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Autore: softkitty    25/11/2014    1 recensioni
La protagonista di questa storia è Nicky, neolaureata in lettere e barista per necessità.
Accanto a lei vedremo Noah, il suo fidanzato dalla famiglia ingombrante, Diane, la sua amica di una vita e Oneweek, metodico giovane incontrato in metro.
Attorno a loro ruoteranno vari personaggi, dalla ex fidanzata decisamente poco "ex" alla suocera molto "suocera", passando per genitori amorevoli e amici privi di tatto.
SOSPESA.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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In metro con amore

 

Capitolo 9

 

«Nicky, sei pronta per un week-end di fuoco?».

La ragazza sorrise alla collega. «Certo, sono nata pronta, Benny. Tu piuttosto?»

«Non sono mai pronta per affrontare la bolgia del fine settimana!». Aprì la bocca per aggiungere qualcosa, ma si bloccò a causa della persona che era appena entrata nel locale. «Mi sa che hai visite»

«Cosa...?». Nicky si voltò e si trovò davanti Noah. «Ciao».

Era teso e arrabbiato. «Lascia stare mia sorella»

«Scusa?»

«Oh, andiamo!». La fissò esasperato. «Non fare l'ingenua! So che l'hai vista!»

«E allora?»

«Allora? Willa è una bambina e non deve frequentare cattive compagnie!».

Per Nicky fu come ricevere uno sputo in faccia. «Cattive compagnie? Io sarei una cattiva compagnia per Willa?»

«Fino alla settimana scorsa, voleva frequentare l'università qui, ora, come per magia, vuole andare dall'altra parte della nazione»

«E cosa c'entro io?»

«Scommetto che l'hai convinta tu! Vuoi vendicarti allontanandola da me? Sei patetica».

Nicky fece un respiro profondo, cercando di soffocare la voglia di fargli del male fisico. «Se hai finito di renderti ridicolo ed incolparmi di cose che non ho fatto e non farei mai, sei pregato di uscire da questo posto. Devo lavorare».

Noah sgranò gli occhi, incredulo. «Hai il coraggio di negare?»

«Tu stai chiedendo a me se ho il coraggio? Cazzo Noah, ti ascolti quando parli? Siamo stati insieme 3 anni e hai il coraggio di pensare che farei una cosa del genere? Io? Tornatene dalla tua cazzo di famiglia e dalla tua adorata zoccola. Willa è più matura di te. Sa scegliere e non ha bisogno che qualcuno le dica cosa è meglio per lei. Se ha deciso di andarsene è perché non sopporta tua madre e tuo padre, ma pensava di avere un appoggio in te». Le fece un sorriso amaro. «Che però hai deciso di rientrare all'ovile ed adeguarti ai loro desideri». Lo vide impallidire, ma non fermò la sua arringa. «Se ne vuole andare a chilometri di distanza perché non sopporta la sua famiglia. E non è assolutamente colpa mia se siete un branco di ricchi snob idioti più interessati alle apparenze che ai desideri di Willa». Lo guardò schifata. «E, per quanto io sia d'accordo con la sua decisione, non sono stata io a darle quell'idea. Il fatto che voi la reputiate incapace di decidere da sola la dice lunga su quanto poco la conosciate e quanta poca fiducia abbiate in lei». Gli indicò la porta. «Ora, se hai finito di lanciare false accuse e di offendermi, ti pregherei di toglierti dai piedi. Insudici l'aria».

Noah cercò di riprendere il controllo di sé. «Sì, me ne vado. Angie mi aspetta». La guardò negli occhi. «Stai lontano da Willa». Nicky non si prese neppure il disturbo di controbattere e voltò le spalle definitivamente a Noah e a tutto ciò che aveva condiviso con lui, chiedendosi come avesse fatto a passare tre anni della sua vita ad amarlo. Come aveva potuto essere così stupida? Chi era Noah Parker? Il ragazzo dolce che aveva avuto accanto o lo stronzo che l'aveva distrutta negli ultimi giorni?

«Tutto bene?». Missy le posò una mano sulla spalla, sorridendole incoraggiante. «Vuoi andare a casa?»

«Tutto a posto. Sono pronta per lavorare, Missy!». Le fece un sorriso, molto simile ad una smorfia di dolore, e sparì tra i tavoli prima che la sua capa potesse contraddirla.

Accantonare i suoi problemi fu relativamente facile.

Concentrati sul lavoro.

Un hamburger senza cetrioli e birra scura per il tavolo 4

Patatine fritte con ketchup, maionese e Cola light per il tavolo 1

Quella sera, Daniel e i suoi due amici Colin – la fogna – e Finn – lo svitato del supermercato – presero posto allo stesso tavolo che avevano occupato qualche sera prima.

«Hey, Nicky! C'è il tuo spasimante al tavolo 9!».

La ragazza emise un gemito di sofferenza. «Ti prego, servilo tu!».

Benny ridacchiò. «Va bene, ma sappi che mi devi un favore!».

Quando Daniel alzò lo sguardo dal menù, rimase deluso trovandosi davanti una cameriera che non era Nicky. Che lo stesse evitando? La cercò con gli occhi per tutto il locale e la trovò che trasportava un vassoio carico di boccali di birra ormai vuoti. No, si disse, era solo indaffarata. Ma non c'era solo quello. Sembrava triste. Sorrideva ai clienti, ma il suo non sembrava un sorriso sincero e neppure un sorriso di cortesia. Era un sorriso spento.

Si era ripromesso di lasciarle spazio, ma come poteva non andare da lei per chiederle perché stava così?

«Terra chiama Daniel!».

Il giovane si riscosse. «Che c'è?».

Colin scoppiò a ridere. «Non importa, continua pure a contemplare la tua bella!». Daniel era troppo concentrato su di lei per trovare una risposta a tono.

***

«Ciao Dom».

La giovane non si sorprese molto di trovarlo fuori dal locale ad attenderla. «Ciao Daniel»

«Come stai?». La ragazza si strinse nelle spalle e tirò le labbra cercando di sorridere. «Vuoi... parlarne? Qualunque sia il problema, se vuoi ti ascolto».

«Non servirebbe a niente». Nicky sospirò, stanca e con il morale a terra. «Mi sto chiedendo che razza di persona ho amato per tre anni»

«Non fa bene tenersi tutto dentro»

«Non prenderla come un'offesa – Nicky gli fece un debolissimo sorriso – ma non mi piace parlare dei miei problemi. Raccontare tutto a qualcuno non mi aiuta a stare meglio e non aiuta l'ascoltatore a farmi stare meglio. Non sopporto gli sguardi di pietà o compassione»

«Cosa posso fare per te? Vederti così non mi fa stare bene».

Suo malgrado, Nicky sorrise dolcemente. «Non ti devi preoccupare così per me. So cavarmela da sola»

«Perché non mi hai detto che mercoledì era il tuo giorno libero? Vuoi – deglutì rumorosamente – volevi evitarmi?».

La ragazza scosse il capo, guardandolo negli occhi. «No. È solo che quando mi hai riportata a casa... mi hai fatta distrarre e non mi è più venuto in mente di dirtelo».

Daniel espirò, vagamente sollevato da quella confessione. «Posso accompagnarti a casa?». Nicky lo guardò di traverso, aprendo la bocca per rifiutare. «Per favore». Odiava sentirsi così sulle spine, sempre sull'orlo del baratro, senza sapere se Nicky si sarebbe chiusa a riccio o avrebbe accettato. Ma sapeva che Dom non stava passando un bel periodo, aveva bisogno di tempo e non l'avrebbe forzata.

«Va bene».

I due salirono in auto e tra di loro calò il silenzio. Almeno fino a che Daniel non lo ruppe. «Finn mi ha detto che ti ha incontrata al supermercato»

«Vero»

«Mi dispiace per quello che ti ha...»

«Non preoccuparti. Ho notato che è un tipo un po'... eccentrico. Non mi da l'idea che sia uno con molti peli sulla lingua»

«A volte vorrei non l'avesse proprio, la lingua».

Nonostante la stanchezza e l'umore a terra, Nicky tirò le labbra in un debole sorriso. «Grazie Daniel»

«Per avere un amico idiota? Non c'è di che!».

Il sorriso della giovane si allargò. «Per avermi dato un passaggio. Per non avermi forzata a parlare. Per i tuoi tentativi di risollevarmi il morale».

Daniel accostò appena fuori dal suo condominio. «Siamo arrivati»

«Grazie». Nicky si sporse un pochino e gli lasciò un bacio sulla guancia, stupendolo non poco. «Ci vediamo»

«Senti...». Daniel parve esitare. «Mi daresti il tuo numero di telefono? Così possiamo sentirci»

«D'accordo». Afferrò il cellulare che le porse e salvò il suo numero. «Ci sentiamo. Buonanotte, Daniel».

Chiuse la portiera e gli dedicò un ultimo sorriso, prima di chiudersi il portone del condominio alle spalle.

Buonanotte Dom

Dolci sogni

Dan

Nicky lesse il messaggio e trattenne il fiato per un istante.

Buonanotte anche a te

***

«Ricominciamo daccapo». Diane la fissò per un istante. Era seduta sul tappetto del salotto di fronte a Nicky e la osservava con curiosità. «Quel coglione di Noah si è davvero presentato da Missy per impedirti di vedere Willa?»

«Sì»

«E tu l'hai rimesso al suo posto, alla grande». Le diede una pacca sulla spalla, con un sorriso carico di soddisfazione. «Ben gli sta a quello stronzo!». Sorseggiò il suo the. «Certo che non ci vediamo per una settimana e succede il pandemonio! Sei meglio di Gossip Girl».

Nicky ignorò la battuta. «Spero solo che non abbia fatto questa scenata anche a Willa. Non si merita tutta questa merda»

«Non può essere così idiota!». Nicky inarcò le sopracciglia. «Ok, ripensandoci, potrebbe. Ora però – e lanciò all'amica uno sguardo pieno di curiosità – parlami di Daniel».

Nicky sbuffò. «Non c'è nulla da dire. È stato solo gentile con me e ora... ci stiamo conoscendo»

«Intimamente?»

«Diane!». La fulminò con lo sguardo. «Certo che no! Non...».

Diane la interruppe. «Ho capito, è un cesso epocale. Probabilmente con le luci basse al pub l'ho visto male»

Lo sguardo di Nicky fu più che eloquente, Daniel non era brutto, anzi... «No!»

«Allora è gay»

«No!».

Diane perse la pazienza: «E allora perché diamine non ci fai un giro?»

«Perché non è il momento giusto!»

«Nicky, ascoltami bene». La guardò negli occhi, seria come non mai. «Ti aspetta dopo il lavoro, ti accompagna a casa, ti fa ridere. Ha parlato di te ai suoi amici. E non ti ha ancora sfiorata». Fece una pausa carica di significati che Nicky non colse. «Siete a tanto così – e avvicinò le punte di pollice ed indice fin quasi a farle sfiorare – dal diventare migliori amici. E se lo friendzonerai ora, te ne pentirai in futuro»

«Come fai a dirlo?»

«Andiamo! Dall'occhiataccia che mi hai lanciato quando ho insinuato che fosse un cesso ho capito che è tutt'altro. In più è simpatico, gentile e si preoccupa per te... e almeno un pochino ti interessa, altrimenti lo avresti già mandato al diavolo, non negare»

«Quindi?».

Diane sbuffò esasperata. «Quindi lui sta rispettando i tuoi spazi, in attesa che sia tu ad avvicinarti a lui. Tu sei troppo codarda ad avvicinarti perché hai paura di soffrire, perciò, se la situazione rimane questa, scivolerete entrambi nella friendzone e addio intensa scopata di avvicinamento!».

Nicky la fissò, a metà tra il divertimento e l'esasperazione. «Diane!»

«Io ti ho avvisata!»

«Lo so, però non...». Si bloccò. Non... cosa? Il rapporto che si era creato con Daniel le andava bene così com'era. Per il momento. «Ora bevi il tuo the andiamo a comprare il camice che ti serve! Così magari mi distraggo e tu la smetti di friggermi il cervello!»

***

Nicky chiuse il telefono e sbuffò. Diane le aveva appena comunicato che quella sera avrebbe avuto il turno in ospedale e perciò non poteva uscire con lei per vedere la partita. Per la divertita disperazione di Elizabeth e per la soddisfazione di Peter, infatti, entrambe le ragazze erano appassionate di calcio.

La giovane meditò di starsene a casa e guardarla da pc, ma poi decise di cambiarsi e andare da Missy. Era più divertente vederla in un pub pieno zeppo di gente.

Raggiunse il locale in anticipo, per potersi scegliere il tavolo migliore, ma, quando entrò, lo trovò già occupato.

«Ragazzi, fuori dalle balle, questo tavolo è mio!».

Colin, Finn e Daniel scoppiarono a ridere. «Scordatelo dolcezza, questo è il tavolo migliore per vedere la partita».

Nicky fulminò Colin con lo sguardo, prima di ridacchiare. «Primo: 'dolcezza' lo dici a tua sorella, caro Collie. Secondo, so perfettamente che questo è il posto migliore per vedere la partita, secondo te perché altrimenti vi avrei chiesto di togliervi?».

Daniel batté una mano sulla spalla dell'amico, prima di rivolgersi a lei. «Dom, vuoi vedere la partita? Siediti con noi, non ti mangiamo». La ragazza si finse sconsolata e prese posto accanto a lui. «Viene anche Diane?»

«No, mi ha chiamata poco fa per dirmi che le hanno prolungato il turno». Scrutò il bancone. «Vado ad ordinare, così saluto Venice e Missy. Volete qualcosa?».

I tre risposero in coro: «Birra!».

Lo sguardo che Missy le rivolse quando le fu di fronte, fu molto stupito: «Che ci fai tu qui?»

«Ciao Missy! Sono qui per vedere la partita»

«E non sei qui per passare la serata con quel bel giovanotto dagli occhioni azzurri, vero?».

Nicky si finse indignata. «Missy!». Risero entrambe. «Posso ordinare?». La capa annuì. «Quattro birre e un fish and chips, grazie!».

Quando fu di rientro al tavolo, le squadre stavano entrando in campo. «Appena in tempo, Dom!».

Al momento della lettura delle formazioni, Daniel fischiò sentendo il nome del centrocampista preferito di Nicky. «Che hai contro il numero 9?»

«Parli sul serio? È un pensionato!».

Nicky gli lanciò un'occhiata assassina. «Non ti azzardare! Se abbiamo vinto l'ultima Champions League, è soprattutto grazie a lui!».

Colin e Finn, seduti con loro, assistevano allo scambio di battute con attenzione, mentre i due sembravano ignari della presenza del pubblico.

«Ed ecco il fischio d'inizio!». La voce del telecronista bloccò la loro scaramuccia e il quartetto si concentrò sul maxi schermo.

Guardare la partita con Daniel, Colin e Finn era decisamente divertente. I commenti e le imprecazioni che lanciavano erano assolutamente all'altezza di quelli di Peter e Diane, non c'erano dubbi.

«La partita si sta avviando alla conclusione e sembra che nulla possa più schiodare il risultato dallo zero a zero, ma...».

Il resto della frase fu sovrastato dalla voce di Colin che urlò: «Punizione, arbitro!».

«La squadra di casa ha un'opportunità interessante, quando mancano due minuti più recupero al fischio finale. Punizione da 30 metri, chi si incaricherà della battuta? Sembra che i giocatori stiano decidendo...». Il cronista lasciò la frase in sospeso. «Ecco! Il numero 9 sta posizionando il pallone. Sarà lui a battere?».

Daniel si mise le mani nei capelli. «No, lui no!».

Nicky gli diede una gomitata, ma non disse nulla, continuando a tenere gli occhi puntati sul match. «Ci siamo, l'arbitro fischia, ecco la rincorsa e... GOOOOOAL!». Nicky si alzò dalla sedia esultando come una pazza, mentre Colin e Finn facevano lo stesso.

Daniel si alzò e la prese tra le braccia. «Abbiamo vinto!».

La ragazza si scostò ridendo. «Giù le zampe, giovanotto! Non hai niente da dire riguardo al marcatore?»

«E va bene – sospirò rassegnato – avevi ragione tu, è un ottimo giocatore e lo ha dimostrato con questa fantastica punizione!».

Colin li interruppe. «Sì sì, va bene, ma ora lasciaci abbracciare la nuova membro del gruppo!». Nicky fu stritolata a turno dai due amici. «D'ora in poi dovrai guardare tutte le partite con noi! Abbiamo vinto!».

La giovane guardò Daniel sorridendo un po' incerta e fu ripagata dal suo sorriso smagliante. , pensò Daniel, sarebbe stato fantastico guardare con lei tutte le partite.

 

 

Il mio angolo.

Buonasera, anime pie, tutto bene?

Eccomi qui a torturarvi! Un altro capitolo per mostrare quanto possa nuocere la cattiva influenza snob.

Un grazie a tutti i santi che resistono e si ostinano a leggere i miei capitoli, i misericordiosi che trovano qualche minuto per lasciare un commento (se ci saranno) e i coraggiosi che inseriscono la storia tra le preferite/ricordate/seguite.

Bisous,

Softkitty

ps Spero non ci siano errori!

  
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