Fanfic su attori > Ben Barnes
Segui la storia  |       
Autore: TheOnlyWay    24/11/2014    2 recensioni
(SEGUITO DI "L'importante è incontrarsi")
«Sei una persona triste, Morgan Anderson.»
Ora, qualcuno sarebbe tanto gentile da spiegarmi per quale motivo io non abbia ancora mandato Grace al diavolo? Voglio dire, non solo sono abbastanza depressa per conto mio, ci volevano anche lei e i suoi stupidi insulti gratuiti. E che nessuno abbia la faccia tosta di dirmi che me li merito. Anche perché non è assolutamente vero. Proprio no. Per niente. Affatto.
Io, Morgan Anderson, non ammetterò mai, nemmeno sotto tortura, di essere stupida, immatura e fondamentalmente idiota. Chi dovrebbe ammetterlo, invece, è Benjamin Barnes, alias Mr. Ho Trentadue Anni E Conosco Il Mondo Meglio Di Te. Povero scemo.
Se per caso vi fosse passato per la testa che le cose tra me e Ben non procedono propriamente per il meglio, be’, sappiate che ci avete visto bene. Anzi, benissimo. Per usare un eufemismo non del tutto elegante, direi che la situazione attuale è una merda. E no, non voglio essere delicata e dire che le condizioni in cui mi trovo rasentano il catastrofico. Io voglio essere volgare, sfacciata e maleducata.
Perciò vaffanculo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 




V.
 
 
Murphy dice che “Se ci sono due o più modi di fare una cosa, e uno di questi può condurre a una catastrofe, allora qualcuno la farà in quel modo.”
Chiaro, no? Quel qualcuno sono io. Ci sono due modi di fare le cose, è vero. C’è quello giusto, che nel mio caso sarebbe andare da Ben e spiegargli che non c’è nessun altro nella mia vita a parte lui; e poi c’è quello sbagliato-catastrofico, che naturalmente è quello che ho scelto. Il che spiega perfettamente perché ho appena risposto ad Amanda che sì, possiamo vederci alle diciassette per fare le presentazioni con la povera anima che dovrà accompagnarmi lungo il calvario.
«Posso dirti la verità, Morgana?»
Brian sa essere davvero cattivo certe volte, perciò no: non voglio la verità. Non che la cosa gli interessi in alcun modo, visto che si stende comunque sul mio letto – che poi è il suo, ma non c’è bisogno di soffermarsi sui dettagli – e si volta a pancia in su, con le braccia incrociate dietro la testa. Fingo di non accorgermi della sua presenza e continuo a rovistare all’interno dell’armadio, perché magari potrei trovare qualcosa che non mi faccia sentire come una melanzana in un campo di margherite.
«Che cavolo vuol dire?»
«Che dici, Brianna?»
«Che paragone fai?»
«Eh?»
«La melanzana e le margherite, Morgana. Stai parlando da sola ad alta voce.»
Oh. Certo che il nervosismo gioca davvero brutti scherzi.
«Sai cosa, Brian? Penso di essere stupida.»
«Sì, lo penso anche io.»
Ed ecco il tanto decantato amore fraterno. Ovviamente sapevo che Brian sarebbe stato d’accordo con me, ma per il quieto vivere avrebbe almeno potuto aspettare un paio di secondi prima di darmi ragione. Sospiro appena, poi mi volto, prendo un po’ di rincorsa e faccio per lanciarmi sullo stomaco di Brian. Se non si fosse spostato, sarebbe senz’altro morto, ma per fortuna ha buoni riflessi. Mi accoccolo contro il suo fianco e mugugno qualcosa di incomprensibile. Lui ride e mi strofina le nocche sulla testa.
«Il tuo problema, Morg, è che non ragioni. Devi prima pensare e poi agire, altrimenti ti ritroverai sempre in situazioni ridicole e finirai per fare discorsi su melanzane in mezzo alle margherite. Perciò non ti puoi stupire se la gente crede che tu sia stupida.»
Ha ragione, ma non glielo direi nemmeno se dovessi morire oggi, perciò mi limito a sbuffare sonoramente e gli affondo l’indice tra le costole, facendolo sobbalzare per sorpresa.
«Non sei gentile.»
«Nessuna si è mai lamentata.»
«Sì, certo. Raccontalo a qualcun altro.» Sto per fare una frecciatina niente male su Grace, sperando di farlo arrossire, quando il campanello suona. Mi trascino giù dal letto e corro alla porta, perché chiunque sia sembra avere fretta.
Naturalmente si tratta di Grace, ma non me la sento di farle presente che casa di Brian non è una tavola calda in cui può presentarsi a qualsiasi ora. Poi mi ricordo che mio fratello è il motivo per cui fa avanti e indietro almeno tre volte al giorno e ci rinuncio. Sarebbe inutile e comunque ho cose più importanti a cui pensare.
«Non essere ridicola, Morgan. Ben non si berrà mai una storia simile, nemmeno tra un migliaio di anni.» è la prima cosa che mi dice. Poi si dirige direttamente verso la mia camera. «Almeno fai in modo di vestirti decentemente per non sembrare uno scorfano in una vasca di pesci rossi.»
La risata di Brian si espande per tutto l’appartamento l’istante successivo, ma non c’è da stupirsi. I paragoni di Grace sono di gran lunga peggiori dei miei.
Poi succede una cosa strana, di quelle che non ci si riesce a spiegare nemmeno con l’aiuto di uno psicologo: nel bel mezzo del corridoio, Brian e Grace si scontrano e Grace si sposta.
Si sposta, capito? Come se a Brian fossero appena spuntati gli zoccoli, un altro paio di braccia e un terzo occhio in mezzo alla fronte. Tutto nello stesso momento. Ma la cosa più divertente – perché, sì, credo di non essermi mai divertita tanto in tutta la mia vita – è che Brian arrossisce.
Certo, non in modo plateale, o la sua fama da macho ne risentirebbe, ma sono sicura che le sue guance si siano colorate appena di una molto virile tonalità di rosa. Ed io non potrei mai farmi scappare un’occasione simile, così prima ancora che qualcuno abbia il tempo di dire niente, mi schiarisco la voce e «Tra rose e fior, nasce l’amor, Brian e Grace si vanno a sposar… lui dice sì-»
L’urlo belluino di Grace mi insegue fino al bagno in cui sono scappata a rifugiarmi e gli insulti di Brian le fanno eco per un po’, fino a quando si placano e un silenzio tombale prende il posto delle minacce di morte.
Mi azzardo ad uscire dal bagno solo dopo qualche minuto e mi infilo in camera di soppiatto, sperando che Grace e Brian non abbiano preso alla lettera il pezzo della canzoncina che ho taciuto (“-lei fa così, poi ci ripensa e dice di sì! Dopo il bagnetto, subito a letto, via le mutande e via il reggipetto…”) e non si stiano rotolando tra le lenzuola. Sarebbe imbarazzante. Non che fino ad ora sia successo qualcosa che si allontani dal delirio più totale, ma chi sono io per giudicare?
Con mia enorme sorpresa, non è successo niente di quanto ho immaginato. Grace sta rovistando nel mio armadio e Brian è di nuovo sul letto e sta… un attimo. Le sta guardando il culo! Ed in un modo tanto palese che mi stupisce che lei non se ne sia ancora accorta.
«McQueen e Sally parcheggiati sotto un pino, si guardan nei fanali e si scambiano un bacino.» Lo so, lo so. Dovrei imparare a tenere la bocca chiusa, ma il divertimento dove sarebbe?
«Morgan. Un’altra parola e ti sfratto.»
La voce di Brian ha un tono macabro che mi fa venire i brividi. Sarebbe davvero capace di cacciarmi? Certo che sì, glielo si legge negli occhi. Grace, che continua ad esporre il suo lato b in tutta naturalezza, mi scaraventa addosso un vestito azzurro e un maglioncino nero.
Quando la vedo frugare nella scarpiera mi nascondo dietro la porta, perché un conto è un vestito di cotone, un altro sono le scarpe col tacco che ha appena tirato fuori. Quelle che non mi metterei nemmeno sotto tortura, per intenderci.
«Nonostante tu sia una stronzona di proporzioni cosmiche, Morgan, io ti voglio bene. Ed è per questo che ti ho trovato l’accompagnatore perfetto per questa sera.»
«Ma Amanda ha detto che-»
«Amanda» ripete Grace, interrompendomi con un cenno della mano «ti presenterebbe un belloccio di Hollywood. E nessuno sano di mente crederebbe che tu sia capace di conquistare un attore.»
Tossicchio appena e indico la cornice sulla scrivania. Ben ha un sorriso davvero fantastico.
«Per due volte, Morgana. È chiaro, ormai, che Ben abbia qualche tara nel cervello.» interviene Brian.
«Sei cattivo.»
«Zitta. Sto ancora pensando di mandarti via.»
Ed eccolo che interviene a difesa della sua fidanzatina. La vita è ingiusta. Anche io vorrei che Ben venisse qui a difendermi, ma si da’ il caso che si aspetti di vedermi questa sera con il mio nuovo, fantastico fidanzato. Ripenso per un attimo al bacio che mi ha dato e mi si contorcono le budella. Non posso farlo, non posso farlo, non posso farlo. E poi Grace sgancia la bomba.
«Ti ricordi di Alessandro? È qui a Londra con Giacomo e sarebbe felice di accompagnarti.»
Sono morta. Defunta, deceduta, trapassata. E l’inferno mi aspetta.
La cosa negativa di avere un piano ben congeniato è che sicuramente non andrà come previsto. L’ho capito molto tempo fa, ma non avrei mai pensato che sarebbe arrivato il momento in cui avrei firmato spontaneamente la mia condanna.
Telefono ad Amanda, per chiederle un parere. Okay, speravo mi dicesse che quella di Grace è una pessima idea, ma si è limitata a cinguettare un’entusiasta “ma è fantastico! Ben andrà su tutte le furie! Mi raccomando, Morgan, devi essere credibile!”.
Quello che Amanda non capisce è che quando Ben è su tutte le furie tende a comportarsi come un idiota. La prima volta che è successo mi ha chiesto di sposarlo, per intenderci. La seconda ha chiuso la sua carriera. La terza – che decisamente è quella che odio di più – ha deciso di invitarmi a cena con il mio fidanzato. Quindi no, non voglio che vada su tutte le furie.
«Mi ucciderà.» piagnucolo, accovacciandomi sul tappeto. Dico sul serio. Mi farà a pezzi e butterà il mio cadavere e quello di Alessandro nel Tamigi. Tanto ha già fatto pratica in Dorian Gray, quindi non dovrebbe essere difficile per lui.
Grace ghigna divertita. So che se la sta godendo un mondo e me lo merito, perché le uscite di prima sono state cattive, ma era il mio modo per approvare la loro relazione. No, va bene, volevo solo divertirmi un po’.
«È ora di prepararsi.»
«Il cappio lo fai tu?»
«No, io penso ai capelli. Una treccia andrà bene.»
«Forse mi ci potrei strangolare.»
 
Quando arrivano le diciotto e trenta e scendo le scale per andare incontro al mio destino, sono perfettamente consapevole dell’imminente catastrofe.
Quello che non mi aspetto, invece, è che Alessandro sembri così contento di vedermi, perché non è che il rapporto tra di noi sia così buono. Non ne è mai esistito uno, in effetti, se si esclude la proposta di dimostrarmi le sue immense prestazioni sessuali. Lo saluto con un sorriso piuttosto tirato e sono quasi sicura che mi si siano anche incrociati gli occhi, ma questo non sembra spaventarlo.
«Ciao, Morgan.»
«Ciao.»
«Vogliamo andare?»
«Veramente no.»
Ride e nei suoi occhi scorgo qualcosa che non mi piace per niente. Non è cambiato da quando l’ho conosciuto: è ancora un cretino. E questa volta Ben lo ucciderà sul serio.
Il tragitto in macchina è silenzioso e pieno di nervosismo e io mi mangio le unghie come se non ci fosse un domani. Sono costretta a fermarmi perché mi fanno male, così passo a torturare l’orlo del vestito, stropicciandolo più di quanto non sia già. Sto per passare ai capelli – e sarebbe davvero un disastro annunciato – ma  Alessandro ferma la macchina. Per essere italiano e per aver guidato a Londra solo un paio di volte, è sorprendente che siamo arrivati sani e salvi. E anche piuttosto deludente. Contavo almeno su una pattuglia della polizia.
«Non eri costretto ad aiutarmi.» gli comunico. Puoi ancora cambiare idea, puoi tornartene da dove sei venuto e avere salva la vita. È il messaggio che sottintendo. Ma Alessandro è davvero idiota, perciò non lo coglie e mi circonda le spalle con il braccio. Dalla finestra del salotto, qualcuno ci sta osservando. Non è Ben, per fortuna, ma Amanda, che solleva il pollice in segno di assenso e ci fa cenno di andare avanti.
Mi si bloccano le gambe sul selciato. Davvero, credo di non essere mai stata più nervosa di così. Voglio sparire.
«Andiamo, sarà divertente.»
Alessandro mi trascina per mano, poi suona il campanello prima ancora che abbia il tempo di formulare il pensiero di scappare a gambe levate.
Quando Ben apre la porta, mi viene da piangere. Vorrei implorare perdono, ma il sorriso che gli si dipinge in faccia mi fa immediatamente cambiare idea. È sul piede di guerra. E non sia mai che un pirata si faccia sfuggire una sfida.
«Alessandro, Morgan, prego entrate. La cena è quasi pronta.»
Sì, certo. Tanto lo sanno tutti che la vendetta è un piatto che va servito freddo.




 
***





No, non state sognando. Sono proprio io. Dopo talmente tanti mesi - non mi metto nemmeno a contarli, perché sarebbe imbarazzante - ecco il nuovo capitolo. Ho sempre pensato che fosse ingiusto lasciare Ben e Morgan senza un finale. Ma ho una vita abbastanza incasinata, al momento, e la scrittura purtroppo è dovuta passare in secondo piano. Be', per ora ecco il capitolo nuovo. Ci sono un sacco di Grace e Brian, che io continuo ad amare follemente e finalmente sta per arrivare il tanto atteso incontro/scontro tra Morgan e Ben. Chi avrebbe mai pensato ad Alessandro? E' stata una genialata dell'ultimo minuto. Immagino non sorprenda nessuno, tanto questa storia è talmente assurda che una cosa del genere c'era da aspettarsela.
Bene, detto questo, non mi aspetto di certo che qualcuno legga o, insomma, qualche apprezzamento o che ne so. Mi sento davvero in colpa. Tuttavia, sappiate che come al solito sarò contenta anche solo se leggerete! Sapete che ho fatto? Ho chiamato Grace Claire almeno trenta volte. E me ne sono accorta dopo aver pubblicato. Ho già corretto, ma se mi fosse sfuggito qualcosa, fatemelo notare grazie. Ah, ste figure da stordita...
Vi abbraccio, Fede.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Ben Barnes / Vai alla pagina dell'autore: TheOnlyWay