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Autore: Kara Clary    26/11/2014    5 recensioni
E se aprendo il vostro diario segreto ad un certo punto comparissero i pensieri di qualcun altro? E se questa finestra verso il suo animo vi rendesse partecipe delle sue sofferenze e del suo primo amore? Cosa fareste?
Questa è la storia di come Zoe Summers reagì e di come il suo cuore iniziò a battere per le parole di qualcuno a cui non poteva dare un volto.
Genere: Comico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
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Seb


Io e Sebastian eravamo circondati dalla penombra, il bagliore freddo della proiezione era lontano da noi. La fioca e calda illuminazione delle lucine arrotolate intorno agli alberi illuminava debolmente il viso di lui. Mi guardai intorno e notai che eravamo completamente soli, un lieve disagio iniziò a pervadermi.

<< E che diavolo vorrebbe dire questa frase?>>

Sebastian si riferiva al mio elogiare i libretti delle istruzioni come qualcosa di utile ed affidabile, un’altra delle mie indimenticabili uscite. C’era solo un modo per scrollarmi di dosso quella situazione. In fondo, qual è la migliore difesa se non l’attacco?
<< Dimmi tu cosa diavolo significa che Scott è interessante quanto un libretto d’istruzioni? Mi spieghi perché cavolo ce l’hai con lui? Neanche lo conosci! L’hai picchiato senza un motivo valido, ti piace così tanto picchiare gli altri? >>

Okay… forse avevo un po’ esagerato, ma credo che ormai abbiate capito che non sono proprio la regina delle mezze misure.

Un sorriso tirato affiorò sulle sue labbra. Mi fissò intensamente e per un attimo abbassai lo sguardo, notando come stesse stringendo con forza i pugni. Anche con quel buio potevo vedere come le sue nocche stessero diventando esangui.
Sebastian fece un lungo respiro e poi sussurrò:
<< Non mi piace picchiare gli altri, non c’è cosa che mi piaccia di meno.>>
Dette da lui quelle parole non avevano proprio senso e probabilmente il mio scetticismo trasparì, perché Sebastian mi chiese:
<< Non mi credi vero? Infondo sono sempre io il bastardo!>> Ringhiò, fissandomi con i suoi occhi verdi, che al buio sembravano quasi neri.
<< No… cioè, sì! Sì che lo sei. Che ti dovrei dire Seb? Che non lo sei? Tutto ciò che traspare di te è che sei una testa calda, a volte sembri un esaltato. Non ho altre prove per dire il contrario.>>
Inaspettatamente, a Sebastian scappò una breve risata e vidi chiaramente il suo corpo rilassarsi. Il suo corpo muscoloso ed estremamente maturo…
Ma che accidenti stavo pensando? Stavo forse diventando un’arrapata cronica?
<< Certo che non giri molto intorno alle cose vero Occhi blu ? Non ho mai incontrato una ragazza diretta come te.>> Ghignò, passandosi una mano fra i capelli e scompigliandoseli sulla fronte.
Mi aveva chiamato di nuovo in quel modo, tornai a pensare al diario che custodivo gelosamente nel mio zaino e alle ultime scritte che erano apparse.

<< Perché mi chiami così?>>
<< Così come?>>
<< Occhi blu… perché?>>
<< Hai forse gli occhi marroni?>> Con il suo fare sardonico mi fece di nuovo innervosire.
<< No! Certo che no, però quello non è di certo il mio nome!>> La mia voce divenne un po’ troppo alta e stridula, tanto che, dalla collinetta da cui si trasmetteva il film, arrivarono lamentele e versi che invitavano al silenzio.
<< E poi dici a me che sono una testa calda? >> Sebastian scoppiò a ridere, una risata sommessa, ma calda e fluida come cioccolato fuso.
Sentii la temperatura del mio viso aumentare vertiginosamente e ringraziai la penombra che nascose il mio imbarazzo.
Cercai di ritrovare la calma e di affrontare il discorso in modo adulto.
La mia specialità, insomma.

<< Non hai risposto alla mia domanda Seb...che prove ho per dire il contrario?>>
Anche Sebastian tornò improvvisamente serio, si voltò verso lo schermo in lontananza, rimase in silenzio per svariati minuti. Proprio quando la mia pazienza si stava esaurendo mi rispose, sempre senza guardarmi:
<< Non posso darti delle prove, perché tutte le mie azioni non possono che portarti a quella conclusione.>>
Rimasi stupita da quella risposta così schietta e sincera.
<< Ma che diritto hai di giudicarmi? Te che ne sai di come sia la mia vita? >> Sebastian tornò a guardarmi, penetrandomi con uno sguardo freddo e tagliente.
Non riuscii a capacitarmi di come questo ragazzo riuscisse a passare da uno stato d’animo all’altro con così tanta velocità. La sua reazione mi prese in contropiede e non seppi bene che cosa rispondere.
Inoltre, se lui era veramente lo scrittore del diario sapevo già qualcosa riguardo la sua vita.
Più di quanto avessi voluto.

Sebastian fece qualche passo verso di me e io rimasi paralizzata da quegli occhi chiari, che mi scrutavano gelidi.

Quando fu a pochi a pochi passi di distanza, riprese a parlare:
<< Dimmi Zoe…>> scandì bene il mio nome, << tu sai cosa c’è nella mia vita? Cosa mi ha fatto diventare così? >>
<< Io… ehm, no - o forse sì - ma dimmelo allora, dimmi cosa ti succede?>> Sussurrai, timorosa di essermi spinta troppo oltre.
<< Non demordi, eh? >> Il sorriso con cui pronunciò quella frase cozzò con il tono distaccato e lievemente irritato. << Perché dovrei raccontarti qualcosa di me, Occhi blu? >>

Sebastian fece un altro passo verso di me, automaticamente feci un passo indietro e scontrai la schiena contro il tronco di un albero. Sebastian continuò ad avanzare e si fermò a pochi centimetri da me. Vedevo a malapena il suo viso, ma potevo sentire il suo respiro caldo solleticarmi la pelle, in quella notte fresca di primavera.

<< Chi sei tu per me? >> Concluse in un sussurro.
Lo guardai dritto in quegli occhi verdi, che ora stavano perlustrando il mio viso con cura analitica.

Cos’ero io per lui?
Non ci conoscevamo nemmeno, come potevo pretendere che si aprisse, che mi confessasse i torbidi segreti della sua famiglia (sempre che quel diario fosse realmente suo)?

<< Non sono nessuno, ora, ma se hai bisogno di parlare, Seb, io ci sono. Cosa ti succede? Hai problemi in famiglia?>> A quell’ultima domanda i suoi occhi saettarono verso i miei. Il palmo della sua mano colpì il tronco vicino al mio orecchio, sobbalzai, ma non ero spaventata. Al contrario mantenni una calma di cui io stessa mi sorpresi.
<< Tu cosa sai della mia famiglia?>> Gracchiò Sebastian.
<< Niente – deglutii – non so niente, ma è quello il tuo problema? >>

Sebastian mi afferrò il mento, obbligandomi a guardarlo negli occhi e bloccandomi con il braccio teso sul tronco dietro di me.
<< Stammi bene a sentire ragazzina, smettila di impicciarti! Stanne fuori! Stai fuori da tutto quello che non ti riguarda.>>

Quelle parole mi ferirono e non solo quelle. Il modo in cui si era posto, trattandomi come una sciocca, come una ficcanaso!
Strinsi le labbra e sbattei le palpebre più volte per ricacciare le lacrime che stavano per far capolino. Sebastian mi guardò negli occhi e probabilmente notò le miei iridi lucide, perché sembrò tornare in sé. Si osservò le mani e le scansò via da me repentinamente. Sembrava sorpreso, quasi mortificato.

Non capii quella reazione, ma non ebbi tempo di indagare perché qualcuno disse, in tono piuttosto alto:
<< Ehi, che diavolo succede qui? >>

Scott era apparso dal nulla, o meglio, io non l’avevo visto arrivare. Si trovava a qualche metro da noi e stava osservando la scena di Sebastian a pochi centimetri di distanza. La penombra probabilmente non nascose i miei occhi lucidi, perché appena mi osservò meglio, lo vidi cambiare espressione e passare dal sorpreso al furioso.

<< Lasciala stare! Che diavolo le hai fatto, bastardo? >> Sebastian davanti a Scott sembrò cambiare di nuovo, sembrò indossare una nuova maschera, quella solita, strafottente e fredda. Alzò le mani in segno di resa e si allontanò da me.
<< Che fai amico? Ci spii? Oh, Signore... Siamo diventati una razza di guardoni!>> Guardai sorpresa Sebastian per quella citazione proprio da “La finestra sul cortile” e non mi accorsi che Scott si stava avvicinando a Sebastian con un'espressione traboccante di collera.
<< Buono, buono amico, non voglio fare un secondo round! Io e Occh… e Zoe stavamo discutendo amabilmente. So che è qui con te.>>

Scott sembrò non averlo neanche sentito, si stava dirigendo verso Sebastian con lo sguardo più minaccioso che gli avessi mai visto in viso. Mi misi subito in mezzo, poggiai le mie mani sul petto di Scott per fermarlo.
<< Calmati Scott, non è successo niente. Veramente! >>

Scott tornò a guardarmi e mi accarezzò il viso. Quel contatto, in quel preciso momento, non mi fece lo stesso effetto della prima volta. Anzi, lo sentii come qualcosa di estremamente inopportuno. Mi scansai a disagio e lui sembrò rimanerci piuttosto male.

<< Ma stai piangendo. Come può non averti fatto nulla?>>
<< Non sto piangendo Scott, è solo... il vento. Vedi? Sto bene. >> Cercai di mostrargli l’espressione più serena e allegra che mi riuscì. Scott sembrò calmarsi, perché mi sorrise e mi prese la mano.
<< Ti credo, non voglio insistere. Torniamo a vedere il film. Ho bisogno di te, non ci sto capendo nulla! >> Scott si grattò la testa e mi sorrise adorabilmente. Ed io non potei che sciogliermi di fronte a tanta innocenza e dolcezza.

<< Beh… allora buon libretto di istruzioni, Zoe! Voglio dire… buon film!>> Sebastian si stava allontanando ed ebbi un irrefrenabile desiderio di lanciargli dietro uno stivale, cosa che stavo quasi per fare, quando lui si girò e con un sorriso smagliante e sincero mi disse:
<< E comunque, mi piace quando mi chiami Seb.>> E mi fece l’occhiolino.

Mi faceva impazzire. Ecco. In sua presenza non sapevo cosa diavolo dovevo provare. In alcuni istanti non lo sopportavo, in altri sembrava quasi dolce, in altri era disarmante e in altri ancora lo avrei ucciso volentieri.
Quel ragazzo mi mandava totalmente in confusione e nel dubbio feci l’unica cosa che sentii giusta:
<< Vaffanculo, SEBASTIAN! >>

La sua risata risuonò potente mentre si allontanava.

Scott mi guardò sorpreso e un po’ confuso mi chiese:
<< Ma che voleva dire quel pazzo con “libretto d’istruzioni” ?>>
<< Niente, niente. Lascialo perdere, sai che è strano…>> Strinsi la mano di Scott e ci avviammo verso la proiezione del film.



Io e Scott tornammo a guardare il film, appena mi sedetti sulla coperta distesa a terra, Sydney si tuffò su di me e mi sussurrò all’orecchio:
<< Come stai diventando intraprendente Zoe Summers! Così mi piaci. Certo, limonare durante un film di Hitchcock non lo avrei annoverato tra le cose più passionali da fare al primo appuntamento, ma conoscendoti è un buon inizio!>> Sputò tutto d’un fiato.
Si staccò e mi fece un occhiolino che, a causa dell’alcool che aveva in corpo, si trasformò in una smorfia indecifrabile.
La presi per il braccio e la feci avvicinare, cercando di parlare a voce bassa nel suo orecchio, nonostante controllare il volume fosse altamente difficile a causa dei nervi che avevo.
<< Non è successo proprio un bel niente, ok? Quindi piantala! Maniaca! >>

Lo so, darle delle maniaca quando nel giro di una giornata mi ero persa più di una volta a contemplare il fisico di due ragazzi differenti, non era proprio il massimo della coerenza, ma lei non lo sapeva, quindi potevo mantenere la mia facciata da brava ragazza.

Sydney alzò gli occhi al cielo e tornò a parlottare con altre ragazze alla sua sinistra. Quando mi voltai verso Scott lo vidi intento a guardare il film con la fronte corrucciata. Mi chiesi se veramente non ci stesse capendo nulla. Mi sembrava impossibile, in fondo non era poi un film così complicato.
Dopo poco si accorse che lo stavo guardando, mi sorrise e si avvicinò. Praticamente incollò il suo fianco sinistro al mio destro e mi circondò la vita con il braccio. Lo lasciai fare, dopotutto era quello che desideravo da parecchio tempo, ma non mi sentivo così coinvolta come avrei voluto.
Forse avevo troppi pensieri per la testa.

<< Ti da fastidio?>> il fiato di Scott mi solleticò l’orecchio, provocandomi un brivido lungo il collo. Scrollai la testa in senso di diniego.
<< Sicura? Ti sento così rigida.>> E lo ero effettivamente.

Quelle situazioni non mi mettevano mai a mio agio. Cercai di rilassarmi e di ripetermi che infondo era quello che stavo aspettando. Scott iniziò a scorrere le sue dita lungo la mia schiena, con estrema delicatezza, giocando con le mie forme e provocandomi sensazioni estremamente rilassanti e piacevoli. Proprio quando stavo per sciogliermi, alzai lo sguardo e notai che, poche file più avanti, Sebastian ci stava guardando. Aveva addosso il suo solito sguardo gelido e scrutatore. Accanto a lui era seduta una Katherine in modalità “gatta che fa le fusa”. Mi chiesi come fosse possibile sopportare la vicinanza di un essere così fastidioso, osservai i suoi movimenti flessuosi e le sue mani che andarono a posarsi proprio sulla coscia soda di Sebastian. Incrociai nuovamente il suo sguardo e prima di battere in ritirata nel totale imbarazzo, feci in tempo a vederlo sorridere e poi rivolgersi di nuovo a Katherine.
Stavo per urlargli di nuovo la stessa parolaccia di pochi minuti prima, quando Scott mi prese la mano. Tornai sul pianeta “ persone civili” e guardai quegli occhi scuri e dolci. Feci un lungo respiro e mi resi conto che Scott mi faceva stare veramente bene. I suoi modi mi tranquillizzavano.


Dopo il film riaccompagnai a casa Sydney e Scott. La mia amica era crollata sul sedile posteriore e russava sonoramente, augurandomi che non desse di stomaco fino all’arrivo a casa sua.
Con quel sottofondo romantico, io e Scott ci avviammo verso la via del ritorno. Dopo aver riaccompagnato Sydney, presi la strada per casa di Scott. Il russare della mia migliore amica ci aveva aiutato ad allentare la tensione e ci aveva dato la giusta scusa per non parlare. Quando però restammo soli, c’era così tanta tensione tra noi che si sarebbe potuta tagliare con un coltello.

Arrivai davanti al suo porticato prima del previsto e lo guardai.
Scott mi fissò e se ne uscì con la migliore frase che avrebbe potuto scegliere:
<< Beh Zoe, non mi vieni ad aprire la portiera ed accompagnarmi fino alla porta? Che gentiluomo sei?! >> Recitò con esagerato e finto sdegno.

Scoppiai a ridere come una scema, anche più di quanto quella battuta richiedesse. Ero tesa e le mie reazioni stavano andando in tilt. Quella serata era stata piena di emozioni ed avvenimenti. Quando finii di ridere, scesi dalla macchina e con un gesto teatrale aprii la portiera di Scott, gesto che aveva aspettato pazientemente. Assurdo!

Tesi la mia mano e Scott la prese, scendendo tutto impettito dall’automobile. Il che mi fece ridere ancora di più, che buffone che era. Non me n’ero mai resa conto. Scott richiuse la portiera e prima che potessi reagire, mi attirò a sé.

Mi scontrai contro il suo petto e mi ritrovai il suo viso sorridente, a pochi respiri dal mio. La mia risata si trasformò in versi sconnessi che si affievolirono lentamente. Sentii i muscoli del mio viso tendersi e l’angolo della bocca iniziò leggermente a battere per la tensione. Odiavo quando succedeva. Quel maledetto tic che gridava a chiunque mi guardasse “ questa tipa è una sfigata che non riesce nemmeno a controllare il proprio corpo! Guardate!”

Nel totale imbarazzo abbassai lo sguardo, incapace di reggere quello di Scott così audace e limpido. Sentii il palmo caldo di Scott avvicinarsi alla mia guancia e poggiarsi proprio sul lato che stava subendo il mio tic, come se volesse coprirlo o fermarlo.
<< Ehi… tutto okay?>> Feci di sì con la testa, sempre senza guardarlo.
<< Sono stato benissimo sta sera, a parte quel momento in cui sei andata via da me per parlare con quello sciroccato.>>
M’irrigidii ancora di più, senza volerlo.

Pensai a Seb e al fatto che in quella stessa sera, si era avvicinato a me quanto in quel momento Scott, anche se le sue intenzioni erano chiaramente diverse.
Il loro odore era così differente. Quello di Seb era più ruvido e spigoloso, mentre Scott sembrava essere nato per trasmettere tranquillità attraverso ogni poro. Il suo profumo così fresco e conciliante ne era una prova.

<< Zoe... non ti perdere nei tuoi pensieri. Pensa a noi, ora, qui. Guardami…>>

Lo guardai, un po’ riluttante, mi sforzai di reggere il contatto con quei pozzi caldi che erano i suoi occhi.
Deglutii e Scott mi baciò.

Accadde ciò che ogni gesto di quella serata aveva preannunciato. Appena le sue labbra morbide si poggiarono sulle mie, mi risvegliai. Come quando si ha il terrore di salire su un palcoscenico, ma appena si va in scena si dimentica ogni cosa.
Risposi al bacio.

Scott sciolse la sua mano dalla mia e la posò sul mio collo, infilando le dita tra i miei capelli. L’altra mano si posò sul mio fianco, stringendolo con fare saldo e allo stesso tempo delicato. In un istante mi resi conto che le mie mani erano rimaste imbambolate a mezz’aria e le poggiai sul suo petto che si alzava ed abbassava freneticamente.
Il bacio divenne sempre più intenso. Non so come, ma mi ritrovai addossata alla mia macchina con il corpo di Scott poggiato contro il mio. Il freddo della macchina e la temperatura bollente di Scott, mi mandarono in confusione.
Le mie mani intanto vagarono sui suoi muscoli, il suo collo, fino ad esplorare i suoi capelli. Mi persi in quel bacio e la mia mente cominciò a vagare senza riuscire ad afferrare alcun pensiero coerente.

Quando, dopo quelle che erano sembrate ore, il suo viso si staccò da me, aprii gli occhi e per un istante, un minuscolo istante, vidi il viso di Sebastian e non quello di Scott. Quella fugace visione mi produsse una piacevole contrazione a livello del ventre.

Andai in paranoia.

Scott si allontanò un po’ di più dal mio viso e mi scrutò.
<< E questa faccia per cos’era? Sembra tu abbia visto un fantasma! Speravo di farti un effetto ben diverso.>>
<< Ehm… certo, no, scusami; è che sono solo sorpresa, tutto qui. Perdonami, sono pessima, ogni tanto non riesco a controllare bene i muscoli della mia faccia.>>
<< L’ho notato prima, ti capita spesso? >> Passò delicatamente il pollice sull'angolo delle mie labbra, indicandomi il punto incriminato in cui il mio tic ballerino era partito poco prima.
<< Solo quando sono emozionata..>> gli sorrisi, cercando di scordarmi del viso che avevo visto intravisto e cercando di abbeverarmi di tutta la dolcezza del ragazzo che ancora mi stava stringendo tra le sue braccia.
<< Zoe Summers, non ti riconosco così romantica ed imbarazzata.>>
<< Piantala, scemo! E ora fammi andare che mia madre potrebbe preoccuparsi.>>
<< Oooh! Eccola, è tornata!>>

Scott mi diede un bacio a stampo e mi sussurrò all’orecchio un leggerissimo grazie per la serata.
Poi si staccò, allontanando improvvisamente da me il suo corpo che mi aveva tenuto caldo fino ad un secondo prima. Lo salutai con la mano e con un bel sorriso ebete stampato in faccia e mi rintanai in macchina, cercando di sfuggire a quelle temperature poco miti e decisamente poco primaverili.


Rientrai a casa. Mia madre stava dormendo beatamente nel suo letto. Alla faccia del preoccuparsi.
Cercando di non pensare a nulla, mi concentrai sui piccoli atti pratici che meccanicamente svolgevo ogni sera prima di andare a dormire.
Presi il diario e mi sedetti sul letto, alla luce della mia fedele lampada.

Era stata una serata strana. Scott, il suo bacio, le sue mani su di me e poi la visione di Sebastian… perché per un attimo la mia mente bacata mi aveva mostrato il suo viso? Eppure non avevo bevuto molto e quella poca vodka che avevo ingurgitato all’inizio era stata smaltita da parecchie ore.
L'incontro con Sebastian mi aveva lasciata pervasa da un ulteriore strato di confusione.

In una serata mi era capitato più di quanto avessi vissuto in un anno.
Si, lo so. Potete dedurre che la mia vita non è molto emozionante.

Se poi a quella sera aggiungevo l’assurda settimana passata e la scoperta di quel diario sovrannaturale, beh, potevo dire di aver fatto il pieno. Mi augurai che il destino non volesse mettermi davanti altre situazioni incasinate, perché probabilmente sarei andata nel pallone. Io e il mio disturbo bipolare.

Guardai il diario, era Seb lo scrittore dietro alle pagine incantate? O il soprannome Occhi blu era semplicemente una coincidenza? Nella mia mente ripercorrevo il nostro breve incontro nella penombra del parco, analizzando ogni piccolo particolare, alla ricerca di qualche prova e… beh, semplicemente per il piacere di farlo. Ho detto piacere? Insomma, l'incontro con Sebastian non era stato poi così piacevole… interessante, più che altro. Stimolante…

Ma che andavo a pensare? Scott mi aveva fatto battere il cuore, mi aveva risucchiata nella sua dolcezza, mentre Sebastian mi aveva fatto solo innervosire!
Dovevo capire una volta per tutte se quel diario fosse suo o no e togliermi questa spina nel fianco.

Prima di tutto però dovevo fare un esperimento.
Era da un po’ che quell'idea mi frullava nella testa ed era giunto il momento di metterla in atto. Dopotutto non avevo mai scritto nulla su quelle pagine, non potevo sapere se il diario funzionasse a doppio filo, o se la sua magia fosse a senso unico. Dovevo provare.
Presi la penna e scrissi.
Caro diario,

Che originale!

Il mio nome è Zoe Summers, ho diciassette anni e frequento la Blue Hills High School.

Se davvero c'era qualcuno a leggere dall'altra parte, probabilmente a questo punto si sarebbe già addormentato.

Mi piace Hitchcock. E a te?

Okay, decisamente una frase senza senso. Ma avevo la sensazione che, se davvero era Sebastian l'autore del diario, non avrebbe lasciato una domanda del genere senza risposta. (Sempre che non si fosse addormentato alla seconda riga!)

Aspettai.

Aspettai e aspettai ancora, ma le pagine del diario rimasero bianche, immacolate in modo frustrante.
Mi addormentai con il diario sul petto e sognai dei baci caldi ed umidi, delle braccia forti che mi tenevano stretta, occhi marroni che divennero verdi, lucine colorate arrotolate fra i rami degli alberi, un braccio muscoloso che mi bloccava la via d'uscita, delle dita che mi tenevano stretto il mento e che poi scendevano verso il mio collo, la mia spalla… quando la sveglia suonò per poco non ebbi un infarto.

Per prima cosa afferrai il diario, sperando che durante la notte fosse apparsa qualche nuova scritta.

Nulla.

La delusione mi invase per un istante, ma poi la prospettiva di andare a scuola ed affrontare Scott e Sebastian con la confusione che regnava nella mia mente, trasformò la delusione in panico.
Con il cuore che martellava in petto mi avviai verso scuola.


Note autrici:

Ciao a tutti i lettori, ci scusiamo tantissimo per il ritardo madornale, ma come alcuni di voi già sanno, io e Clary F. stiamo vivendo tanti cambiamenti in questo momento della nostra vita e purtroppo scrivere è dovuto passare, per forza di cose, in secondo piano.
Naturalmente con grandissimo dispiacere.
Cerchermo di assicurarvi un aggiornamento al mese e magari appena gli avvenimenti che ci stanno tenendo impegnate si stabilizzeranno, riusciremo a tornare ad aggiornamenti più frequenti come all'inzio.

Come sempre ringrazio tutte coloro che ci hanno lasciato la loro recensione o che hanno messo la storia tra le seduite o le preferite! Grazie di cuore!
Mi scuso se ad alcune persone non siamo ancora riuscite a rispondere.

Spero ci farete sapere la vostra impressione su questo nuovo capitolo. :)
  
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