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Autore: Lord Gyber    23/11/2014    1 recensioni
Dal testo:
« Giustizia e pace sono fondamenti inconsistenti. Dal tuo punto di vista la giustizia è la scomparsa definitiva di esseri come me, dal mio invece è che tutti capiscano che non possono contrastarmi. In poche parole, ragazzo, la giustizia e la pace le creano i vincitori....ed io vinco sempre. »
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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« E' facile finire all'inferno. Scendi il primo gradino. Poi il secondo. Poi inciampi. »

Rat-man

 

 

Kamus strisciò contro la parete, nella speranza di non essere visto da nessuno. Arrivò alla fine del corridoio e sporse la testa per dare un'occhiata.

Fece in tempo a ritrarla per non essere da due guardie di passaggio. Non che avrebbe avuto difficoltà ad inventarsi una scusa per trovarsi lì. Era pur sempre il secondo in comando sulla Mortex.

Ma in quella situazione non voleva essere visto da nessuno.

Percorse un altro corridoio, questa volta più in fretta. Forse anche troppo, perché inciampò facendogli sbattere la faccia.

Ma la sua attenzione, invece che sul livido, ricadde sul cofanetto che teneva in mano.

Lo revisionò un secondo sperando che non si fosse danneggiato. Scampato il pericolo, si rimise a camminare a velocità sostenuta.

Percorso un buon tratto di strada si ritrovò davanti ad una porta. Guardò a destra ed a sinistra per verificare che non ci fosse nessuno. Dopo quest'ultimo dubbio dissipato, riuscì ad entrare.

Allora il suo cuore si riempì di gioia quando vide davanti a se la creatura più bella della sua vita.

Diane era una Alariana, cioè per metà drago e per metà umanoide. La più bella femmina della sua razza, a detta del secondo in comando, dalle fantastiche scaglie bianche e violette, risaltate ancora di più da un succinto abito dello stesso colore.

« Kamus! » gridò entusiasta per poi gettarsi fra le braccia del suo amante, che rispose serrando il suo fianco con un tenero abbraccio. « Avevo paura che fossi un altro di quei porci. »

 

 

Diane faceva parte dell'Harem di cui disponeva Kronotas. Si divertiva a rapire le più belle femmine di un pianeta ed a trasformarle nelle sue schiave sessuali.

Sulla nave ve ne erano 36 ed ognuna aveva la sua stanza privata.

Anche se Kronotas era geloso delle sue cose, permetteva volentieri ai membri del suo equipaggio di abusarne quanto lo volevano.

E quei luridi di certo non se lo facevano ripetere due volte, avevano pur sempre bisogno di un po' di “movimento”.

Vi erano anche delle donne fra i pirati, ma queste risultavano o troppo mascoline o troppo poco accondiscendenti.

Kamus ridacchiò quando gli venne in mente ciò che era successo quando uno dell'equipaggio aveva cercato di avere a che fare con una donna della sua squadra.

Circa tre mesi di infermeria per rimetterlo in piedi. Altri due per renderlo in grado di nuovo ad avere figli.

A lui non erano mai interessate queste cose. Kamus si considerava un uomo d'onore e disprezzava cose del genere.

Poi arrivò Diane, così sola e così spaventata, denutrita e maltrattata. Fu subito ammagliato dalla sua bellezza, nonostante fosse molto più giovane di lui, forse una ventina d'anni.

Quando andò per la prima volta nella sua stanza lei si rannicchiò sul pavimento e si mise a piangere. Ma a differenza di quanto lei credeva, lui si limitò a porgergli la mano, invitandola a sedere sul letto, dandogli qualcosa da mangiare e chiedendogli di parlare.

Gli raccontò della sua vita e di come fu strappata dalla sua famiglia con la forza. Quando fu di nuovo sul punto di piangere l'abbracciò per rassicurarla e la baciò, promettendogli che nessuno l'avrebbe toccata o che avrebbe subito qualche genere di ingiustizia.

Ma si sa: quando il gatto non c'è, i topi ballano.

 

 

« Ti ho portato una cosa. » gli porse il cofanetto di cui aveva avuto molta cura, posandoglielo nelle sue piccole mani.

Lei lo aprì e fu ammaliata da ciò che vi era dentro « Ma questo...»

Dentro a quella scatoletta vi era il bocciolo di un fiore azzurro dalle sfumature rosse, poco più piccolo del palmo della ragazza. « E' un fiore degli elementi. » esclamò sorpresa « Lo trovato da un mercante » disse sapendo che con “trovato” intendesse “rubato” durante la loro ultima incursione « So che è del tuo pianeta natale, ti piace? »

la risposta, fortunatamente per lui, non si fece attendere.

Fu scaraventato con forza sul letto della sua amata, iniziando a vicenda a levarsi di furia i vestiti.

 

 

Kamus amava Diane non solo per la sua dolcezza, ma anche per il fato in cui entrambi erano incappati. Sempre con la forza.

Sin da bambino veniva maltrattato dal padre ed ignorato dalla madre, che lo vedevano come un peso futile.

Quindi quale gioia più bella fu per loro quando ebbero la possibilità di liberarsene, barattandolo con la loro vita quando furono messi all'angolo da Kronotas in persona.

Lui però si arrabbiò parecchio a quelle offerta e gli uccise entrambi senza scrupoli. A Kamus però non importava, Occhio per occhio, Dente per dente si era detto.

Quando l'assassino gli si parò davanti gli chiese gentilmente di venire con lui, promettendogli un esistenza migliore.

Ed una promessa rimaneva una promessa. Anche se formulata dal diavolo in persona.

Passò tutta la sua vita ad essere addestrato per essere un esperto nella nobile arte della pirateria, fino a diventare il braccio destro del capitano.

Certo, a volte lo aggrediva fisicamente se falliva qualche missione, ma mai tanto quanto con gli altri membri.

Ed anche tutto l'orrore che aveva vissuto e delle brutte cose a cui ormai era stato legato, non riusciva davvero ad odiare Kronotas, si può dire che in fondo...gli volesse bene.

Ma volere bene al diavolo può solo portare rogne.

 

 

Kamus riuscì a dormire solamente un paio d'ore. Non che non volesse stare insieme alla sua amata, ma doveva presentarsi sul ponte di comando.

Quindi uscì piano dal letto e si rimise l'armatura cercando di fare meno rumore possibile. « Te ne vai di già? » la timida voce Diane lo fece imprecare mentalmente.

Rimettendo di nuovo lo sguardo sull'elegante corpo della sua amante ebbe la voglia di togliersi di nuovo i vestiti, stare insieme a lei e mandare tutti gli altri a quel paese.

Lui si inginocchiò difronte a lei per non farla alzare « Tornerò il prima possibile, te lo prometto. » e detto questo gli diede un bacio sulla fronte.

 

 

Kronotas se ne stava fermo immobile davanti alla finestra del ponte di comando ad osservare i pianeti e le stelle che piano piano superavano.

« Sei in ritardo » disse al suo vice, con un tono pacato ma che non ammetteva repliche, quando questo arrivò.

« Scusi capo » disse cercando di sembrare il più naturale possibile « Ma avevo un impegno. » « Credimi, so cosa intendi con “impegno”. » rispose con una punta di ironia.

« Sai puoi anche andare a spassartela con quella Alariana senza essere così misterioso. »

Cazzo! Urlò mentalmente mentre arrossiva vistosamente. Il comandante fece un risolino divertito « Non ti devi preoccupare per lei, so che ci tieni molto. Se vuoi posso fare in modo che solo tu posso accedere alla sua stanza. »

« Davvero? » chiese fra lo speranzoso e lo stupito. Lui si limitò ad un secondo sorriso.

Kronotas poteva anche avere un miliardo di difetti, ma quando voleva sapeva aiutare il suo equipaggio nel caso di difficoltà. Anche se non lo faceva molto spesso.

« Tornando alle cose serie. » disse ricacciando Kamus nella realtà « Abbiamo un grosso problema.» « Che genere di problema? » « Uno del genere: Piantagrane, che speravo di aver eliminato tempo fa. » ringhiò furioso.

« Credo che tu sappia che sia... » premette un tasto sul suo bracciale mostrando una proiezione di un alieno con un elmo e la pelle grigia « Kitlavar Ster. »

 

 

« Ehi ragazzi! » urlò Kit bussando con forza sulla porta della stanza dio Rekai e Nova. La porta scorse rivelando la figura mezza assonata del Boa « Cosa succede Kit? »

« E' da una settimana che poltrite nella vostra stanza, oggi si scende a fare provviste, quindi preparatevi. » disse dirigendosi verso la sala di comando « E vedi di svegliare quel lavativo del tuo fidanzato! »

Ritornato alla sua postazione da pilota, riprese i comandi disattivando il pilota automatico, e puntò verso un pianeta dall'atmosfera brunastra.

 

 

 

Angolo autore:

Ok, più che altro ho scritto questo capitolo per parlare di come si passa la vita sulla Kronos Mortex. Le avventure dei protagonisti inizieranno il prossimo capitolo.

I miei saluti, Lord Gyber.

 

 

 

 

 

 

  
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