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Autore: crige    25/11/2014    8 recensioni
SAVE ME.
Nell' attesa dell' aggiornamento di "Love Of My Life", potete leggere questa breve storia.
Feffe e Alessia alle prese con i classici problemi di una relazione a distanza.
Non mancherà il diabete, le uscite di Erica e la saggezza di Nene.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi fermo davanti al vialetto.
Mi piego in avanti poggiando le mani sulle ginocchia.
Cerco di regolare il respiro.

Stamani sono uscita di casa presto.
Mi sono infilata le scarpe da corsa e mi sono fiondata fuori.
Sentivo il bisogno di correre.

Mi sono svegliata sobbalzando.
È come se avessi avuto un brutto presentimento.
Non so spiegarmelo bene.

Ho lasciato Erica a dormire beatamente nel letto.
Ho preso qualche minuto per osservarla.
Era ancora nuda dalla nostra sera precedente.
Nuda e bellissima.
Non ho voluto svegliarla.

Ho corso sulle note dei Coldplay.
L'ultimo album.
Mi piace da impazzire.
Ma ora che sono qui, davanti casa di Feffe, quella brutta sensazione non se n'è andata.

Cammino lentamente verso la casa della mia amica.
Apro silenziosamente la porta, chiudendomela poi alle spalle.
Subito Terry corre a salutarmi.

Le faccio qualche coccola, congedendomi poco dopo.
Entro in quella che negli ultimi giorni è stata la mia camera.
Noto che la mia ragazza non c'è.
Deve essere uscita.

Sospiro recuperando l'occorrente per fare la doccia.
Successivamente mi chiudo in bagno.
Mi privo dei vestiti, lasciandomi travolgere dal getto di acqua calda.

È strano come la doccia richiami a galla tutti i tuoi pensieri.
Si affollano lì nella tua mente, desiderosi di farsi sentire.
Bisognosi di attenzione.

È solo che ultimamente cerco di reprimerli.
Sono un' ossessione.
Un'ossessione che in realtà porta su di sè un nome solo.
Francesca.

Non so cosa le succeda.
Ma in quest'ultimo periodo è strana.
O almeno più strana del solito.

La sorprendo spesso seduta sul divano.
Televisione spenta.
Una birra in mano e lo sguardo completamente assente.

Poi, quando imi ha detto che sarebbe andata da Alessia, mi ha assalito il panico.
Mille ipotesi hanno preso immagine nella mia mente.
Ho paura che possa fare stronzate.

Libero un sospiro fustrato.
Oggi è il suo compleanno.
Non è mai stato un giorno piacevole.
Per nessuna delle due.
Ma soprattutto per lei.

-Ah, sei qui-

Sobbalzo di spavento a quella voce inaspettata.
Mi copro velocemente il corpo.
Solo dopo aver visto di chi si tratta, rinsano di mente.

-Dio, Erica, non farlo mai più- soffio, recuperando il flacone di bagnoschiuma.

-Scusa- sorride -non volevo spaventarti-

-Tranquilla- le sorrido di rimando -tra qualche minuto sono pronta-

-Ok, ti aspetto in camera- dice, sparendo poco dopo.

Scuoto la testa divertita.
Se non ci fossi lei, sarei sicuramente impazzita nelle ultime settimane.
Sono fortunata ad averla.

Le cose tra di noi vanno a gonfie vele.
Ormai è quasi fissa a casa mia.
I miei l'adorano.
E i suoi adorano me.

I genitori di Erica mi hanno accolto a braccia aperte.
Sua madre mi ha detto che non si sarebbe mai aspettata che la figlia portasse a casa una ragazza.
Ma che non le è per niente dispiaciuto.
A loro basta solo che la sua bambina sia felice.
E spero che lei lo sia.

Erica mi fa dannatamente bene.
Ha una personalità solare e allegra che ha risvegliato la mia anima sofferente.
È stata lei a convincermi ad accettare la proposta dei miei genitori, di andare a fare apprendistato nella loro azienda.
E devo dire che sta andando alla grande.

I miei pensieri vengono nuovamente interrotti dal rumore della tendina che si spalanca.
Una Erica nuda e sorridente fa il suo ingresso nel piccolo abitacolo.
Mi cinge il collo con le braccia.

-Non mi piaci quando sei tutta pensierosa- soffia sulle mie labbra -e ho deciso di rimediare-

-Si?- chiedo, inarcando un sopracciglio e costringendola contro il muro -e come pensi di fare?-

-Non so- si apre nel suo immancabile sorriso sarcastico -pensavo a una partita a carte qui dentro! Che dici?-

-Che sei la solita scema- rido, rubandole un bacio passionale.

Porto le mani ai lati della sua testa.
Spingo un ginocchio tra le sue gambe.
Nel mentre insinuo la lingua tra le sue labbra.
Sicuramente mi ha dato altro a cui pensare.


**********

-Ho tante noci di cocco splendide, tittirì, tutte in fila per tre, per tre, per tre... Bombombobombombo grandi grosse, anche più grandi di te!- canticchio, mentre la guardo vestirsi.

-Te l'ho detto, io, che stare interi pomeriggi a guardare i cartoni animati con Marta, ti fa male!- scuote la testa divertita, raggiungendomi sul letto.

-Bhè, ci hai proibito di montare i video di te che t'incazzi e te la predi con noi, qualcosa dovremo pur fare!- si lamenta, mettendo il broncio.

-Erica, ne abbiamo già parlato- borbotta -il video di me che cado su una buccia di banana, appositamente messa lì da Marta, mentre ti rincorro per aver sostituto la mia salsa di soia con l'aceto, non è divertente!-

-Dici così solo perchè non ti sei vista cadere!- sopprimo una risata, cercando di sembrare seria.

Sbuffa, sedendosi con la schiena poggiata contro lo schienale del letto.
Recupera il libro poggiato sul comodino.
Inizia a leggere, ignorandomi.

Mi perdo ad osservarla.
Ogni volta mi sorprendo di quanto sia bella.
Non ci posso ancora credere che stiamo insieme da più di un anno.

Mi ricordo ancora il giorno in cui disse alla sua squadra, che stava con me.
Fu estremamente divertente.
Bianca e Cinzia scoppiarono a ridere.
Le altre, invece, erano totalmente sorprese.
Ma tutte ovviamente non hanno avuto niente da ridire.
Soprattutto perchè le più hanno paura di lei.
Rido mentalmente di questo ultimo appunto, perdendomi poi a fissare il soffitto.

So a cosa sta pensando, in questi giorni.
Sicuramente a Federica, certo.
Ma anche Francesca le dà pensieri, ultimamente.

Ho notato anche io che è strana.
Ma non so se sia per il compleanno o per altro.
Ele mi ha detto che ha provato a parlarci, ma che non le ha ricavato niente.

Ho provato a parlarne con Alessia, ma lei sostiene che sia tutto ok.
Io inveve credo che sia anche a causa sua se Feffe sta così.
Insomma, pure io la sento pochissimo.

È sempre impegnata.
O perchè esce con i suoi nuovi amici.
O perchè è a lezione.
Fatto sta che è quasi irreperibile.

Non so cosa passi per la sua testa.
Non so se si rende conto che sta facendo soffrire la sua ragazza.
Proprio ora che avrebbe bisogno di lei.

-Ele- richiamo la sua attenzione, poggiandole una mano sul braccio -tu credi che i nani abbiano un'anima?-

-Eh?- domanda, stranita.

-Sì insomma- sospiro -devono pur provare qualcosa! Magari si esprimono a canzoni come gli humpa lumpa!-

-Che cavolo stai dicendo?-

-Dai, pensaci! Stanno tutto il giorno, tutti i giorni, fermi nel solito punto di un qualche giardino senza mai ricevere ringraziamenti da nessuno! Pensa a quanto debbano soffrire!-

La vedo posare il libro dove era prima.
Si gira su un fianco, così da guardarmi in faccia.
Mi posa una mano sul viso.

-Che droga hai preso?- domanda, seria.

-Nessuna- sbotto, risentita -stavo pensando ad Alessia e mi sono venuti in mente i nani!-

Mi guarda per qualche secondo.
Poi scoppia a ridere come una deficiente.
Si rotola sul letto, con le mani sullo stomaco, incapace di fermarsi.

-Cosa ridi?- m'imbroncio.

-Mi sto immaginando Alessia in veste di nano da giardino!- urla con le lacrime agli occhi per le troppe risate -l'altezza è uguale!-

M'immagino la stessa cosa e in effetti fa ridere.
Peró insomma, stiamo parlando della mia migliore amica.
Non è carino prenderla in giro così.

-Dai, Amore, piantala- le tiro una leggera manata sulla spalla -non essere cattiva-

-Scusa- si ricompone, mettendosi seduta -ma era troppo divertente-

Le sorrido.
Mi avvicino, trovando posto tra le sue braccia.
Mi stringe a sè, lasciandomi un bacio su una tempia.

-Era da un po' che non ti sentivo ridere così-

Piano, piano vedo il suo sorriso sfumare.
Torna seria e pensierosa.
Distrattamente inizia ad accarezzarmi i capelli.

-Mi dispiace-

-È per Francesca, vero?-

-Sì- annuisce sorpresa -come..-

-L'ho capito da come la guardi- le spiego -sei preoccupata-

-Già-

Abbandono la mia postazione.
Mi siedo di fronte a lei.
Le prendo una mano, intrecciando le nostre dita.

-Credi abbia problemi con Alessia?-

-Non lo so- sospira -e questa cosa mi snerva!- sbuffa rumorosamente -non parla con me! Si chiude in sè stessa e non lascia che l'aiuti-

-Magari vuole stare un po' da sola-

-Sì, ma a lei non fa bene stare da sola- mormora, liberando la mano dalla mia presa e alzandosi dal letto.

Prende a camminare avanti e indietro per la camera.
Lascia andare un sospiro.
Si passa una mano tra i capelli.
Gesto che fa quando è nervosa.

-Con l'avvicinarsi di oggi, pensavo stesse così per Federica! Ma quando mi ha detto che andava da Alessia, mi sono ricreduta-

-Perchè?-

-Perchè di solito, in questo giorno, si alza presto, va a correre e poi passa tutta la mattinata al cimitero. Nel pomeriggio va al parco, nel punto in cui andava con lei e la sera se ne sta in casa a bere-

-Non sta con te?-

-No- sorride amara -non ama farsi vedere da me quando piange per lei-

-Non capisco-

-Si sente in colpa ed è convinta che non sia giusto che io consoli lei, quando era lei ad essere al volante di quella macchina-

-Si, ma ora le cose sono cambiate! Non si dà più la colpa per l'incidente-

-Ma questo non le vieta di sentircisi-

Rimango a riflettere sulle sue parole.
Non riesco a capire come Francesca possa ancora sentirsi in colpa per quella sera.
Non è stata colpa sua!
Glielo hanno detto tutti!
Perfino i genitori di Federica.

Non so cosa pensare.
L' unica cosa che so, è che detesto vedere la mia ragazza così.
Devo fare qualcosa. 


**********

Spengo la macchina e tolgo le chiavi dal volante.
Scendo lentamente dall' auto.
Percorro il familiare vialetto di casa di Feffe, entrando poi nell' abitazione.

Sono stata dai genitori di Federica.
Vado sempre a trovarli in questo giorno.
Mi offrono un caffè e quattro chiacchiere.
Sono felici di vedermi.

Abbiamo parlato del più e del meno.
Mi hanno detto che lo psicologo che segue Fabio, dice che sta migliorando.
Io invece ho parlato loro di Erica.
Sono contenti che io stia bene.

Sospiro andandomi a sedere sul divano.
Stendo i piedi sul tavolino da fumo di fronte.
Mi accendo una sigaretta, tirando qualche boccata.

All'improvviso sento un enorme baccano provenire dalla cucina.
Scatto subito in piedi, spegnendo la cicca nel posacenere.
Preoccupata corro verso quella stanza.

Vi trovo Erica ricoperta di farina.
Erica e la maggior parte del pavimento.
Un mestolo di legno in mano e un'aria dispiaciuta dipinta in volto.

-Che combini?- le chiedo, sopprimendo a stento una risata.

-Volevo farti una torta- s'imbroncia.

-Ma tu non sai cucinare!- sorrido divertita.

-Bhè, ti ho vista triste e volevo fare qualcosa- ribatte -ho letto la ricetta e ho pensato che, se pure quella trogola della Parodi puó cucinare, potevo farlo anche io-

-E cosa è andato storto?-

-Ho capito di essere più trogola di lei- sbuffa, creando una nuvola di farina -e poi che cazzo vuol dire "montare a neve gli albumi delle uova"? Siamo in primavera, perdio!-

E a qella frase, non resisto più.
Scoppio a ridere come una perfetta idiota.
Incapace di controllarmi.

-Cosa hai da ridere, tu?- soffia -potevano scrivere che è una torta invernale! Avrei evitato di farla!-

-Oddio muoio- starnazzo, ridendo senza freni -io ti amo, giuro!- rido ancora, piegandomi sulle ginocchia.

-Anche se sono negata in cucina?- sorride.

-Anche se sei negata in cucina- annuisco, fissandola negli occhi, smettendo di ridere.

-Anche se credo che i nani abbiano un'anima?-

-Si- rispondo, andandole incontro e abbracciandola -Ti ameró sempre-

-Anche se ho rovinato la tua maglietta dell'Inghilterra rugby con la candeggina?-

-Cosa hai fatto?- ringhio, staccandomi.

-Hai detto sempre- mette su quel broncio che adoro.

Cerco di restare arrabbiata.
Ci provo con tutte le forze.
Ma non posso.

Non ho mai riso tanto in questo giorno triste, di adesso.
Negli ultimi anni, mi limitavo ad andare dai Guidi per poi sbronzarmi a casa.
Non ho mai riso.

Ma questo mi fa capire, ancora una volta, di quanto Erica sia speciale.
Di quanto io sia fortunata ad averla.
Di quanto sia perfetta per me.

-Ti Amo- sussurro sulle sue labbra.

-Ti Amo anche io- sorride, per poi baciarmi.

Un bacio lento, dolce.
Un bacio ricco di parole superflue.
Di promesse celate.
Un bacio pieno d' Amore.

Tutto ad un tratto, sentiamo il portone di casa sbattere rumorosamente.
Sobbalziamo, dividendoci.
Ci fissiamo per un attimo, prima di correre in sala.

Troviamo Francesca e Alessia.
Una di fronte all'altra.
Solo il divano a separarle.

-Non ti ho chiesto io di venire!- le sbotta contro, la più piccola.

-Certo che no- dice sarcastica, Feffe -se era per te, ci saremmo viste direttamente per le vacanze estive! Sempre se non decidevi di passarle con i tuoi nuovi amici!-

-Non fare la ridicola, adesso-

-Ridicola?- urla, incredula, la mia amica -vattene!- grida, indicandole la porta.

-Cosa?-

-Esci da casa mia!- scandisce ogni parola, con rabbia.

Ed è proprio vedendo quella rabbia, che decido di intervenire.
Stringo una mano di Erica.
Le faccio un cenno con la testa, in drezione di Alessia.

-Erica, perchè tu e Ale non uscite a fare una passeggiata?- 

-No!- m'interrompe, la nana -io non..-

-Direi che è un' ottima idea- la mia ragazza si porta vicino a lei, trascinandola fuori casa per un braccio.

Sento il portone chiudersi.
Tiro un sospiro di sollievo.
Faccio un passo verso Feffe, quando lei scatta.

-Vaffanculo!- grida, tirando una botta alla lampada sul mobile vicino, facendola cadere rovinosamente in terra.

-Feffe- la chiamo, con tono fermo -calmati e siediti- le indico il divano -ti vado a prendere una birra-

-No, io..-

-Calmati e siediti!- le ripeto, non ammettendo repliche.

Annuisce, sedendosi.
La vedo stringere i pugni e chiudere gli occhi.
Che cavolo è successo?

Vado in cucina, evitando di pestare le chiazze di farina lasciate da Erica.
Recupero due birre dal frigo.
Dopo torno in salotto porgendone una alla mia amica, sedendomi in fine sul tavolincino di fronte.

-Allora, che è successo?-

-Non dovevo andare da lei- mormora -è stato un errore- si passa una mano sul viso, visibilmente stanca -sembrava andare tutto bene, ma poi abbiamo iniziato a ltigare e come vedi, non abbiamo ancora finito- sorride amara, lasciandosi adare contro lo schienale.

-Litigare per cosa?-

-Le solite cose- risponde sbrigativa -mi ha accusato di essere andata da lei solo perchè oggi è il compleanno di Federica- ride senza allegria -e pensare che io invece volevo stare solo un po' con lei. Perchè mi manca... Mi manca da morire- sussurra, abbassando lo sguardo.

Cerco di reprimere la rabbia che mi sta montando dentro verso quella stupida.
È solamente una mocciosa immatura.
Come si puó essere così cechi?

Non vede tutto l'Amore che ogni parte di Feffe, emana per lei?
Non capisce che la sua assenza la distrugge?
Come puó non capire?

-Prova a parlarle-

-Ci ho provato e guarda come è andata- m'informa -hai visto tu stessa-

-Capirà- le stringo un ginocchio -dalle tempo- 

Mi sorride.
Un sorriso tirato, forzato.
Un sorriso triste.

-Sento che la sto perdendo, Nene- confessa -e non so che altro fare per impedirlo-

-Vieni qui- mi porto accanto a lei, accogliendola tra le mie braccia -andrà tutto bene- sussurro, accarezzandole i capelli -te lo prometto, Scricciolo-

-Lo spero tanto-

Cala un lungo silenzio.
Un silenzio noto e confortante.
Un silenzio che sa di casa.

Posso intuire quali siano i suoi pensieri.
Molto probabilmente sono simili ai miei.
Odio vederla così.

-Ti offrirei una torta- rido -ma Erica dice che è invernale e quindi non si puó fare in primavera!-

-Cosa?- riesco a farla ridere.

-Si- annuisco -si è bloccata quando sulla ricetta c'era scritto di montare gli albumi a neve-

Scoppia a ridere, coinvolgendomi.
La mia preoccupazione cala un po'.
La sua rabbia pure.

-E ah, non etrate in cucina-

-Perchè?-

-Non lo vuoi sapere-



**********
Camminiamo in silenzio.
Ogni tanto le lancio qualche occhiata.
Ma è troppo persa nei suoi pensieri.

Non so cosa pensare di quello che ho visto.
Francesca sembrava davvero arrabbiata.
Alessia deve averla veramente combinata grossa, questa volta.

So per certo che non è stata colpa di Feffe.
Insomma, come puó esserlo?
Quella ragazza ha preso due giorni di ferie solo per andarla a trovare!
Mentre Alessia, ultimamente, è sempre assente.

-Ti muovi a dirmi cosa è successo o devo cavarti tutto con la forza?- sbotto, fermandomi all'improvviso.

La mia amica sospira.
Mi guarda tristemente.
Poi si siede sul bordo del marciapiede.

-Le ho detto che è venuta a Milano solo perchè oggi è il compleanno di Federica-

-Tu cosa?- tuono, incredula.

-Lo so, ho sbagliato!- sbuffa -non ti ci mettere anche tu-

Non posso credere che glielo abbia detto davvero.
Ma si è mangiata il cervello?
Non ero io, la stupida, tra le due?

-Farai meglio a spiegarti, prima che dia il via libera a Eleonora per riempirti di botte- la minaccio, puntandole contro l' indice.

-Che ti devo dire, Eri?- soffia -non ci sentiamo spesso, ultimamente. Poi si presenta a casa mia dal niente, giusto due giorni prima del suo compleanno!-

-Cazzo, Ale!- perdo la pazienza -è colpa tua se vi sentite poco! O sei a lezione, oppure sei in giro con i tuoi amici! Se vi sentite al telefono è solo perchè è lei a chiamarti!-

Una sera Francesca è venuta a trovarmi.
Abbiamo parlato un po'.
Alla fine mi ha chiesto se anche con me, Alessia, si facesse sentire sempre meno.

Ho visto subito quanto fosse triste.
Quanto ne stesse soffrendo.
Perchè la mia amica non riesce a vederlo?

-Le stai facendo del male!- mormoro.

-Me ne sono accorta solo adesso- abbassa lo sguardo, colpevole -pensavo che sentendola meno, mi sarei abituata meglio alla sua assenza fisica! Ma mi sbagliavo!- scoppia a piangere -è che mi manca da morire! La mattina mi sveglio e sto subito male perchè i suoi occhi non sono la prima cosa che vedo! La sera torno a casa e l'unica cosa a cui riesco a pensare è di volerla accanto a me! Di stare tra le sue braccia e invece non posso!-

-Ma è lo stesso anche per lei!- l'abbraccio di slancio -ma non è non sentendola che risolvi la cosa!-

-E come, allora?- chiede, cercando di calmarsi -o finiamo con il lasciarci, oppure risolviamo la cosa e lei continuerà a mancarmi ogni giorno, come adesso!- si stacca, puntando i suoi occhi nei miei -e io ho tanta paura che lei voglia lasciarmi, Erica!-

-Non credo proprio!-

-Hai visto anche tu quanto fosse arrabbiata!-

-Falla calmare- le accarezzo una guancia -poi parlaci e risolvete questa cosa-

-Pensi che riusciremo a risolverla?-

-L' Amore è più forte di tutto il resto, Alessia-


_____________________________________________

ANGOLO AUTRICE:

Salve!

Eccoci qua con il secondo capitolo.
Erica e Nene sono sempre più dolci *.*
Alessia è una stronza e Francesca è ferita.
Chissà cosa accadrà ;)

Spero che vi sia piaciuto!
Come al solito, ogni parere, è sempre ben accetto!

Un abbraccio,

Crige.
  
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