La sta guardando da ormai milleottocento secondi.
I fumi violacei esalati dal pentolone le hanno increspato i capelli, colorito le guance di rosa, reso traslucida la pelle.
E’ bella da star male, ed è una Sangue sporco, e sono milleottocento secondi buttati nel cesso, milleottocento secondi persi dietro un sorriso troppo bianco, uno sguardo troppo vivo, delle labbra troppo rosse.
Milleottocento secondi pieni di “se io, se lei”, “ma noi”.
Milleottocento secondi di meditazioni da imbecille, di tremori interiori, di eccitazioni esteriori, di respiro bloccato a metà, di contemplazione unilaterale di un amore che non esiste.
Milleottocento secondi di lei.