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Autore: ladyphantomhive    23/11/2014    1 recensioni
Salve a tutti! Eccoci ad una nuova storia che spero vi piaccia...vi vorrei raccontare di un giovane Andy, ancora teenager, che affronta la vita e i suoi ostacoli da solo. Incontrerà una persona...e insieme affronteranno le prime esperienze giovanili...ok basta...non aggiungo altro. Buona lettura e grazie in anticipo!
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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I primi anni alle High School erano passati e iniziava il terzo. Arrivò il primo giorno che per fortuna trascorse abbastanza tranquillo e senza incontri sgraditi con coloro che lo odiavano. Suonò la campanella della fine delle lezioni e lui aspettò che tutti uscissero. L’unico momento bello in quel luogo era proprio quello, ovvero quando non c’era nessuno e si poteva vedere sotto un’altra luce tutto ciò che ti stava attorno. Poi pian piano, con le cuffie alle orecchie, si avviava a casa, passando dai vari corridoi e le aule. Stava guardando per terra, assorto tra i suoi pensieri quando, svoltando l’angolo, urtò una persona e gli face cadere dei fogli di mano.
-Oh scusami, non ti avevo visto.
Voce femminile. Alzò gli occhi e si trovò davanti una ragazza della sua età, bionda, pelle molto chiara e occhi marroni. Un tipo di ragazza che verrebbe definita “carina” dai suoi coetanei.
-No, non ti preoccupare.
Rispose lui passivamente. Lei si piegò per raccogliere i fogli e così fece anche lui, cercando di mostrarsi gentile. Appena si furono rialzati lei cercò i suoi occhi e i loro sguardi si incrociarono.
-Scusami, ma tu ti chiami Andrew, Andrew Biersack?
-Sì, sono io.
Si scostò il ciuffo dagli occhi per vederla meglio. Wow qualcuno sapeva il suo nome. Di solito gli venivano dato stupidi appellativi come “pulce”, “emo”, “frocio” e molto altro.
-Ah ciao, io mi chiamo Alice Casoni.
Lei gli porse la mano e lui la strinse un po’ incredulo su quello che stava accadendo.
-Ti ho riconosciuto perché ti ho visto nell’annuario della scuola che mi ha dato uno degli insegnati, per poter vedere qualcuno dei miei compagni di corso e mi ha fatto notare in particolare la tua foto perché saremo insieme in molti di questi.
-Ah quindi sei quella nuova, avevo sentito delle voci in giro.
-Sì, esatto.
Lei gli sorrideva come solo sua madre e i suoi parenti avevano fatto. Un sorriso vero.
-Posso chiederti un favore?
-Certo.
-Mi potresti accompagnare in segreteria, non riesco a trovarla. In poche parole mi sono persa, questa scuola è enorme! Dove abito io sono molto più piccole.
-Da dove vieni?
Andrew si era fatto più interessato. Quella ragazza era vivace e sprizzava felicità da tutti i pori. Era simpatica.
-Comunque seguimi intanto.
Si avviò verso le segreteria che era dall’altra parte della scuola.
-Io sono italiana.
-Wow, sei lontano da casa.
Voleva finire la conversazione lì. Per oggi aveva parlato abbastanza.
-Sì, ma i miei sono dovuti venire qui per lavoro, così ci siamo trasferiti tutti. È carina questa città, preferisco il mio paesino di collina, ma va bene.
Si trovarono davanti alla porta con la scritta “Segreteria” e Andrew si congedò salutandola per poi andare a casa.
Durante il pranzo raccontò a sua madre, la sua salvatrice, dell’incontro che aveva avuto e lei si fece curiosa perché era la prima volta che lui le parlava di una ragazza. Mentre  raccontava le si illuminarono gli occhi. Poi lui capì che era meglio lasciar perdere e si chiuse in camera sua, come ogni pomeriggio.
Il giorno dopo trovò Alice a tre dei suoi corsi: scienze, letteratura inglese e straniera, storia.
Le prime settimane volarono e poi iniziò il periodo delle prime verifiche. Si fermava ogni pomeriggio nella biblioteca delle scuola per studiare, i vicina a casa sua facevano troppo rumore per concentrarsi. Ed eccola di nuovo, dall’altra parte della stanza Alice. Quando lo vide lo salutò sorridendo e si avvicinò chiedendogli se potevano studiare insieme. Lui accettò passivamente. Si misero l’uno di fronte all’altra. Dopo circa mezz’ora lei ruppe il silenzio.
-Hey, hai finito?
-Sì.
-Ok, tieni il mio libro, provo a ripeterti la lezione.
Non aveva mai studiato insieme a qualcuno e fu strano all’inizio. Poi, quando lei cominciò, lui si concentrò e riuscì a seguirla correggendola se sbagliava. Aveva una voce molto bella, profonda, sensuale e misteriosa. Non come la maggior parte delle ragazze della scuola, che ogni volta che aprivano bocca sembravano delle gallinelle. Passarono quasi tutti i pomeriggi a studiare insieme in biblioteca e lui riuscì a superare le prove con voti abbastanza alti grazie a lei. Ogni volta che Alice ripeteva lui riusciva a concentrarsi solo sulla sua voce e sulle parole del testo ed acquisire le informazioni necessarie. Poi lei faceva ripetere a lui, cosa molto utile per le interrogazioni faccia a faccia con il prof, essendo un tipo timido e chiuso.
Un giorno, dopo i compiti Andrew, chiamato da lei Biersack o più spesso B, la riaccompagnò a casa e così riuscirono a parlare di loro e non di scuola. Iniziarono a conoscersi e lui scoprì che il mondo femminile non era così male come pensava. Strinsero una buona amicizia. Finalmente dopo quasi un anno era di nuovo un po’ felice e riusciva a ridere e scherzare in sua compagnia. Stava bene con lei. Lei gli faceva bene. Aveva trovato una persona buona che lo ascoltava e lo aiutava. Secondo sua madre, che aveva conosciuto la ragazza, ad Alice lui piaceva e non solo come amico. Questa affermazione gli arrivò come una porta in faccia. Fecero un lungo discorso in cui si intromise anche suo padre e loro gli dissero che forse anche lui si stava innamorando. Gli dissero che con loro parlava sempre di lei e di quanto fosse straordinaria. In effetti a sentire tutto ciò una persona pensa che colui che lo ha detto sia follemente innamorato. Si fece domande a cui riuscì a rispondersi e capì che loro avevano ragione. Quella sensazione, quel brivido che gli correva lungo la schiena quando la vedeva o semplicemente pensava a lei.. era amore.
Per più di un mese i bulletti non lo attaccarono, ma poi si mostrarono di nuovo. Fred, fin dall’inizio dell’anno, aveva mostrato interesse nei confronti di Alice e questo gli dava parecchio fastidio. Un giorno, appena salutato la sua compagna di studi, ricomparvero.
-Uh ma chi si rivede. Andy lo sfigato. Come stai caro? Ti siamo mancati?
Lo accerchiarono e in due lo spinsero contro gli armadietti, tenendolo fermo.
-Sai che quella ragazza è proprio carina? Ha delle labbra irresistibili. Avrei proprio voglia di sbattermela nei cessi di questo istituto di merda. Poi dal caratterino che ha deve essere una belva.
Gli tirò un pugno nello stomaco. Di nuovo, dolore. Dolore e sofferenza. Si udirono dei passi veloci verso di loro e una voce. Era lei.
-COSA STATE FACENDO?! STATEGLI LONTANO!
Alice arrivò di corsa e si  gettò su uno di quelli che lo tenevano riuscendolo a staccare da Andy.
-Fermi, non toccatela.
L’ordine arrivò secco e autoritario da Fred e tutti si placarono lascando Andy, che si accasciò a terra leggermente tramortito.
-Andiamocene.
Si voltarono e sparirono. Alice appoggiò Andy a sé mettendosi un suo braccio al collo, sorreggendolo e portandolo a casa sua. Sua madre non voleva maschi in casa quando lei era sola, ma era un momento particolare. Gli fece fare due rampe di scale per arrivare a camera sua e farlo stendere. Si riprese velocemente e si rialzò trovando Alice che lo guardava preoccupata.
-Tutto bene?
-Sì sto meglio. Grazie, mi hai salvato.
Si sorrisero. Poi Andy prese coraggio.
-Alice, posso chiederti una cosa?
-Certo.
-Domani sera hai impegni?
-No, sono a casa.
-Ti va di andare a vedere un film al cinema? Mi hai detto che ti piacciono gli horror e domani ce n’è uno nuovo.
Il cuore gli batteva a mille. Ce l’aveva fatta, glielo aveva chiesto.
-Mi piacerebbe molto, B. Stasera ti chiamo per darti conferma e per metterci d’accordo, ok?
-Ok. Forse è meglio che io vada, mia madre sarà in pensiero.
Alice lo accompagnò alla porta e si salutarono. Ora era in ansia. Sarebbe andata bene? Si sarebbero divertiti insieme? E prima di tutto, sarebbe veramente venuta? Tante domande gli affollavano la testa. I suoi furono felicissimi della notizia e gli fecero una piccola festa. Alle sette Alice chiamò.
-Pronto?
-Ei B sono Alice, mia madre ha acconsentito per domani.
-Fantastico! Vengo verso le sette e mezza va bene?
-Sì, certo! Allora a domani. Buonanotte.
-Buonanotte.
Andò a dormire saltellando per il corridoio, cercando di far tornare il battito cardiaco ad un ritmo normale. Il giorno dopo la solita routine, poi alle sette si avviò verso casa di Alice. Il cinema non era lontano, ci potevano andare a piedi. Arrivò in anticipo e aspettò che lei uscisse. Quando chiuse la porta e si voltò, lui rimase a fissarla per qualche secondo. Era bellissima. Non se ne era mai accorto, ma in quel momento la luce ormai fioca le illuminava il viso tingendole i capelli di un biondo dorato e gli occhi passarono da un marrone scuro a un verde scuro. Indossava dei jeans abbastanza stretti neri, un maglia tinta unita, anch’essa nera, all-star a righe panna e nero e un leggero tratto di matita. Semplice, ma perfetto. Quegli abiti ne risaltavano di più le forme e i muscoli sotto la pelle. In quel momento avrebbe voluto abbracciarla e sentire il suo corpo sotto le sue mani, ma venne presto risvegliato da una sua risatina.
-Stai bene B?
-Oh, sì scusami…sei veramente bella stasera, Alice.
-Grazie, anche tu stai molto bene, davvero non ti avevo mai visto vestito di nero e che ne so, con una maglia dei Misfits.
Lo disse in tono un po’ canzonatorio, provocando le risate di entrambi. Poi si diressero verso il cinema.
A lui non piacevano particolarmente gli horror, ma per quella sera decise di riprovare. Si sedettero in mezzo. Era un film subdolo, di quelli che ti fanno comparire il demone all’improvviso e che ti lasciano in suspense, però non era male perché era molto psicologico. Ad un certo punto Andy sentì qualcosa di morbido appoggiarsi e afferrare  il suo palmo. Era la mano di lei. Si irrigidì per un secondo, poi riuscì a rilassarsi di nuovo e anche lui la strinse. Quando il film finì, la riaccompagnò a casa a braccetto facendo finta di essere dei Lord inglesi, ridendo e scherzando. Quella sera si erano dichiarati senza proferire parola. Davanti a casa, Alice gli diede anche un bacio sulla guancia. Lui si sentiva la persona più felice della terra. Appena la ragazza sparì nella porta, si tastò ancora incredulo e leggermente rosso il punto del loro contatto. Divenne positivo e sorridente per il giorno seguente, come se lo avesse ricaricato.
Continuarono a uscire insieme e a frequentarsi, approfittando per conoscersi sempre meglio, tantoché gli amici di Andy iniziarono a solleticarlo e a congratularsi  su ciò, anche se non rispondeva mai.
Un giorno si organizzarono per passare un  pomeriggio insieme a studiare e poi la sera passeggiata sotto la Luna piena nel parco vicino a casa di lei. Mentre camminavano tenendosi per mano, parlavano di tutto ciò che passava in testa: musica, compiti in classe, amici, famiglia e tanto altro. Erano sdraiati in mezzo al campo a guardare le stelle.
-Dopo mi potresti dare quel libro da leggere per la scuola?
-Oh, sì certo. Secondo me ti piacerà.
-Com’è che si chiama? Me ne sono completamente dimenticato.
-Il ritratto di Dorian Gray…premettendo che stato scritto tempo fa e che è un po’ strano, all’inizio sarai disorientato, ma ti assicuro che è meraviglioso.
Quando tornarono lo fece salire approfittando del fatto che i suoi non fossero in casa e che sarebbero tornati tardi. Andarono in camera ma non fece in tempo ad accendere la luce che sentirono la porta d’ingresso sbattere. Sua madre era al telefono, stava spiegando che sarebbe arrivata subito e che si era scordata una cosa in cucina. Alice prese la mano di Andy e si nascosero dietro la porta dello stanzino per stendere vicino a camera sua. Era un ottimo nascondiglio perché la manopola della porta aperta si appoggiava ad un’anta dell’armadio  che era dalla stessa parte, formando però un piccolo spazio vuoto. Si misero lì, appiccicati al muro per non farsi vedere. Alice gli fece segno di stare in silenzio e in compenso gli si appoggiò al petto con il viso finì nell’incavo del suo collo. Di tutta risposta lui l’abbracciò. Andy sentiva il respiro caldo di lei sulla sua pelle e trovava la cosa romantica. Finalmente sentiva il suo corpo, o meglio una piccola parte della schiena, sotto le  mani e si rese conto che lei era realmente lì per lui. Per aiutarlo e amarlo.
Quando la porta si richiuse e la voce della madre di Alice si allontanò, lei si staccò dal suo collo ma rimanendo tra le sue braccia. Lui abbassò lievemente la testa, essendo lei un po’ più bassa, per guardarla fissa negli occhi. I loro cuori battevano forte. Andy la strinse ancora di più e la ragazza tolse una mano dal suo petto per farla appoggiare sulla sua guancia. Lui voleva sentire quelle labbra che erano così irresistibili. Così lentamente si avvicinò fino a far sfiorare i loro nasi, socchiudendo gli occhi. Rimase fermo un secondo come se volesse una conferma. Infine fece  appoggiare le sue labbra a quelle morbide e carnose di Alice. Uno dei momenti più belli della sua vita. Delle loro vita. Andy non voleva far finire quel momento speciale, ma alla fine a malincuore, si staccò sorridendo ricambiato.

Ecco il primo capitolo, cosa ve ne pare? Schifo o carino? Io spero vi sia piaciuto ma se c'è qualcosa che non va, sarei grata che me lo faceste notare.  Grazie della lettura! 
Un saluto.
A.
  
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