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Autore: kiko90    22/11/2014    5 recensioni
Può una frase aprirti il cuore? Zoro pensa di si.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicato a tutte/i le Zonamiste
A quelle giovani che da poco hanno scoperto questa coppia
A coloro che sono anni che si sono innamorati del verde e dell'arancione e che mai lo tradirebbero
A tutte le autrici che, nonostante non scrivano più su questa coppia, la amano lo stesso
Insomma a tutte/i voi care/i ZoNamiste/i che credono in questa coppia e che mai accoppierebbero Zoro e Nami con altri, perché il vero Zonamista non riuscirebbe a scrivere o leggere altro
E, soprattutto, a coloro che supportano gli altri autori senza criticarli inutilmente, ma incoraggiandoli.
Baci kiko90



In my mind



Alzo i pesi con estrema lentezza, non perché non abbia abbastanza forza, tzé, quello per me non è mai stato un problema, piuttosto e la mente che mi impedisce di svolgere al meglio i miei duri esercizi.
Non sono mai stato quel genere di persona che si ferma a riflettere su cose inutili, a mio parere, come il volo degli uccelli migratori o come abbia fatto la principessa sirena a nascere così grande, soprattutto contando la stazza di sua madre...bé, forse su questo ultimo interrogativo ci ho pensato un po', ma mai quanto Sanji e Brook concentrati solo sulle forme giganti della principessa.
Il tarlo che sta scavando la mia mente e un altro però, e non capisco neanche perché ci sto dando tutta questa importanza, infondo e solo una semplice citazione...anche se tanto semplice non è.
Il tutto è nato a pranzo durante le normali chiacchiere tra nakama.
Tutto nella norma, Usop intento a raccontare al piccolo Chopper le sue avventure contro il mostro del mare più temibile del grande Blue, Brook concentrato in una canzonetta con Franky che lo accompagnava cantando. Un teatrino divertente, soprattutto se hai una buona bottiglia di sakè davanti.
-Sorellona cosa leggi?- la voce squillante di Nami mi risvegliò da quella pace dei sensi, facendomi voltare verso di lei. Incontrai i suoi occhi color nocciola per un breve istante, poi essi si voltarono di scatto verso Robin.
L'archeologa, gambe incrociate, occhiali leggermente sporti in avanti sul naso e libro in mano, era assorta nella lettura. Il tomo, sicuramente antico dato la copertina segnata dal tempo con le venature bianche sulla pelle marrone, sembrava incantare l'archeologa tanto da catturare persino l’attenzione di Rufy che spostò lo sguardo dalla carne al libro.
-Robin, cosa leggi?- le chiese Rufy allungando il collo come una giraffa fino a ritrovarsi sulla spalla della mora.
-un antica storia d'amore- rispose lei, sorridendo dolcemente al moro capitano
- non sarà mai unica come la nostra- disse spontaneo Rufy, ricevendo come ricompensa un dolce bacio sulla bocca dall’archeologa. I due nakama si completavano a vicenda, tanto che per quanto perfetto e dolce quel piccolo attimo di tenerezza, non fece irritare neanche il cuoco, il quale, voltandosi verso i fornelli sorrise accendendosi una sigaretta; capendo per una volta ciò che non doveva essere interrotto con le sue lagnose gelosie.

-Soltanto il sole sa quanto valga la pena attendere per ricongiungersi al mare- disse improvvisamente Robin leggendo probabilmente un tratto del libro.
All'inizio non diedi molta importanza a quella frase, volgendo la mia attenzione su due caldi occhi che mi spiavano da dietro una tazza di caffè. Quegli occhi e quella frase sarebbero diventati il mio tormento per tutto il giorno da quel momento.

Ed eccomi qui, dopo ore dal pranzo a ripensare a quella citazione.
Non so perché stia pensando ad una frase di cui non comprendo neanche il senso, so solo che dentro di me c’è una parte che vuole sciogliere questo nodo, comprendere la frase e forse anche qualcos’altro.
Sono un samurai, attento ad ogni soffio di vento, ad ogni pericolo che mi circonda. Di solito sono il primo ad avvertire che qualcosa non va, se c’è un pericolo in avvicinamento io lo so, mentre ora mi sento come se fossi l’unico a non comprendere qualcosa che è evidente a tutti.
Mi decido una volta per tutte a posare i pesi a terra, tanto è inutile, forse è meglio passare alla meditazione.
Incrocio le gambe e respirando profondamente chiudo gli occhi.
Non devo pensare a niente, mi devo concentrare.
Mi devo concentrare, ripeto.
Il silenzio nella palestra è molto d’aiuto, finalmente sembro aver trovato un po’ di pace.
La mia mente sembra sgombra da ogni pensiero quando, come un picchio che scava la sua tana, la voce dell’archeologa inizia ha picchiettarmi dentro le membra.


Soltanto il sole sa quanto valga la pena attendere per ricongiungersi al mare


Ma che diavolo significa?
Quella frase è diventata il mio tormento.
Spalanco gli occhi sbuffando dal naso, irritato.
-Cazzo! Non c’è modo di concentrarsi in questa palestra!- dico alzandomi.
-Non c’è bisogno di essere così scontrosi. Volevo solo avvisarti che in serata sbarcheremo su una nuova isola- la voce squillante di Nami mi sorprende, facendomi sussultare. Mi giro verso la porta dove la trovo in piedi. È strana. La guardo con un sopracciglio alzato, mentre piego la testa da un lato, non mi ero accorto della sua presenza, ero troppo assillato da quella maledetta frase.
La guardo, è triste, e forse anche nervosa visto come si tortura le mani, stringendosi le dita agitatamente.
Sto per aprire la bocca per dirle qualcosa, ma mi fermo quando noto una piccola lacrima sfuggire dai suoi occhi nocciola.
Sta piangendo, perché?
Mi si stringe il cuore ed un senso di inquietudine inizia a propagarsi nel mio petto. Mi sento in colpa, senza un perché.


Soltanto il sole sa quanto valga la pena attendere per ricongiungersi al mare


Ancora quella frase, non è il momento, devo scoprire cosa turba Nami. Odio vederla piangere e lei lo sa.
Si asciuga in fretta la lacrima sfuggita al suo controllo, spazzandola via con un veloce tocco della mano. Fisso i suoi occhi lucidi ed avanzo di un passo verso di lei. Voglio dirle che non ero nervoso perché è entrata in palestra, ma perché una cazzo di frase senza senso mi sta facendo impazzire, ma lei retrocede chiudendosi la porta davanti e scappando via.
Mi blocco in mezzo alla palestra con un braccio alzato verso la porta. Volevo fermarla, dovevo fermarla, ma non l’ho fatto.
Perché è scappata via così? E perché mi sento così in colpa?
Forse dovrei scendere e parlarle, ma lo sappiamo tutti, Nami ha un carattere veramente isterico, potrebbe benissimo scagliarmi dietro tutti i suoi calamai per poi metterli sul conto del mio infinito debito. È meglio lasciarle sbollire la rabbia, passerà, mi dico, voltandomi e camminando verso la vetrata della palestra.
Gli occhi di Nami, caldi come il caramello ancora bollente, mi invadono la vista.
Ricordo ancora quella volta che, innocentemente le ho detto che somigliava ad una cerbiatta. Quella volta altro che calamai, mi ha tirato dietro l’intero servizio di stoviglie del cuoco, urlandomi contro di tutto, per poi andarsene furiosa.
Da quel giorno non le ho più provato a fare un complimento, si perché il mio scopo era quello. Volevo dirle che i suoi occhi somigliavano a quelli di una cerbiatta, bella, elegante, ma allo stesso tempo selvaggia e libera. Lei è tutto questo e molto di più, ma evidentemente non ha capito cosa intendevo ed io, preoccupato per la sua reazione, non ho provato a chiarirmi.
-Mi consideri come un animale!- aveva urlato lanciandomi una padella. A ripensarci quella scena fu molto divertente, lo sarebbe stato di più se il bersaglio non fossi stato io.
Non so perché ripenso a quel giorno. Perché gli occhi di Nami mi siano sempre piaciuti, perché lei stia sempre nei miei pensieri, notte e giorno. Un altro enigma a cui non so dare una risposta.
Quella mocciosa mi confonde con il suo carattere frizzante, con i suoi occhi brillanti, con la sua bellezza sconvolgente…
No, aspetta cosa ho appena detto? Nami, bella?
Guardo il mio riflesso sulla vetrata che ho di fronte. Sembro un cretino con questa faccia. Bocca semi aperta, occhi spalancati…cosa mi sta succedendo? Accidenti sono un samurai, un pirata, perché mi sto comportando da coglione oggi? Perché mi preoccupo così tanto per quello che ha Nami?
Una luce chiara cattura la mia attenzione. Sono in alto e da qui si ammira benissimo il tramonto con i suoi colori così caldi e rassicuranti, come Nami.
Ancora lei, sempre lei nei miei pensieri.
Fisso come incantato lo spettacolo che ho visto mille volte, ma che oggi guardo con occhi diversi.
Il sole, una enorme sfera di fuoco, scende lentamente verso il mare illuminato dai suoi raggi.
Il tempo sembra essersi fermato. Il cielo dipinto dalle tonalità del rosa fa da sfondo all’incontro tra il sole e il mare.


Soltanto il sole sa quanto valga la pena attendere per ricongiungersi al mare


Ed è in quel preciso istante, quando il sole tocca per la prima volta in questo giorno, il mare, che comprendo.
Il sole attende tutto il giorno di potersi ricongiungere con il mare, di fondersi con lui, svanire dentro di lui, come due amanti, che si uniscono diventando un’unica entità.
Il bagliore arancione del sole che si immerge, ora sempre più velocemente nel mare, mi risveglia da questa specie di trans in cui sono caduto.
Vedo lei, ancora lei, solo lei, Nami.
I suoi capelli ribelli ardenti come il sole.
I suoi occhi dolci e frizzanti allo stesso tempo.
La sua bocca calda ed accogliente che mi aspetta.
Saluto il sole e il mare con un veloce sguardo, e mi fiondo verso la porta.
Esco, la notte sta prendendo il sopravvento, le prime stelle iniziano ad illuminare il cielo.
Mi affaccio dalla balaustra e la vedo. Nami è accanto al timone, controlla il log pose con espressione concentrata.
Faccio un salto e mi ritrovo sul ponte. Sento le voci dei miei compagni che mi chiamano, non bado a loro ho solo un obbiettivo, Nami.
Salgo di corsa le scalette che portano al timone. Si accorge della mia presenza ed alza la testa.
Fisso le sue labbra, corrugate in una smorfia, è ancora arrabbiata, ma non mi importa, non ora che ho capito ogni cosa.
Non ora che so dare un perché a quegli sguardi fugaci, al battito accelerato del cuore quando sono accanto a lei, al senso di protezione che ho verso di lei.
Non ora che ho capito di amarla.
Mi avvicino lentamente a lei, ferma come una statua.
Le prendo il viso tra le mani e lo avvicino a me.
Poggio delicatamente le labbra su quelle di lei ed è lì, che capisco cosa prova il sole aspettando ogni giorno di ricongiungersi con il mare.
Ho aspettato troppo, ma ora che so non mi staccherò più da lei, non la lascerò mai, perché come il sole ed il mare, io e Nami ci fondiamo a vicenda diventando un unico elemento, un’unica persona.
Fischi ed urla di gioia arrivano alle mie orecchie. Loro, i miei compagni lo hanno sempre saputo, avevano capito prima di me cosa legava me e Nami, e lei, la mia mocciosa che ora piange, non per tristezza, ma per gioia, mi afferra lo Yukata e mi avvicina a se, per non lasciarmi mai più.


Soltanto il sole sa quanto valga la pena attendere per ricongiungersi al mare, ma adesso lo so anche io, Roronoa Zoro.




Angolino dell’autrice

Grazie a tutti coloro che leggeranno questa fic, che spero apprezzeranno.
Un grazie speciale alle mie amiche di WhatsApp, uniche ed inimitabili ed a Piper Parker per aver inventato la citazione per me!
Baci Kiko90

   
 
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