Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Shiver414    23/11/2014    1 recensioni
Yuri è una strega, una strega potente che cerca di evitare che la sua vita da semplice proprietaria di un negozio di fiori e quella da cacciatrice di demoni non collidano tra loro. Ci stava riuscendo fino al momento in cui non conosce Kian, un demone dall'aspetto sublime, il carattere forte e un'indole apparentemente egoista. Da quel preciso istante tutta la sua vita precipita in un baratro fatto di morte, sangue e terrore, governato da un demone spietato, il Burattinaio. CHi si nasconderà dietro questo misterioso nome? Yuri e Kian sopravviveranno alla sua furia?
Genere: Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 11.
 
Ero in bagno a cercare il kit del pronto soccorso. Dopo aver ispezionato ogni angolo lo trovai sepolto da una pila di asciugamani.
«Non me la dai a bere lo sai?» Kian era poggiato allo stipite della porta.
«A cosa ti riferisci?» Chiesi ridacchiando. Volevo davvero che credesse che tutto andava bene.
«Al fatto che non mi guardi negli occhi e che sembri nervosa.» Non si mosse da lì nemmeno quando gli feci palesemente capire che dovevo tornare di sotto. Continuava a fissarmi. Era vero, non riuscivo a guardarlo negli occhi, ma solo perché avevo paura che capisse quel che stavo provando. Le sue mani mi strinsero forte il viso tra le mani e mi costrinsero a sollevare la testa. «Ti faccio così tanto schifo?» Chiese quasi disperato. «Ti faccio ribrezzo per quel che hai visto?» Lo fissai negli occhi. «Non guardarmi così inespressiva, rispondimi.» Stavo cercando di sopprimere la voglia di dirgli che non c’era nulla di disgustoso in lui.
«In fondo sei un demone anche tu.» Mi limitai a dire. Sembrò deluso dalla mia risposta. Mi strappò il kit dalle mani e si rintanò nello scantinato. Chiuse la porta a chiave. Voleva restare solo? «Vado a sistemare il negozio.» Indossai la polo con il logo del negozio e un paio di jeans. Lanciai una rapida occhiata al mio vero corpo era come prima, pallido e inespressivo. «Ci vediamo dopo.» Dissi a bassa voce. Guardai dietro di me con malinconia prima di chiudere la porta. Lo avevo ferito.
A testa bassa camminai verso il negozio. Quella notte sembrava infinita. Tirai su la saracinesca e provai ad accendere la luce. Non c’era corrente. Quella forte ondata di energia doveva aver causato molti più danni di quel che mi aspettassi. Cominciai a recuperare i vasi rotti dal pavimento al buio. Poveri fiorellini. Immaginavo lo spettacolo che mi aspettava nel magazzino, per non parlare della mia stanza segreta. Tutte le mie piante rare, le mie pozioni.
«Ciao, Yuri.» Il vaso che avevo in mano cadde sparpagliando ancora più terra e cocci sul pavimento. Un uomo era in piedi davanti alla porta. Spezzava la luce del lampione creando un’immensa ombra.
«Chi sei?» Mi misi subito sulla difensiva. Accidenti, i guai non vengono mai da soli. Sbuffai. Ero sola e senza magia.
«Non è importante in questo momento.» Avanzò piano verso di me. Ero immobilizzata. Non riuscivo a fare nemmeno un passo. «Non è sicuro per una ragazza restare sola a quest’ora in un posto del genere.» Mi accarezzò una guancia con la mano. Non riuscivo a vedere il suo viso nitidamente. Sentivo odore di fumo e menta provenire da lui.
«Cosa vuoi da me?» Sorrise, vidi una fila di denti brillare nel buio.
«Lo scoprirai presto.» Le sue labbra premettero sulla mia fronte. Prima di varcare l’entrata del negozio fece un gesto con la mano e fui di nuovo libera di muovermi. Corsi in strada, non c’era più nessuno. Era sparito nel nulla. Mi toccai il punto in cui mi aveva baciato, le sue labbra non avevano nulla a che vedere con quelle di Kian. Nonostante avessi sentito solo la pressione del suo bacio, lo sapevo.
Continuando a pensare a chi mai potesse essere quell’uomo, sistemai tutto il negozio. Quando il sole sorse, avevo appena finito di spazzare. Kian comparve dopo un paio di minuti seguito da Sofia. Indossava i miei vestiti e sorrideva allegramente abbarbicata al braccio del demone. Guardai Kian confusa e arrabbiata allo stesso tempo.
«Lei che ci fa qui?» Alzai un sopracciglio. Ero pronta a brandire la scopa come un’arma e colpire Kian più forte che potevo.
«Non so per quale motivo, ma ricorda tutto perfettamente. Voleva venire qui anche lei e le ho fatto mettere i tuoi vestiti.» Ero sorpresa di quanto autocontrollo possedessi.
«E magari è anche entrata in camera mia.» Sorrisi. Non era un sorriso allegro, piuttosto arrabbiato, anzi furioso. «E magari» Marcai questa parola. «Ha persino visto l’altra me.»
«Posso spiegare.» Disse Kian in difficoltà e sinceramente dispiaciuto. «Lei non vuole dimenticare, per questo non funziona. È un piccolo effetto collaterale.» Strinsi forte i pugni. «Si ti ha visto e le ho dovuto spiegare tutto a grandi linee.»
«Dov’è finito il demone arrogante e fastidioso che non parla con gli umani?» Poi mi resi conto che qualcosa non andava. Sofia sembrava troppo contenta. «Dovevo capirlo subito. Sei una mezza strega, vero?» Lanciai la scopa a terra e mi avvicinai. «Hai imparato solo quell’incantesimo.» Conclusi. Sofia sorrise. Sapeva solo come provocare dolore. Sapevo usare anch’io quell’incantesimo, lo avevo provato sulla mia pelle. «Kian, capisco che è un dolore insopportabile, ma sei un demone potente, non puoi far vincere una mezza streghetta di diciotto anni.» Lei sembrò contrariata.
«Yuri, giusto?» Mi disse improvvisamente seria. «Posso parlarti un attimo?» Annuii scocciata.
«Kian ripulisci tutto il casino e aggiusta la corrente.» Dissi brusca. Bofonchiò qualcosa. «Che vuoi?» Non c’era più traccia di gentilezza.
«Dov’è finita la ragazza dolce di ieri notte?» Sorrise un po’ dispiaciuta. «Ascolta.» Sospirò. «Non voglio essere invadente e rovinare il vostro patto o simili, ma mi sono innamorata di Kian.» Cosa?
«Lui è un demone, ti ha fatto cose orribili come fai ad essertene innamorata? Sii razionale, lo conosci da poche ore. Per la maggior parte del tempo che avete passato insieme, tu dormivi.» Sbottai.
«Lo so che anche tu sei innamorata e non puoi biasimarmi perché lo conosco da poco. Tu da quanto lo conosci? Pochi giorni?» Aveva ragione. Lo conoscevo da due, tre giorni? Non potevo esserne innamorata.
«Io non lo amo.» Incrociai le braccia al petto e la guardai con aria di sufficienza.
«Smettila di prenderti in giro da sola.» Sorrisi, la guardai. Senza tacchi era molto più bassa di me. Mi avvicinai, la guardai dritta negli occhi.
«Non sai nulla di me.» Tornai da Kian e notai che si era messo davvero a lavoro. Aveva sistemato molto in quel poco tempo.
«Yuri, va tutto bene?» Di nuovo quella domanda insistente.
«Cosa potrebbe andare bene?» Risposi strappandogli la scopa dalle mani. «Pensa alla corrente che non funziona. Se hai bisogno della magia, chiamami.» A testa bassa si allontanò. «Sofia.» Alzai gli occhi al cielo. «Sembri decisa a non andartene quindi rimboccati le mani e aiutami a ripulire questo disastro.»
«Pensavo» Disse mentre andavamo nel magazzino. «Siccome tu sei una strega.» Ancora una pausa. Ragazzina arriva al sodo. «Mi insegneresti ad usarla?»
«No.» Indicai uno scatolone. «Dovrebbe esserci ancora una maglietta.» Tirai su un mobiletto di ferro con i ripiani. Tutte le piante erano distrutte, appassite, calpestate. «Kian.» Gridai. Arrivò di corsa allarmato.
«Che succede?» Si guardò intorno. Quando non vide nessuna minaccia, emise un sospiro.
«Ripeti queste parole.» Recitai la formula magica per riportare le cose come stavano. Pian piano le piante iniziarono a rigenerarsi nei vasi di nuovo integri, gli scaffali, la luce, tutto tornò come il primo giorno di apertura. Mi guardò soddisfatto. «Sai che ti dico?» Sofia mi guardò speranzosa. «Vuoi davvero imparare la magia?» Annuì veementemente. «Forse potrei anche aiutarti a patto che aiuterai me e Kian a riportare il mio corpo in vita.» Storse il naso. Se fossi tornata nel mio corpo avrei potuto portarle via Kian. Era questo che pensava. Ammetto che ci pensai anche io. Odiavo il fantoccio. Volevo poter sentire il calore di Kian.
«Abbiamo fatto un patto.» Disse dopo un po’. «Io e Kian intendo.» Sorrise soddisfatta. «Quando ne avrà bisogno gli darò tutta l’energia che vuole.» Spezzai a metà il bastone di legno della scopa che stavo riponendo nello sgabuzzino. Non risposi e mi ritirai nella mia stanza. Era tornato tutto come prima anche lì. Non credevo Kian ne fosse capace, altrimenti avrei preso in considerazione prima questa soluzione.
Una fitta tremenda al petto. Dolore? Perché stavo provando dolore?
«Kian.» Urlai terrorizzata. Le mani tremavano ed iniziavano ad irrigidirsi. «Sto morendo.» Dissi quando mi raggiunse. Caddi a terra. Le gambe non rispondevano più. Kian mi prese tra le sue braccia e mi sistemò sul divanetto mezzo distrutto.
«Sofia resta qui con lei, io corro a casa.» Sofia sembrava spaventata e triste. Il cuore batteva così forte che rischiava di esplodermi, non poteva essere davvero la fine.



Povera Yuri :( tutte a lei capitano!!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Shiver414