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Autore: marty0029    24/11/2014    2 recensioni
Gloria Perri, una ventitreenne che si trasferisce a New York dall'Italia. Una ragazza insicura che riesce a ritrovare un po' di sicurezza grazie all'amica Candice. Una ragazza con dei problemi dovuti ad un passato insistente e pesante. Una ragazza che senza saperlo diventerà un ossessione per Lui.
Bradley Lays, multimiliardario di fama mondiale. Possiede un attico nell'Upper East Side e un casinò a Las Vegas. Un uomo abituato a mantenere il controllo su tutto quello che lo circonda. Un uomo che tutti definiscono "Bello e Impossibile". Un uomo a cui difficilmente si può dire di no.
Questa è la storia di un amore avvolgente.
Un amore carnale, che porterà la nostra protagonista a sconvolgere completamente quello che conosceva prima di Lui.
Una storia che farà innamorare.
Diciamocelo ragazze... Ognuna di noi vorrebbe un Mr. Lays nella sua vita!
TRAILER--> https://www.youtube.com/watch?v=ktJsJKZ8aWE&list=UUSS-sqmw6wGG1nnmHxz2gDw
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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5) Stalker








-lei deve essere completamente impazzito!- affermai continuando imperterrita a dargli del lei, nella speranza che capisse che tutto quello che volevo era che quella conversazione finisse il prima possibile.

Lo vidi continuare a sorridere, come se non ascoltasse minimamente quello che dicevo. Sembrava solo un cacciatore in attesa della sua preda. Sembrava come se bramasse solo il mio minimo cedimento per potermi affondare completamente. Mi sentivo così strana, che una parte di me non riusciva nemmeno a capacitarsi che quella fossi davvero io.
Avevo una certa integrità che da quando ero partita dall’Italia, mi era ancora più cresciuta addosso. Vivere da sola mi aveva portato a risolvermi i problemi, grandi o piccoli che fossero, per conto mio. Per questo motivo non riuscivo a capacitarmi che quella persona, immobile davanti a “bello e impossibile” fossi io. Io non ero così. Non mi si poteva mettere muta in un angolo.
Sentì la sua mano fare presa sulla mia schiena e mi irrigidì a quel contatto. Che cosa si aspettava adesso? Era davvero convinto di aver trovato una di quelle che si buttano a gambe aperte sul suo letto intente a prendere il suo cazzo fino in fondo? Io non ero così.
Io non ero affatto così.
Il suo viso si avvicinò al mio, facendomi notare ancora più maledettamente la sua insana perfezione. Aveva la barba di un paio di giorni e lo aiutava a renderlo più bello e dannato che mai. Sapere che quest’uomo mi voleva, mi desiderava, era una specie di tocca sana per la mia autostima; ma da una parte era anche un modo per farmi scappare a gambe levate da tutto.

-non voglio farti nulla di quello che tu non vuoi che ti venga fatto! Sento il tuo corpo meraviglioso che reagisce al mio Gloria! Perchè rimandare l’inevitabile quando possiamo goderne entrambi?- disse facendo scorrere la mano libera sulla mia guancia destra.

Spalancai gli occhi a quel tocco e respirai più profondamente. Aveva fottutamente ragione e mi sentivo esattamente in quel modo. Il mio corpo non avrebbe resistito per troppo altro tempo. Le sue mani su di me erano un afrodisiaco decisamente troppo da sopportare a lungo.
Chiusi gli occhi sentendo il suo respiro confondersi con il mio e quando li riaprì, lui era ancora più vicino. Si era abbassato quel tanto che bastava per portare il suo viso davanti al mio. Sentivo i nostri nasi sfiorarsi e se solo avessi respirato leggermente più a fondo, avrei sfiorato le sue labbra. Posai lo sguardo sulle sue labbra e per un secondo pensai a come sarebbe stato averle sopra le mie. Che cavolo di pensieri impuri mi stavano nascendo nella mente.
Quelle labbra, che sembravano disegnate con un pennello, mi rendevano impossibile pensare con lucidità. Le pensavo in posti proibiti, intente a farmi urlare di piacere.
Decisamente questa non ero io.
Io non ero così.

-non posso!- replicai cercando di trovare un briciolo di lucidità in me stessa.


Lo vidi avvicinare la sua bocca alla mia e istintivamente chiusi gli occhi pronta ad accogliere le sue labbra. Oh porca vacca. Tutto questo era assolutamente assurdo. Questo ragazzo mi aveva completamente fottuto il cervello.
Feci un passo indietro liberandomi dalla sua stretta. Gesù, questa era senza ombra di dubbio la cosa più difficile che io avessi mai fatto in vita mia. Resistere a quest’uomo era come sudare trenta camicie.
Alzai nuovamente lo sguardo verso di lui e puntai i miei occhi celesti contro i suoi azzurri che adesso avevano una vena di sorpresa che li dominava. Potevo scommetterci che nessuno lo mandava in bianco. Qualunque cosa quell’uomo volesse, il mondo gliela dava. Era assolutamente bello e potente da potersi permettere tutto quello che voleva.
Forse era anche questo una causa del suo successo. La sua bellezza irrefrenabile e la lingua lunga di dire esattamente quello che pensa, dovevano averlo aiutato nel suo piccolo grande impero.
Peccato per lui che si fosse imbattuto in una come me nella sua strada. Per quanto fosse dannatamente attraente, e inverosimilmente perfetto da star male, non potevo lasciare che succedesse niente di irreparabile tra noi. Sarei scappata da quella porta e sicuramente non l’avrei mai più visto. Non frequentavamo i soliti giri e ci poteva scommettere che non avrei mai più accettato un incarico dalla Helton Catering. Una volta era più che sufficiente.
Sospirò un paio di volte per far tornare regolare il suo respiro e altrettanto feci io. Mi sentivo pesantemente su di giri e se mai avessi lasciato a quelle labbra di posarsi sulle mie, sicuramente sarei partita in quarta e avrei mandato a puttane quel barlume di buon senso che popolava la mia mente.
Nella mia mente cercai di mandare nel dimenticatoio le immagini di me e di lui intenti a toglierci i vestiti sdraiati sopra quel magnifico divano di pelle bianca. Sequenze veloci e sessuali mi si presentavano davanti ai miei occhi chiusi. Forse ero anche arrossita da tanta sfrontatezza dei miei pensieri. Decisamente era arrivato il momento per me di uscire di scena.
Feci un passo in direzione della porta e mi sentì afferrare il polso. Ovviamente la partita, che per me era terminata, non era finita per lui. Chissà che di che altro tipo di prova avesse bisogno.
Non sono mai stata quel tipo di ragazza. Non ho mai dato il mio corpo a qualcuno così tanto per godere. Ero sempre stata molto selettiva in questo e spesso Candice mi prendeva in giro per questo motivo. Secondo lei, scopando di più, avrei ottenuto più facilmente qualsiasi cosa volessi.
Sorrisi pensando che forse se avessi fatto sesso con Lays sarebbe potuto anche succedere. Probabilmente uno come lui, abituato ad avere il mondo ai suoi piedi, mi avrebbe portato a comprendere il suo mondo. Mai due mondi potevano essere più diversi.

-non andartene!-

Era un ordine.
Questo cretino mi aveva appena dato un ordine, dopo tutto quello che mi aveva detto. Un tono così imperativo, mandava letteralmente a puttane la mia buona volontà, e faceva uscire la scaricatrice di porto che era in me. Come cazzo si permetteva questo qui di darmi un ordine, quando mi aveva espressamente detto che aveva pagato un uomo per farmi portare qui in modo da potermi scopare?
Dio, si evince l’ironia.

-non prendo ordini da nessuno, specie da un uomo che ha pagato un altro uomo per potermi scopare in santa pace! Cristo, sono molto dispiaciuta per lei!- dissi tagliente voltandomi verso di lui.

Lays sgranò gli occhi sorpreso e mi fissò per un lungo secondo, in qui credetti che non stesse nemmeno respirando. Che cosa voleva adesso? Stava forse cercando di capire i miei sbalzi di umore? Spiacente “bello e impossibile”, ma è umanamente impossibile prevedere quello che uscirà dalla mia bocca quando sono particolarmente incazzata, e adesso sono particolarmente incazzata.
Hai fatto male i tuoi conti.
Mai scherzare con una donna incazzata, che si sta incazzando ancora di più. Se poi quella donna ero io, con tanto di problemi di umore, allora la posta in palio raddoppiava.

-io non..-

-lei non che cosa? Non ha forse pagato Mr. Helton per portarmi qua? Non ha forse inscenato una cena con il solo scopo di portarmi a letto?-

-l’ho fatto perchè era l’unico modo che avevo per contattarti. E smettila di darmi del lei!- ribadì continuando a stringermi il polso.

Aveva paura che me ne andassi. Lo potevo leggere dai suoi occhi e dalla presa ben salda che aveva sul mio braccio. Quel genere di pressione si esercita solo quando si ha paura di perdere qualcosa o qualcuno. A che cavolo di gioco stavamo giocando?
Lo guardai negli occhi cercando di studiarlo. Aveva senza dubbio diversi anni più di me, ma tra i due non sembravo certo io il ragazzino. Sembrava che non fosse particolarmente contento di ricevere un no come risposta e questo lo destabilizzava parecchio. Probabilmente era questo il motivo del suo accanimento nei miei confronti. Ero una sfida per lui.

-non mi interessa la sua giustificazione Mr. Lays! Adesso vorrei solo andarmene, dal momento che non ho più niente da fare qua.- dissi rimarcando la questione del lei.

-sei testarda!-

-senza offesa, ma tra i due non si sa chi lo è di più!-

-perchè mi respingi? Per quale cazzo di motivo scappi da me e da quello che senti?- mi domandò frustrato continuando a tenermi ferma davanti a lui.

-io non sento niente per Lei! Mi dispiace se le ho dato questa impressione, non era mia intenzione!- replicai cercando di essere credibile.

Era abbastanza chiaro e palese che stavo dicendo una bugia bella e buona. Chiunque, perfino chi non mi conosceva affatto, avrebbe capito il mio interesse per quest’uomo. Era così dannatamente visibile da farmi credere una cretina davanti ai suoi occhi. Eppure adesso eccomi qui. Immobile davanti a lui, a raccontare mille e mille balle pur di poter andare via da questa casa e da questa situazione.

-non ti credo!-

-questo non è un mio problema!- rincarai assottigliando gli occhi.

Stavamo giocando a chi tira di più la corda e ero abbastanza sicura che lui fosse il campione mondiale di quello sport. Se avessi continuato per parecchio, avrei ceduto alle mie fantasie e l’avrei buttato su quel divano bianco. l’avrei scopato così selvaggiamente da fargli dimenticare il suo nome e quando serei arrivata alla fine, l’avrei reso dipendente da me e dal sesso con me.
Oh porca merda Gloria vedi di smetterla con queste manfrine e esci da questo posto. Da quando sono entrata in questo appartamento non faccio altro che immaginarmi il sesso con Lays. Tutto in questa fottuta casa mi sembra una superficie ottima per poterlo scopare.
Forse tra i due non è lui in ninfomane. Forse sono io quella con un serio problema per le mani. Anzi è sicuro. Sono io quella con qualche problema. Non esiste che una ragazza che a mala pena ha fatto sesso, possa provare una tale attrazione sessuale per un uomo. Ma che cazzo mi sta facendo questo qui?
La sua presa si allentò leggermente, e fui certa che lo avesse fatto per farmi togliere il braccio. Non aveva allentato per mancanza di forza o per distrazione. Voleva che togliessi il polso e forse voleva anche che me ne andassi da quella casa.
Lo vidi aprirsi la giacchetta e mise la mano dentro il taschino interno di quel meraviglioso abito che sicuramente era di alta sartoria. Chissà se nel suo armadio aveva qualcosa dei grandi magazzini.
Estrasse un foglietto che aveva l’aria di essere un bigliettino da visita e mettendoselo tra l’indice e il medio me lo passò con fare stanco. Sembrava davvero che la mia uscita di scena fosse alle porte e che lui non ne fosse particolarmente felice. Povero Bradley Lays, ti ho rotto le uova nel paniere.
Guardai per qualche secondo interminabile il cartoncino, poi, sorprendendo me stessa, mi ritrovai a prenderlo, lasciando che le nostre mani si sfiorassero, procurandomi una scarica elettrica lungo tutta la spina dorsale. Ma porca vacca.
Spostai lo sguardo sul bigliettino e sorrisi, notando che era semplice, come lui, senza bisogno di cose sfarzose scritte sopra. C’era scritto solo il suo nome, e il suo numero di telefono. Semplice. Il tutto era scritto con una calligrafia raffinata in corsivo. Già dal bigliettino, si capiva che quest’uomo aveva in mano il potere assoluto di qualsiasi cosa facesse.

-chiamami Gloria!- mi ordinò senza staccare il nostro contatto visivo.

Altro ordine.
Altro motivo per lasciarlo.
Altro movente per non rimpiangere di non restare.
Non ero così propensa a prendere ordini. Da piccola avevo fatto diverse lotte con i miei genitori per questo e questa sua mania di darmeli, mi portava a spingermi il più lontano possibile da lui. Non facilitava per niente la sua posizione.

-non prendo ordini da nessuno Mr. Lays!- dissi prima di voltarmi verso la porta.

-non avevo dubbi in questo! Ti chiedo solo di contattarmi!- si affrettò a dire accompagnandomi alla porta.

Stavo per replicare qualcosa, quando sentì la porta bussare. Qualcuno stava facendo visita al Mr Bello e impossibile proprio in tempo. Avrei potuto togliere le tende più velocemente.
Lo sentì imprecare a bassa voce e si parò davanti a me per aprire la porta prima che potessi afferrare la maniglia. Sembrava quasi che fosse preoccupato.
Dall’altra parte della porta apparve una ragazza. Donna oserei dire dal momento che sembrava avere una trentina d’anni. Era bella. Davvero molto bella.
Alta, slanciata, con i capelli color rame e con un fisico che avrebbe potuto comodamente essere usato da Victoria’s Secrets per la prossima campagna pubblicitaria.
Avvolta in un abitino color salmone che le arrivava a metà coscia, aveva delle scarpe così alte che per un secondo fui in pena per lei. Erano senza dubbio dei trampoli impossibili da gestire. Era truccata leggera, anche se un velo di mascara, rendeva quelle iridi verdi brillanti.
Per un secondo mi sentì di troppo.
Lei era bella e lui era bello, probabilmente, anzi, sicuramente, lei era li per lui. Forse era la sua fidanzata, forse la sua amante. Nel caso della seconda ipotesi capitava a fagiolo dal momento che l’avevo appena mandato in bianco. Si sarebbe rifatto abbastanza velocemente senza lasciarmi il tempo di provare pena per lui. Abbassai lo sguardo rendendomi conto che tutto quello a cui stavo pensando era pure e semplici cazzate.
Ero profondamente ferita dal fatto che lui avesse un’altra pronta a prendersi il mio posto dopo che l’avevo rifiutato. Ero furiosa con lui, ma soprattutto con me stessa per quello che stavo provando. Dovevo essere completamente impazzita.
Prima faccio una scenata perchè Lays i chiede di fare sesso con lui e poi divento gelosa se scopro che lo fa con altre. Che cazzo di problema ho? cos’ho di sbagliato?

-ciao Brad! Ho interrotto qualcosa per caso?- domandò con un sorriso passando lo sguardo da me a lui.

-Natalee. Quante volte devo dirtelo di non piombare così in casa mia?- domandò esasperato continuando a tenerla sulla porta e a tenermi dietro di lui.

Una parte di me era felice del suo comportamento. Non l’aveva invitata ad entrare e non l’aveva accolta con ardore. Sicuramente non era la fidanzata e forse non era nemmeno l’amante.
Ma che cavolo penso?
Appena riuscirò ad uscire da questa casa, dovrò scolarmi un’intera bottiglia di vino prima di andare a letto. Ho necessariamente bisogno di prendermi una sbronza.

-oh andiamo Brad.. da quando mi occorre un invito?- disse con tono lascivo.

Per poco non vomitai sentendo quelle parole. Avevano scopato. Sicuramente aveva fatto con lei quello che avrebbe voluto fare con me. Chissà se lei l’aveva scopato come avrei voluto farlo io. Chissà se gli aveva fatto perdere il senso dello spazio e se gli aveva fatto dimenticare il suo nome.
Guardai le spalle possenti che avevo davanti e le immaginai graffiate dalle mie unghie mentre vengo in un orgasmo straziante. Sentì le guance tingersi di rosso e cercai di darmi un contegno. Misi il cartoncino nella borsetta nera che avevo a tracolla e oltrepassai l’armadio a tre ante che avevo davanti. Ero rimasta fin troppo in questa casa.
Da adesso in poi quello che sarebbe successo non sarebbe più stato affare mio. Avevo solo il bisogno fisico di uscire. Sentì i suoi occhi sulla mia schiena mentre lo superavo e mi trovai davanti a quella bellissima donna. In un immaginario parallelo le avrei anche fatto i complimenti per questa sua bellezza, ma adesso, sapendo che era venuta qua per il principale motivo di scopare quel dio greco alle mie spalle, non me la sentivo proprio di farle un simile complimento. Avevo un fottuto orgoglio anche io.
La congedai con un sorriso di circostanza e arrivai all’ascensore indenne. Lui non mi aveva fermato e di questo gliene fui grata. Adesso aveva un altro problema di cui occuparsi. Un problema che ero più che certa che l’avrebbe portato a dimenticarsi velocemente di me.
Appena le porte si aprirono, entrai dell’ascensore e appena mi voltai per digitare il tasto del piano terra, mi ritrovai i suoi occhi ardenti addosso. Mi stava guardando, continuando a tenere la porta nella stessa posizione. Non si era mosso di una virgola e nonostante quella donna, che lui aveva chiamato Natalee, continuasse a parlargli, lui non sembrava minimamente interessato e continuava a fissare me.
Quando le porte di chiusero vidi i suoi occhi allargarsi e poi scomparirono del tutto. Mi lascia andare alla parete sul fondo e sospirai più volte. Da adesso in poi avrei ripreso a respirare tranquillamente.
Presi il bigliettino dalla borsa, tentata di strapparlo li, proprio dentro il suo lussuoso ascensore, ma, nonostante il mio cervello mi ordinasse di farlo, qualcosa mi frenava. Oh vaffanculo.
Lo rimisi in borsa e appena arrivai al piano terra salutai con un sorriso falso il portiere che mi aprì gentilmente la porta. Mi trovai così in strada, sulla Fifth Avenue, intenta a respirare a pieni polmoni l’aria serale della città che amavo più della mia stessa vita.
Pescai il cellulare dalla borsa e composi l’unico numero che sapevo a memoria. Erano le otto e mezza di venerdì sera, ma ero certa che avrebbe trovato qualche minuto del suo tempo da dedicarmi, specie se le avessi detto di chi stavamo parlando.

-possiamo vederci Candy?-

##

-non ci posso credere!-

-smettila di dirlo porca troia! È la settima volta che te lo ripeto!- brontolai buttando giù un altro chupito.

Avevo perso il conto di quanti ne avevo buttati giù nell’ultima ora e mezza. Dopo la mia chiamata, Candice si era fatta trovare pronta e mi aveva trascinato a “The Box”. Quello era senza ombra di dubbio il nostro locale preferito per eccellenza. Era stato creato da un vecchio teatro e si trovava nel centro di Lower Manhattan, paradossalmente era dalla parte opposta di New York rispetto a dove ero stata fino a poco prima. In questo locale, oltre a drink favolosi, facevano anche degli spettacoli e io e Candy l’avevamo scoperto una sera per caso, dopo essere venute via da una cena con i suoi genitori. Lei aveva bisogno di alcool dopo un’intera serata con i suoi e io ero ben felice di darle man forte. Da quella volta, eravamo state assidue frequentatrici di questo posto. “The Box”.
Erano un paio di settimane che non ci venivamo e ne avevo un disperato bisogno. Quando ero uscita da quell’appartamento, avevo sentito il bisogno irrefrenabile di bere. Fortuna che Candice era del mio stesso parere. Appena aveva sentito il mio tono disperato, aveva proposto un giro al locale, e io ovviamente non avevo potuto fare altro che appoggiarla in pieno.

-lui ti ha chiaramente detto che ti vuole scopare e tu sei scappata via? Cazzo Ria ma sei una frana ambulante! quell’uomo vale una fortuna!-

Alzai gli occhi al cielo ordinando al ragazzo che ci raggiunse un altro drink. Fanculo anche a Candice che sembrava essere completamente partita per quell’uomo. Forse avrei fatto meglio a presentarli. Sicuramente sarebbero stati sulla stessa lunghezza d’onda.
Inorridì al pensiero di Candice sdraiata sul divano di pelle bianca che avevo visto da Lays. Sarebbe stato disgustoso. Pensai a lui e a quella rossa con cui l’avevo mollato. Chissà se si stavano ancora dando da fare. quell’uomo sembrava una furia a letto e una parte di me era impressionata dal fatto che potesse durare anche un’intera notte a fare sesso.
Scossi velocemente la testa e puntai di nuovo gli occhi sulla mia migliore amica che sorseggiava tranquilla il suo mojito ripensando a quello che le avevo detto da un paio d’ore a questa parte.

-pronto? Non hai capito che aveva già la riserva quando io gli ho detto di no? Andiamo Candy, non puoi pensare davvero che io voglia questo!-

-quella secondo me è solo una delle tante! È lo scapolo sotto i quarant’anni più ricco del mondo tesoro.. immagini quante ce ne sono di donne come quella?- mi domandò retorica facendomi nascere un sorriso.

-dimentico sempre questo piccolo particolare quando parlo di lui!- borbottai abbassando la testa e sbattendola contro il tavolino di legno laccato.

-secondo me lo chiamerai! Il fatto che non hai buttato il suo numero è già un progresso immane!-

Alzai la testa sentendo il cameriere tornare verso di noi e storsi la bocca quando davanti a me comparì un grosso bicchiere di cristallo con dentro della semplice acqua, al posto del chupito che avevo chiesto.
Ero italiana, questo era vero, ma il mio inglese era mille volte meglio di quello di molti americani, quindi dubito fortemente che la mia sia stata un’incomprensione dovuta alla lingua. Quel ragazzo mi aveva volutamente portato un bicchiere colmo d’acqua. Questo mi faceva pensare che probabilmente il “The Box” avrebbe chiuso presto i battenti se i camerieri cominciavano a fare di testa loro.
Per quale cazzo di motivo mi portava dell’acqua? Avevo cinque anni per caso? Lo guardai torvo e lui in tutta risposta alzò le spalle.

-ambasciator non porta pena Miss Perri!- disse gentilmente.

Drizzai la spina dorsale e mi misi immediatamente seduta dritta sulla sedia. Che cosa aveva appena detto? Mi aveva chiamato per cognome, ma ero più che certa che lui non lo conoscesse. Nessuno mi chiamava per cognome. Candice, davanti a me, guardò male quel povero ragazzo e poi guardò me come per giustificarsi. Annuì leggermente nella sua direzione e la vidi rasserenarsi un attimo. Sapevo che lei non c’entrava nulla.
C’era qualcuno in questo fottuto universo a cui probabilmente stavo antipatica, e aveva deciso di vendicarsi con me. Che cazzo di problemi aveva se bevevo fino a dimenticarmi lo schifo di serata che avevo appena passato? Avevo mandato in bianco l’uomo che mi piaceva e che probabilmente adesso si stava rotolando nel letto con Natalee. Che nome di merda.
Che cazzo si metteva in mezzo tra me e il mio dolore?
Un momento.

-chi è il proprietario di questo posto?- domandai rivolta al cameriere che ero più che certa che avrebbe voluto trovarsi ovunque tranne che li.

Lo vidi sgranare leggermente gli occhi, e a quel punto fui certa che non importava che mi desse la risposta. Come avevo fatto a non pensarci prima? Avrei dovuto immaginarlo immediatamente quando mi ha chiamato per cognome. Non c’era nulla che non tornasse adesso.
Il “The Box”, il mio posto preferito in assoluto dove bere in santa pace, era appena stato affondato. Questo posto era di proprietà di Bradley Lays. Mr. Bello e Impossibile in persona.

-che vuoi dire Ria?-

-questo posto è di Lays! Sono più che certa che il caro e vecchio padroncino abbia dato disposizione a questo qui di non darmi altri drink! l’unica cosa che adesso vorrei davvero sapere è come cazzo ha fatto a sapere che sono in questo fottuto locale!- sbraitai attirando l’attenzione di parte della clientela e beccandomi un occhiataccia dal cameriere.

Candice sgranò gli occhi incredula da quello che avevo appena detto e io guardai il bicchiere d’acqua che avevo davanti con la possibilità di ammirare quei magnifici occhi blu. Perchè doveva rendermi la vita un inferno? Che avevo fatto di male nella mia vita per meritarmi un coglione del genere?
Un malato maniaco del controllo che non si fa scrupoli a cadere nello stalking pur di sapere quello che succede alla preda che ha puntato. Dio come mi sentivo dispiaciuta per lui. Mi alzai con forza e quasi arrivai all’altezza del cameriere che dalla targhetta che aveva sul grembiale si chiamava Steven. Puntai i miei occhi azzurri sui suoi e lo studiai fino a che non lo vidi prendere un respiro e passarsi una mano tra i capelli.

-lei ha pagato con la carta di credito poco fa. Al signor Lays arrivano in contemporanea i corrispettivi. Deve aver letto il suo nome e ha chiamato immediatamente! Era abbastanza furioso e ci ha proibito di servirle altri drink! Mi dispiace Miss!- esclamò prima di voltarsi e andarsene.

-Gloria qui sfioriamo l’assurdo te ne rendi conto vero?- mi domandò Candice alzandosi a sua volta.

-non eri tu che fino a due minuti fa lo veneravi?-

-a tutto c’è un limite!-

-e io il mio l’ho già raggiunto Candy! Non ho intenzione di stare attenta a quello che faccio in questa città perchè lui ne possiede una bella fetta. Mi sono rotta le palle in passato della gabbia in cui ero e poi starne certa che non lascerò al primo cretino che passa di rinchiudermici di nuovo!-

Frugai nella borsa annaspando come un ossessa e ne estrassi il bigliettino da visita che mai avrei creduto di utilizzare. Era mezzo spiegacciato, ma mandai a quel paese il mondo e composi velocemente il numero sulla tastiera del mio touch screen. Avevo pensato all’eventualità di chiamarlo con il cellulare di Candice in modo che lui non potesse avere poi il mio numero, a da bravo stalker, ero abbastanza sicura che avrebbe trovato comunque un modo per avere il mio numero. Tanto vale giocare di anticipo una volta tanto.
Rispose al terzo squillo.

-Lays!- disse con una voce glaciale, da brava persona professionale si rispetti.

-sei un bastardo, stronzo e manico del controllo del cazzo!- sbottai rimettendomi a sedere sulla poltroncina dalla quale mi ero alzata pochi minuti prima.

-Gloria?- domandò sorpreso.

-si, sono io, e sono anche particolarmente incazzata con te! Mi hai messo i baby sitter addosso per caso?-

-beh dal momento che avrei voluto essere io quello che avevi addosso stasera, credo che questa si chiami sorveglianza!- rispose asciutto, ma lasciando intendere la allusione sessuale che aveva detto.

Lasciai volutamente da parte il riferimento iniziale e mi incavolai ancora di più sentendo la parola sorveglianza. Mi sentivo una in un carcere di massima sorveglianza. Tutto quello di cui avevo bisogno era mandarlo al diavolo e riprendere il controllo della mia vita.

-non ne ho bisogno!- ringhiai.

-a giudicare da tutti i drink che hai preso non ci giurerei!-

-punto primo, non deve interessarti cosa, come e quanto bevo, punto secondo non sono sola! Non li ho bevuti tutti io!- replicai dandomi poi della cogliona per essermi spiegata.

Oh andiamo non ero io quella che doveva delle spiegazioni a nessuno. Ero io la vittima in tutta questa assurda situazione.
Guardai Candice che in tutta risposta mi alzò entrambi i pollici in segno di approvazione per come si stava svolgendo la conversazione. Ero contenta che ci fosse una persona amica a sostenermi. Se fossi stata sola avrei di nuovo vacillato.
Adesso no. Avevo la mia migliore amica davanti, e in più ero certa di avere il cento per cento della ragione di questo mondo. Ero pronta per spaccargli il culo.

-che cazzo significa questo? Sei con quel coglione di un cameriere per caso?- urlò con un tono affaticato.

Sembrava che adesso stesse correndo le mille miglia. Staccai il telefono dall’orecchio e lo guardai. Due minuti di conversazione e questo sembra a fare la maratona. Eh no mio caro Lays ho appena cominciato con te. Non puoi mollarmi già.
Come cavolo si permetteva di insinuare che fossi con un ragazzo? Con che cazzo di diritto poi? Sbaglio o l’avevo appena mandato in bianco?
Mi tornò alla mente la rossa del suo appartamento e un nuovo senso di gelosia si impossessò di me. Chi cazzo si permetteva di essere per giudicare una ragazza che beve in un bar mentre lui ne scopa una nel suo appartamento dove c’ero io fino a pochi minuti fa? Questo è completamente sciroccato.

-che ti importa? Hai già finito con la rossa?-

Imprecai mentalmente dandomi della cogliona patentata per essermi mostrata gelosa ai suoi occhi. Che cazzo mi era preso? Come avevo potuto fare una mezza scenata anche io?
Guardai Candice sgranare gli occhi e aprì la bocca per dire qualcosa. Che le prendeva adesso? Perchè aveva quello sguardo da chi ha appena visto un fantasma?
Continuando a tenere il cellulare all’orecchio mi voltai e avrei preferito non averlo mai fatto. E che cavolo. Che cosa c’avevo che non andava bene?
Bradley Lays se ne stava li, fermo immobile, con tanto di telefonino attaccato all’orecchio, e mi guardava con un sorriso divertito stampato sulla faccia.
Ero certa che fosse contento di aver scoperto che il mio “appuntamento” era con una ragazza. Questo scagionava me, ma non lui. Era lui quello che aveva scopato con la rossa Natalee.

-ciao Bimba!- esclamò senza staccare il cellulare.



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CIAOOOOO!!

Dunque.. oggi mi sono messa sotto, ed ecco un nuovo capitolo!! ;)
Lays ha tirato fuori il suo lato da stalker. A chi fa paura alzi la mano!!!!! ahaha!!
Che ne pensate?? 
Vi piace??
Vi prego di recensire per farmi sapere i vostri pareri e commenti!!!

-Grazie a chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/da ricordare!!-

 
-Grazie a Giota123,  Mameso, Florvermelho e Diarly che hanno commentato il capitolo precedente!!! ;) - 

Ci vediamo al prossimo capitolo!!!!!!



 
   
 
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