-Sas’ke.-

Sento la tua voce invadere i miei pensieri, un lungo brivido percorre la mia schiena.

Mi giro, sei tu, come sempre mi sorridi e mi abbracci poi ti allontani e con la tua aria furbesca scappi, lontano da me.

Io ti guardo e sbuffo, sempre il solito, mi ripeto.

Entro in classe e sei lì con tutti gli altri, sorridi e ti vanti.

Dici di essere il migliore, di essere il più bello, di essere il più intelligente mentre gli altri non fanno che ascoltarti e ridere e allora tu metti il tuo broncio poi sorridi, ti avvicini alla lavagna e scrivi qualcosa, so già cosa, lo fai ogni giorno.

Ricordo quella persona… sei stato il primo a rubarmi il cuore.

Eri sempre allegro e ti facevi notare, come dimenticarlo,

sei sempre stato un tipo solare, pieno di amici e circondato da tutti; ricordo anche che ti piaceva il mio nome me lo dicevi spesso, lo scrivevi da tutte le parti:

ricordo i biglietti che trovavo sotto il mio banco e ricordo pure gli sguardi che mi lanciavi quando il professore era di spalle.

Ricordo tutto di te.

Ricordo pure quel giorno, il giorno che non ti vidi più.

Te ne andasti senza nemmeno salutarmi, avevi il viso triste e mi guardasti, ricordo che chiudesti gli occhi e mi sorridesti.

Ora sono qui un'altra volta dopo dieci anni, in quella scuola che è stata complice di questo amore.

Mi siedo nel mio banco e osservo la lavagna dove tu scrivevi ogni giorno quello che sentivi per me.

Sorrido, o almeno accenno un sorriso.

Lo sai che io sorridevo di rado, non sono cambiato in questo.

Chiudo gli occhi e ricordo di nuovo quei giorni.

Sento la porta aprirsi.

Apro gli occhi e ti vedo.

Non posso credere che sia tu.

Il tempo ti ha cambiato vedo.

Sei più bello e sembri pure più intelligente… mi riconosci subito.

-Sas’ke?- mi chiedi e io ti guardo.

Tu sorridi e guardi da un'altra parte.

Sei imbarazzato forse?

Poi sbuffi e ti siedi nel tuo banco, mi guardi e mi sorridi, poi abbassi di nuovo il viso.

Sei in difficoltà vedo.

Allora sono io che inizio a parlare.

Ti sembra strano, no?

Lo so anch’io sono cambiato… mi mancavi...

Ricordiamo insieme il passato e tu sorridi imbarazzato facendomi notare che a quei tempi avevi solo dieci anni;

allora io ti chiedo perché te ne eri andato senza salutarmi e tu mi rispondi, con semplicità, che non volevi dirmi addio, che era troppo per te, mi ripeti.

Ti osservo mentre mi racconti che cosa hai fatto della tua vita, e alla fine te lo chiedo,

la domanda che da tanti anni volevo porti:

- Ti ricordi?-

- Di cosa? – mi chiedi.

- Che ti eri innamorato di me?- dopo questa domanda ti vedo un po’ titubante, poi rispondi

- E anche se lo fosse stato?- mi chiedi

- Mpf – ti sfotto e allora tu fai il tuo solito broncio.

Lo sai? Io mi ricordo di te proprio per questo motivo, perché sei stato il primo e l’unico in grado di rubarmi il cuore.

- Che c’è?- mi chiedi.

- Nulla.- rispondo.

Tu fai di si con la testa, non credi a quello che ti ho detto poi abbassi lo sguardo e mi chiedi se mi sei mancato e io ti rispondo prontamente di no.

Ti vedo di nuovo con il tuo broncio e poi ti alzi.

Ti avvicini alla lavagna, prendi il gesso ed scrivi qualcosa, poi ti volti, mi fai la linguaccia e te ne vai.

Io mi alzo per vedere cosa mi hai scritto, come quando ero bambino. "Tu invece mi sei mancato tantissimo" C’e scritto.

Allora io sorrido.

Lo sai mi hai rubato il cuore per sempre .

Esco di classe e mi dirigo nel cortile dove ti trovi.

I nostri sguardi si incontrano.

Quello che succede dopo non può essere raccontato.

Basta sapere che adesso sei qui e io sono con te.