Tac tac tac
Nella buia
stanza di programmazione delle macchine il silenzio viene rotto
dal suono ritmato e battente delle dita dell’uomo sulla
tastiera.
E’ notte
fonda ormai, dovrebbe riposare: ma a furia di stare a contatto con le
macchine
anche l’uomo può perdere la sua umanità.
Tac
tac tac
Nell’impostazione
di un nuovo androide Sakamaki avverte sempre un brivido
di eccitazione, una scossa fredda che illumina gli occhi nella foschia
dell’ambiente: un nuovo essere, dotato di movimento e parola,
sta per accendersi.
Lo scienziato sente nelle mani una potenza divina nel premere il tasto
di
accensione: qualcosa di inanimato sta per prendere vita, grazie a lui.
Bip bip bip
Quando la
vita arriva, all’inizio non si avverte nulla.
C’è solo una lieve
oscillazione dei dati nei monitor in alto, sopra il suo capo.
Null’altro, solo
un fremito.
Ma Sakamaki sa bene che in quel brivido impercettibile
c’è racchiusa una forza
gigantesca, la più potente e misteriosa al mondo:
un’esistenza che appare,
timida e straordinaria.
Togurou sorride, permettendosi di socchiudere gli occhi un secondo:
pensa che
se non fosse finito a prestare le sue competenze
nell’esercito per il bene
dell’umanità, gli sarebbe piaciuto fare
l’ostetrico. Visitare i bambini quando
ancora non hanno visto la luce del mondo, tranquillizzare i giovani
genitori
ansiosi e sentire infine quel corpicino caldo, rosso e pulsante di vita
fra le
mani: pensare “Eccoti, ben arrivato, figlio
dell’uomo. Ora piangi, gridi e e
forse pensi che dentro al corpo di tua madre stavi molto meglio, ma ti
posso
assicurare che il mondo è un posto bello, ti
piacerà”. E poi vedere quei
fagottini sparire, ingoiati dal mondo frettoloso e veloce che in un
attimo li
renderà uomini.
Bip bip bip
Lo scienziato
scuote la testa, sulle labbra un sorriso sciocco ed
imbarazzato: “Com’è strano” si
ritrova a pensare “Questi sogni sembrano
appartenere ad una vita fa, ormai. Come cambiano le
cose…”
Eppure lì, in quella sala buia e calda, infondo Sakamaki si
sente realizzato.
Non vede volti sorridenti di giovani coppie che vengono a farsi
tranquillizzare
ed emozionare, ma facce preoccupate e tese continuamente, nei consigli
e
riunioni amare e fredde come caffè nero dimenticato nella
caffettiera: ma
davanti ai suoi occhi i dati nei monitor cambiano, evolvono, avvisano
che c’è
qualcuno che ha bisogno di lui, che necessita dei suoi comandi.
Tac tac tac
Allora si
rimette al lavoro, cercando di capire perché
all’improvviso
avverte un vuoto pesante all’altezza del petto, e la luce
meccanica di quegli
occhi ora finalmente aperti davanti a lui non basterà a
riempirlo.
Sakamaki ha sempre trovato sicurezza nel lavorare con gli androidi:
sono
uomini, semplicemente privi della capacità di essere liberi.
Come quelle bestie
che nascono e crescono in cattività, ed imparano che
l’unica vita per loro è
quella in gabbia, così pure i suoi robot sono bloccati nella
concezione di
mondo che lui prepara per loro.
Ed ora, guardando gli occhi grigi e brillanti dell’androide
appena acceso, gli
torna in mente quella frase, quel pensiero di benvenuto sciocco che
però,
chissà come, gli scivola dalle labbra: - Eccoti, ben
arrivato, servo dell’uomo.
Ora sei fermo, in attesa e forse pensi che stavi meglio quando la tua
scheda di
programmazione non era ancora stata ultimata, ma… Ma ti
posso assicurare…-
Abbassa il capo, gli occhi pizzicano contro la luce prepotente degli
schermi
tutt’intorno - Ti posso assicurare che il mondo non
è così bello come vorrei
fosse. Vorrei darti il benvenuto in un giorno di sole e di pace,
augurandoti
tutto il bene e la felicità. Ma forse… Forse
stavi meglio davvero, prima di
aprire i tuoi occhi bigi su questa stanza buia, su questo mondo marcio
e
devastato.-
Un sospiro scricchiolante gli sfugge dalle labbra, una goccia di sudore
scivola
dalla fronte verso le guance.
Tac… Tac… Tac…
-Sakamaki, ancora a lavoro?- una voce sommessa, ma pur sempre
viva, forte,
interrompe il battere meccanico delle sue dita stanche.
- Toudou, sapevo saresti arrivato. Non ce la fai a resistere
un’intera giornata
senza di me, eh?-
Una risatina sommessa, ironicamente rassegnata, gli giunge
all’orecchio prima
della risposta.
-E’ quello nuovo?-
-Sì!- un’esclamazione improvvisa, con una punta di
orgoglio - E’ stato
biricchino nella procedura iniziale, ma ora è tutto
regolare.-
-Li fai rigare dritti tutti, tu.-
-Sei venuto quaggiù per farmi i complimenti?-
-Non farti strane idee, fino a quando non mi porterai dei risultati
concreti
non avrò motivo di lodarti.-
-Dimentichi che io sono uno scienziato, Heikichi-kun. Mi occupo di dati
teorici, la pratica non mi compete… Non con questa veste
addosso.-
-Allora mettiamola in questo modo: ti offro da bere da me, tu porta i
tuoi dati
teorici e io…-
-Tu mi esporrai la pratica?-
-Precisamente.-
Sakamaki annuisce e incontrando lo sguardo dell’altro vede
nei suoi occhi
brillare la stessa luce divertita.
Toudou increspa le labbra, Togurou sente le orecchie fischiare
dall’emozione:
solo davanti a lui il presidente dell’El dorado ride in
questo modo.
-Andiamo, baka. Gli androidi possono aspettare fino a domani mattina.-
-Penso proprio di sì…- Annuisce Sakamaki, ma nel
premere il pulsante di arresto
esita un secondo: si può spegnere la vita? Si può
interromperla per poi
riprendere a farla funzionare quando serve? … Sì,
forse sì, forse è questa la
vera forza delle macchine, il vero vantaggio degli androidi. Non si
affezionano
a nulla: per loro la morte non esiste, perché neanche la
vita ha significato.
L’uomo sfiora la superficie lucida del volto del robot, poi
preme il pulsante.
Fissa intensamente quegli occhi chiudersi di scatto, mentre la luce lo
abbandona.
Bip… Bip… Bip.
Si ferma anche il rumore, ora è tutto silenzio.
-Perché
hai esitato tanto per spegnere la
sala?-
-Perché stavo pensando alla vita, Toudou, alla vita che
dobbiamo vivere. Non
dobbiamo lasciar cadere nell’oblio del passato i futuri che
non abbiamo avuto
il coraggio di realizzare. Nessuno stacca per noi la spina per poi
rimetterla
quando è conveniente vivere. Noi esistiamo in questo tempo e
in questo mondo,
dobbiamo trovare qui e ora quello che ci serve.-
-E cosa ti serve, qui e ora?-
-Penso… Solo un po’ di pace.-
-Certo. Anche a me.-
Rimangono allora così, a camminare uno al fianco
dell’altro, per i corridoi
freddi di una base militare. Un nido, per due anime combattenti come le
loro.
Prima di tutto mi voglio scusare: in genere non sto mai così
assente, ma in questo periodo proprio mi è impossibile
avvicinarmi più di tanto alla tastiera.
Quindi, scusatemi, probabilmente c'è qualcuno che ancora
aspetta una mia recensione o messaggio e ha tutti i motivi del mondo
per volermi fare fuori: faccio il possibile per stare al passo, prima o
poi mi farò viva nuovamente, voi continuate a sperare (?) *
3 *
Per quello che riguarda la shot, come ben si è capito sono
Sakamaki e Toudou, della Chrono Stone: non so in quanti conoscano e
apprezzino questi personaggi, io ho voluto semplicemente provare a
scriverci qualcosa perché penso possano dare ottimi spunti
di riflessione. La figura di Sakamaki mi incuriosisce di
più, nulla da nascondere, ma anche Heikichi merita il suo
spazio. E, niente, so che probabilmente ci sarà gente che mi
lincerà per aver scritto di questi due così
coccolosi ma... Ehi, sono fatta così, il fluff mi perseguita
owo
Questa shot è per Lau, assolutamente, che spero
apprezzerà <3
Ringrazio tutti quelli che si sono fermati a leggere, che hanno gradito
e che lasceranno un commento: siete splendide persone~
Au revoir!