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Autore: Ema Stylinson    23/11/2014    1 recensioni
Guardai l’orologio, erano le 9.35. Perfetto- pensai- mancano solo 7 ore e 55 minuti al cambio turno, forza Harry puoi farcela. Svogliato mi diressi verso la scrivania nel corridoio principale. Sedendomi aprii il registro dei prigionieri e feci scorrere il dito sulle date finché non arrivai a oggi, spostai lo sguardo e lessi il nome di quello nuovo: Louis Tomlinson. [Attenzione: Storia Larry!]
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il segnale ‘fermata prenotata’ si illuminò dopo che ebbi premuto il pulsante. Mi infilai la giacca e scesi dal sedile che venne subito occupato da una vecchia signora, mi feci largo tra la gente, a fatica raggiunsi le porte e saltai giù.
Presi un bel respiro, che sollievo l’aria era così fresca e in quel dannato pullman non si riusciva a respirare. Mi incamminai a passo svelto per non prolungare il ritardo. Svoltai nella via ed entrai nella prigione.
Eh sì, lavoravo come guardia nella prigione della città da 4 anni ormai, da quando avevo lasciato gli studi. Era il lavoro più decente che avevo trovato e ne avevo passati talmente tanti che ormai avevo perso il conto.
Non era un brutto lavoro, infondo non dovevo fare molto anzi la maggior parte del tempo la passavo seduto a leggere o a giocare al solitario sul mio cellulare.Era quasi perfetto per me, io odiavo faticare e se non risolvere qualche rissa non dovevo fare niente.
Superato il portone mi fermai sulla soglia, piegandomi sulle ginocchia per riprendere fiato.
“Hey Harry, buongiorno!” il mio collega preferito spuntò dall’angolo.
“Oh, ciao Niall. Scusa il ritardo ma ho avuto un problema con la mia auto, più precisamente me l’hanno portata via” mi alzai rispondendo con risentimento.
“Ah capisco, la tua abitudine di parcheggiare in divieto di sosta” disse Niall ridacchiando ma lo fulminai con lo sguardo.
“Non è divertente , sai quanto tengo a quella macchina, senza sono perso” risposi abbattuto.
“Beh almeno ti servirà da lezione. Oh sono le 9.30, evvai posso andare a casa! Mi aspetta una bella dormita” rise il biondo e fece per andarsene ma si bloccò come se si fosse improvvisamente ricordato qualcosa e si girò verso di me “quasi dimenticavo, oggi è arrivato un nuovo prigioniero e tra un’ora arriverà lo psicologo per parlare con lui.”
“D’accordo, buon rientro amico e sappi che ti sto invidiando!” gli dissi ridendo, anche lui rise e mi fece cenno con la mano.
Guardai l’orologio, erano le 9.35.  Perfetto- pensai-  mancano solo 7 ore e 55 minuti al cambio turno, forza Harry puoi farcela.  Svogliato mi diressi verso la scrivania nel corridoio principale e il pensiero che al ritorno avrei dovuto prendere ancora l’autobus non migliorò il mio umore.
Sedendomi aprii il registro dei prigionieri e feci scorrere il dito sulle date finché non arrivai a oggi, spostai lo sguardo e lessi il nome di quello nuovo: Louis Tomlinson.

Erano le 10.15 e per colpa di Niall mi ritrovavo a sistemare la scrivania, liberandola da tutto quel macello di fogli e matite sparsi ovunque, quando all’improvviso mi tornò in mente che lo psicologo sarebbe arrivato alle 10.30. Mancavano solo 15 minuti e in quel momento dato che non avevo di meglio da fare decisi di far visita al nuovo “ospite”, tanto per curiosità.
Percorsi il corridoio di celle con lo sguardo rivolto a terra e assorto nei pensieri, quando mi accorsi di essere arrivato alla cella, mi fermai. Alzai lo sguardo e lo vidi. Vidi un ragazzo che doveva avere poco più di vent’anni, era piuttosto esile ed era seduto ai piedi del letto e girato di schiena che fissava il muro.
Incuriosito feci un passo avanti per vederlo meglio ma la mia cintura si scontrò con la sbarra della cella provocando un rumore che lo fece sobbalzare, si alzò di scatto voltandosi verso di me. Non appena lo vidi in viso rimasi pietrificato. Non sapevo perché ma quella visone mi aveva lasciato senza fiato. Aveva un ciuffo castano che gli ricadeva scompigliato sulla fronte e due occhi profondamente azzurri, da cui non riuscivo a staccare lo sguardo. Non so che espressione debba avere avuto perché il ragazzo mi guardò bene prima di avvicinarsi esitante
“Ehi, tutto bene?”
Cercai subito di ricompormi e annuii fingendomi convinto, in realtà non credevo di stare bene, insomma, nessuno mi aveva mai fatto quell’effetto, neanche la ragazza più bella che avevo avuto, il che era strano ma decisi di non farci troppo caso. Il ragazzo abbozzò un sorriso e si risedette, questa volta però tenendo lo sguardo fisso su di me. Così per spezzare quella strana tensione che si era creata decisi di presentarmi.
“Ciao, ehm io sono Harry Styles, tu devi essere nuovo..” mentre pronunciavo quelle parole mi sentii stupido, era ovvio che era nuovo e lo sapevano tutti. Ma lui non sembrò farci troppo caso e mi squadrò un’altra volta.
“Harry Styles…” disse a bassa voce come stesse parlando tra sé e sé “bel nome” e si sdraiò sulla schiena con lo sguardo rivolto al soffitto. 
Capii che la conversazione, se poteva essere definita tale, era finita così tornai a sedermi alla scrivania, riflettendo su quell’incontro.
Quegli occhi… così azzurri, così profondi, comunicavano qualcosa di indefinito, qualcosa di misterioso e volevo scoprirlo.
A proposito, il suo nome era.. Louis mi sembra, guardai un’altra volta il registro – sì, Louis Tomlinson- pensai.


*Angolo autrice*: Ciao a tutti :D, allora inizio dicendo che questa è la prima ff che scrivo! Quindi perdonatemi se non sarà scritta benissimo perché devo ancora prendere dimestichezza. Spero la leggiate e che vi piaccia. Sarò felicissima se aggiungerete delle recensioni o metterete la storia tra le seguite o preferite (come se potesse accadere ahaha). Ovviamente accetto anche consigli e critiche. E metterò un altro capitolo nei prossimi giorni. Grazie a tutti :D.
Ps: perdonatemi se questo capitolo è un po’ corto. Prometto che il prossimo sarà più lungo ‘:D

 
   
 
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