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Autore: Mordekai    24/11/2014    0 recensioni
''Dove l’occhio umano non poteva arrivare, esisteva una terra fantastica, un luogo dove le acque cristalline dei ruscelli, dei laghi e delle sorgenti brillavano al caldo sole, come se al loro interno vi fossero mille e mille pagliuzze d’oro, dove il loro gorgoglio riecheggiava nelle valli rigogliose, ricoperte di fiori dai colori sfavillanti; dove ogni animale viveva in pace con tutti.
Questa era la Valle di Orhius, la valle dei Draghi di Erdath, regno governato dagli Antichi Saggi''' Questo è ciò che vi attende in questa nuova avventura.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dove l’occhio umano non poteva arrivare, esisteva una terra fantastica, un luogo dove le acque cristalline dei ruscelli, dei laghi e delle sorgenti brillavano al caldo sole, come se al loro interno vi fossero mille e mille pagliuzze d’oro, dove il loro gorgoglio riecheggiava nelle valli rigogliose, ricoperte di fiori dai colori sfavillanti; dove ogni animale viveva in pace con tutti.
 
Questa era la Valle di Orhius, la valle dei Draghi di Erdath, regno governato dagli Antichi Saggi; draghi la cui storia aleggiava nel mistero, si narra che fossero giunti da paesi lontani ma non si sa con certezza quali fossero le loro origini. Questi possenti Draghi erano astuti e molto forti. Alcuni avevano la pelle dura come la roccia con dei colori grigi, verde scuro e neri con particolari simboli incisi sulla loro pelle; simboli sconosciuti! Con il passare del tempo le loro abilità si erano ridotte, ma non la loro tenacia.
 
Un giorno Erdath era in festa, un nuovo drago stava per nascere, un altro uovo stava per schiudersi.
Tutti i Draghi di Erdath erano presenti all’evento, gli Antichi Saggi, invece, assistevano a tutto dalla Torre di N’Wod.
 
‘’Hmm, ho una strana sensazione…’’ pronunciò Tagath ‘’…Questo drago non porterà nulla di buono…’’
 
‘’Cosa turba il tuo animo Tagath?’’ chiese Asgath il docile.
 
‘’Ho un brutto presentimento, mio caro Asgath. Questo nuovo drago porterà solo guai e seri problemi al regno di Erdath.’’- rispose Tagath, con tono timoroso.
‘’Suvvia Tagath. Come può un cucciolo portar sciagura nel nostro regno?...’’
Asgath fu interrotto da un fascio di luce azzurrina proveniente dal Centro del Regno. Era la luce proveniente dall’uovo che stava per schiudersi. Ecco altri fasci di luce, ormai mancava poco alla nascita e tutti i Draghi erano col fiato sospeso…
 
*Crack*. Ecco un rumore sordo. *Crach*… Uno stridio acuto si udì dai resti del guscio. Uno stridio acuto di un drago bianco come la neve, con sfumature madreperlacee, occhi blu come il mare; la pelle liscia come la seta e morbida come le piume di un giovane falco. . . Era un cucciolo molto particolare. Tutti i Draghi di Erdath rimasero quasi incantati da quell’essere così unico.
Ecco il via ai festeggiamenti con un sublime canto, un bel banchetto…
Non tutti, però, partecipavano con gioia, in particolare Alamachius, Sovrano del Regno di Shivertooth.
 
‘’Un nuovo drago ad Erdath?! E’ giunto il momento di vendicarmi, per avermi esiliato e marchiato come un traditore!!’’- pronunciò con tono cupo e profondo, tanto da far rimbombare la sua voce nelle sale del castello. Il passato di Alamachius era oscuro e malefico; i suoi alleati sapevano solo che era un drago di Erdath, ma per la sua brama di potere fu esiliato e marchiato come traditore, poiché con tutti i più viscidi e meschini mezzi aveva tentato di impossessarsi del trono di Erdath.
 
‘’Zhetigar, mio fedele assistente, mostrati a me.’’ esclamò Alamachius.
Una nube di fumo nero pece si sprigionò nella sala del trono. Due pupille biancastre si aprirono nella nube: ‘’Si mio Signore, cosa posso fare per te?’’ chiese Zhetigar con tono basso e cupo.
‘’Quest’oggi dimostrerai a tutti di cosa sei capace. Vai ad Erdath e uccidi il nuovo arrivato’’- rispose Alamachius rabbioso.
‘’Si, mio Signore’’. Zhetigar svanì nel nulla, lasciando solo la scia della nube nera.  Alamachius si alzò, mostrando il suo corpo pieno di cicatrici alla luce del sole. I suoi passi rimbombavano nella sala come tuoni durante una tempesta. Raggiunse un’altra sala con un piedistallo in marmo.
‘’Akthos Kùtmal A’ rfink’’- recitò 3 volte questa frase facendo si che il piedistallo si illuminasse. Un lungo fascio rosso-arancio colpì la cupola del palazzo, generando una tempesta di cenere e fuliggine, che iniziò il suo viaggio verso Erdath. In quel momento, proprio ad Erdath, Tagath e gli altri Anziani si apprestavano a discutere del piccolo drago:
 
 ‘’Allora, cosa facciamo con il nuovo arrivato?’’- chiese Serpenthelm, drago incaricato delle cerimonie di Erdath.
 
‘’E’ un drago come tutti noi e tale va amato e protetto, ho il presentimento che sia un drago speciale, cosa ne pensi Tagath?’’- disse Gradak. Tagath, rimanendo in assoluto silenzio, non rispose, con lo sguardo fisso nel vuoto, qualcosa non quadrava!
 
‘’Tagath, ti senti bene?’’- chiese Serpenthelm preoccupato. Tagath scattò come risvegliato da un sonno profondo.
 
‘’Ah…oh scusate…Penso che questo drago ha bisogno di protezione…ma dobbiamo fare in fretta.’’
 
‘’Perché tanta fretta, lasciamogli il tempo di ambientarsi e…’’
 
Un fragoroso tuono fece sobbalzare Gradak, la tempesta era giunta.
 
‘’Serpenthelm, porta il cucciolo al sicuro, sta per accadere qualcosa di terribile’’- disse Tagath con tono nervoso.
 
Serpenthelm non replicò e volò dritto nella piazza a recuperare il piccolo draghetto. Il cielo era completamente oscurato, la cenere rendeva l’aria irrespirabile. Serpenthelm faticava a vedere il cucciolo.
 
‘’Gradak vai ad aiutarlo, presto!’’- disse Tagath, nervoso e ansioso.
Gradak volò rapidamente in aiuto del compagno.
 
‘’Serpenthelm, ritorna dentro…ad Erifarius penso io…’’
 
Serpenthelm tornò indietro, rapido come una lepre, Gradak finalmente individuò il piccolo, paralizzato dalla paura e nascosto sotto una pietra, si avvicinò al piccolo e lentamente lo afferrò con la bocca.
 
‘’Fermo, non muoverti e consegnami il piccolo’’- disse una voce alle spalle di Gradak, che delicatamente lasciò il piccolo, girandosi lentamente verso la voce a lui ben nota:
 
‘’Dovrai prima uccidermi se vuoi avere il cucciolo, Zhetigar’’.
 
Zhetigar, scagnozzo di Alamachius, rimase impassibile alla provocazione di Gradak e svanendo silenziosamente disse:
 
‘’Ah, se è quel che desideri…’’Gradak, perplesso, rimase vigile ad ogni impercettibile movimento nel buio.
 
‘’Aus!’’- una grande onda violacea comparve dal nulla…Gradak, fulmineo la schivò, la terra tremò, provocando una voragine grande tanto da inghiottire tutta la piazza.
 
‘’E’ tutto quel che sai fare, canaglia? Fatti vedere!’’.
All’improvviso Zhetigar comparve nell’ombra colpendo Gradak all’occhio.
 
‘’Pensavo fossi più forte, sei debole, un misero e gracile drago che non riesce a contrattaccare…Mi fai pena.’’- esclamò Zhetigar, compiaciuto nel vedere Gradak soffrire.
 
In quel momento Tagath, attanagliato dal panico, scattò in soccorso dei due draghi.
 
‘’Presto, presto ’’ pensava, ‘’Non devo lasciarli da soli’’.
 
‘’Aus’’- ripeté Zhetigar con rabbia, Gradak fu travolto dall’onda violacea, provocandogli su tutto il corpo piaghe e ferite, dalla testa alla coda.
Gradak provò a resistere, ma la sofferenza era insopportabile.
 
‘’Erifarius…va…nel castello.’’- disse Gradak, cercando di resistere il più lungo possibile.
 
‘’Così è questo il suo nome? Tipico di Erdath. Mi dispiace, ma il piccolo perirà.’’- disse Zhetigar mentre si avvicinava minaccioso al piccolo, ignaro di quel che stava accadendo.
 
-‘’Arg Kat Hoo’’. Un flusso di energia bianca colpì Zhetigar, la terra si sbriciolò al suo passaggio… La fortuna giunse in loro soccorso; Kevmor, il re di Erdath, giunse sul luogo dello scontro, la sua pelle marmorea metteva in risalto gli occhi color dell’ebano intrisi di collera:
 
‘’Vattene Zhetigar! Perché sei venuto ad interrompere la calma di Erdath, sporca canaglia?’’- domandò Kevmor a testa alta, con tutta la sua fierezza.
 
‘’Oh, ma chi abbiamo qui?! Il fiero Kevmor di O’rght, re di Erdath.
 
‘’Smettila di tergiversare e arriva al dunque.’’ - esclamò Kevmor.
 
‘’Sono qui per il piccolo. Consegnamelo, adesso!’’- disse Zhetigar, furibondo.
 
‘’Pensi di intimorirmi con le tue insulse parole? Ti sbagli. Vattene…Ora!’’
 
‘’Non senza il cucciolo.’’
 
Il drago ombra si fiondò verso il cucciolo, ma Kevmor, rapido come le saette durante una tempesta, urlò fragorosamente:
 
‘’Arg Hot Rha’’- facendo tremare l’intero regno… Una luce accecante di rosso ed arancio si sprigionò dai suoi occhi, quel bagliore si trasformò in una tempesta di fuoco che rapida, avanzò contro l’Ombra dagli occhi bianchi. La tempesta si divise formando un muro circolare.
 
Kevmor avanzava minaccioso creando enormi impronte nel suolo.
 
‘’Ho detto, vattene. Adesso.’’- esclamò con voce cupa.
 
‘’Ci rivedremo, un giorno.’’- disse Zhetigar svanendo nel nulla.
 
Kevmor tornò indietro, spingendo Gradak e il cucciolo nel Palazzo, guardando i presenti con occhi iracondi.
 
Domandò con voce prorompente: ‘’Chi ha lasciato Gradak da solo?’’
 
Il silenzio si abbatté nel Salone…Nessuno osava aprir bocca, di fronte al Drago Re.
 
Nessuno.
 
   
 
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