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Autore: Kaliy    21/11/2014    1 recensioni
Non ho la forza di ribellarmi.
Non ho la forza di combattere.
Né di protestare, Né di dire di no.
Lui è l'incarnazione di tutto ciò da cui io ho sempre cercato di scappare.
Lui mi sta distruggendo piano piano, parola dopo parola,bacio dopo bacio.
Sono stanca e voglio che questa situazione finisca eppure non faccio nulla perché ciò accada.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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I miei primi baci

 

 

Non capivo perché avesse scelto me.

Non capivo perché mi avesse tenuta prigioniera in auto.

Non capivo il perché di quelle sue parole.

Non riuscivo a capire i suoi gesti e le sue espressioni.

Passai una notte infernale cercando di dare un senso a tutto ciò.

Non trovavo alcuna risposta.

Feci una doccia rinfrescante,asciugai i capelli castani ed indossai jeans e una maglia molto larga per coprire le deformità del mio corpo.

Ero in sovrappeso, qualsiasi cosa metessi mi stava male e ai miei occhi faceva risaltare i rotoli di grasso. Non mi guardavo più allo specchio, non volevo vedere la persona che si rifletteva in esso, mi sarei sentita ancora più ripugnante.

Questo era uno dei principali motivi per cui ero convinta che mi stesse prendendo in giro.

E ne sono ancora convinta, presto si stancherà e quando accadrà mi distruggerà in mille pezzi.

 

Varcata la soglia mi immobilizzai.

Lui era lì, poggiato sulla sua costosa automobile con le gambe incrociate e le mani in tasca. Indossava un paio di jeans strappati , una camicia bianca e una giaca elegante nera. Sembrava che quegli abiti fossero una seconda pelle, facevano risaltare il suo metro e novanta di muscoli dandogli ancora più fascino.

Appena mi vide mi venne in contro e mi diede un baciò sulla guancia«Buongiorno, dormito bene?».

Negai con in capo, le parole non volevano uscire dalle mie labbra. Lui mi prese la mano con gentilezza e mi fece salire in auto senza riscontrare alcuna resistenza. La mia mente era un buca nero, non riuscivo a pensare.

Mise in moto e partì.

La strada correva e io abbandonata sul sedile sentivo la sua mano bollente sulla mia, leggera ma allo stesso tempo prepotente.

«Perché? »chiesi in un sussurro «Perché sei venuto?»

Lui mi guarda sorridendo «Non mi hai sentito ieri ? Tu sei mia e oggi cominciamo a giocare »

«Non esiste... non voglio..non può costringermi»dissi con voce tremolante, rischiavo di scoppiare a piangere da un momento al altro.

La sua mano si bloccò, strinse forte, tanto da farmi male.

L' auto inchiodò di colpo.

Axen aprì lo sportello ,scese e con passi veloci si avvicinò a me.

Agguantò il mio braccio e con violenza mi costrinse a seguirlo al interno di un edificio a me sconosciuto.

Percorremmo lunghi corridoi e salimmo varie rampe di scale fino ad arrivare in un ampio salotto.

Appena dentro, chiuse la porta a chiave e mi impose di andarmi a sedere sul divano di pelle nera al centro della stanza.

Volevo obbiettare ma subito capii che non era il caso, aveva un'espressione furente in viso e la sua voce mi fece tremare. Con passo incerto esegui il suo ordine.

Mi sentivo nella tana del lupo cattivo.

Indifesa fisicamente ma soprattutto psicologicamente.

Assunsi nuovamente la posizione fetale per cercare di contenere i tremori e di riscaldarmi. Avevo freddo, molto freddo anche se il riscaldamento era acceso.

Axen fermo sella soglia, mi guardava e sembrava stesse decidendo la mia sorte.

Mi guardava ma non mi vedeva, era distaccato, perso nei più oscuri meandri della sua mente.

Nascosi il viso chiudendo gli occhi ed aspettai.

«Se tu non farai ciò che dico io ne pagherai le conseguenze»Disse con voce atona. Alzai di poco la testa per poterlo collocare nello spazio e scopri che lui non si era mosso«Conseguenze?»chiesi.

«Tuo padre potrebbe perdere il lavoro e non trovarlo mai più»fece una pausa «poi chi sa potreste rimanere senza casa e andare a vivere sotto i ponti»un'altra pausa« Inoltre nessuno può assicurarci che non capiti anche qualche brutto incidente»concluse indifferente.

Io rimasi in silenzio,non reagii, non sapevo cosa dire.

«Ultimamente ci sono molte morti inspiegabili »aggiunse.

«Va bene, ho capito» dissi indispettita.

«Brava piccola, così mi piace»disse sorridendo e avvicinandosi a me. Sentii una lieve carezza sui capelli poi la sua mano scese posandosi sul braccio e costringendomi a scoprire il volto. Si accomodò sul divano e tenendomi saldamente il braccio mi costrinse ad alzarmi posizionandomi davanti a lui.

Batté con la mano due colpetti sulle ginocchia per invitarmi a sedere ma io rimasi immobile«Non farmi arrabbiare, non ti piacerebbe»disse con un'espressione inquietante.

Spaventata mi posai timidamente sulle sue ginocchia «ti faccio così schifo?» chiese con un espressione infastidita.

Mi affrettai a negare con il capo aggiungendo «No, no...ecco...io...bé non l'ho mai fatto». Il suo ghigno apparve nuovamente «Quindi sei vergine?» appena udii le sue parole il mio volto assunse tutte le tonalità di rosso conosciute dal essere umano. Lui per tutta risposta mi mise a cavalcioni su di se in modo da potermi guardare in volto.«Non preoccuparti, penseremo a tutto. Questo non fa altro che rendere il tutto più divertente»con due dita mi alzò il volto e con la mano sinistra mi avvicinò ulteriormente al suo torace. Ero entrata in fibrillazione,respiravo a fatica e il mio encefalogramma era piatto. Non ero mai stata così vicina ad un altro essere vivente che avesse più di tre anni. Non sapevo come comportarmi, avevo solo voglia di scappare, di nascondermi e sparire ma la paura mi bloccava. L'espressione contrariata che era apparsa poco prima sul suo volto mi aveva terrorizzata, non sapevo quanto potesse essere pericoloso ma qualcosa mi diceva che era meglio non scoprirlo.

«Piccola, dimmi una cosa. Tu hai mai baciato qualcuno?» abbassai subito gli occhi negando in modo quasi impercettibile .

«Ancora meglio. Sarò il primo in tutto. »disse costringendomi a guardarlo «Sarai mia completamente.». Le sue mani accarezzavano le cosce con movimenti sinuosi andando avanti e indietro, una mano cominciò a salire e la mia mano lo bloccò di colpo. Lui inizialmente parve sorpreso poi mi agguanto i polsi portandoli dietro la schiena e legandoli con non so cosa.

«Prima regola, tu non puoi negarmi nulla. Se voglio qualcosa me la prendo»dicendo ciò si alzò con me in braccio e mi poso sul divano sovrastandomi.«Ora per punizione rimarrai legata»disse ghignando.«Non....ma..»cercai di protestare ma lui mi zittì «Non contestare, potresti peggiorare la tua situazione.»Non sapevo cosa fare, le lacrime minacciavano di bagnarmi le guance e il senso d'impotenza non mi faceva respirare. Axen sembrava non accorgersi del mio disaggio oppure più semplicemente non gli interessava. No,mi corresi mentalmente, se ne accorgeva benissimo e si divertiva anche. Ricominciò a sfiorare le mie gambe salendo con estrema lentezza, ogni millimetro del mio corpo si irrigidiva al suo passaggio, la rabbia mi premeva sui polmoni e tutte le mie forze erano impegnate a non far uscite le lacrime. Non volevo dargliela vinta, non volevo mostrargli quanto male mi faceva, si sarebbe divertito ancora di più. Sentivo le se mani salire, arrivarono al bordo della maglia si insinuarono all'interno e cominciarono ad analizzare il ventre.«No..ti prego... »mi ammoni con lo sguardo e poi aggiunse«Cosa c'è che non va? Perché non vuoi farti toccare?» Non risposi, rimasi in silenzio. Non avevo intenzione di espormi ulteriormente, non avevo intenzione di svelargli le mie paure. Lui salì fino ad arrivare al seno e lì si soffermò per alcuni secondi scrutandomi per cogliere ogni mia reazione.«E ora passiamo alle cose importanti»disse avvicinandosi al mio volto«da oggi in poi non potrai più fare a meno di me»era cosi vicino che mentre parlava le sue labbra sfioravano le mie, il suo respiro fresco sapeva di menta. Prese il labbro inferiore tra i denti e lo mordicchio dopo di che mi baciò.

Un bacio che non volevo, un bacio prepotente ed imposto.

Il mio primo bacio.

Il primo bacio su cui tutte le ragazzine fantasticano, che sognano di dare al principe azzurro, al ragazzo perfetto mi era stato rubato.

«e soprattutto non potrai più fare a meno dei miei baci » disse sorridendo per poi ricominciare a baciarmi. Lo assecondavo ma non riuscivo a provare nulla, se non fastidio e rabbia.

 

 

Asciugo una lacrima, questi ricordi mi fanno sentire sempre impotenti.

Apro la porta e lui è li come quel giorno, quando arrivo davanti a lui lo bacio«Brava piccola, finalmente hai imparato»dice sorridendo contento. Da quel primo giorno mi aveva imposto di baciarlo ogni volta che ci saremo incontrati, di solito cercavo di contestare ma oggi proprio non ce la faccio. Lui mi abbraccia e rimane così per un po «Oggi sarai mia completamente».

   
 
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