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Autore: Lisaralin    26/11/2014    2 recensioni
"In my thoughts and in my dreams
They're always in my mind
These songs of hobbits, dwarves and men
And elves come close your eyes
You can see them too."

(The Bard's Song, Blind Guardian)
Raccolta di flashfic sui personaggi della saga. Nel segno del caso.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Personaggio: Cernd
Genere: Azione, Introspettivo, Malinconico
Rating: giallo
Avvertimenti: basata in parte sul finale di Cernd post Throne of Bhaal.



Profezia

Gli artigli del licantropo catturano la luce del sole e calano una, due, tre volte. La preda balza di lato, quasi perde l’equilibrio e agita il braccio in un ultimo, disperato tentativo di difesa. Dalle sue dita erompe una massa scura che si allarga e si avviluppa attorno al corpo del licantropo come una rete formata da migliaia di piccoli nodi neri che si agitano forsennati, sferzano e mordono senza sosta.
Insetti – l’informazione si registra in un angolo sul fondo della sua mente, prima di finire di nuovo sommersa dalla marea dell’istinto. La belva spalanca le fauci e ruggisce con tutta la sua forza per disperdere il ronzio che gli dilania le orecchie; ma le punture sono poco più che gocce d’acqua sulla sua pelle corazzata, e questo la preda lo sa. Può sentire l’odore pungente della sua paura, misto al profumo delle foglie schiacciate sulla terra umida e degli alberi spogli, e a quello delle nubi lontane, gonfie di tempesta.
Al quarto assalto gli artigli non mancano il bersaglio. Lacerano abiti e pelle, affondano in profondità nei muscoli. L’urlo straziante della preda si conficca contro il cielo freddo, l’ambito segnale per l’inizio del banchetto.
L’odore del sangue gli infiamma le narici, fa colare copiosa la saliva tra le zanne spalancate. Con le zampe anteriori inchioda la preda ormai inerme a terra, e avvicina il muso per reclamare il premio che gli spetta, il meritato pasto del conquistatore.
“Il bosco ha emesso il suo verdetto, fratelli miei! Abbiamo un vincitore!”
Il grido del maestro Verthan riverbera dentro di lui come un segnale e lo immobilizza sul posto, le zanne a pochi centimetri dal viso della vittima. Come il rintocco di una campana entra in risonanza con la magia primordiale che scorre nel suo corpo di bestia, e in pochi attimi il muso e le zanne si ritraggono, gli artigli tornano innocue dita umane, la forma massiccia e contorta si raddrizza e si riduce.
Cernd barcolla e cade in ginocchio.
Le mani cercano subito il contatto con la terra, le dita affondano tra le zolle smosse dell’arena mentre il respiro spezzato si calma sotto la fronte imperlata di sudore. I battiti del suo cuore si armonizzano gradualmente al lento pulsare della madre terra e la mente si schiarisce, riportandolo presente a se stesso. Pian piano mette a fuoco l’arena, poi il cerchio di frassini e querce secolari e i druidi assiepati tutto intorno, chiusi in un silenzio irreale. In un angolo, il Figlio di Bhaal e gli altri membri del gruppo gli sorridono, e la giovane avariel ha persino le lacrime agli occhi per il sollievo di vederlo vivo.
Il silenzio è carico di attesa, di anticipazione. Sa che tutti non aspettano altro che un suo segnale. Una parola del vincitore, un ordine che decreti il destino del bosco e della comunità che lo abita.
Lentamente, Cernd si alza in piedi. Solo allora i suoi occhi si posano sul corpo dell’avversaria, riverso accanto a lui, gli arti piegati in angoli innaturali. Il suo petto si alza e si abbassa con fatica, in una serie di rantoli. Una corolla rosso scuro sboccia dalla ferita che le attraversa l’addome e si allarga sotto di lei, la terra che già beve avidamente il liquido quasi nero.
“Questa è la prova definitiva, Faldorn.” Cernd non riconosce neppure la propria voce, che gli sfugge dalle labbra rauca e spezzata come se non la usasse da un tempo infinito. “I tuoi precetti sono un fiume che si ostina a percorrere il suo letto dalla foce alla sorgente. Un’aberrazione. E come tale non possono esistere.”
Faldorn tossisce e un fiotto di sangue le cola tra le labbra: “I folli… siete voi… il vostro buonismo… sarà la rovina del bosco…“ un’altra fitta le squassa il petto, più violenta di prima, ma la donna continua a parlare, aggrappata alla vita con ogni briciola di energia che le resta. “ … io lo so… lo vedo… “
I suoi occhi si spalancano di colpo. Le pupille annegano nelle iridi del colore della terra fertile e sembrano fissare un punto oltre lui e la foresta, perse in una distanza infinita forse già al di là del velo della morte.
“La tua prole, Cernd… sarà la tua sciocca prole, per causa tua… una quercia dalle foglie rosse, nata dal sangue, da una guerra parricida… la magia corrotta intaccherà i boschi, i tuoi insegnamenti… falliranno, e la natura… soffrirà… “
Un ultimo sussulto e gli occhi di Faldorn diventano vitrei, immobili. Il respiro si ferma.
All’unisono, i druidi nella radura piegano il ginocchio davanti al nuovo signore del bosco.
Il dominio dei druidi d’Ombra è spezzato, la pace potrà sorgere di nuovo tra il popolo della foresta e gli abitanti di Trademeet. Gli attacchi di animali cesseranno, e il commercio riprenderà più fiorente di prima. La sua missione è riuscita.
Dovrebbe gioirne, pensa mentre il Figlio di Bhaal e gli amici corrono ad abbracciarlo e a congratularsi con lui.
Eppure le ultime parole di Faldorn continuano a tormentarlo. Ore di canti e festeggiamenti non bastano a cacciare il dubbio che si è annidato in lui come un parassita invisibile nel cuore di un albero.
È per questo che quando i suoi compagni stanno per ripartire, due giorni più tardi, Cernd decide di mettersi in viaggio insieme a loro.
“Pensavo che volessi restare con Ashdale” il Figlio di Bhaal è notevolmente sorpreso.
“Sarò più utile alla vostra causa. Verthan qui è più che in grado di prendersi cura del bosco ora che la minaccia è passata. In quanto a mio figlio… lui starà meglio con i druidi.”
Se c’è una cosa che ha sempre ammirato nel Figlio di Bhaal è la discrezione. L’elfo si limita a fare un cenno di assenso senza indagare con ulteriori domande, e poche ore dopo il bosco è alle loro spalle e le mura di Trademeet svettano in fondo alla strada nella luce del tramonto.
È la scelta migliore. Non ci saranno pericoli per Ashdale e per il bosco finché il bambino rimarrà affidato alle cure amorevoli dei druidi. Nessuno meglio di loro potrà insegnargli l’amore per la natura, il rispetto per le cose che crescono e per l’equilibrio che permea il mondo.
Non vincerai, Faldorn. La tua maledizione non avrà effetto.
Cernd lo giura a se stesso ad ogni passo del suo cammino. Proteggerà suo figlio, qualunque sia il prezzo. Anche a costo di stargli lontano. A costo di soffocare la voce del suo cuore, che in quello stesso momento gli grida di tornare indietro e correre a riabbracciarlo.


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Note: come avrete intuito la storia è ambientata durante la sfida contro Faldorn al bosco dei druidi, ma ho aggiunto vari tocchi personali. Chi la conosce noterà che qui si respira a pieni polmoni mitologia greca. In molti miti infatti (nell'Iliade, ad esempio) le parole dei morenti hanno poteri profetici. Altra regola fondamentale della mitologia greca, nessuno scampa al volere del Fato, neanche gli dèi. Anzi, più cerchi di opporti e più finisci per fare esattamente la sua volontà. E' quello che succede qui al povero Cernd, che pensa di fare il meglio per suo figlio e invece finirà per estraniarsi da lui. La profezia di Faldorn si avvererà nel finale post Throne of Bhaal, forse uno dei più tristi tra i finali dei vari png. Nell'originale Cernd trascurava il Figlio per via dei suoi doveri di druido, ma come ho scritto volevo aggiungere un tocco personale :)
 
  
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