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Autore: Dragon gio    25/11/2014    1 recensioni
Questa fiction partecipa alla NaruSaku Week 2014 indetta dal forum Promise of a Lifetime - Naruto & Sakura Official Italian Fan Forum. Il tema di è oggi è Sai in threesome con Naruto e Sakura.
Calò un silenzio agghiacciante, interrotto solo dai loro respiri. Le spalle di Naruto furono scosse, Sai non capì immediatamente che quelli erano singhiozzi incontrollati.
“Tanto… a che sarebbe servito? Lo so già che cosa mi avrebbe risposto… l’ho sempre saputo… sempre…”
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sai, Sakura Haruno | Coppie: Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Threesome | Contesto: Dopo la serie
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Runnin From my Heart - SaiNaruSaku
Questa fiction  partecipa alla NaruSaku Week 2014 indetta dal forum Promise of a Lifetime - Naruto & Sakura Official Italian Fan Forum, maggiori info qui: NaruSaku Week 2014
Tema di oggi 25/11: Sai + Happy Birthday to Us!Che dire, questa fiction è carica di malinconia (Angst a go go XD), in un certo senso esprime tutto il mio disappunto per come si è concluso il manga. Ho cercato di trasmettere il dolore che prova Naruto nell’essere consapevole di non venire ricambiato da Sakura, e allo stesso modo il dolore di Sai perché non riesce ad aiutarlo come vorrebbe. Non è una storia allegra, non c’è lieto fine ne per il NaruSaku ne per il SaiNaru in questo breve racconto, c’è solo amarezza me ne rendo conto, ma spero ugualmente che vi possa piacere! Un baciotto, Giò.
 P.S. Per Omake si intende breve strascico di storia, di solito di stampo comico, che è legata alla fiction stessa ma viene presentata in un secondo momento. In questo caso particolare, il mio Omake è stato triste, ma ci tenevo a dare voce anche ai sentimenti di Sai riguardo quel che è accaduto! Ringrazio molto il telefilm Criminal Minds per tutte le fantastiche citazioni che mi ha fornito!
P.P.S. Quando ho scritto questa fiction non avevo in mente di farla partecipare alla NaruSaku Week, mi sono accorta solo rileggendola che poteva adattarsi al giorno 25/11 per via della “threesome” SaiNaruSaku, anche se de facto Sakura non compare materialmente nella fiction! XDD Avrei preferito contribuire con qualcosa di più allegro, ma sentivo il bisogno di esternare le mie emozioni in merito al non finale che hanno avuto Naruto e Sakura.


Runnin
[From my Heart]
 
 
Perché l’amore faceva così male?
Perché i sentimenti erano così difficili da capire e gestire?
 
Per Sai queste due domande non riuscivano a trovare riposta, ora più che mai. Da quando era finita la guerra e Sasuke era ripartito da Konoha, in Naruto pareva essersi creato un nuovo vuoto nel cuore. Sai credeva che fosse perché non poteva godere della presenza dell’amico come avrebbe sempre voluto, ma forse c’era anche dell’altro. Aveva osservato da vicino la turbolenta storia di Naruto e i suoi sentimenti per Sakura. Si era fatto raccontare da Kakashi sensei ogni dettaglio che si era perso mentre era lontano dai compagni, così era venuto a conoscenza delle rinnovate parole d’amore che la giovane aveva rivolto a Sasuke. Secondo Kakashi, poteva essere quello il motivo per cui ora Naruto pareva aveva l’anima lacerata e il cuore in pezzi. Ma se l’amore faceva stare così male, allora perché amare? Sai non si dava pace e da giorni era in cerca di una risposta. Passava anche intere giornate chiuso in biblioteca, solo in un angolo seppellito da libri che descrivevano minuziosamente delle relazioni umane. Si documentò come un pazzo, studiò a memoria alcune pagine addirittura. Era disposto a tutto, veramente tutto. Qualunque parola, gesto o altro fosse servita per far tornare a sorridere Naruto Uzumaki. Sì perché da troppe settimane, Sai non lo vedeva più sorridere come un tempo. Stranamente questo fatto gli aveva procurato un fastidio enorme, un piccolo dolore continuo che partiva dal suo intestino e risaliva gradualmente fino al petto.
 
Quella sera era partito con tutte le intenzioni migliori di questo mondo. Voleva dimostrare a Naruto che non era solo, che c’era ancora speranza per lui di poter conquistare Sakura.
Pensava che avrebbe dovuto sforzarsi di risollevare un funereo Naruto, ma quando se lo vide trotterellare incontro tutto contento cambiò opinione.
“Ciao, Sai!”
Quel sorriso, quello sguardo acceso, quella voce squillante… possibile che fosse tornato a essere il solito Naruto? Inconsciamente Sai emise un sospiro di sollievo, mentre lo invitava a sedersi al tavolo che aveva prenotato solo per loro due.
“Mi ha sorpreso questo tuo invito, però era da un po’ che non uscivo con qualcuno!”
“Ecco sì, pensavo che ti avrebbe fatto piacere infatti!”
“A me va bene tutto, specialmente se offri tu!”
“Ma certo!”
“Yatta! Allora pancia mia, fatti capanna!” Naruto afferrò con decisione il menù del ristorante, gli occhi gli sfavillavano, sembrava un bambino appena entrato in un negozio di dolciumi.
 
Forse…mi sono preoccupato per nulla…
 
Come c’era da aspettarsi, Naruto ordinò svariati piatti che non tardarono ad arrivare. Fra questi c’era anche una succosa bistecca e fu su quest’ultima che l’attenzione di Sai si concentrò.
“Naruto, vuoi che ti aiuti a tagliarla?” La domanda era più che mai lecita, anzi, Sai era sorpreso che la cameriera non avesse notato che la manica destra di Naruto era vuota. E che di conseguenza, non gli avesse portato tutte le pietanze già tagliate. Naruto si fermò a rifletterci un attimo prima di rispondere titubante “Umh… ok…”
“Grazie…” Aggiunse poi dopo avergli passato il piatto, stranamente aveva abbassato gli occhi per un istante. Si sentiva forse in imbarazzo? Sai cercò di affrettarsi a far svanire quella sensazione.
“Oggi ho visto Sakura e mi ha detto che il tuo nuovo braccio sarà pronto fra una settimana!” Non arrivò alcuna risposta da Naruto, così Sai ne approfittò per proseguire il discorso nella direzione che riteneva più propizia.
“Tu hai più parlato con Sakura?”
Non ne fu certo, ma gli parve proprio che il corpo di Naruto fosse scosso da un vago fremito. Ma era durato così poco che non poté esserne certo.
“Sì, ci ho parlato. Ma questa sera non mi va di parlare di Sakura-chan!”
“Eh?”
Sai capì di essere caduto in fallo con quella domanda, deglutì nervosamente un po’ di saliva, cercando di ricordare quale frase ripetere fra le tante scovate nei suoi libri. Stava per aprire bocca, ma il sorriso di Naruto lo spiazzò totalmente.
“Non sono così scemo, ho capito perché mi hai invitato qui stasera.”
Il pittore cominciò a sudare freddo, le dita si erano irrigidite e la gola si stava seccando ad una velocità assurda. Roteò verso il basso le pupille, con aria colpevole e ben conscio di aver fatto qualcosa di terribilmente sbagliato.
“Io non… “ Solo in quell’istante Sai si rese conto del suo biascicare, solo allora si rese conto di aver sprecato tutto quel tempo sui libri inutilmente, dato che ora non riusciva nemmeno a parlare.
“Va tutto bene Sai. Non sono arrabbiato con te…”
Naruto intanto inghiottì un boccone di cibo, aveva l’aria serena, per nulla turbata. Il suo viso lo rasserenò senza bisogno che lui aggiungesse altro. Erano bastate quelle semplici parole per quietare Sai.
“Scusami…”
“E di che? Mi stai offrendo la cena! Ti sei già fatto perdonare!”
Come se il pericolo di una tempesta fosse appena stato scampato, anche Sai si rilassò e iniziò a godersi pure lui la cena.
 
Mangiarono e bevvero pure del Sakè, sebbene si fosse trattato solo di un paio di bottiglie a testa, tanto era bastato per mettere KO Naruto.
“Non sono ubriaco!” Gridò per la quarta volta, alzando l’unico braccio al cielo e sbraitando contro un palo della luce. Sai lo raccattò di nuovo e lo trascinò via prima di ricevere l’ennesimo insulto dai residenti che si stavano spazientendo per tutto quel baccano.
“Naruto, per favore abbassa la voce!”
“Uffaaa! Ti dico che non sono ubriaco! E non sto alzando la voce…’tebayo!!”
Il sospiro di Sai fu così profondo che pure Naruto, brillo come era, se ne accorse. Per qualche strana ragione, decise di approfittare della situazione.
“Saaai…”
“Cosa?”
“Non ce la faccio a camminare… portami in braccio!”
Dopo essersi goduto l’espressione sorpresa del pittore, Naruto scoppiò a ridere. Stava per replicare che stava scherzando, quando Sai lo prese di peso e se lo caricò in spalla. Non riuscì ad esclamare nulla, anzi fu Sai che sbottò serio.
“Va bene, ma tu smettila di fare rumore!”
“Mh… ok…”
 
Mantenne la promessa, durante il tragitto verso casa Naruto non emise più un fiato. Sai non si scomodò nemmeno di controllare se fosse svenuto o altro, dato che sentiva chiaramente il respiro caldo dell’amico che gli soffiava piano sul collo. Con suo stupore si rese conto che la cosa lo faceva stare bene, era una sensazione che gli piaceva. D’altro onde, prendersi cura di Naruto gli era sempre piaciuto.
Anche Naruto si sentiva stranamente a suo agio, la schiena di Sai era grande e forte, non se ne era mai reso conto prima d’ora. Poggiò pigramente il volto sulla sua spalla, socchiudendo gli occhi stancamente. Le narici vennero invase da un profumo di menta, non capì bene, ma gli pareva che provenisse dai capelli di Sai.
“Hai… un buon odore Sai…”
Il pittore non ribatté, pensò che fossero i tipici discorsi deliranti di un ubriaco. Però si rattristò un pochino, perché l’immaginarsi che il profumo del suo shampoo fosse stato colto da Naruto, gli procurava un piacevole sfarfallio allo stomaco.
 
“Siamo arrivati…”
“Mh…”
Sai rimise Naruto con i piedi per terra, ma barcollava decisamente troppo, lo dovette sorreggere.
“A…aspetta Sai… mi gira la testa, devo sedermi…”
“Ok…”
Lo fece sedere con la schiena poggiata contro il muro del suo pianerottolo, le gambe mollemente distese. La nuca percepiva la frescura che emanava la parete dietro sé, donandogli sollievo immediato.
“Respira profondamente!”
“Aha… me lo aveva detto la mamma di non bere alcolici fino a che non avessi avuto l’età giusta…”
“Bisogna sempre ascoltare i genitori…”
Una piccola risata scaturì direttamente dal petto di Naruto, lo stesso che ora pareva infuocato al giovane eroe di Konoha. Non capiva perché non si fosse mai accorto di quanto la figura di Sai, illuminata dalla luna, gli apparisse così bella. Così invitante.
Ingoiò quel poco di saliva che gli era rimasta, la testa gli pulsava come un martello e il solo tenere gli occhi aperti era una tortura. Ma non poteva, non voleva smettere di osservare Sai, non ci riusciva.
Allungò una mano verso lui, tremante, incerto. Avrebbe voluto poggiarla sulla guancia di Sai, per sentire se anche la sua faccia stava andando a fuoco come la propria.
Ma era troppo disorientato e la mano vagò nel vuoto, fin tanto che Sai non capì e gliela afferrò preoccupato.
“Naruto, stai bene?”
Non ricevendo alcuna riposta, andò ancora di più nel panico.
“Naruto?!”
Dannazione, perché era così bello sentire il suo nome pronunciato con così tanta foga da Sai? Perché vederlo chinarsi verso lui, sgranare i suoi profondi occhi neri come la brace, gli faceva accelerare i battiti del cuore?
Stava perdendo lucidità mentale, ma prima di farlo, prima di abbandonarsi ai sensi, c’era qualcosa che Naruto voleva assolutamente dirgli.
“Come hai fatto a capire…”
“Capire cosa?”
“A capire che… sono ancora così disperatamente innamorato di Sakura-chan?”
“Credo che anche un cieco lo capirebbe…”
“Bugiardo… se non era per te… nemmeno Sakura-chan lo avrebbe capito…”
Nuovamente ridacchiò, ma stavolta in un modo diverso. Era cupo, nervoso per certi versi, non vi era ombra di gioia in quella risata isterica.
“Sai che le ho detto quando ci siamo visti ieri?”
“Cosa?”
“Che ero felice… per lei e… Sasuke… patetico vero?”
“Insomma non ti sei dichiarato alla fine…”
Calò un silenzio agghiacciante, interrotto solo dai loro respiri. Le spalle di Naruto furono scosse, Sai non capì immediatamente che quelli erano singhiozzi incontrollati.
“Tanto… a che sarebbe servito? Lo so già che cosa mi avrebbe risposto… l’ho sempre saputo… sempre…”
Sai si morse le labbra, impotente. Naruto, la persona per lui più importante al mondo stava soffrendo, stava piangendo, eppure lui non sapeva cosa dire. Era l’emozione più orrenda che avesse mai provato.
“Naruto… non abbatterti! Io sono certo che i tuoi sentimenti l’abbiano raggiunta nonostante tutto! Anche se… non sei ricambiato, non devi essere triste!”
“Non posso non esserlo… non ci riesco…”
“Io so che supererai anche questo, come hai sempre fatto, lottando. So che ce la farai, sei forte… sei la persona più forte che io conosca…”
Lo sguardo che gli rivolse Naruto in quel momento fece perdere un battito a Sai. Le guance ancora rigate da lacrime invisibili, gli occhi arrossati e lucidi e poi, un sorriso malinconico.
Naruto poggiò lentamente la testa al petto di Sai, sentiva che le forze in qualche modo gli stavano tornando.
“E’ strano… ma tu sei l’unico che capisce davvero i miei sentimenti…”
“Io?” Sai non riusciva a credere a ciò che aveva appena udito. Come era possibile che proprio lui fra tutti i suoi amici più cari, potesse comprenderlo così bene? Nuovamente pensò che fosse un altro delirio dovuto all’eccesso di alcool.
“Naruto… ti aiuto ad andare a letto, sarai stanco…”
Prontamente la mano sinistra di Naruto lo trattenne per una spalla, poteva sentire addosso lo sguardo spaesato dell’amico. E ancora di più, quando iniziò ad avvicinare il viso al suo.
Un brivido percorse interamente Sai, non capiva cosa stava accadendo, gli sembrava tutto irreale, come parte di uno strano sogno. Serrò le labbra e si ritrasse da quel contatto che pareva desiderare Naruto. Il giovane eroe di Konoha comprese cosa stava per fare e si paralizzò. Per un attimo gli era parso di sentire Sai tremare di paura, la stessa che ora cresceva in lui stordendolo.
“Sai… io… scusa!” Si allontanò bruscamente, creando un vuoto fra lui e il corpo accogliente del pittore. Sai non riusciva nemmeno a guardarlo, aveva la faccia più colorita del solito.
“Mi dispiace… davvero, scusa non so cosa mi sia preso! Sono un idiota! Un idiota ubriaco, ‘tebayo!!” Il modo buffo di grattarsi la nuca, la faccia da ebete e il suo balbettare, in qualche modo ruppero l’atmosfera tesa che si era creata.
“Non fa niente…” Tagliò corto Sai, non sapeva bene perché, ma sentiva il bisogno di fuggire da lì all’istante.
 
Accompagnò Naruto nel suo appartamento e lo fece coricare nel letto, poi lo salutò velocemente e se ne andò. Fece due passi fuori dalla porta e iniziò a correre come un forsennato. Non gli importava se Naruto se ne era accorto di questa sua “fuga”, non gli interessava, desiderava solo scappare da lui, da quel quasi bacio che c’era stato fra loro due.
 
Naruto dal canto suo non riuscì a chiudere occhio quella notte, di certo non solo a causa del Sakè che gli circolava ancora in corpo. Tanti, troppi pensieri, tante troppe parole non dette e gesti lasciati a metà.
Nel tentativo di soffocare un amore non corrisposto, stava per gettarsi fra le braccia di un'altra persona, per giunta un uomo. Il solo pensiero fece arrossire come un peperone Naruto, d’istinto si portò la mano sugli occhi espirando un paio di volte per auto calmarsi. Gli mancava solo più un attacco di panico per concludere degnamente la serata.
Eppure, mai come in quel periodo si sentiva solo. Ironia della sorte, colui che aveva salvato il mondo, che era amato dalla sua gente, stimato da chiunque nei 5 paesi ninja, che era circondato sempre dai suoi amici si sentiva solo come un cane.
Ma non era una solitudine provocata per mancanza di amici, affetto o quanto altro. Naruto iniziò a capire, quello che gli mancava davvero era essere amato da qualcuno che potesse considerare la sua compagna. O il suo compagno, dato i risvolti scioccanti di quella serata.
Non ci capiva più nulla, era confuso e stordito, pregò solo di riuscire ad addormentarsi e magari di non fare sogni.
Perché ogni qual volta cadeva fra le braccia di Morfeo, ed ogni volta prima di risvegliarsi alle luci dell’alba, l’unica immagine che intravedeva nei suoi sogni era il viso di Sakura. Sempre.
 
Se Sai avesse avuto modo di pronunciare una delle tante frasi lette nei suoi libri, forse la più adatta a descrivere cosa stava vivendo Naruto sarebbe stata questa:
 
L’amore non muore mai di morte naturale. Muore di cecità, errori e tradimenti. Muore di stanchezza e deperimento, di appannamento.*
 
Non vi era nulla di più vero e crudele di quelle parole. A fuggire realmente quella notte, non era stato Sai, ma lo stesso Naruto. Sperava di scappare dal suo stesso cuore, strappandosi dall’anima quell’amore per Sakura che semplicemente non riusciva o non voleva dimenticarsi.
 
END
19-11-2014
 
*Citazione di Anais Nin.
 
 
OMAKE
 
Sai rientrò a casa esausto, si trascinò con lentezza fino al letto ove si lasciò cadere pesantemente sopra. Addosso ancora una sensazione di panico, cosa era preso a Naruto? Stava davvero tentando di baciarlo prima? Distrattamente si passò le dita sulle proprie labbra, cercando di immaginarsi come sarebbe potuta essere la sensazione di venire baciati, seppure da un altro ragazzo.
“Ma che vado a pensare…” esclamò tirandosi su e mettendosi seduto. Non aveva alcuna voglia, ma sentiva davvero il bisogno di farsi una doccia, la lunga corsa a perdifiato lo aveva fatto sudare fin troppo.
 
Si beò per un po’ del piacevole tepore dell’acqua calda, riuscì a rilassarlo un pochino, facendogli dimenticare per un attimo tutti gli strani eventi avvenuti nelle ultime ore.
Quando ebbe finito si legò un asciugamano in vita e ne prese un altro per frizionare i capelli. Gli era venuta sete, così si diresse verso il frigo per prendersi dell’acqua. Con suo disappunto si rese conto di aver dimenticato dei libri qua e la sul tavolo della cucina, in effetti ne aveva letto uno la mattina stessa mentre consumava la sua colazione. Li Raccolse tutti con l’intenzione di impilarli con cura, ma da uno di essi sfuggì un foglietto di carta. Lo prese e si rese conto che c’era qualcosa scritto sopra. In effetti aveva preso l’abitudine di segnarsi le frasi che lo colpivano maggiormente, quelle che credeva potessero essere di aiuto per Naruto o altre persone a lui care.
Spalancò appena gli occhi, pensando che forse il Karma stesso stesse cercando di trasmettergli chissà quale messaggio arcaico. Dato che la frase appuntata su quel pezzo di carta, recitava queste esatte parole: "Ho sempre sentito dire che ogni fine è anche un inizio,  solo che in quel momento non lo sappiamo. Mi piacerebbe pensare che è vero.*"
 
Un sorriso amaro si dipinse sul viso di Sai, ecco pensò, forse era questo che avrebbe dovuto dire a Naruto. Perché se era vero che la sua storia d’amore con Sakura era finita, nulla gli vietava di ricominciare da capo con un'altra persona. Per un piccolo, brevissimo istante, Sai visualizzò un immagine di se stesso accanto a Naruto. Ma era così ridicola, così priva di fondamenta, che la cancellò all’istante.
 
Finito di asciugarsi, indossò il pigiama e si ficcò subito sotto le coperte. La frase che lui stesso si era scritto che gli rimbombava in testa.
 
Già… mi piacerebbe pensare che posso andare da Naruto e dirgli che sarò io la persona che lo amerà. Mi piacerebbe pensare che è vero. Mi piacerebbe davvero tanto.
 
 
END
 
*Citazione tratta dal telefilm Criminal Minds, pronunciata dal personaggio di Emily Prentiss (finale settima stagione).
 
 
 
 
  
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