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Autore: teresartist    25/11/2014    1 recensioni
Blaine vive in un mondo in cui l'amore è vietato, lui se ne vuole andare perchè sa troppo, troppo di quello che c'è al di là del filo spinato.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Blaine si era un po’ stufato del bipolarismo inspiegabile di Kurt, si avviò a grandi passi verso l’accampamento, superò un paio di tende, quella in cui aveva passato la notte e camminò dietro a un gruppo di giovani ragazze con piccoli fiori bianchi nei capelli. Andò a sedersi sul tronco vicino al bracere dove era stato la sera prima.
Fissava i carboni bruciati con gli occhi vuoti e per la prima volta gli venne in mente la sua vecchia vita e per la prima volta gli mancò. Gli mancava la scuola, gli mancavano i suoi libri, gli mancava quel senso di sbaglio e trasgressione quando leggeva i libri sull’amore, di nascosto dai suoi genitori. I suoi genitori, già, non li aveva mai amati, come loro non avevano mai amato lui, ma infondo solo perché non sapevano amare, non potevano.
Lui però amava Kurt, lo amava con tutto il suo cuore e con ogni singolo muscolo del suo corpo ma lo sentiva così lontano in quel momento, sembravano sconosciuti che la notte prima si erano trovati a condividere una tenda.
Strizzò gli occhi e pensò che gli mancava anche Kurt, il suo Kurt, quello che gli insegnava quelle strane parole, quello che non poteva fare l’amore perché no, quello che aveva paura ad uscire di casa, quello che dormiva nel buco sotto il suo letto, quello intraprendente ma timido, forte ma schivo.
Dio se gli mancava.
 
 
Kurt stava seduto su quel ramo basso, di un albero forte e fissava il cielo con i suoi occhi azzurri, forse rubati al cielo stesso.
Odiava litigare con Blaine, odiava vederlo andarsene senza dire nulla, odiava non riuscire a trattenerlo, odiava vedere gli altri ragazzi guardarlo. Come quella mattina, quando appena sveglio si era allontanato dalla tenda per prendere qualcosa da mangiare, era tornato e quello stronzo del ragazzo con cui aveva parlato la sera prima stava comodamente seduto di fianco al suo Blaine scrutandolo da vicino. L’aveva cacciato in silenzio, per non svegliare il suo ragazzo e per non far scorgere all’infiltrato gli occhi color nocciola di Blaine dei quali lui si era tanto innamorato. Per questo non voleva che Blaine andasse in giro da solo, per questo voleva andare via.
Voleva andarsene davvero, voleva sposare Blaine, voleva tornare a casa, voleva vedere la sua stanza, voleva farla vedere a Blaine, voleva portarlo sul letto dicendogli parole dolci e voleva fare l’amore con lui.
Gli mancavano un sacco di cose, gli mancavano un sacco di persone, gli mancava Blaine.
Come gli mancava.
 
 
 
Kurt aveva imparato che le cose non si conquistano stando fermi ad aspettare così si alzò e si avviò nel bosco.
 
Blaine era ancora immerso nei suoi pensieri quando sentì qualcuno sedersi accanto a lui, si voltò di scatto e un bel ragazzo alto, dalle spalle larghe e possenti gli stava accanto e lo guardava.
 
“Sembri pensieroso” disse il ragazzo
 
Appena sentì la voce si rese conto che era il ragazzo che li aveva accolti la sera prima.
 
“Mi capita di pensare qualche volta” disse Blaine senza davvero pensarci, appunto.
 
I due si misero a parlare di cose varie e senza importanza, del sole, della tenda, del pranzo…
Il ragazzo era molto gentile e lasciava che Blaine parlasse un po’ per poi interromperlo e cambiare argomento.
 
“Quanti anni hai?” gli chiese ad un certo punto
 
Blaine dovette rifletterci un attimo, tornò indietro con la mente, due mesi, già due mesi.
DUE MESI! Il suo compleanno era tra due giorni e sì, avrebbe compiuto diciotto anni, quei diciotto anni che di là avrebbero segnato la fine della sua vita
 
“Q..Diciotto” rispose
 
Il ragazzo sembrava confuso, si voltò verso Blaine e gli si fece pericolosamente vicino, molto vicino, Blaine non capiva e per questo non si mosse.
 
 
Kurt stava già seguendo la scena da lontano da qualche minuto. Era geloso ma lo sopportava.
Poi lo vide, il ragazzo, quel bastardo, avvicinarsi a Blaine, vicino, troppo vicino.
Prese una freccia e caricò l’arco che aveva appena costruito, tirò lo spago fino all’orecchio, puntò chiudendo un occhio, sentiva i muscoli del collo pulsare e le dita tagliarsi sotto la tensione dello spago.
Mollò.
La freccia passò, perfetta, tra la testa di Blaine e quella di quel bastardo che glielo stava portando via e si impiantò perfettamente in un albero poco più lontano.
 
Kurt si avvicinò ai due a grandi passi, Blaine era immobile, incapace di muovere un muscolo, se Kurt avesse sbagliato di un solo centimetrio gli avrebbe colpito una tempia e sarebbe morto di sicuro. Blaine non aveva mai pensato che si sarebbe dovuto scontrare con la morte così tante volte.
Kurt lo ignorò, guardava fisso quel ragazzo alto e massiccio che sembrava congelato accanto a Blaine, d’istinto aveva spostato il volto indietro ma non si era mosso. Kurt lo fissava con gli occhi pieni di odio e di ira. Si avvicinò a lui, vicino, molto vicino, il ragazzo si alzò e Kurt si avvicinò di più, non era più alto ma di sicuro era più pericoloso. Quando fu a qualche centimetro di distanza da lui estrasse un freccia dalla tasca che portava sulla schiena e appoggiò la punta al collo del ragazzo, era fredda.
 
“Non ti avvicinare mai più” gli disse a bassa voce e a denti stretti
 
Poi spostò con un movimento fulmineo la freccia lasciando un piccolo graffio sulla pelle di quel giovane sconosciuto. Si voltò. Blaine era ancora immobile con le pupille fisse nel vuoto. Si avvicinò al suo ragazzo e fece per mettergli una mano sulla spalla. Ma Blaine si girò con uno scatto e si alzò, evitando il tocco.
 
“Lo vedi” si udì la voce scura dello sconosciuto “Non ti ama”.
 
Kurt a quel punto andò su tutte le furie, non poteva permettere a nessuno di trattarlo così.
Si voltò e in un attimo mise la mano nella tasca dei pantaloni di tela marroni e ne estrasse il piccolo coltello che aveva usato per procurare il cibo per lui e per Blaine per giorni, si lanciò verso quell’intruso e glielo avvicinò alla gola tirandogli indietro la testa. Il ragazzo sentiva la lama sulla pelle, fredda e affilata.
 
“Giuro che se parli ancora ti uccido” disse a bassa voce Kurt. Non aveva paura di farlo davvero.
 
“Sto dicendo la verità” replicò quello con un fil di voce, voleva vedere se Kurt era abbastanza coraggioso.
 
E a quanto pare lo era.
 
“L’hai voluto tu”
 
“KURT!” urlò Blaine voltandosi e spezzando quell’istante fatale.
 
Kurt abbassò la mano e lasciò andare il ragazzo che fece un sospiro ma rimase immobile.
 
“Che fai lo difendi?” disse Kurt guardando Blaine con gli stessi occhi adirati.
 
“Che ne sa lui se ti amo?” Blaine riusciva incredibilmente a sostenere quello sguardo, lo vedeva ferito e per questo cercava di essere ragionevole ma a quanto pare Kurt aveva perso già da un po’.
 
“Ti stava per baciare e tu non ti sei mosso” Kurt parlava piano, con lo sguardo fisso negli occhi di Blaine, il coltello affilato in mano e tutti i muscoli tesi.
 
“Solo perché non sapevo cosa fare”
 
“Provami che mi ami davvero” disse Kurt ignorando completamente l’affermazione di Blaine.
 
“D’accordo” rispose Blaine e per un secondo soltanto abbassò lo sguardo. Si avvicinò velocemente all’albero in cui si era impiantata la freccia pochi minuti prima, estrasse la freccia sporca di linfa appiccicosa e la porse a Kurt. Poi si appoggiò al troco, appena poco più largo delle sue spalle, appoggiò la testa e chiuse gli occhi.
 
“Puoi tirare” gli disse piano
 
“Cosa?” Kurt era confuso, o forse semplicemente non credeva a quello che Blaine stava facendo.
 
“Tira una freccia” gli ripetè Blaine aprendo gli occhi.
 
“No…Blaine, per favore…se…se sbaglio”
 
“Fallo” tuonò Blaine “Fallo e basta”
 
Kurt esitò, era troppo sotto stress, avrebbe sbagliato mira di sicuro e sarebbe stato fatale.
 
“Kurt tira – una – freccia” gli ripetè Blaine di  nuovo.
 
Kurt non si mosse, era troppo pericoloso, era bravo a tirare con l’arco ma la distanza tra il collo molle di Blaine e il nulla era troppo piccola.
 
Allora Blaine si mosse, si avvicinò a Kurt e gli tolse dalla mano il coltello che rifletteva la luce del sole, tornò al suo posto e si appoggiò la punta accuminata al ventre caldo trattenendo il coltello con entrambe le mani.
 
“O tiri o mi trafiggo” gli disse arricciando le labbra. Era l’unico modo per farsi ascoltare.
 
Kurt deglutì sonoramente, che stava facendo Blaine?
 
“Sbrigati” gli intimò, Blaine doveva ammetterlo, aveva un po’ paura ma si fidava di Kurt e si era accorto di quanto fosse fantastico come tiratore ma c’era sempre quella piccola parte di lui che pensava “E se sbaglia?”
 
Finalmente Kurt si decise, non c’era altro da fare. Sudava freddo e le mani gli sembravano congelate dalla paura di sbagliare colpo. Afferrò l’arco e lo guardò per un attimo, mise a terra tutte le sue frecce e scelse la più bella, con le piume più colorate e la punta più affilata, non aveva nulla da perdere. La sollevò con due dita e la guardò splendere al sole. Poi guardò Blaine, i suoi occhi chiusi, la punta di quella lama crudele che stava a contatto già con la sua pelle morbida, lo guardò meglio come per imprimere quell’immagine nel suo cervello scomposto. Ogni secondo in più che passava a guardarlo pensava a quanto lo amasse e a quanto fosse amato da lui. Si avvicinò la freccia alla bocca e bagnò la punta con le labbra, se quello fosse stato l’ultimo tocco che passava da lui a Blaine voleva fosse un bacio.
Alzò l’arco e posizionò la freccia esattamente a metà dello spago, lo tirò a se con tutta la forza che aveva, sentendo ogni muscolo del suo corpo tendersi in una febbrile attesa, quando l’arco fu teso abbastanza chiuse un occhio, prese la mira e poi li chiuse entrambi.
 
Sentì i muscoli rilassarsi e l’arco cadere a terra mentre la freccia fendeva l’aria con una precisione incredibile.
Aprì gli occhi e rimase immobile, Blaine era lì, ancora, fermo con il coltello puntato al ventre, l’unica differenza era che a sinistra del suo collo teso, a solo un paio di centimetri di distanza c’era incastrata una freccia. Kurt non ebbe il coraggio di muoversi.
Blaine aprì gli occhi e fece roteare il coltello tra le dita, si voltò verso la freccia che stava a pochissima distanza da lui e senza sforzo la staccò dal legno, era sporca di resina.
Si avvicinò a Kurt tenendo le armi fra le dita e fissandolo negli occhi, quando fu abbastanza vicino allungò le braccia e le tese verso Kurt ridandogli indietro ciò che gli apparteneva.
Kurt gli guardò le mani, rosse, sudate e tremanti, allungò le sue e gettò a terra quegli attrezzi, alzò lo sguardo e incrociò quello di Blaine senza il coraggio di dire o fare nulla.
Rimasero a fissarsi per un minuto circa senza dire nulla, non ce n’era il bisogno.
Poi Blaine mosse una mano e girando intorno a Kurt lo fece indietreggiare fino a fargli appoggiare la schiena, le gambe e la testa a quel dannato tronco che poco prima aveva mirato.
Lo fissò a lungo anche lì e poi si lasciò andare.
Si avvicinò alle sue labbra molto lentamente e quando sentì che era abbastanza vicino sussurrò “Ti amo, davvero”
 
Kurt ebbe solo la forza di deglutire senza spostare lo sguardo.
 
Blaine finalmente sorrise e lasciò le sue labbra calde e pulsanti appoggiarsi su quelle gelate e immobili di Kurt che erano ancora troppo scioccate per muoversi.
 
Rimasero così, fermi, a fissarsi, senza toccarsi, per un paio di minuti.
I muscoli di Kurt rimanevano tesi, la tensione non si era sciolta ancora, Blaine era semplicemente immobile, la sua espressione non aveva un significato vero, era solo la sua.
Sfiorò la mano ancora fredda di Kurt e poi la strinse nella sua e la scaldò.
 
“Sei un ottimo tiratore” gli disse Blaine
 
Kurt esitò ancora un attimo e poi disse con un fil di voce “Non lo fare mai più”
 
Blaine sorrise e si appoggiò di nuovo alle labbra di Kurt che si erano un po’ scaldate e risposero dando indietro quel bacio con un altro un po’ più forte e impetuoso, e poi un altro, e un altro ancora.
Kurt si mise a ridere piano sulle labbra di Blaine che si mise a ridere a sua volta.
Poi tornarono seri un attimo, Kurt si voltò verso il ragazzo che aveva assistito a tutta la scena, provava quasi pena per lui.
 
“Come si va alla Terra dei Laghi?” gli chiese
 
Il ragazzo si mosse piano e indicò a ovest con  il dito “Di là, oltre i pascoli e dopo il villaggio di Abak” disse a mezza voce
 
“Grazie” rispose Kurt con arroganza e tenendo per mano Blaine fece per andarsene, poi si fermò, si voltò verso il ragazzo e gli chiese “Come ti chiami?”
 
“David” rispose lui schivo
 
“David” ripetè Kurt tra i denti “Dacci delle coperte, sta venendo freddo” gli ordinò senza aspettarsi alcuna risposta
 
“Potete prendere quelle della vostra tenda” rispose quello
 
“Voglio anche uno zaino” gli disse
 
“Ve lo farò arrivare”
 
“Grazie”
 
Kurt si avvicinò a David e lasciò la mano di Blaine porgendola all’altro
 
“Kurt”
 
“Piacere”
 
“Addio”
 






NOTA DELL'AUTRICE: buon giorno a tutti! intanto mi darò ai saluti e ringraziamenti di rito quindi grazie a tutti tutti che leggete e recensite e mi fate sentire tanto apprezzata <3 vi voglio un mondo di bene!
ARGOMENTO A CASO: ho rotto le scatole alla mia professoressa di italiano perchè volevo leggere La Solitudine Dei Numeri Primi e lo amo! Credo sia il libro più bello che io abbia mai letto ed è scritto meravigliosamente quindi ANDATE TUTTI A LEGGERLO.
LA FANFICTION: vi piace? Spero di si, a me piace molto scriverla, so di metterci un overdose di angst qualche volta, ma sono fatta così. Alla fine sassy Kurt faceva molta scena quindi ci stava.
IL PROSSIMO CAPITOLO: allora, io sono in seconda liceo e come molti di voi sanno Dicembre per gli studenti è un mese terribile e per me non è diverso. Vi prometto che scriverò in ogni secondo libero ma non so quando potrò pubblicare :( 
Allora PUNTO DELLA SITUAZIONE: mi sembra abbastanza ovvio che i nostri due tesori si amano alla follia (nel vero senso del termine) e vogliono sposarsi eccetera eccetera, ma ricordatevi che sto scrivendo io! Quindi state molto attenti perchè non si sa mai cosa elaborerà il mio cervello.

vi lascio con un bacione
T. <3

P.S. chi è super felice del fatto che stiano facendo il film di Città Di Carta? IO!
chi trova che Darren con le uova in testa sia assolutamente supermegafoxyhot? IO!
chi è sempre più orgogliosa del mio bimbo Chris? IO!
altra cosa: chi guarda The Flash e ne è ossessionata? IO!

 
  
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