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Autore: sweatheroflove    24/11/2014    1 recensioni
Robert Gold, assassino, Regina Mills, ricca snob e Belle French, giovane amante dei fiori e dei libri.
Cosa farà Robert Gold, quando dovrà andare contro ad uno dei suoi più potenti clienti della città, solo per un paio di occhi azzurri?
Cosa farà Belle French quando capirà di essersi innamorata del suo rapitore?
Cosa faranno insieme?
Rumbelle AU, Londra
Genere: Fluff, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Electric Feelings

 
Come closer if you got the time
The obsession makes me lose my mind
And I’m thinkin’ that there’s something wrong with me
You walked across the room
Now I try myself to fall it through
In a minute I’ll be bending on my knees

Robert's POV
A Glasgow tutto era più tranquillo, non c’era quel frenetico rumore della città e nessuno aveva fretta.
Glasgow era una di quella città dove si viveva tirando un respiro dopo l’altro senza essere sempre trascinati avanti dalla folla di persone che andavano a lavoro riflettendo tra gli auricolari degli smartphone.
Glasgow era piccola e carina, ed era anche la città dove Robert aveva lasciato il suo cuore.
A Glasgow aveva iniziato la sua vita e lì l’aveva riposta, nella sua casadi periferia in mezzo a banchi di nebbia e prati infiniti, lì Robert aveva amato e sofferto.
 
Quando il mattino era giunto in casa ed aveva trovato il mazzo di chiavi nascosto dietro al mattone del muretto d’entrata si era stupito: non avrebbe pensato che davvero sarebbero rimaste lì per anni senza che nessuno le spostasse, ma in effetti, nessuno doveva spostarle.
Con le chiavi in mano, quando fu davanti alla vecchia porta blu scuro Robert pensò di avere fatto una follia. Perché era andato lì? Avrebbe solo, riaprendo la porta di casa, riaperto anche le ferite¹.
Perché, seguendo un istinto pazzo e sconvolto, aveva cercato rifugio proprio lì, dove , da sempre, si era rifiutato di tornare?
Di nuovo, l’istinto lo sopraffece, aveva bisogno di entrare nel suo vecchio studio e passare al poligono, a schiarire la mente.
Infilò le chiavi nella toppa e girò, la serratura scattò come una trappola, come se lo volesse mettere in guardia su ciò che poteva esserci dentro a quella casa, la sua vecchia casa.
Quando aprì la porta, la luce lo invase. Si era scordato di quanto fosse luminosa.

-Se dobbiamo avere una casa a Glasgow per lo meno le pareti facciamole bianche, così sarà molto più luminosa. Non sopporto le case cupe, già il tempo qui non è dei migliori, facciamo in modo da cogliere ogni singolo raggio di luce che possiamo avere, su questo non si discute-

I ricordi cominciavano a riaffiorare. Doveva solamente salire quelle scale e fiondarsi nel suo studio, senza soffermarsi su nient’altro.
Il legno degli scalini cigolava ad ogni passo e risuonava in tutta l’enorme casa vuota. Sulle pareti c’erano ancora appese tutte le fotografie.
Neal al primo compleanno, Robert sentiva le gambe molli; lui e Neal la prima volta al mare, ogni gradino era profondamente faticoso; lui e Milah al matrimonio, sorridenti come non mai, non ce la poteva fare a salire ancor le scale; Milah e Neal nel giardino di casa, un anno prima che se ne fossero andati, il ginocchio stanco ebbe un sussulto e si dovette fermare per un momento, davanti a quella foto.
Erano così sorridenti, così inconsapevoli.
Robert decise di muoversi più velocemente, senza osservare le pareti, saliva le scale, come se fosse un estraneo.
Quando arrivò al piano superiore si fiondò nel suo studio.
Il cassetto proibito, come lo chiamava Neal da bambino, era ancora aperto, dall’ultima volta che quella casa era stata chiusa.
Lo osservò bene, dentro c’erano ancora poche cose: la sua vecchia calibro 45, un fucile da caccia e qualche proiettile; si era portato quasi tutto dietro con lui quando se n’era andato.
 
Dopo aver preso la pistola, scese nuovamente nel salotto. Era grande, troppo per una persona sola.
Il camino era ancora sporco di cenere, i cuscini del divano in disordine, qualcuno pure per terra.

-Per tutto questo tempo? Da quanto va avanti questa storia?-
-Questa storia eh? Sono il primo a dovertelo chiedere! Ho fatto solo il mio lavoro, tu non centravi niente, ma ora, ora c’entri eccome. Adesso ti siedi e mi racconti tutto. Perché mi pare di non essere stato l’unico a mentire. Io l’ho fatto solo per proteggerti, lo vuoi capire? Se ti avessi accennato qualcosa saresti stata in pericolo. Invece a te non importava niente, non è così ?-
Milah era distrutta, lo vedeva, ma continuava a mantenere quel volto impettito e disturbato.
-Non ti è mai importato mai niente di me, di Neal? E’ stato tutto un sogno? Dimmi, hai passato questi anni mentendo e hai il coraggio di rimproverarmi? Non ti è mai importato niente, dillo. Niente di niente. Mi hai mai amato?-
Un tremolio nel suo volto. Robert aveva capito senza neanche bisogno di una risposta. Prese qualche cuscino e lo scaraventò per terra.
-Rispondimi Milah, avanti, ti vergogni? Ti vergogni di far vedere chi sei?-
-Non ti amo. Non ti ho mai amato. E’ questo che vuoi sentirti dire? Pensavo di amarti, ma non era così, e poi ho conosciuto lui..e ho capito che non ti ho mai amato. Mai.-

Robert sapeva che sarebbe successo. Lo aveva capito da quando era entrato in casa, ci avrebbe pensato. Avrebbe ripensato a tutte le parole dette quella sera, al litigio, alle valigie fatte in fretta e furia, al volto di Milah che era tremendamente insopportabile - come si può cambiare opinione su una persona così in fretta?- alle litigate per lasciarle le foto, al camino che continuava a scaldare una casa che, ormai, non sarebbe più stata calda come prima, ma soprattutto al volto di Neal, rigato dalle lacrime.

La suoneria del telefono si immerse improvvisamente nel ciclo dei suoi pensieri e lo interruppe.
Guardò il display. Regina. Non aveva intenzione di rispondere, non lo avrebbe fatto.
E tutto ad un tratto gli tornò in mente il discorso con Regina della sera precedente. I suoi pensieri erano irrefrenabili.
Di colpo pensava a Belle, ai fiori, al volto di Neal in lacrime, alla sua pistola, alle parole di Regina.
Uccidila
Non avrebbe potuto. Non ce l’avrebbe fatta.
Non sapeva perché, ma ogni volta che vedeva gli occhi di Belle, vedeva anche quelli di Neal.
Erano gli stessi occhi puri e pieni di emozioni, che lo facevano sentire nient’altro che colpevole.
Doveva salvare Belle, nel nome di Neal almeno.
Doveva aiutarla, ma come?
Darle i soldi necessari a pagare l’affitto, anche se avrebbe  potuto, avrebbero insospettito Regina; avvertirla e dirle di scappare con suo papà, ancora peggio; convincere Regina a lasciarli in pace sarebbe stato impossibile; rinunciare al lavoro non poteva, c’era di mezzo la sua credibilità e la sua fama e comunque non avrebbero sortito l’effetto voluto, Regina avrebbe semplicemente ingaggiato qualcun’ altro.
Il telefono continuava a squillare, forse la cosa migliore da fare era rispondere, ma Robert non aveva voglia di sentire la voce di Regina. Non ora che in mente aveva quella dolce e soave di Belle.
But what I felt was high
Maybe just a couple of times
And I know what’s right
When you finally opened my eyes

Regina’s POV
Dove diavolo si era cacciato Gold? Era scomparso proprio nel momento del bisogno.
La sera prima non sapeva che diavolo gli era successo, di punto in bianco era saltato su come niente appena aveva accennato alla figlia del fioraio e a lei aveva dato parecchio fastidio.
Era suo, questo era certo, però quelle scintille che erano sbucate sui suoi occhi quando aveva parlato degli occhi azzurri della ragazza che cos’erano?
Era gelosa, sentiva l’odio crescere e annebbiarle i pensieri; non solo la stupida era la figlia di quel fioraio da strapazzo, osava per di più rubarle Gold?

No Regina, non è possibile che uno come Gold possa anche solo pensare a una come quella là. Lui è troppo sofisticato, troppo elegante e intelligente per una poveretta come quella. E’ solo una tua impressione.

Si ripeteva queste parole, ma non sapeva se ci credesse davvero o se lo faceva solo per convincersi.
Era la settima volta che lo chiamava, ma lui non la degnava neanche di un messaggio di risposta.
Da un lato le aveva dato fastidio che lui se ne fosse andato così di fretta la sera prima, e dall’altro le dispiaceva tremendamente; aveva capito dal primo momento che lo aveva visto che era il tipo di uomo adatto per lei: affascinante, ricco, intelligente e potente.
Anche più potente di lei, in effetti, ma questo per una volta non le dava fastidio perché comunque era sempre la sua datrice di lavoro e lui avrebbe dovuto fare ciò che voleva lei.
Quindi avrebbe ucciso tranquillamente anche lei… il suo nome, l’aveva già scordato, Margie o Verna²? Vuoto totale.

Non aveva idea di che fare, voleva parlare con Gold, ma lui era scomparso, andare a casa sua non se ne parlava, anche perché non ne aveva mai accennato e non avrebbe saputo dove andare, e stare a casa avrebbe significato passare ancora più tempo a pensare a lui e alla smorfiosa.
In quel momento il telefono squillò.
Regina sorrise, senza neanche guardare il nome sullo schermo rispose, pensando di sapere di chi sarebbe stata la voce che le avrebbe risposto.
-Pronto?-
-Regina! Cara, dove sei stata? Ti avevo detto di chiamarmi l’altro ieri e non ti sei più fatta sentire! Ti forse dimenticata di tua mamma?-
No, non era certamente la voce che voleva sentire.

-Mamma. Si, scusa, mi sono dimenticata completamente. Sono stati dei giorni completamente occupati e non ho fatto in tempo-
-Vuol dire che ti perdonerò, ti ho chiamata per avvisarti che abbiamo deciso la data della festa-
-Che festa?-
-Ma come che festa, Regina! Dove hai messo la testa? La festa per i cinquant’anni di tuo padre!-
Regina si maledisse internamente per esserselo completamente dimenticato.
-Ma certo mamma, me lo ricordavo, era così scontato che pensavo mi volessi invitare ad un’altra festa!Quindi, per quando l’avete organizzata?-
-Tra un mese esatto. Tu hai già pensato a qualcuno? Chi avrà l’onore di accompagnare la mia dolce fanciulla?-
Sapeva perfettamente chi invitare, anche se non glielo aveva ancora chiesto.
-Si, certo che l’ho trovato. Sarà una sorpresa, fidati mamma, sarai fiera di me-
 -Lo spero. Adesso ti lascio, sarai di sicuro impegnata nelle ricerche del vestito e io avevo promesso a tuo padre di andare con lui al campo da golf, starà già aspettando di sotto e io non ho neanche deciso come vestirmi. Ci vediamo alla festa Regina, se hai problemi per il vestito fammelo sapere che te ne faccio inviare uno. Buona giornata-
-Ok, si va bene. Ciao mamma-
Sapeva di essere assolutamente in ritardo, avrebbe già dovuto come minimo ordinare il vestito o avvisare Gold, ma dopo la fuga della sera prima non era più sicura sul da farsi.
Avrebbe voluto tremendamente che lui la accompagnasse, ma non aveva idea di come chiederglielo. In fondo, non avevano parlato molto, passavano sempre subito ai fatti.
This electric feeling that I get
Is taking all of me
I can’t let go now I possess
It dumps reality
And I need to find the answer
And I need to find the answer

 
Belle’s POV
Maleducato ed egoista, oltre che tremendamente misterioso e spaventoso allo stesso tempo, questo era Robert Gold.
Ma soprattutto stronzo.
Si stava ancora chiedendo come gli fosse venuto in mente di farle preparare un mazzo e poi di uscire così, lasciando i soldi sul bancone, come se fosse una poveraccia.
Sapeva solo che se fosse tornato un’altra volta lo avrebbe mandato a stendere, con tutte le conseguenze che ne sarebbero derivate.
Era una ragazza ragionevole, di solito, ma per le poche volte che aveva messo piede in quel negozio, le uniche emozioni che aveva percepito erano paura e disprezzo.
La prima solo da parte sua, la seconda da entrambe le parti, e questo le dava un’insostenibile fastidio.
Come poteva una persona essere così esageratamente altezzosa e orribile allo stesso tempo? Sicuramente Robert Gold sapeva come fare.
Esendo però nella maggior parte dei casi una persona ragionevole e intelligente, sapeva che non avrebbe mai fatto niente di tutto ciò. C’era sicuramente un motivo per cui era diventato così. Non poteva essere solo come tutti lo vedevano.

Niente era poteva essere solo o bianco o nero, c’erano sempre delle sfumature intermedie, e se una persona non conosceva l’altra, non poteva giudicarlo semplicemente per quello che si mostrava in pubblico. Glielo diceva sempre sua madre quando era piccola.
Anche la persona più crudele fra tutte aveva le sue paure e i suoi sentimenti, magari li nascondeva e molti, magari li sopprimeva completamente, però nel profondo, c’erano anche loro.
Ed era anche per quello che non voleva giudicare nessuno. Perché era proprio quello che facevano tutti: giudicavano.
Giudicavano lei e suo papà, soprattutto lui, per il loro stile di vita, per le sue maniere brusche, per l’essere assente per la figlia; ma lei sapeva com’era veramente lui e questo la rendeva felice, conoscerlo nel profondo  sapere che, in fondo, anche con i suoi errori, Maurice era un brav’uomo.

Belle Credeva che probabilmente anche Gold era come lui. Nero a vedersi, ma con miliardi di sfumature all’interno.
Questa idea se l’era fatta la seconda volta che era entrato nel negozio. I suoi occhi non erano orgogliosi, o meglio, volevano sembrarlo, ma erano tristi e vuoti.
Robert Gold aveva quindi un’anima, non era così cattivo, pensava, magari c’era un motivo se era così e se la sua professione lo aveva reso così potente.
Nel profondo del suo cuore, Belle, lo pensava spesso.
Fino a quanto un uomo può spingersi al non provare emozioni?
Belle ripensava allo sguardo di Gold, che inconsciamente ammetteva, era affascinante ma le faceva paura.
Non avrebbe mai voluto avere a che fare con  lui, soprattutto perché non era ricca e benestante, e questo avrebbe significato solo una cosa: pericoli.
But there’s nothing wrong with me
Now I know you can feel it too
Even though you won’t admit the truth

Robert’s POV
Quando Robert guardò l’orologio dopo aver passato parecchie ore al poligono con la sola compagnia della sua pistola, si stupì che fosse passato così tanto tempo.
Doveva tornare a Londra, lo sapeva, ma da un lato voleva rimanere lì da solo tra prati e colline, e non tornare più.
Prese il telefono. 8 Chiamate perse da Regina. 3 Messaggi.
Prima di aprire la cartella dei ricevuti, scrisse un messaggio a Regina: “Scusami, sono stato occupato tutto il giorno. Ho parecchio da fare, ci sentiamo domani.”
Dopodiché tornò alla macchina e mise in moto per tornare a Londra.
Quando arrivò a casa, non fece altro che farsi un tè e ripensare bene a ciò che avrebbe dovuto fare.
Seguire la decisione di Regina o finalmente provare a migliorare per Neal?
Won’t you just give me a sign
This electric feeling that I get
Is taking all of me
I can’t let go now I possess
It dumps reality

 
Si mise nel letto, pensando che riposarsi gli avrebbe fatto bene.
Quando la sveglia sul comodino continuava a proiettare l’ora sul soffitto erano le 3:12 e lui non aveva ancora preso sonno. Aveva troppi dubbi per la mente.
Per le 4 aveva trovato la decisione.
L’indomani sarebbe andato da Regina avrebbe provato a farla ragionare e dopodiché, se non avesse data un minimo segno di rassegnazione, sarebbe andato a parlare con Belle.
Could it be, could it be
That you’re falling for me
But how do you hold the key
To answer the heart until it’s free
This electric feeling that I get
Is taking all of me
I can’t let go now I possess
It dumps reality

This Electric Feeling – Sheppard
 
 
Note dell’autrice:
  1. Qui c’è la casa come l’ho immaginata per quella in Scozia di Gold (e si so che è da pazzi cercare una casa vera tra gli annunci, ma avevi bisogno di figurarmela in mente) https://www.airbnb.it/rooms/3603015?s=7p9G
  2. Margie o Verna?
​Ho ripreso i nomi che usa Regina in Skin Deep quando va a trovare Rumple e gli dice che Belle è morta
 

Il Mostriciattolo è tornato! Dunque dunque, punitemi, su.
So di essere terribilmente in ritardo, ma sono stata bloccata fino all’altro ieri causa valanga di verifiche improvvisa e devastante. Quindi, questa esperienza mi ha anche convinto a spostare l’aggiornamento ogni due settimane e così prometto di provare ad essere giusta con i tempi.
Ora, passiamo al capitolo, è di passaggio e fa schifo perché non succede niente di emozionante in realtà, ma volevo approfondire un po’ di più i pensieri dei personaggi principali così da far capire più o meno che sta succedendo nelle testoline dei nostri amati amici (:
Quindi, ora che Gold è spaventosamente confuso, Belle non sa ancora nada della sua vita e Regina e profondamente gelosa ed insicura, prometto che al prossimo capitolo ci sarà mooolto più Rumbelle *-*
Forza, alzate le manine e unitevi a me nel ringraziamento del capitolo successivo :D
Con molte ma molte rinnovate scuse per il ritardo, ringrazio le recensioni e i preferiti e bla bla mi scordo sempre l’elenco, eee al prossim
o capitolo! <3
  
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