esibizionisti, pff.” A Madison la scena non era andata giù. Lei pattinava da meno di un'ora ed era quasi riuscita a fare una piroetta, a tempo debito avrebbe potuto perfino partecipare alle olimpiadi.

“Facciamolo anche noi,” Harry aveva nuovamente indicato la coppia, intenta in una presa, “non credo sia poi così difficile.”

Si era messo in posizione a qualche metro da Madison, “pattini fino a qua e quando arrivi, ti dai una spinta e io ti alzo, ce la facciamo sicuramente.”

Madison si era lasciata convincere perché le labbra di Harry si muovevano in un modo fin troppo interessante per non lasciarsi convincere.

Ormai sicura si era lanciata verso di lui che era, si, riuscito a sollevarla ma poi era anche caduto come un pero sul suo stesso sedere, portandosi appresso Madison che era atterrata sopra di lui e l'aveva quasi aperto in due con la lama del pattino.

“Oh mio dio,” Madison era scoppiata a ridere perché onestamente era l'unica cosa sensata in quel momento.

Anche Harry rideva sotto di lei prima di pronunciare un ahia, “credo di essermi fatto male, non riesco a muovermi.” Aveva riso nuovamente.

Madison a quel punto aveva riso ancora di più, “cosa vuol dire che non riesci a muoverti?”

 

“Accompagna lei il signore?” l'operatore dell'ambulanza non aveva smesso di scuotere la testa sin dal suo arrivo, definendo Harry un ragazzo senza metro di giudizio.

“Si,” aveva risposto timidamente lei, prima di salire sull'ambulanza e sedersi accanto ad Harry bloccato sulla barrella.

Aveva girato la testa verso di lei, tutto sorridente, “dovremmo farlo di nuovo qualche volta.”





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A silvia.
Il suono della tua voce mi fa sempre tornare il sorriso.

  
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