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Autore: Iridia    26/11/2014    1 recensioni
"Le nostre menti collaboravano e si intrecciavano, l'una completando le debolezze dell'altra. Le nostre voci erano basse, sussurri che a volte diventavano amari sorrisi, altre dolci silenzi. "
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le ultime lettere.


Quella sera scrivemmo assieme la nostra storia. 

Le parole che raccontavano le nostre vite furono scelte con una calma inesorabile, dopo una riflessione dolorosamente accurata, poichè erano i nostri ricordi ad essere sviscerati; e non una banale storia nata dal nostro immaginario. Così, mentre nel caldo silenzio del mio soggiorno guardavo le sue mani tracciare, a volte con leggerezza, altre con foga, lettere sottili ed inclinate verso destra, come sospinte dalla forza con cui sgorgavano dai nostri pensieri, rivissi sensazioni che pensavo non avrei più potuto provare così chiaramente. Le nostre menti collaboravano e si intrecciavano, l'una completando le debolezze dell'altra. Le nostre voci erano basse, sussurri che a volte diventavano amari sorrisi, altre dolci silenzi. 
Erano vite, momenti vissuti, giorni passati. E ciò che rimanevadi loro in quel momento era la volontà di tradurli in un linguaggio che non fosse solo nostro, cosicché potessimo essere ricordati. 

Quando ormai, a notte fonda, giungemmo a raccontare del presente, sorse in me la malinconia che anticipa la fine. Sapevo della sua inevitabile apparizione, e sapevo che probabilmente non era sorta soltanto in me. 

Le parole iniziarono a rallentare, ma l'inchiostro continuò a scendere, rendendole ironicamente più marcate. Non volevo che quel momento diventasse l'ultima frase del nostro racconto. Avrei preferito conservarlo e dissolverlo con la mia stessa vita, senza che nessun altro oltre a noi ne venisse in possesso. Non dovevano sapere. Non avrebbero mai potuto comprendere i nostri sguardi, i respiri lenti, il suono della sua mano che si spostava regolarmente sulla carta, il valore che tutto ciò aveva per noi.

Perchè quella, per noi, era la fine.

Era la nostra dolorosa decisione, ma la prima, vera, scelta che ci aveva dato una certezza. Nessuno dei due sarebbe rimasto solo, nessuno dei due avrebbe dovuto piangere per la mancanza dell'altro, e nessuno dei due avrebbe dovuto sopportare l'idea di aver abbandonato qualcuno alla fatica di vivere e di morire logorato dalla solitudine. 
La sua mano si fermò. Il suo sguardo accarezzò il mio volto e con un sorriso mi chiese di scrivere l'ultima frase.
Non potei fermare le lacrime, ma seguii la sua volontà. Provai un'immensa fatica; la carta sembrava frenare le mie parole, prolungando la mia dolce agonia. 
E così, era finita? 

Vidi le sue labbra posarsi sull'orlo del calice in cui versammo il nostro veleno e prendere un sorso. 
Le sue azioni furono improvvise, come i primi raggi dell'alba, che, pur essendo stati preannunciati dal roseo albore del cielo, compaiono improvvisi all'orizzonte, mandando in crisi per una frazione di secondo la mente umana, confusa dall'accaduto.
Posato il calice, sentii il calore della sua mano sul mio collo, il suo viso avvicinarsi sereno al mio. E quando potei percepire il suo profumo avvolgermi ed i suoi capelli sfiorare la mia fronte, riversò in me la nostra morte.
Mi baciò con una passione ed una tristezza tali da gettare la mia razionalità nell'oblio. Avevamo condiviso una vita intera, e così, condividemmo anche il sorso che ci avrebbe ucciso. 
L'inebriante danza dei nostri respiri divenne un lento sospirar, poi un lieve soffio. L'ebrezza dei nostri occhi divenne amarezza ed infine un  delirio silenzioso. 

I nostri corpi giacevano l'uno abbracciato all'altro, le dita della sua mano intrecciate alle mie. 
Lo sapevo.
Fu quella la mia ultima consapevolezza.
Prima di perdermi nella voragine del mio destino, un ultima, amara e malinconica consapevolezza annientò i miei sensi. 

Mi trovai di fronte alla morte, ed in quel momento, non trovai altro che solitudine.  






Non ho scelto un sesso per i personaggi, non è certamente il loro genere a far differenza; ho preferito selezionare "nessun tipo di coppia" perchè pur essendocene una, è un processo inconscio, e non è compito mio attuarlo per chi legge.
   
 
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