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Autore: Ale Conte    26/11/2014    1 recensioni
"Che se nei sogni ci credi prima o poi si avverano".
Genere: Introspettivo, Mistero, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo vedevo sempre nel solito posto, quando giravo l’angolo.
Stava lì, su un pezzo di cartone, con davanti a lui un vasetto di vetro. Sopra c’era scritto ‘Fate la carità a chi non è nato nel vostro stesso mondo’.
Ogni volta che ci passavo davanti mi chiedevo che cosa volesse dire con quelle parole, se fosse matto, o se lo aveva scritto solo per attirare l’attenzione e racimolare qualche soldo in più.
Solitamente lo ignoravo, e passavo avanti.
Invece no, quel giorno decisi di chiedergli perché stava lì a far nulla, perché non cercava di ritrovare il suo mondo. E così feci, glielo domandai.
Lui, per qualche istante, mi fissò con quegli occhi gelidi. Era cieco, penso. Aveva gli occhi completamente color ghiaccio. Sì, monto probabilmente era cieco.
Poi iniziò a farfugliare qualcosa senza senso.
“Non capisco!” gli dissi.
Finalmente cominciò a pronunciare qualcosa di comprensibile. “N-n-non capisci perché sono di un altro mondo. N-n-non puoi capire” “Continua…” gli dissi. “C-capisci? Mi capisci quando parlo?” “Certo!” “Allora questo significa che anche tu sei straniero! Da dove vieni? Tu, tu sei riuscito a capirlo?” “Da dove vengo? Io vengo da dove vieni tu, da dove veniamo tutti!” “E da dove?” “Da questa terra disgraziata!” “E lo sai perché siamo d-diversi dagli altri?” “Diversi in che senso?” “Diversi. Noi siamo pazzi caro mio. Noi sogniamo, siamo di un’altra realtà. Non ti sei mai chiesto come io faccia a vivere su questo cartone giorno e notte, con solo una coperta e un vasetto di vetro? Beh, io ti rispondo lo stesso. Perché io sono qui ma n-non sono qui. per gli altri sono uno sporco barbone, per me, per me a volte sono un attore, altre volte sono un re, altre volte sono l’uomo più ricco al mondo. Dipende da cosa voglio io. Posso deciderlo, a volte decido di essere un leopardo. Adoro la velocità con cui sfugge dai pericoli, e il modo in cui insegue le sue prede.
Però per gli altri io rimarrò sempre uno sporco barbone. Ma a me non interessa.
Io sono felice di esser nato cieco. Riesco a non vedere la realtà, il mondo che mi circonda, e posso decidere io come sia. Sono sicuro che sia stato un dono di Dio. Lui mi vuole bene! Anche se molta gente mi dice che sono cieco a furia di sognare, a furia di non vedere la realtà com’è davvero.
Lo sai che ogni giorno di qui passa una bellissima fanciulla?  Beh, secondo me passa per vedermi, perché in fondo io so di piacerle. E se così non fosse potrei immaginarlo con la mia mente.
La gente non ha questo potere, ragazzo. La gente è realista, non sogna. La gente ama la realtà. Io invece la odio, io amo vivere nel mio perfetto mondo. Nei miei perfetti sogni. Perché se in un sogno ci credi prima o poi si avvera”.
Quando ebbe finito il suo monologo me ne andai, quasi scappando. Quell’uomo mi spaventava.
  
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