PREFAZIONE
Non volevo crederci, invece era tutto vero.
Lui era lì a pochi metri di distanza, aveva bisogno d’aiuto e il suo avversario la sapeva.
Il peggiore di tutti i miei incubi aveva preso vita ed io non potevo fare nulla.
Urlavo con tutto il fiato che aveva in corpo, ma lui non mi sentiva, non potevo muovermi e inerme ero costretta a fare da spettatore.
Perché?
Gridai il suo nome con le lacrime agli occhi e per l’ennesima volta, la mia voce si perse in quella prigione e il mio cuore si fermò.