Ti stavo aspettando
dove l’alone sfuma
lo smerlo della cupola
divina dove le stelle trillano
facendo l’occhiolino al mare
dove abbiamo fantasticato sull'alba.

Le mie mani si perdono nelle tue
Questo infinito non temo, non tremo
Avvolto dalla veste del tuo affetto,
il vento condito non scaverà le volte.

Oh, Sorella della mia anima
ignota, la tua ombra
Nella fredda notte,
mi ha coperto,
e il nero è diventato
il mio posto, il mio voto,
l’oceano nel mio vuoto.

Queste patacche di sentimento,
quanto possono essere banali.
Le mie parole sempre uguali.
Chi non calpesta le ombre?
Cosa fare, cosa farai?
come fai a sopportare?

Dormi e sgattaiola
via dalla prepotenza
che senza riverenza
osa toccarti. Le lingue,
i pugnali degli stolti.

Ti pugnalano e sono solo di nuovo,
ma la tua ombra non mi lascia
è legata a me, un pizzo nero
attorno al mio mignolo.

Tutti i nostri sogni
sul cader del vespro
sono diventati incubi
e le parole fiele aspro

fermentato nel mio profondo
degustato in una poesia riprovevole

dedicata a te, così incantevole
dedicata a te, la migliore illusione…

A te che lasci a ogni tocco
sul cuore marmoreo l’alone
dell’emozione come un livido,
vivido e vibrante.