Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: _ciuffano    22/11/2014    0 recensioni
Dopo essersi sentita dire per l'ennesima volta quella parola quel giorno, dopo aver avuto l'ennesimo litigio era lì a piangere riflettendo sulla sua schifosa vita che alla fine, riflettendoci, non fa tanto schifo come pensa, si sa domani è un altro giorno.
Tutto ciò è tratto da una storia vera.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mi scuso per gli errori di grammatica, provvederò a sistemarli, ma avevo il bisogno di pubblicare subito dopo aver scritto, spero ciò non vi disturbi. 
 

Tratto da una storia vera.

 
Ennesimo litigio, ennesima porta sbattuta, ennesima colta che si sentiva dire quella parola qual giorno, però quella sera diversamente dalle altre riuscì a piangere, tratteneva le lacrime da mesi, ma quel giorno era stato troppo frustante per le che sentire quella parola per l’ennesima volta l’aveva fatta scoppiare a piangere, ma non i soliti pianti da adolescenti pieni di lacrime, i suoi soliti aridi pianti, qualche lacrima e un respiro  affannoso, ma non ci riusciva erano anni che non riusciva a piangere come si deve.

Aveva passato mesi a trattenere le lacrime, sentire gli occhi inumidirsi e il groppo alla gola che rimandava giù stando in silenzio e sbattendo varie volte gli occhi per tornare a essere stabile come sempre, per certi versi amava questo lato del suo carattere, ma per un altro lo odiava, odiava sentirsi costantemente male, dover costantemente sentirsi dire cose negative e scherzarci su per lei non sapeva lottare e quindi le restava solo scherzarci su per non scoppiare. Questo lato del suo carattere non l’aveva mai fatto conoscere a nessuno se non a una persona che poco più di sette mesi dopo l’ha abbandonata e ha deciso, quella sarebbe stata l’ultima volta che si sarebbe aperta con qualcuno, si sarebbe tenuta tutto dentro, soffrendo da sola e scoppiando a piangere quando sarebbe stata da sola e il suo corpo avesse voluto.

Se ci ripensava, e lo faceva spesso, odiava essersi aperta tanto con quella persona, ma riflettendoci era stata lei a entrare nelle sue insicurezze e rassicurarla, farla sentire come nessuno aveva mai fatto, avendo voluto interessarsi alla sua storia e non rispondendole con un semplice mi dispiace quando aveva accennato a raccontargliela. Si era sentita speciale tra quel cumolo di stronzate che le aveva raccontato, spesso le capitava di rileggere tutti gli stamp che aveva fatto in quei sette mesi , anche se non ce n’era bisogno, li conosceva a memoria ormai. Una delle cose che odiava di più era quando le chiese di entrare nel suo mondo e lei come una cretina glielo aveva lasciato fare , l’aveva fatta entrare nelle sue insicurezze e se n’era anche presa cura, ma tutto sembrava bello per esserci ancora e fatto sta che tutto è finito, gettando nel cesso, ma lei è ancora lì, dopo cinque mesi  a pensarci perché se anche vorrebbe maledirlo in tutte le lingue del mondo sa che se un giorno tornasse lo perdonerebbe e lascerebbe che entrasse nelle sue insicurezze; che poi la lascerebbe poco dopo con un vuoto nel cuore è scontato.

Se ci pensava oltre quella persona ne aveva conosciute altre due, ma per quanto volesse non si era riuscita ad aprire come la prima, anche se le conosceva da tempo, ma non sa il perché , le amava con tutto il suo cuore, ma non ci era riuscita e anche se aveva confessato loro  la parte peggiore della sua vita non riusciva ad aprirsi ancora di più con loro, sì gli raccontava se stava male per colpa degli amici vicini che non la consideravano, se era giù, ma aprirsi fino in fondo orse le faceva ancora male, ma non riusciva a creare più quell’attimo di coinvolgimento sentimentale tale da farle confessare tutto, forse un giorno se le avesse incontrate, con una tazza di cioccolata calda tra le mani e una coperta sulle spalle le avrebbe confessato veramente come si sentiva e forse le avrebbe ringraziato per quello che facevano per lei tutte le volte che si sentivano e la rendevano felici forse per questo le amava, perché erano le uniche persone che non le avevano mai detto quella parola che odiava e sentiva costantemente ripetersi.

Mentre cercava di calmare il dolore al petto con la musica di sotto fondo, pensava, ansi sognava proprio che un giorno si sarebbe trovata a casa di una delle due ragazze, quella della sua età per intenderci , e lì mentre piangeva per una volta qualcuno l’avrebbe abbracciata, con quell’affetto che solo una persona che ti vuole veramente bene fa ed era una cosa che le mancava tanto; ma in quel momento sognava anche che un giorno sarebbe andata a casa dell’altra ragazza, orse per un pigiama party a cui sarebbe stata invitata anche la sua coetanea, ma sapeva che quello sarebbe stato solo un sogno perché ormai alle cose belle e li aveva smesso di crederci, già da tanto, ma forse sarebbe meglio dire troppo. Ormai la sua vita la passava tra il sognare e il sentirsi una merda e a far finta che tutto ciò le piacesse.
 
Sognava lei, ormai a quello si era ancorata, sapete cosa sognava? Sognava un ragazzo, una persona che conosceva le aveva fatto passare dei bei momenti, le aveva detto che aveva paura di perderla e che era geloso dei suoi amici e lei si era montata la testa e ora che questa persona per i vari impegni non le parlava lei viveva in un sogno, viveva nel sogno di questo amore a distanza, sognava di parlarci ore intere a telefono, vederlo dopo mesi, stringerlo tra le sue braccia, essere abbracciata mentre erano  a letto (una cosa che sa che non confesserebbe mai a nessuno è che avvolte nel proprio letto si rannicchia e fa finta che ci sia quel ragazzo ad abbracciarla e a rassicurarla e a dirle che la ama, ma si sente un idiota). Anche se sa che niente di questo potrà mai succeder continua ad illudersi perché questo le è rimasto per essere felice, un illusione.
 
In questi anni aveva anche imparato una cosa: per riuscire, in un certo senso, ad avere ‘’amici’’ a scuola doveva farsi trattare di merda e riderci su, e se per caso era se stessa facendo qualche idiozia veniva subito presa in giro e per non sentirsi una merda si prendeva in giro da sola, ma tutto ciò non le faceva affatto bene. Aveva anche imparato che per sentirsi qualcuno doveva dimostrarsi forte e così era un continuo dire che gli omicidi, il fuoco e la morte erano cose che le piacevano, anche se lei della morte, della troppa vista del sangue e degli omicidi spesso era spaventata erano sue paure, ma doveva affrontarle se non voleva essere lasciata indietro e sentirsi più sola.

Era un periodo però che vedeva due suoi compagni di classe, non sa nemmeno lei come spiegare come, sa solo dire che gli abbracci di Michele li adora e odia quando abbraccia qualcun altro e la ignora completamente, adora anche quando durante le lezioni lui senza preavviso poggia la testa sulla sua spalla o come lasci che avvolte lei faccia lo stesso con lui, ama anche quando si scattano trentamila selfie e lui non cambia espressioni e lei continua a fare facce buffe, adora anche abbracciarlo mentre i prof parlano e lui le sussurra che ha freddo, adora anche quando le racconta battutine e la fa ridere avendo anche richiami dai professori, ma non le importa se in quegl’attimi è felice.
Poi c’è Nunzio, con lui non è come Michele però le piace scherzarci, vedere che quando gli racconta qualcosa lui è sempre pronto ad ascoltarla anche se è una stronzata come  mostrargli le foto e i video che ha sul cellulare raccontandogli la storia di ognuna di essi. Spera costantemente che tutto ciò non finisca, anzi che si rafforzi e che le prese in giro dei due, quando non ci sono questi attimi, finiscano, perché lei li adora.
Forse dopo tutte queste considerazioni la sua vita non è poi così male, ha imparato ad affrontarla, orse un giorno con Brotello (Alessia) ci parlerà e la manderà finalmente a ‘fanculo per averla abbandonata oppure chiarirà con lei perché non è ancora detto che non la ricontatti scusandosi; spera che un giorno possa davvero andare a casa di Giorgia e raccontarle del constante nodo alla gola che vorrebbe far sciogliere piangendo tra le sue braccia e spera anche che un giorno entrambe riusciranno presentarsi a casa dio Sofia per un  mega pigiama party e forse insieme bere una cioccolata calda con una coperta sulle spalle; spera anche che un giorno forse anche Daniele ritorni a risponderle e che quelle cose accadano veramente, ma sa che non succederà e allora spera di trovare qualcuno così, che la ami e la tratti come lei crede di meritare; spera anche che un giorno Michele e Nunzio smettano di prenderla in giro e diventino suoi amici, veri senza compatirla come una pazza; e infine spera anche che tutti i suoi amici la trattino più come una persona e non  come una piromane psicopatica. Spera che almeno questa parte di vita si aggiusti e cominci ad andare dritta sui binari della vita.
 
Quella sera andò a dormire con un mal di testa incredibile, ma con il petto leggero e il cuore pieno di speranza perché infondo bastava lottare e forse un giorno avrebbe potuto dire di essere felice. Aveva comunque Giorgia e Sofia che erano lì a sostenerla in tutte le sue strambe idee, come quella di diventare scrittrice o di diventare youtuber e lei in quei sogni ci credeva e avrebbe lottato anche da sola, perché lei era forte.
Ormai tra le coperte aveva considerato che in quell’analisi della sua vita aveva dimenticato Tonia che per quanto potesse ignorarla e dedicarsi a sua sorella (cosa che odiava perché tutte le sue amiche lo facevano) era l’unica amica delle medie che le era rimasta, che le aveva voluto bene e che in un certo senso non la riteneva pazza perché anche lei lo era, anche se molto meno.

Si addormento con il sorriso quella sera, anche se aveva sottolineato i punti peggiori della sua vita aveva cercato di ottimizzarli sperando in un domani migliore e anche se non aveva pensato a tutto quello che la tormentava, come la scuola, sapeva che ci sarebbe stato tempo per avere considerazioni positive sul resto della sua vita, ora aveva solo bisogno di dormire perché doveva smaltire le troppe emozioni provate.
Quella giornata era finita, come quella settima e ora doveva solo aspettarsi di ricominciare e stamparsi il sorriso in faccia andando avanti, perché era forte e sapeva che col sorriso avrebbe lottato meglio e tutto quello che in quella serata le era bastato per tranquillizzarsi oltre a sperare in un domani migliore era quello di ascoltare la voce delle cinque persone che l’avevano resa elice i quei tre anni e non vedeva l’ora di incontrarli un giorno perché finalmente avrebbe potuto dirgli  quell’insignificante, per loro, ma importante per lei, grazie.

E così la finiamo questa storia, perché un finale non ce l’ha essendo una storia di vita e la fine della vita e solo la morte, anche se questo non è certo e quindi lasciamo galleggiare questa storia tra questi fogli, schermi di computer, cellulari o tablet, per adesso lasciamola così poi forse un giorno ne riparleremo.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: _ciuffano