Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Sakutarou    26/11/2014    1 recensioni
"Diede un'occhiata al cielo: era sereno, sembrava quasi la fine della guerra. Il pensiero che in realtà non era così, che la guerra contro quei mostri non era ancora finita, la riportò al presente, alla dura verità che stava affrontando."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Petra Ral
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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-Mi dispiace caporale! Avrei potuto fare di meglio, impegnarmi di più! Sono stata inutile durante quest'ultima missione! Mi scusi, non le sono stata d'aiuto! La prego di perdonarmi... non volevo fallire così, sono un disastro...- delle lacrime calde iniziarono a bagnare le guance di Petra. Il caporale le prese le mani e le strinse sul proprio petto.
-Hai fatto del tuo meglio.- sussurrò, impassibile -Sono fiero di te.- aggiunse, sfilandosi il suo fazzoletto preferito, quello bianco, che teneva sempre legato al collo come una cravatta. Lo porse a Petra. La ragazza lo afferrò, e con le mani tremanti, si portò il fazzoletto al viso e si asciugò gli occhi rossi e gonfi. Quando il suo caporale guardò la stoffa si rese conto di come ora ci fosse sopra una grande macchia rossa.
-È fiero di me? Io... non l'ho delusa...?- le parole di Petra interruppero i suoi pensieri.
-Siamo esseri umani, e come tali abbiamo il diritto di commettere errori.- rispose lui, serio, iniziando a guardare prima il fazzoletto, poi il volto di Petra. 
-Però ho... abbiamo commesso un errore grave.- replicò lei, cercando di far capire al caporale che il suo errore non meritava perdono.
La giovane donna si avvicinò alla lastra di pietra e si sedette. 
-Non me lo perdonerò mai.- aggiunse, stringendo fra le mani il fazzoletto-ormai rosso-sperando che facendo così avrebbe impedito alle lacrime di continuare a bagnarle il viso.
-Tienilo.- le disse l'uomo, rivolto verso le mani di Petra, che continuavano a tremare, le nocche bianche dalla forza con cui stringeva la stoffa.
-Eh? Cosa...?- Petra diede un rapido sguardo al fazzoletto. Era suo, quel sangue. Ciò le fece ricordare il suo dovere. Non mancava molto tempo prima che...
-Ah.- sorrise, come per cercare di affrontare la realtà -È vero...-
-Stai...bene?- le chiese il caporale-una domanda un po' stupida, dato la situazione- stupito dell'espressione serena che era comparsa sul volto della ragazza.
-Benissimo,signore.- dichiarò lei, lo sguardo rivolto verso le altre lastre scure. Su una riusciva a scorgere il nome "Oluo". Diede un'occhiata al cielo: era sereno, sembrava quasi la fine della guerra. Il pensiero che in realtà non era così, che la guerra contro quei mostri non era ancora finita, la riportò al presente, alla dura verità che stava affrontando.
-Credo che ora io debba andare.- disse, rompendo quel silenzio insopportabile che si era creato fra i due.
-Così presto?- chiese lui abbassando la testa, intento a leggere qualcosa, muovendo nervosamente le gambe, con le mani dietro la schiena e il volto serio.
-Sì... Dica a mio padre che gli voglio bene, e che gli sono sempre accanto.- disse lei, chiudendo gli occhi. Era finalmente pronta a lasciare tutto e andarsene, fra lei e il caporale non c'era mai stata una svolta, pensava. Se ne sarebbe andata, e gli avrebbe fatto vivere una vita tranquilla.
-Aspetta.- Petra riaprì gli occhi, sorpresa dalla reazione del suo caporale. Quando lo guardò, notò che in mano aveva un mazzolino di fiori. -Ti ho portato questi.- disse l'uomo, mostrandole il mazzetto di fiori di campo colti quella mattina.
-Oh... grazie...- Petra era rimasta stupita, e non riusciva a nascondere un sorriso appena comparso sulle sue labbra.
Lui posò i fiori in un vaso lì accanto, notando che c'era già qualche altro fiore, qualcuno appassito, qualcun altro, invece, conservava ancora il proprio aspetto originale.
I due si guardarono negli occhi per qualche secondo, seri in volto. Petra abbassò lo sguardo, non riuscendo a guardare il caporale. Era sicura che sarebbe scoppiata a piangere un'altra volta se avesse continuato a guardarlo. Prima che se ne potesse rendere conto, era avvolta fra le braccia dell'uomo.
-C-capo...rale...- riuscì a malapena a dire lei, con le lacrime agli occhi, senza smettere di stringere il fazzoletto.
-Ti amo, Petra.- le sussurrò lui. A quelle parole Petra iniziò a piangere.
-A-anche... io...Levi.- balbettò lei, con il petto scosso da profondi singhiozzi. Era felice. Lui lo aveva detto. Levi aveva detto di amarla. Lei non avrebbe desiderato nient'altro. Si sentiva protetta fra le sue braccia. Credeva che la sua vita non fosse finita, ma che fosse appena iniziata.
Ricambiò l'abbraccio, lasciando cadere il fazzoletto rosso sulle gambe. 

Levi la strinse forte a sè, finchè non ci fu più nulla fra le sue braccia. Petra era sparita, così come il suo sangue sul fazzoletto, che cadde a terra, su un'altra lastra appoggiata sull'erba. Levi si avvicinò, si chinò, e rilesse l'incisione sulla tomba:"Petra Ral". Sotto il nome, un'altra piccola incisione, scritta in corsivo, gli portò alla mente ricordi orribili:"Ci lascia durante la 57a spedizione fuori dalle mura." 

E sotto ancora, in un foglietto incastrato in una crepa, una scrittura tremante recitava:"Spero che tu ora sia libera. Ciao, piccola mia. -Papà."

"Sono libera." sentì il caporale, non capendo se la voce che sentiva fosse solo una sua allucinazione "Ho le ali della libertà sulla mia schiena, adesso."
Levi si coprì il viso con le mani. Si concesse qualche lacrima, e le asciugò subito, perché pensava che un soldato non avesse il diritto di piangere.
Il suo mondo era appena crollato, e tutto quello che lui poteva fare era guardare in silenzio come ogni pezzo di tutto ciò per cui aveva vissuto fino ad allora andava in frantumi, provando un dolore ben più grande di quello che i suoi soldati avevano provato morendo.
Con quel pensiero egoista in mente, e quel dolore che gli martoriava il petto, si alzò in piedi, si avvicinò al vaso, lo prese, cambiò l'acqua e buttò i fiori vecchi. Dopodichè prese una pezzetta e iniziò a togliere la polvere dalle tombe dei suoi compagni. Una volta che fu il turno di quella di Petra, si fermò un attimo a sistemare qualcosa.
Quando si voltò per andarsene, la tomba di Petra era decorata con il fazzoletto bianco. Lo aveva posizionato su un lato della lapide, assicurato da un nastrino bianco. Sembrava proprio una sposa, con il fazzoletto come velo, e i fiori di campo come bouquet. Il comandante stava lasciando in silenzio il cimitero, quando un suo collega venutogli incontro, vedendo l'uomo con il volto fra le mani, balbettò, incredulo:-C-caporale... lei sta...piangendo.-

   
 
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