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Autore: _ThisIsOverdose_    24/11/2014    2 recensioni
[HunHan]
Luhan sorrise, e nei suoi occhi si poteva leggere un velo di tristezza.
-Lo so bene che succederà ancora, ma è una cosa che non posso evitare- il suo sorriso era costruito, consapevole e malinconico.
Ne era già al corrente, più tempo passava lì, più sarebbe diventato debole e più sarebbe stato male. Ma non voleva pensarci, in quel momento l'unica cosa che poteva fare era godersi quei giorni, incerto su quello che ne sarebbe stato di lui in futuro.
Sehun capì che qualcosa non andava. Che fosse affetto da una grave malattia? Da come ne parlava, dedusse che quel ragazzo nascondeva qualcosa.
-Perché non la puoi evitare? Sei forse malato?- si rivolse in modo schietto e diretto. Il moro scosse la testa in segno di diniego.
-Io... lascia stare, non capiresti comunque...- lasciò la frase in sospeso, entrando in quel luogo a lui ormai familiare e aspettando che entrasse anche l'altro ragazzo, che al momento appariva stralunato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lu Han, Lu Han, Sehun, Sehun, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 

Sehun si abbandonò in un angolo di quella grande stanza, cercando di riprendere fiato. Spense la musica con il telecomando, ancora ansimante, mentre veniva affiancato da Jongin.
Era molto tardi, e loro erano gli unici che avevano deciso di fermarsi un po' di più nella sala prove, premendo continuamente il tasto 'replay' sulla stessa base musicale. Infatti, fra una settimana esatta sarebbero ritornati sulle scene con una nuova canzone, e questo implicava il dover regalare ai propri fans un'esibizione impeccabile.
Già, loro erano uno tra i più grandi e promettenti gruppi di idols, e si erano guadagnati la fama non dal giorno in cui avevano debuttato, ma anche prima. Le loro voci, il loro modo di ballare, il loro carisma, uniti all'immancabile bellezza dei loro volti e dei loro corpi, avevano conquistato tutto il mondo. Richiesti ovunque, lavorando sodo ogni giorno si erano fatti un nome, e adesso dovevano mantenerlo, dovevano continuare a lasciar scivolare ogni minima goccia di sudore risiedente nel loro corpo per tenersi ben salda quella notorietà e quel mondo a cui avevano tanto agognato, dopo anni di impegno e grande volontà.
Non c'era dunque da sorprendersi se, in quel momento, i due ragazzi e anche tutti i loro compagni, che erano andati via poco prima, erano sottoposti ad uno stress molto forte.
Allenarsi molto, mangiare sano, dormire poco, nonostante fossero ormai abituati a quella vita, dovevano continuamente essere forti e pronti a tutto, migliorandosi di giorno in giorno. Dalla facciata poteva apparire un mondo fantastico, in cui puoi avere tutto ed essere felice, ma la verità era ben diversa e solo pochi riuscivano a comprenderla; è vero, quando alla fine rilasciavi la tua canzone, partecipavi alle interviste o ai programmi televisivi, segnavi autografi ai tuoi fans, giravi il mondo per portare la tua musica in altri luoghi, non appariva poi così amaro pensare a tutta la fatica e a tutte le lacrime versate, in quanto sentire le acclamazioni, gli incoraggiamenti, gli apprezzamenti e le voci di così tante persone che ti amavano era davvero appagante, e ricambiava tutti i tuoi sforzi. Però, allo stesso tempo, passare così tanto tempo lontano da casa, dalla propria famiglia, non avere un attimo di riposo o una breve pausa, essere costretti ad attenersi ad un'agenda e seguirla quasi meccanicamente mutava completamente lo stato d'animo, gravando sulle spalle come un macigno.
Insomma, si trattava di dover convivere con due facce della stessa medaglia: quella felice, appagante, sotto i riflettori, e quella malinconica, faticosa e nostalgica. Tuttavia era questo il prezzo da pagare, e tutti lo sapevano bene.

 

-Qualcosa non va?- fu Jongin a parlare, quel ragazzo moro dalle grandi labbra carnose. Sehun girò la testa verso di lui, mostrandosi molto stanco e provato.
-E' solo che ho bisogno di riposare, non so più da quanto tempo stiamo provando questa coreografia...- disse sospirando, inclinando poi la testa fino ad appoggiarla al muro dietro di lui.
-Già, credo che per oggi possa bastare, andiamo al dormitorio, domani ci aspetta un altra dura giornata- parlò di nuovo Jongin, abbandonandosi anche lui contro la parete. Per quella sera poteva bastare, il problema era che dovevano recuperare un minimo di forza per alzarsi da terra, rimettere le loro cose a posto e andare via, anche se probabilmente stavano sfiorando l'idea di dormire direttamente lì dentro.
Seguirono alcuni minuti di silenzio, interrotti poi dal più giovane.
-Jongin, scendo a vedere se sono arrivati i Bubble Tea-
L'altro lo guardò sorpreso.
-A quest'ora? Quando li hai ordinati?- chiese, accennando poi un sorriso. Non aveva proprio nulla di cui sorprendersi, infondo stava parlando con lo spirito vivente di quelle bevande.
-Prima, quando sono uscito dal bagno, avevo proprio bisogno di qualcosa di rinfrescante... come al solito il Signor Kim non si risparmia mai- sorrise, confortato dall'idea di avere in questione di minuti il suo tanto amato Bubble Tea tra le mani. Lui era un cliente abituale di quel negozio, ci andava solitamente di prima mattina o tarda sera, per non essere assalito dalle fans, e quell'uomo, gentilissimo e comprensivo, apriva apposta un po' prima per lui, o chiudeva più tardi rispetto all'orario esatto di chiusura ogni qualvolta riceveva un suo messaggio, per consentirgli di andarci in tutta tranquillità. Quella sera a quanto pare la consegna sarebbe stata effettuata a domicilio, quindi il ragazzo lasciò la sala prove per raggiungere l'ingresso.

 

 

 

 

 

Luhan inserì la chiave all'interno della serratura, chiudendo velocemente la porta del locale, dopo essersi assicurato di aver lasciato tutto in ordine e di aver spento le luci. Poi, con le mani nelle tasche del suo giubbotto e una busta penzolante intorno al polso si avviò verso il luogo in cui avrebbe dovuto effettuare quell'ultima e improvvisa consegna. Non aveva bisogno di indirizzi, si trattava della struttura in cui ogni giorno entravano e uscivano un mucchio di persone famose, il posto in cui venivano formati giovani idol, e di quante volte al giorno ci passava davanti per via delle consegne oramai lo conosceva a memoria. Non era molto esperto in cose come la musica, gli capitava a volte di sentire qualche canzone, ma per quanto fosse bella la melodia non sarebbe mai riuscito a comprendere le parole del testo, a dargli un significato logico, o forse, col tempo, ci sarebbe riuscito...
Si strinse di più nel suo giubbotto, era allucinante il modo in cui percepiva il freddo in quel pianeta, solitamente da lui le temperature non erano neanche così basse. Odiava quella sensazione, che lo faceva tremare tutto, preferiva le giornate miti, né troppo calde né troppo fredde.
Finalmente raggiunse la sua meta, peccato che là fuori non c'era nessuno, tranne lui, a congelare. Stava per avvicinarsi alla porta di ingresso quando i suoi occhi furono catturati da qualcosa che brillava più del solito nel cielo, e sembrava si muovesse!
Dimenticò per un attimo la ragione per cui si trovava lì, regredendo qualche metro per osservare meglio quella luce in movimento.

E se si trattava di qualche abitante del suo pianeta, che lo stava cercando? Forse si sarebbe dovuto fare notare, magari quella era la sua possibilità per tornare indietro, per tornare a casa. Ma come? E chi gli assicurava che non si trattasse di qualcos'altro? E se invece era giunto il momento per lui di tornare dal luogo di sua provenienza, era giusto lasciare tutto così, senza neanche dire addio all'uomo che lo aveva salvato?
Luhan si lasciava torturare da quegli interrogativi, mentre i suoi occhi continuavano a seguire quella luce. Era la sua opportunità, si sarebbe pentito in seguito, doveva chiamarli, doveva sapere se erano loro, se erano venuti a riportarlo a casa. Ci avrebbe pensato dopo a come salutare il suo amico terrestre.

Iniziò ad alzare le mani e a farle ondeggiare, come per richiamare l'attenzione di quella luce vagante. Saltellò più volte, accompagnando quei gesti con la voce.
-EHI!! SONO QUI!! YA!!- esclamò alzando il tono.
Ma quella luce continuava ad allontanarsi sempre di più. Tuttavia non si arrese. Continuò ad agitarsi e a gridare per qualche minuto ancora, rendendosi conto infine che poteva bastare, quella misera speranza di poter tornare a casa era stata vana. I suoi occhi si velarono di tristezza, e soltanto mentre teneva le mani appoggiate sulle ginocchia per riprendere fiato, si ricordò della busta. Purtroppo per lui -per non parlare del ragazzo a cui era destinato quell'ordine- quella shakerata alquanto violenta aveva trasformato il Bubble Tea in... poltiglia forse?

Il panico si impossessò di lui. Cosa fare adesso? Come avrebbe spiegato quel piccolo 'incidente'? Gli venne in mente una brillante idea, ovvero andare via, dal momento che colui che aveva ordinato ancora non si era presentato, e la mattina successiva il signor Kim avrebbe potuto aiutarlo a rifilargli qualche scusa. Quindi, come se niente fosse, cercò di allontanarsi e andare via, quando sentì il rumore di passi e un ombra affiancò la sua sul terreno. Si irrigidì di colpo. A quanto pare il suo piano era fallito.

 

 

 

 

 

Sehun non poteva crederci. Più guardava e più strabuzzava gli occhi di fronte a quello spettacolo ridicolo. Era appena uscito all'ingresso per ricevere la sua bevanda e pagare, ma si arrestò quando vide quel ragazzo davanti a sé, che gli dava le spalle, intento ad avere una strana conversazione con il... cielo. Rimase a bocca aperta, interdetto, chiedendosi da quale manicomio fosse uscito. Andiamo, chi si metterebbe a parlare con le stelle all'una di notte? Solo un folle.
Cercò di ignorarlo e di aspettare con noncuranza l'arrivo del signor Kim. Incrociò le braccia, pretendendo di non vedere, facendo qualche passetto avanti e indietro. Certo che quella sera faceva davvero freddo.
Si accorse che finalmente quel ragazzo aveva finito di sbracciarsi e di urlare come un pazzo -anche se lo doveva realmente essere-. Ma si accorse anche di una busta, una familiare busta, con disegni stampati sopra altrettanto familiari. L'avrebbe riconosciuta fra mille, in quanto ne aveva tantissime uguali. Erano le buste che contenevano i suoi preziosi Bubble Tea!
“Non ditemi che li ha portati lui” pensò corrugando un sopracciglio e avvicinandosi a lui. Da quando il signor Kim aveva assunto gente del genere? Dove aveva trovato quello svitato?
Lo raggiunse in pochissimi secondi e lo affiancò.
-E-ehm...- schiarì la voce -questi sono i Bubble Tea che ho ordinato?- chiese calmo, facendo finta di non aver visto nulla.
Il ragazzo si voltò abbastanza pallido verso di lui -o forse quello era proprio il suo colore di carnagione-. Ma tutto passò in secondo piano quando incontrò due grandi occhi da cerbiatto che si puntarono su di lui.
Quanti anni poteva avere quel ragazzino? Aveva un viso angelico, bellissimo, perfetto. Non aveva altri modi per definirlo, davvero.
Scosse la testa, cosa diamine gli passava in quel cervello?
-S-si- rispose incerto il ragazzo.
Sehun, che già lo guardava stralunato, assottigliò ancora di più la sua espressione. Notò però che aveva una voce davvero melodiosa.
Il suo viso era un punto interrogativo, e Luhan se ne accorse.
-E-ecco... sono un po'... un po'...- farfugliò indicando la busta.
L'altro sembrò afferrare vagamente il concetto e di scatto la prese velocemente dalle sue mani, mutando lo sguardo da stralunato a preoccupato e guardandovi dentro. Estrasse il contenuto, lo aprì e...

-YA!! QUESTO ME LO CHIAMI BUBBLE TEA? IO LO CHIAMEREI DISASTRO!!- urlò arrabbiato contro di lui, guardandolo truce. La sua fonte di felicità, il suo unico amore... quello stupido aveva rovinato tutto.
Luhan abbassò lo sguardo, mormorando un -mi dispiace...-.

Quando fai una cosa che dovrebbe dare felicità alle persone e che invece le rende arrabbiate o tristi... è questo il senso di colpa?
Lui lo stava provando in quel momento.
Sehun sospirò, cercando di calmarsi. Si ricordò dove si trovava, non poteva comportarsi così, se qualche fotografo l'avesse immortalato in quel momento, cosa ne sarebbe rimasto della sua immagine? Non poteva permettersi di sbagliare, ci volevano anni interi per diventare qualcuno e soltanto pochi minuti per distruggere tutto. L'avrebbero guardato sotto una luce diversa, credendolo un mostro.
Gli diede i soldi, portando la busta,e quello che rimaneva del suo Bubble Tea, con sé, senza neanche degnarsi di guardalo di nuovo in faccia.

-Aspetta!!- questa volta lo affiancò Luhan, tirandolo per una manica della maglia. L'altro sembrò infastidito, e si ritrasse subito.
-Che vuoi?- domandò rude, fissandolo.

Il moro si sentì in soggezione di fronte a quello sguardo arrabbiato.
-D-di solito io non faccio questo generi di errori... se vuoi posso preparare di nuovo tutto- sentì che era il modo più giusto per alleviare quella sensazione di colpevolezza che lo aveva assalito.
Seguì qualche secondo di silenzio, poi Sehun si voltò, riprendendo la sua direzione.
-Lascia stare, ragazzino- dovette ammettere che sapeva mettere su una faccia da cane bastonato davvero convincente.

Ragazzino? Lui era stato definito... ragazzino?
-Ya!! Io ho 124 anni, non sono un ragazzino!!- disse rivolgendosi a quella figura che stava per scomparire dietro la porta.

Forse non aveva sentito, e forse andava bene così, pensò, in fondo non sapeva proprio come gli era venuto in mente di dire quella frase.
Nessuno l'aveva mai creduto, tutti si prendevano gioco di lui o gli stavano alla larga quando diceva loro la verità. Gli umani erano proprio irrispettosi, e quel ragazzo non era da meno. Ma aveva provato un senso di fastidio quando si era sentito chiamare 'ragazzino'.
Decise di riprendere la sua strada, e tornare a casa, non riuscendo a reggere più la stanchezza accumulata in tutta quella giornata.

 

 

 

 

Sehun chiuse la porta dietro di lui, passandosi una mano sul volto stanco.
Doveva aver capito male. Impossibile che avesse sentito pronunciare il numero 124! Già, doveva essere così, si convinse mentalmente incamminandosi su per le scale. La stanchezza giocava brutti scherzi.
Non salì neanche due gradini che Jongin comparì nella sua visuale, raggiungendolo, e portando con sé anche le sue cose.
-Credevo fossi andato a fabbricarli!- esclamò mettendo in evidenza con quell'esclamazione ironica il ritardo dell'amico.
-Lascia perdere...- rispose Sehun, porgendogli la busta e invitandolo a guardare dentro.
Jongin eseguì i suoi taciti comandi e dopo una manciata di secondi fece una faccia alquanto stranita.

-Questo... non è Bubble Tea- esordì infine, guardandolo, cercando in quello sguardo implicitamente qualche spiegazione.
Sehun mimò un applauso, e con un'espressione atona si rivolse a lui sarcasticamente.
-Un'osservazione davvero acuta, complimenti-.

Si incamminarono insieme verso il dormitorio, e durante il tragitto Sehun raccontò all'amico ciò che era precedentemente accaduto con quello strano tipo. Il racconto suscitò la risata di Jongin.
-Non ci trovo nulla di divertente, era inquietante, credimi...- affermò il più piccolo rievocando alla mente quell'assurda scenetta.

-Ahahah magari è un alieno, ci pensi? Stava solo chiamando la sua navicella spaziale ahahahah- scherzò Jongin.
-Ma per favore- Sehun alzò gli occhi al cielo, le stupidate dell'altro non erano affatto divertenti. Non aveva mai creduto a cose simili, e avrebbe continuato a non farlo.
Quello era semplicemente uno svitato, ma la cosa più importante era che gli aveva rovinato il suo Bubble Tea.

















 

Ciao! ^^
Eccomi qui con il primo capitolo! XD
Mi dispiace non aver ricevuto qualche parere in quello precedente, ma ho notato che alcune persone -che ringrazio- hanno inserito la storia nelle seguite, quindi ho deciso di continuare sperando di non deludere le loro aspettative con questo capitolo.
Quindi... ecco fatto! :)
Ringrazio ancora chi ha letto e spero vi piaccia! XD
Mi scuso per eventuali errori, e... alla prossima! ^^

Ele

  
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