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Autore: MiaBlack    26/11/2014    19 recensioni
Seguito di "Carpe diem tutto accade per una ragione"
La storia si colloca nella seconda stagione, Felicity conosce già Oliver. ma Oliver non se lo ricorda, non ha riconosciuta la bella informatica e lei non si prodiga a farsi riconoscere anzi cercherà di evitare che lui lo scopra, ma Felicity nasconde un segrete un grosso segreto. Cosa accadrà quando il suo segreto sarà sul punto di essere rivelato, quanto sarà disposta a fare perchè Oliver non venga a sapere quello che nasconde.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 18

 

Il team Arrow al completo era al lavoro: Roy e Sara erano a giro per la città a chiedere informazioni ai loro contatti, ma nonostante tutto il loro lavoro non erano riusciti a trovare nulla.

Era ormai pomeriggio inoltrato, Oliver era rientrato dopo un sopralluogo davanti a casa di Felicity, chiunque l'avesse presa aveva approfittato del momento in cui la donna stava rientrando: Dig gli aveva assicurato di averla accompagnata a casa e di averla lasciata che stava aprendo il portone.

-Oliver... - Diggle interruppe il vorticare di pensieri che stavano spaccando a metà la testa del ragazzo.

-Cosa? - chiese quell'interruzione aveva portato sollievo nella sua mente.

-Devo andare a prendere Robert e Hope. - spiegò Diggle.

-Andiamo. - rispose Oliver alzandosi dalla postazione che solitamente occupava Felicity.

-Oliver posso andarci io... -

-Vengo con te. - prese il giubbotto e precedette l'amico fuori dal covo, Diggle sospirò, Oliver era teso, quella situazione gli stava offuscando la ragione, o forse non era la situazione, era il fatto che mancasse la sua ragione: Felicity era il suo grillo parlante, era la sua coscienza e ora senza di lei si trovava perso.

Il tragitto in auto dal covo fino a scuola era stato silenzioso, Oliver fissava Diggle ma non parlava, era chiaramente arrabbiato con l'amico e con Felicity e anche con Sara, tutti loro gli avevano mentito, lo avevano tenuto volontariamente all'oscuro, si sentiva tagliato fuori dalla vita di Felicity, lei non l'aveva voluto coinvolgere nella sua vita, non si era fidata a raccontargli la verità, quando lui invece si era fidato e le aveva rivelato la sua identità di Arrow.

-Da quanto lo sai? - chiese Oliver, il viaggio era finito, i due erano fermi in auto davanti alla scuola.

-Da diversi mesi... - rispose Diggle, sapeva che prima o poi avrebbe dovuto discutere con Oliver di quello, si era chiuso nella disperata ricerca di Felicity e aveva tagliato tutti gli altri fuori, ma era chiaro che stesse soffrendo, non solo per la sparizione della ragazza, ma anche per aver scoperto il suo segreto in quel modo.

-Ti chiamano zio...- gli fece notare lui leggermente irritato da quel nomignolo.

-Un giorno sono andato a casa sua, volevo chiederle aiuto per ritrovarti e riportarti a Starling City. - spiegò Diggle voltandosi per poter vedere Oliver in volto.

-Oliver. Non chiedere a me perché Felicity non te l'abbia detto... lo chiederai a lei quando l'avremmo trovata. - perché loro l'avrebbero trovata e allora Oliver si sarebbe potuto arrabbiare con Felicity quanto avesse voluto, ma ora non doveva pensarci, altrimenti non l'avrebbero mai trovata.

-E' stata presa per colpa mia... - ammise chiudendo gli occhi, quel pensiero lo stava uccidendo, Felicity era stata presa da chissà chi e gli stavano sicuramente facendo del male e tutto questo solo per colpa sua era sicuro che fosse colpa sua, qualcuno aveva scoperto che Felicity lo stava aiutando e l'avevano presa per colpire lui.

-Se le succedesse qualcosa i bambini...- continuò, era già abbastanza preoccupato per Felicity senza che fosse a conoscenza che aveva due figli, ma ora la sua preoccupazione per la ragazza lo stava facendo impazzire.

-Oliver, non sai se è colpa tua, magari si è trovata solo nel posto sbagliato al momento sbagliato. La troveremo e vi parlerete. Ora vado a prendere le pesti. - Oliver scese insieme a Diggle ma lasciò che fosse l'amico ad entrare a prendere i bambini, i suoi movimenti naturali e la familiarità con cui salutava le persone fecero capire a Oliver che quella non era la prima volta che Diggle andava alla scuola. Mentre aspettava i tre Oliver guardò la grande struttura in pietra, passava davanti a quella scuola tutti i giorni, due volte al giorno eppure mai una volta le aveva prestato attenzione, la scuola era lontana da dove viveva Felicity, ma era vicina alla Queen Consolidated chiaramente Felicity si fermava ogni mattina a lasciare i figli prima di entrare a lavoro.

-Zio John io voglio il gelato! - Robert aveva preceduto Dig fuori dal portone e si era fermato in cima alla scale voltandosi per vedere l'uomo uscire seguito dalla bambina.

-No, fa troppo freddo ti congelerai. - aveva risposto Dig senza esitazione.

-Ma la mamma... -

-Se dici le bugie ti cresce il naso! - lo avvertì Diggle senza riuscire a trattenere un sorriso divertito, Oliver osservò i tre: Robert sbuffò lamentandosi, Diggle sorrideva scuotendo la testa, mentre Hope aveva alzato gli occhi al cielo sbuffando, quando poi aveva guardato davanti a se si era accorta della sua presenza, le labbra della bambina avevano formato una piccola O di sorpresa prima che un sorriso le si formasse sulle labbra.

-Mr Queen! - esclamò scendendo le scale di corsa per arrivare davanti a lui, Oliver l'aveva guardata correre verso di lui senza poter trattenere un sorriso.

-Ciao Hope. - la salutò, la bambina arrossì distogliendo lo sguardo dall'uomo per poi guardarsi le scarpe.

-In macchina piccole pesti! - intervenne Diggle, i due bambini salirono in macchina, mentre Dig faceva segno a Oliver di sedersi davanti.

-Avete trovato la mia mamma? - chiese Hope ritrovando la propria voce.

-Non ancora, la polizia la sta cercando. - rispose Diggle.

-E voi? - chiese ancora Hope, Oliver le aveva promesso che avrebbe ritrovato sua mamma non poteva essere rimasto con le mani in mano tutto il giorno.

-La stiamo cercando anche noi.- quella risposta soddisfò la bambina che tornò seduta composta sul seggiolino.

Il piano, fino al ritrovamento di Felicity o almeno fino a che non fossero riusciti a contattare Stesy, era quello di stare a casa di Felicity tutti insieme, non avendo nessuno che si potesse occupare dei bambini e Oliver non poteva portarli a casa sua visto che non parlava con sua madre, quella era l'idea migliore che i due uomini avevano avuto.

-Felicity ci ucciderà tutti. - commentò Sara, il gruppo era in salotto, Dig invece stava cercando di convincere i bambini a farsi un bagno prima di infilarsi i pigiami e andare a letto.

-Doveva evitare di farsi rapire! - rispose Oliver il quale stava andando avanti e indietro per la stanza cercando di scaricare la tensione che aveva accumulato con l'inattività.

-Non credo che fosse favorevole al rapimento... - commentò Roy fissando Oliver andare avanti e indietro come ipnotizzato da quel movimento.

-Dove sarà finita? - sbuffò Oliver fermandosi di botto in mezzo alla stanza, lanciò un occhiata al computer appoggiato sul divano. Dentro la scatola di latta che gli aveva lasciato Hope, Oliver aveva trovato una chiave usb, non c'era altro solo quella piccola chiave, l'aveva inserita nel pc e aveva scoperto con suo enorme orrore che per accedere al suo interno serviva una parola d'ordine che lui non conosceva e che non era scritta da nessuna parte.

Dopo qualche minuti di silenzio Sara si spostò dalla finestra, decisa a fare qualcosa, stare ferma in casa ad aspettare non era nel suo stile.

-Vado a fare un giro e passo da mio padre, magari lui ha scoperto qualcosa. Roy vieni con me? -

-Si, anzi accompagnami da Cin, mi aveva promesso che avrebbe fatto qualche domanda a giro. - il giovane si alzò dal divano e se ne andò con la bionda.

Rimasto solo Oliver si sedette sul divano portando con se il portatile, non sapeva quale fosse il programma giusto per decriptare una password, in quelle occasioni avrebbe chiesto aiuto a Felicity, aveva sempre chiesto aiuto alla ragazza anche prima che entrasse nel gruppo, senza di lei si sentiva come se gli avessero tagliato un braccio.

-Che cosa fai? - Oliver sobbalzò sentendo la voce provenire dalle sue spalle, si voltò per vedere chi avesse parlato, dietro di lui col volto appoggiato sulla spalliera del divano c'era Hope che guardava lo schermo del computer.

-Ehy, come mai non dormi? - chiese Oliver sorridendole, la bambina girò attorno al divano fermandosi davanti al ragazzo.

-Russano... - rispose alzando le spalle.

-Dig? - chiese, l'uomo aveva portato i due bambini in camera per farli addormentare dopo i primi urli di protesta in camera era sceso il silenzio, ma Diggle non era uscito dalla stanza.

-Russa con Robert... si sono addormentati tutti e due. - ridacchiò lei divertita.

-Non sei stanca? - le chiese Oliver spostando il computer per poterla prendere in braccio, la bambina accettò volentieri quel gesto e si lasciò prendere in braccio appoggiando la testa contro il suo petto.

-Un po'... mi manca la mamma... - spiegò lei, Oliver iniziò ad accarezzarle la schiena, Hope gli aveva afferrato la stoffa della maglia e la stringeva come se la stoffa potesse salvarle la vita.

-La troveremo... - cercò di rassicurarla lui.

-Lo so... mamma dice che di te possiamo fidarci. - commentò lei tranquilla, Oliver sorrise, anche se a lui non aveva detto dei bambini, ai bambini aveva parlato di lui e questo lo rendeva felice.

-Che altro dice la mamma? - indagò lui.

-Che sei testone! - esclamò ridacchiando.

-Che quando ti metti in testa una cosa nulla ti fa cambiare idea. Ma quando lo dice solitamente finge di essere arrabbiata.- gli occhi blu della bambina luccicarono di felicità mentre raccontava quelle cose.

-Finge? -

-Si si! Si vede bene! Per questo mi sono fidata di te. - ammise scrutandolo sospettosa.

-Il vostro papà? -

-Mamma ci ha detto che è dovuto partire prima che lei potesse dirgli che aspettava noi. Ora ha una missione importante da portare a termine, ma appena lui non sarà più in pericolo gli dirà di noi. - spiegò lei accigliandosi mentre parlava, quel discorso non lo aveva mai capito veramente, ma sua madre la rassicurava sempre che un giorno avrebbe incontrato suo padre e lei ci credeva.

-Ho capito... - quel discorso aveva formato un peso sul cuore di Oliver, il modo in cui la bambina parlava del padre era pieno di affetto, si sentiva di troppo, Felicity non era sua come lui aveva sempre pensato, il cuore di Felicity apparteneva già a qualcun altro e lo si capiva chiaramente dal modo in cui parlava dell'uomo ai figli.

-A che punto sei? - Hope guardava il pc abbandonato sul divano.

-Non riesco ad entrare. - rispose lui scoraggiato.

-Hai provato con i nomi? -

-Tua madre è troppo intelligente per aver usato un nome come password...- rispose Oliver sorridendole, Hope si allungò fino ad arrivare al portatile.

-Una volta mi disse: la difficoltà di una password dipende da chi vuoi che la scopra. - disse accigliandosi.

-Non ho mai capito cosa volesse dire con esattezza fino a che non abbiamo fatto un gioco... - Hope allungò la mano sulla tastiera e digitò un nome: “Oliver” la schermata verde scomparve per lasciar aprire la finestra con i file protetti.

-Non era poi così difficile. - rispose Hope tornano ad appoggiarsi al petto di Oliver.

-Sei intelligente come tua madre! - esclamò sorridendo e tirando a se il portatile così che potesse controllare cosa contenesse.

-Posso rimanere qui con te? - chiese Hope, l'attenzione di Oliver si era spostata sul computer, ma a quella domanda tornò a guardare la bambina.

-Certo che puoi... Però dovresti dormire è tardi... - avvolse un braccio attorno al piccolo corpo di Hope e la strinse a se cercando di farla addormentare.

-Okay... -

Hope si addormentò in braccio ad Oliver cullata dal lento movimento della mano del ragazzo.

Nella pennetta c'era un unico file: un programma nominato: “avviami” Felicity non poteva essere più chiara di così nel dare istruzioni, anche se non era presente riusciva a modo suo a portare Oliver nella giusta direzione, senza perdere tempo avviò il programma che si rivelò essere un normale programma di localizzazione con i parametri da cercare già impostati.

 

***

 

-Oliver... Oliver... - il ragazzo si voltò cercando di capire da dove venisse la voce, il buio lo avvolgeva, non vedeva nulla attorno a lui, eppure c'era qualcuno che lo stava chiamando.

-Dove sei? - si voltò più volte guardandosi attorno alla ricerca della proprietaria della voce.

-Sono qui... Oliver, trovami... - si mosse nel buio nonostante l'inquietudine di non sapere dove fosse, allungò le mani tastando l'aria d'avanti a lui.

-Dove sei?-

-Sono qui... - un punto luminoso si accese nel buio che lo circondava, corse in quella direzione sperando di scoprire chi lo stesse chiamando. Quando finalmente arrivò alla luce trovò una ragazza: la giovane gli dava le spalle.

-Oliver... - lo chiamò voltandosi, Oliver sperò di poter scoprire chi fosse, ma purtroppo non riusciva a mettere a fuoco il viso.

-...Mi hai trovata... - bisbigliò avvicinandosi e sorridendogli.

-Chi sei... - Oliver le posò una mano sulla guancia era a pochi centimetri da lei eppure non riusciva a vederle il viso, per un attimo ebbe l'impressione di intravedere una maschera, ma fu solo un attimo perché poi il viso tornò ad essere sfuocato.

-Visto, ti sei salvato... - si accigliò a quella strana frase stava per ribattere ma non fece in tempo.

 

-Oliver... Oliver... - si svegliò sentendosi chiamare.

-Sono io! - accanto a lui c'era Dig che lo guardava, Oliver si era addormentato con Hope in braccio, la bambina si era rannicchiata al suo petto e dormiva pacifica.

-Ehy, mi sono addormentato... - rispose cercando di sedersi meglio sul divano, mentre dormiva era scivolato verso il basso e la posizione non era delle più comode.

-Non sei il solo, non mi sono nemmeno accorto che Hope era venuta di qua. - i due uomini guardarono la bambina, l'espressione di Hope era qualcosa di dolcissimo nessuno dei due riuscì a trattenere un sorriso.

-Hope è molto intelligente... - fece Oliver pensieroso.

-Si, penso che come Felicity sia un piccolo genio, ma non so di preciso visto che Felicity non ne vuole parlare..- spiegò Diggle.

-Perchè? -

-Non lo so... -

-E' strano... -

-Non ti ci pensare, Felicity avrà le sue buone ragioni. La porto a letto... - si propose Dig.

-Lascia, faccio io. - con movimenti lenti Oliver riuscì ad alzarsi senza svegliare la piccoletta che aveva tra le braccia, Hope si mosse all'interno delle braccia di Oliver cercando una posizione comoda: posò la testa sulla spalla mentre con le braccia gli circondava il collo. Oliver si diresse verso la camera attento a non svegliare Robert che dormiva beatamente.

-Mamma... - borbottò accigliandosi nel sonno mentre Oliver la depositava nel letto e la coprì.

-La troverò, te lo prometto...- Hope sembrò averlo sentito, il piccolo broncio scomparve lasciandola con un espressione serena e rilassata. La promessa fatta a Hope riportò alla mente lo strano sogno che aveva fatto.

-Tutto a posto? - chiese Dig vedendolo rientrare in salotto pensieroso.

-Si, ho fatto uno strano sogno... -

-Cosa hai sognato? -

-Una ragazza che mi chiamava...- raccontò a grandi linee il sogno, si sentiva stupido a farlo, era solo un sogno, però c'era qualcosa di strano, quella ragazza, era così reale.

-Era carina? - chiese cercando di sdrammatizzare Dig, Oliver aveva sempre una ragazza intorno, che fosse in carne ed ossa o che fosse in un sogno, non poteva vivere senza una ragazza.

-Non so, non le vedevo il viso, anche se per un secondo mi è sembrata la ragazza della festa, ma non può essere lei...- liquidò velocemente la faccenda lui.

-Perchè no? -

-Me ne ero quasi dimenticato, non è la prima volta che la sogno, quando ero sull'isola sognavo spesso questa ragazza, sono vivo grazie a lei, mi diceva di non mollare, che dovevo sopravvivere e tornare da lei. -

-Quindi hai sognato Laurel?- chiese Diggle anche se nemmeno lui ci credeva.

-Non lo so, ho sempre pensato fosse lei, ma ora, non ne sono sicuro, non riuscivo a vederle il viso, ma ho come la sensazione che non fosse Laurel, che non sia mai stata lei. - Dig guardò Oliver sorpreso, finalmente qualcosa nel suo subconscio si doveva essere mosso, con molta probabilità quella ragazza era Felicity, anche se la sua parte conscia l'aveva cancellata, era rimasta nel suo subconscio e ora cercava un modo per uscire.

-Il programma ha dato un risultato... - non era più il momento di pensare ai sogni, il computer aveva finito di tracciare il gps rilevando così la posizione di Felicity.

-Chiamiamo Sara e Roy. -

 

Il gruppo si riunì a casa di Felicity dovevano escogitare un piano per riuscire a portarla in salvo senza che le succedesse niente.

-Non possiamo andare tutti, i bambini non possono restare soli... -

-Rimango io! - si propose Sara.

-No, rimango io. Tu vai con loro Sara... - Dig sapeva che in caso di un combattimento Sara sarebbe stata più utile di lui, non tanto perché era più brava, ma perché lui non indossava nessuna maschera, non sarebbe potuto intervenire in caso fosse successo qualcosa.

-Se le hanno fatto qualcosa, ci sarà bisogno di un auto, vai tu. Io rimango qui, saprete cavarvela. Io vi guido. -

-Andiamo.-

I tre uomini uscirono dall'appartamento pronti ad entrare in azione. Sara diede il meglio di se nell'imitare Felicity, guidando il gruppo per le strade devastate di the glades.

“Girate a destra e ci siete” comunicò Sara attraverso il ricevitore.

-Ci siamo. - rispose Oliver, davanti a loro c'era un palazzo mezzo distrutto in mattoni rossi, quello era il posto giusto dove nascondere qualcuno, nessuno avrebbe mai pensato di cercarla li.

I tre ragazzi si divisero, la loro priorità era portare fuori Felicity limitando più possibile i danni collaterali.

Si divisero: Dig e Roy sarebbero entrati dalla porta d'entrata mentre Oliver sarebbe passato dal tetto dove una parte era parzialmente crollata a causa del terremoto, senza esitazione Oliver saltò giù pronto ad ispezionare il piano prima di passare a quello sottostante.

L'ultimo piano era nel più completo silenzio, l'unico rumore che percepiva era il battere del suo cuore, assicuratosi che non ci fosse nessuno Oliver scese le scale. Per un attimo pensò di aver sbagliato, che il localizzatore gli avesse dato le coordinate sbagliate, poi finalmente sentì delle voci, c'erano degli uomini che stavano parlando, si acquattò contro il muro attendo a non farsi vedere davanti ad una porta c'erano due uomini che facevano la guardia.

-Credo di averla trovata. - disse Oliver avvertendo gli altri, atterrare quei due non sarebbe stato difficile, non aspettò la riposta di Diggle uscì dal suo nascondiglio e colpì i due facendoli finire a terra privi di sensi. Davanti alla porta Oliver tirò la maniglia: la porta non era chiusa, entrò facendo attenzione a dove metteva i piedi, la stanza era completamente al buio, la poca illuminazione che c'era proveniva dal corridoio. La stanza era umida, fredda e sporca, sembrava un vecchio magazzino dove stipare gli oggetti rotti, attorno a lui c'era un sacco di cose, fece vagare lo sguardo per la stanza più volte prima di trovare ciò che stava cercando: Felicity era appoggiata al muro con le braccia legate, corse verso di lei che era rimasta immobile al suo ingresso.

-Felicty... Ehy... Felicity... - con attenzione le liberò le mani dalle corde, le braccia e il viso erano ricoperti di graffi e di lividi, chiunque l'avesse rapita non era stato delicato nei suoi confronti.

-Felicity... - le accarezzò il viso scostandole una ciocca di capelli che si era liberata dall'elastico che li teneva raccolti, lentamente la vide aprire gli occhi fortunatamente stava bene.

-Oliver... - sorrise vedendo il ragazzo chino su di lei, con lentezza posò la propria mano su quella di lui.

-Mi hai trovato... - bisbigliò, nel frattempo anche Dig e Roy erano arrivati nella stanza e si erano fermati a qualche passo di distanza.

-Stai bene? sei piena di ferite... - costatò lui a denti stretti.

-E' arrivato il momento dove ti strappi i vestiti per fasciarmi? - chiese, Dig e Roy ridacchiarono, nonostante tutto quello che le era successo Felicity non si smentiva, anche Oliver si lasciò sfuggire un sorriso prima di prenderla in braccio e di uscire da li.

-Andiamocene. - Roy e Dig facevano strada assicurandosi che non ci fosse nessuno, Felicity al sicuro tra le braccia di Oliver era scivolata in un uno stato di pacifica incoscienza.

 

Saliti in auto il gruppo si allontanò da velocemente, il fatto che il posto non fosse dovutamente sorvegliato rendeva sospettosi i ragazzi, non riuscivano a capire se la bassa sorveglianza era dovuta al fatto che chiunque fosse il rapitore riteneva il posto sicuro o al fatto che si aspettavano un intervento di Arrow e quello era solo un modo per farlo finire in trappola.

-La dobbiamo portare in ospedale. - commentò Dig guardando la ragazza tra le braccia di Oliver.

-Si, ma non possiamo portarla noi... Sara, chiama tuo padre. -

“Subito!”

A qualche isolato di distanza Oliver col cappuccio calato incontrò l'agente Lance.

-Arrow. Come sta? - l'agente si avvicinò rapidamente ai due per costatare le condizioni della ragazza.

-E' viva, ma è ferita. La porti in ospedale. -

-Dove l'avete trovata? - Oliver diede l'indirizzo del palazzo dove avevano trovato Felicity.

-Non c'era niente che potesse indicare chi l'abbia rapita, dovremmo aspettare che si svegli... Agente, non faccia avvicinare nessuno alla sua stanza. -

-Non ti preoccupare. - con reticenza Oliver consegnò il corpo privo di sensi a Lance, non voleva separarsene non ora che finalmente era riuscito a ritrovarla, mentre osservava Felicity tra le braccia di Lance gli occhi si fermarono sul viso della ragazza parzialmente coperto dai capelli.
“Oliver andiamo, muoviti!” l'auricolare ancora al suo orecchio riportò la voce di Dig che lo incitava a tornare alla macchina, dovevano tornare al covo a cambiarsi e poi precipitarsi all'ospedale. Oliver salì in macchina impaziente di tornare da Felicity, l'idea di lasciarla sola in un momento come quello lo rendeva nervoso, l'ultima volta che l'aveva lasciata sola dopo che le era successo qualcosa era stata rapita, ora che l'aveva salvata chiunque l'avesse presa sarebbe potuto tornare a coprire le sue traccie.

 

Oliver se ne andò all'ospedale insieme a Sara, mentre Dig rimaneva a casa con i bambino e Roy andava al club, ora che l'emergenza era rientrata ognuno doveva tornare ai propri lavori di copertura.

-Signor Queen che ci fa lei qua? - Lance la guardò arrivare insieme alla figlia, quando aveva ricevuto la telefonata di Sara si era precipitato a soccorrere la ragazza, non solo perché era suo dovere farlo, ma perché voleva farlo, Felicity Smoak gli ricordava per alcuni versi Sara prima che partisse con Oliver e che diventasse un assassina.

-Come sta Felicity?- chiese preoccupato, voleva sapere qualcosa su le sue condizioni.

-Le hanno sparato alla spalla... - disse osservando la reazione di Oliver, il quale strinse la mascella, non era una novità, quella ferita se l'era fatta con lui.

-Ma sta bene le hanno fatto tutti gli accertamenti, non ha niente di grave. Ora è in camera... - rispose sospettoso, non gli piaceva Oliver, non gli era mai piaciuto fin dall'inizio quando si vedeva con Laurel, ma la preoccupazione che leggeva nei suoi occhi era genuina.

-Dopo vorrei farle qualche domanda anche a lei signor Queen. - Oliver sorpassò Lance e puntò verso la porta che gli aveva indicato.

-Certo... - rispose distratto.

-Sara, l'hai avvisato te? - chiese Lance alla figlia la quale annuì osservandolo varcare la sogna.

-Si, papà, Oliver ci tiene a Felicity ed era veramente preoccupato per lei. - rispose sorridendo all'uomo.

-Non sei gelosa? -

-Stranamente no. Gli voglio bene e credo di essermi aggrappata a lui in cerca di stabilità, abbiamo passato cinque anni d'inferno, siamo tornati e ci siamo trovati sballottati nella realtà, cercavamo qualcosa e non sapevamo neanche noi cosa fosse. Ci siamo aggrappati l'uno a l'altra più per il bisogno di qualcuno che ci capisse fino in fondo che per amore. -

-E' un discorso molto profondo e maturo da parte tua. -

-Già, ma è la verità... Dimmi hai trovato qualcosa nel posto che ti ha indicato Arrow? -

-Non c'era niente, i due che avete atterrato se ne erano andati portando via qualunque cosa potesse portarci al mandante del rapimento. - i due rimasero un momento in silenzio pensando a chi potesse essere il colpevole, chi poteva voler far del male a una persona come Felicity che era sempre buona con tutti.

-C'è una cosa... Felicity mi ha chiesto di indagare su un certo Walter McOrner. -

-Su Walter? -

-Sai chi è? - chiese il padre osservandola, Felicity non gli aveva dato molti dettagli sul perché cercasse notizie su quell'uomo.

-Si è un investitore della Queen Consolidated, ma perché è venuta da te? -

-Non lo so.. questo è tutto quello che ho trovato. - le passò un fascicolo nascosto nella tasca interna del giaccone.

-Pensi che sia stato lui? - chiese Sara stringendo il fascicolo, se fosse stato lui Oliver lo avrebbe ammazzato, già il fatto che l'avesse colpita non gli era andato giù se era anche il mandante del rapimento avrebbe voluto la sua testa.

-Non lo so. Ora devo andare tesoro. - diede un bacio alla figlia e poi se ne andò. Rimasta sola nel corridoio Sara diede uno sguardo al contenuto del rapporto.

-Per la miseria... - bisbigliò leggendo alcuni pezzi del rapporto, chiuse in fretta i documenti e decise di portarlo ad Oliver e poi andare a dare il cambio a Dig.

Bussò piano alla porta ed entrò.

 

Oliver era entrato in camera, Felicity dormiva tranquilla, ai polsi c'erano ancora i segni delle corde, ma con un po' di fortuna il giorno seguente non si sarebbero più visti, sospirò costatando che a parte qualche ferita superficiale Felicity stava bene, sorrise e si avvicinò con l'intenzione di scostarle un ciuffo di capelli che le era ricaduto sul viso.

La porta si aprì lentamente, Sara entrò chiudendola poi dietro di se.

-Come sta? - gli chiese Sara fermandosi accanto al letto dove la ragazza dormiva.

-Sta bene, ha solo qualche ferita superficiale.- rispose.

-Sono contenta... Ollie, mio padre mi ha dato questo... - gli porse il fascicolo, Oliver lo prese accigliandosi.

-Mi ha detto che Felicity gli aveva chiesto di reperire informazioni su Walter... -

-Walter? McOrner? - chiese sempre più accigliato, tutto quello non aveva il minimo senso, Felicity era capacissima di trovare informazioni per conto suo, era anche molto più brava della polizia, perché allora aveva chiesto a Lance di aiutarla?

-Si... Io vado a dare il cambio a Dig, credo che sia meglio che venga lui di guardia... - Sara cercava un modo veloce e sicuro per lasciare l'ospedale e mandare Dig da lui prima che Oliver arrivasse a conclusioni affrettate.

-Okay... - rispose Oliver distratto, si avvicinò a Felicity sedendosi sulla sedia accanto al letto, era distrutto, quella giornata gli era sembrata infinita si chiese come facesse Felicity a fare tutto quello che faceva senza impazzire e senza crollare, chiuse gli occhi dicendosi che sarebbe stato solo per un minuto.

 

Il buio lo avvolgeva nuovamente e davanti a lui luminosa come un angelo c'era nuovamente la ragazza senza volto.

-Mi hai trovato... - disse sorridendo, sorrise anche lui notando quel particolare, finalmente il volto si stava definendo.

-Ti ho trovata? - chiese, gli occhi erano fissi su le labbra rosse come due fragole mature, che lo incantavano ogni volta che si muovevano.

-Oliver... Sei un eroe... Sei il mio eroe! - le mani della giovane gli si posarono sul viso facendogli distogliere la sua attenzione dalle labbra portandola all'altezza degli occhi, esattamente come le labbra ora anche gli occhi si erano definiti, ma erano ancora una volta celati da una maschera in pizzo.

-Chi sei... - con lentezza le sfilò la maschera con il timore che lei potesse fermarlo, quando la maschera fu tolta Oliver rimase senza parole.

 

Si svegliò di scatto guardandosi attorno: si era addormentato su quella scomodissima poltrona, si alzò scuotendo la testa come se quel gesto potesse eliminare il ricordo del sogno dalla mente, la misteriosa ragazza che lo aveva tenuto invita per cinque anni e la misteriosa ragazza del homecoming, non potevano essere Felicity.

-Non è possibile... - sibilò facendo un passo indietro e allontanandosi come scottato da Felicity.

-Non può essere lei... - si appoggiato alla finestra e guardava fuori, i ricordi della sera del homecoming gli tornavano alla mente: la misteriosa ragazza che sembrava conoscerlo non poteva essere Felicity, perché mai sarebbe dovuta andare al suo liceo, non voleva pensarci, prese il fascicolo che gli aveva lasciato Sara e lo iniziò a sfogliare.

Oliver sfogliava i fogli cercando di capirci qualcosa, stava leggendo i dati di Walter senza molto interesse quando qualcosa attirò la sua attenzione, Walter aveva frequentato Larchmont High la stessa scuola che aveva frequentato anche lui e stando a quello che Felicity gli aveva detto anche lei aveva frequentato quella scuola, erano andati tutti e tre alla Larchmont High come era possibile che lui non si ricordasse di nessuno di loro due? Eppure Walter si era diplomato insieme a lui. Preso dai suoi pensieri si accorse appena che il suo cellulare stava squillando.

-Pronto...-

“Ollie...” Oliver staccò il cellulare dall'orecchio controllando chi l'avesse appena chiamato.

-Thea? - chiese sorpreso.

“Si sono io... ti ricordi l'altro giorno, quando mi hai chiesto della ragazza che ti dava ripetizioni?” chiese lei, Oliver spostò lo sguardo su Felicity.

-Si... -

“Ecco, non mi hai detto se poi hai trovato quello che cercavi così...”

-No, non l'ho trovato, nei computer della società non risulta nessuna borsa di studio, forse non è mai stata rilasciata...- rispose.

“Oh no, la borsa di studio è stata rilasciata...”

-Come fai ad esserne sicura?-

“Perchè ho la copia qui tra le mie mani. I fogli erano insieme ad altri documenti della società nello studio di papà... Ollie, la ragazza si chiama Felicity... Felicity Smoak...” disse cautamente Thea, aspettando una qualche reazione da parte del ragazzo.

Continua...

Finelmente Oliver sa quasi tutto gli manca solo il dettaglio "sono i tuoi figli" poi tutti i segreti sono stati svelati v.v
_nuova scena Hope/oliver sono tenerosi??
_Hope che scopre subito la password che è "Oliver" oddio la tenerezza xD
_A qualcuno e credo fosse Mariarosaria avevo detto che Felicity era qualcos'altro oltre alla ragazza delle ripetizioni, la misteriosa ragazza ecc infatti era anche la ragazza dei sogni di Oliver xD Il subconscio di Oliver si salva dall'essere definito Rinco o Tardo
_la frase che dice Sara al padre che ne dite? sto aprendo la strada per la fine di questa coppia v.v

un bacione a domenica
Mia
PS
Nella raccolta di Mia c'è una nuova storia per chi ovviamente non l'ha letta
   
 
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