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Autore: Lea Coleman    22/11/2014    1 recensioni
Forse tutto dentro sé s’era rotto, perché sinceramente, non riusciva più a sentire nient’altro che quella voglia di uccidere.
E non si ricordava quel viso, quegli occhi cioccolato, la grinta e la debolezza di quella ragazza.
Sapeva solo, che un tempo, il suo nome aveva fatto capolinea nella sua vita.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kohaku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rotto
[360 parole circa.]


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
      Chi era quella ragazza, e soprattutto perché piangeva?
 
      Gli altri, l’avevano chiamata Sango e sinceramente, lui rimembrava quello strano nome.
 
      Anzi, quando lo aveva sentito dire nel suo cuore s’era formata una voragine, grande come un continente, grande come tutto il cielo – ridicolo vero?
 
      Ridicolo il fatto che si ricordasse ancora il nome di sua sorella? Giusto?
 
      Colei che gli era stata accanto, che non smetteva di seguirlo, di piangerlo.
 
      Già, che ridicolo questo sentimento, la nostalgia.
 
      Perché vederla piangere, era come vedere una mamma perdere il proprio bambino, un cane i propri cuccioli. Era qualcosa che si spezzava.
 
      Forse tutto dentro sé s’era rotto, perché sinceramente, non riusciva più a sentire nient’altro che quella voglia di uccidere. E non si ricordava quel viso, quegli occhi cioccolato, la grinta e la debolezza di quella ragazza.
 
      Sapeva solo, che un tempo, il suo nome aveva fatto capolinea nella sua vita.
 
      Non ricordava come, e non gli importava veramente. Sì, perché ora l’unica cosa che gli importava, era scappare, con Naraku al comando.
 
      «Sbrigati Kohaku!»
 
      Il signore aveva parlato – meglio, aveva ringhiato. Dunque non si doveva disobbedire.
 
      Lui era colui che aveva fatto sì che la sua memoria scemasse, che il volto di quella ragazza non gli ricordasse niente. Ed era palese che ci fosse riuscito.
 
      Kohaku fece un altro balzo. Come poteva avere tante energie essendo solo un ragazzino?
 
      «Si, mio signore.»
 
      Forse era la sfera, quella che portava senza cura s’una spalla, quella che lo manteneva vivo.
 
      Anche se vivo non si sentiva per niente.
 
      Era vuoto, dentro e fuori, vuoto nei suoi occhi e disorientato da se stesso. Ridicolo, vero?
 
      Naraku era un suo alleato ora, e quella ragazza che tanto gli aveva dato di sicuro nella sua vita, una perfida nemica da combattere, da sconfiggere, e perché no, anche da uccidere.
 
      Dov'era finito quel Kohaku che adorava bagnarsi nelle fonti? Che guardava Kirara giocare da cucciola su d’un lembo del vestito della sorella? Dov'era finito quel ragazzino spaventato dal sangue e dalla morte e dalle armi?
 
      Semplice. Era morto. Morto con il padre e la tribù, quel giorno. Era cambiato, il suo vecchio sé si era rotto.
 
      E lui neanche se n’era accorto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
      Io odiavo il new Kohaku. Era qualcosa che mi dava tanto fastidio! Mi prudevano le mani! Preferivo di gran lunga il dolce Kohaku.
Da dove è uscita questa - diciamo passabile - passabile? - cosa? 
Ecco la parte critica!
In poche parole, mi sto rivedendo Inu Yasha - oltre ad altri 150 anime con rispettivi manga, in Italiano e no ToT -, e ultimamente mi ero sentita ispirata da Kohaku. Boh, mi faceva pena, ecco tutto :’(
Grazie davvero per chi ha letto e continuerà a legge, autore silenzioso o meno. E grazie anche a chi commenta!
Baci, ed alla prossima :3
  
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