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Autore: _xwatson    22/11/2014    3 recensioni
Classificata terza al contest "Harry Potter: non solo una storia per ragazzi!" indetto da PadellaBarella
"Un'altra parte della sua vita era terminata, pensò Hermione; otto lunghi anni conclusi con un semplice diploma, con una semplice firma: Hogwarts era stata la sua casa, il suo luogo sicuro, il posto in cui aveva capito chi era davvero e dove era diventata la donna che tutti conoscevano"
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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[22 novembre 2014]
Nickname EFP: _xwatson
Nickname EFP Forum: LydiaM
Contest: Harry Potter, non solo una storia per ragazzi
Titolo: Changing Everything
Tema Obbligatorio: società
Genere Obbligatorio: introspettivo
Altri generi: malinconico
Rating: verde
Lunghezza della storia: 787 (one shot)
Tipo di coppia: nessuna
Personaggi: Hermione Granger
Avvertimenti: nessuno
Note: nessuna
Contesto: dopo la Seconda Guerra Magica
Note dell' autrice: ho scritto la storia facendo leva sui sentimenti di Hermione che a mio parere la Rowling non aveva fatto esplicitamente trapelare dai libri, ovvero la sua insicurezza, che nasconde accuratamente sotto una generosa dose di scaltrezza e furbizia. Hermione ripercorre mentalmente il percorso e le difficoltà che l'hanno segnata e hanno fatto sì che diventasse così come la conosciamo, e le sue lotte contro i pregiudizi comunamente diffusi persino nel mondo dei Maghi. So che non è eccessivamente originale ma a mio parere si adattava bene al personaggio. Enjoy!




 








Hermione Jean Granger.
La ragazza posò la piuma dopo aver tracciato con elegante cura la propria sottile firma, lasciando l'inchiostro imprimersi nel foglio e suggellare tutto quello che quel marchio comportava.
Dopotutto, superare i M.A.G.O. con il massimo dei voti, nonostante l'anno di ritardo, era un obiettivo che non tutti potevano vantare, come aver salvato il Mondo Magico insieme a Ron Weasley e ad Harry Potter appena qualche mese prima ed essere diventata automaticamente una delle Eroine della Storia della Magia.
Un'altra parte della sua vita era terminata, pensò Hermione; otto lunghi anni conclusi con un semplice diploma, con una semplice firma: Hogwarts era stata la sua casa, il suo luogo sicuro, il posto in cui aveva capito chi era davvero e dove era diventata la donna che tutti conoscevano.
La scuola era e sarebbe sempre stata parte di lei, ma il suo tempo lì era terminato già da troppo: il momento in cui aveva deciso di seguire Harry nella sua folle impresa si era lasciata alle spalle tutta la sua vita precedente, con la consapevole decisione di non poter più pretendere di averla indietro.
Decidere di sostenere quegli esami nonostante i membri del loro famoso Trio fossero stati promossi senza aver completato il settimo anno era una cosa tipica da Hermione Granger, impeccabile studentessa modello e paladina dell'arte dello studiare, e nessuno si era fatto particolari domande quando aveva comunicato al mondo questa sua scelta.
In realtà il suo più profondo desiderio era quello di prolungare il suo tempo lì, rimandare sempre di più il momento in cui avrebbe dovuto definitivamente lasciare la scuola e mettersi davvero in gioco. Certo, era abbastanza abile in battaglia, ma quella di combattere non era mai stata la sua vera natura: lei era totalmente devota alla conoscenza, al sapere e ai suoi libri. Diplomarsi le era sembrata la cosa più giusta per chiudere una parte della sua vita, senz'altro molto importante, e iniziarne un'altra, magari unendosi addirittura ai suoi amici al Ministero della Magia.
 
Ricordava quei tempi in cui nessuno aveva avuto fiducia in lei, appena arrivata ad Hogwarts; nessuno aveva letto il suo nome senza arricciare il naso o fare una smorfia al pensiero di quanto sarebbe stato seccante parlare con una Nata Babbana, una ragazzina che non aveva nemmeno la più pallida idea di ciò che nascondesse realmente il mondo che aveva sempre conosciuto, quello che non includeva minimamente la magia.
Era stata particolarmente brava, per tutta la sua vita, a nascondere le più profonde insicurezze con la sua intelligenza e le sue abilità: si era sempre mostrata più sicura di quanto in realtà fosse, aveva dato il meglio di sé in ogni occasione che le si era presentata davanti ed aveva sempre avuto una mente eccezionalmente perspicace.
Aveva capito con il tempo che il coraggio, la determinazione e la furbizia a volte potevano più di diverse ore passate a studiare sui libri, e che un buon amico è l'unico che ha il potere di salvarti nei momenti di maggiore difficoltà.
Lei era quella ragazza che era passata sopra anni e anni di pregiudizi e insulti, che aveva combattuto per affermare la propria posizione e aveva mostrato a tutti quei fieri Purosangue che proprio una semplice diciassettenne nata da genitori Babbani aveva contribuito a salvarli tutti.
 
Hermione aveva creato il C.R.E.P.A. per ragioni strettamente legate a quei dolorosi ricordi dei suoi primi anni ad Hogwarts: sapeva cosa significa essere discriminati e considerati inferiori per ciò che semplicemente è la propria natura, essere etichettati e ritenuti inferiori a prescindere da tutto il resto, guardare vere e proprie ingiustizie avvenire di fronte ai propri occhi senza poter opporsi.
Nel suo caso era stata fortunata: aveva degli amici, persone disposte a starle accanto e a difenderla dalle malignità della gente, ma sapeva che creature indifese e assoggettate ai propri padroni come gli Elfi Domestici non aveva questo suo stesso privilegio.
 
Combattere contro qualcosa di così profondamente radicato e impresso nelle menti umane come i pregiudizi era la battaglia più strenua e dura che Hermione avesse mai compiuto e che avrebbe continuato a compiere per tutta la sua vita, perché i Maghi potevano essere abituati e immersi in quel loro mondo alla perfezione, ma diventavano estremamente insensibili e  sciocchi quando gli veniva chiesto di approcciare con una mentalità diversa dalla propria.
Hermione aveva salvato il mondo, o almeno ciò che del mondo conosceva, era vero, ma non era ancora sufficiente: non sarebbe stata soddisfatta e non si sarebbe fermata fino a quando non lo avrebbe definitivamente cambiato.
 
Posò la penna e sorrise alla professoressa McGrannit, che la guardava con uno sguardo incredibilmente fiero, e in mezzo agli applausi generali uscì dal portone della scuola, lasciando finalmente il sole splendere alle sue spalle.

   
 
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